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L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 20

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Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014
(pp. 136 euro 22,00)


Jimmy Liao, nato nel 1958 a Taipei, è laureato in arti figurative con una specializzazione in design. Ha lavorato per 12 anni per diverse agenzie pubblicitarie, per poi dedicarsi completamente all'attività di illustratore. Dal 1998, Jimmy ha pubblicato più di ventIsette libri illustrati, caratterizzati da una straordinaria originalità e da trame dai mille risvolti. Con le sue storie ha contribuito a generare un nuovo stile, l'inconfondibile "stile Jimmy Liao", una combinazione di racconto e figure altamente evocativa e poetica. I suoi libri, tradotti in tutto il mondo, hanno venduto più di cinque milioni di copie tra Oriente, Europa e Stati Uniti; in particolare, Jimmy è diventato in poco tempo il più famoso autore di libri illustrati in Asia e i suoi libri sono amati indistintamente da tutte le generazioni. Al momento, suoi libri sono pubblicati in Italia sono La voce dei colori (2011), La luna e il bambino (2012), Una splendida notte stellata (2013, qui in Gavroche) e, l'ultimo uscito, Abbracci (2014) pubblicati dalle edizioni del Gruppo Abele grazie all'Associazione Gli Amici di Jimmy (che potete contattare anche via facebook e twitter).

Racconta, Luca Ganzerla, nella postfazione di Abbracci, di chi è Jimmy Liao, nella perfetta consapevolezza, che condivido, che ogni informazione sull'autore sia utile, indispensabile, per entrare nel suo mondo letterario e iconografico che ci illude a ogni nuovo titolo di concedersi a una facile chiave di lettura, e ogni volta, invece, ci rendiamo conto di quanto questo sia vero solo a una lettura superficiale delle sue opere.

Dicevo, racconta Ganzerla, di una cosa che io non sapevo e che riguarda la vita di Jimmy Liao, di ciò che ha fatto sì che egli decidesse di dedicarsi totalmente all'illustrazione:



«1995. Un forte dolore alla gamba. Ricovero d'urgenza all'ospedale. Diagnosi: leucemia. Un anno di cure intense. Sopravissuto. Mesi di riabilitazione. Finalmente di nuovo i pennelli. Ma cosa era successo? Cosa era cambiato, signor Liao? "Dopo le cure, pennello alla mano, compresi che la mia attitudine al disegno era profondamente cambiata. La malattia mi aveva offerto la possibilità di osservare la vita da un differente punto di vista". Una nuova urgenza premeva nella testa. Illustrare, scrivere, raccontare una storia. Era come essere naufragati in un un  mondo tutto da scoprire, esplorare, descrivere con le note della sensibilità umana fatta pura, profonda, bambina. [...]» Luca Ganzerla, "A proposito di Jimmy Liao..." in Abbracci, op. cit., Edizioni Gruppo Abele, 2014.

Dal suo primo libro illustrato, Secret woods era il 1998 e uscì quasi in contemporanea The Fish that Smiled me, Jimmy Liao non ha smesso di essere amato da bambini, adolescenti e adulti. Sembra che i suoi libri conservino intatta una voce in grado di parlare alle persone in modo diverso a seconda dell'età. Una voce che proviene da una perfetta fusione di leggerezza e profondità, racconto intimo e sociale, classicità e modernità, in grado di permeare ugualmente la cultura occidentale e quella orientale.
Tanto da far pensare che custodisca un segreto, perché i suoi  libri sono un genere a parte, appunto il genere Jimmy Liao.

Questo si può dire anche di Abbracci, lievemente spostato rispetto ai temi degli ultimi libri, un libro che se non fosse uscito dalle sue mani rischiava grosso, di cadere in quel genere un po' melenso di una letteratura per l'infanzia troppo facile.

Per fortuna non è così e un assaggio di che cosa capita guardando e leggendo con attenzione questo libro lo racconta bene Antonio Ferrara nella prefazione:

«Non è un libro, questo, è un'altra cosa.
È un catalogo di abbracci, ecco.
Un campionario.
E mentre leggi pensi sia roba da bambini, questa, per farli stare buoni prima di andare a letto, roba per giocare.
Ma poi le pagine si girano da sole, e mentre leggi ti fai morbido come il leone della storia, tenero e tenace, corteccia dura e cuore caldo e, anche se non hai nessuna voglia di pensarci, ti vengono in mente tutti insieme i tuoi abbracci dritti e storti, gli abbracci dati e gli abbracci non dati.
A tuo padre.
A tua madre.
Al tuo gatto.
E leggi e leggi, allora, ti metti seduto, guardi le figure e segui le parole che seguono le figure, che si curvano come le pennellate di acquerello vaporose d'acqua, E guardi tutti quegli abbracci strani, imprevisti, un bambino e un pinguino, per dire, un bambino e un canguro, per esempio, un bambino e un cammello, e un formichiere, e una giraffa. E dici, sì, sì, divertente, certo, bei disegni, per carità, però a me non servono, gli abbracci, io sono grande, figuriamoci, mica sono un bambino. [...]»
Antonio Ferrara, "Prefazione. A braccia aperte", in op. cit., Gruppo Abele, 2014.

Appunto non siamo bambini, noi adulti che teniamo il libro tra le mani, ma poi succede come a loro che ci venga voglia, sfogliando le pagine, un urgente bisogno di dare e ricevere un abbraccio.

«Una storia fatta di abbracci. Una collezione di abbracci. Una collezione dove ogni abbraccio, tra immagine e parole, cela un significato altro che attende il lettore per compiersi, per rivelarsi.
Così ogni abbraccio ci interpella su piccole e grandi questioni della vita, pubbliche e private, ordinarie e straordinarie, personali e collettive, sul rapporto con noi stessi e con gli altri (persone e animali).
Ogni abbraccio è un incontro: tra chi si sente colpevole e chi è disposto a perdonare, tra chi si sente escluso e chi accoglie, tra chi si è perso e chi l'ha trovato.
Se autentico, l'abbraccio è una ricerca di armonia, una nuova premessa, un sospirato punto di arrivo, un angolo sicuro di mondo, è dichiararsi, riconoscersi, condividersi e chissà quanto ancora potremmo continuare. Ma a pensarci bene, per Jimmy Liao, un abbraccio è una storia infinita racchiusa in un istante.»
Luca Ganzerla, "A proposito di Jimmy Liao..." in Abbracci, op. cit., Edizioni Gruppo Abele, 2014
Abbracci, ecco, cosa sono dunque, perfetti per bambini, ragazzi, adulti, e intercambiabili, tra bambini e bambini, tra bambini e ragazzi, tra bambini e adulti e tutte le altre combinazioni.

Tra queste, di sicuro, tra bambini e animali.


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014
(pp. 136 euro 22,00)




Abbracci racconta la storia di un leone dalla rossa criniera che un giorno viene improvvisamente svegliato da un pacchetto regalo caduto da cielo sulla sua testa.

Quando, con rabbia, tenta di distruggerlo, da esso ne esce a sorpresa un libro intitolato  a sua volta intitolato Abbracci.


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014



Pagina dopo pagina il leone legge, dapprima disgustato da immagini tanto sdolcinate da risultare ripugnanti...


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014


Ma poi, piano piano, pagina dopo pagina, qualcosa in lui inizia a cambiare... 


«Il leone dalla rossa criniera leggeva felice al chiaro di luna.

Era invidioso della contentezza dell'orango, geloso della tenerezza dell'istrice, incantato dal sorriso della tigre. Sentiva il mondo lentamente cambiare...

Quella notte la luna brillava di un soave bagliore rosa.

All'improvviso il leone avvertì un desiderio dirompente da abbracciare!»


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014


Decise quindi di iniziare da quella che gli sembrò essere la soluzione più pratica, quella di abbracciare gli altri animali, ma il suo gesto finì per  essere male interpretato, mandano in fumo i suoi diversi tentativi...


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014


Quel desiderio di un abbraccio, sempre più intenso, gli fa affiorare alla memoria un lontano ricordo...


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014


«Però era fermamente convinto che in qualche parte del mondo, proprio in quell'istante, 
ci fosse un ragazzino che pensasse a lui.»

«Condividevano  gli stessi ricordi, provavano le stesse sensazioni, 
prendevano le stesse  decisioni.

E sapevano entrambi quanto si mancassero l'un l'altro...»


Jimmy Liao, Abbracci,
traduzione di Silvia Torchio,
Edizioni Gruppo Abele, 2014


Quanto tempo è passato da quando abbiamo dato o ricevuto l'ultimo vero abbraccio?

E se tornassimo a fare un passo indietro, a chiudere gli occhi fino al momento in cui siamo diventati così adulti da credere di poterne fare a meno, cosa troveremmo?

Ecco, questo libro è il ricordo di quell'ultima volta, proprio quella lì che stiamo vedendo, quella che ci ha cambiato la vita. Cerchiamo di ricordarcela quando siamo con i bambini.


L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 21

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Guia Risari, Il Taccuino di Simone Weil,
con le illustrazioni di Pia Valentinis,
rueBallu Edizioni, 2014
(pp. 138 euro 22,00)
Guia Risari, scrittrice e traduttrice, è nata nel 1971 a Milano, dove si è laureata in Filosofia Morale all'Università Statale e si è specializzata in Modern Jewish Studies alla Leeds University. In seguito, si è trasferita in Francia, dove ha collaborato con il Centre d'Études et Recherches Sociocritiques dell'Université Paul Valéry di Montpellier, il Laboratoire Lettres, Languages et Arts dell'Université Le Mirail di Tolosa, il Centre d'Etudes Internationales Francophones de La Sorbonne di Parigi. Ha pubblicato due saggi: The Document Within the Walls. The Romance of Bassani (Troubador Publishing 1999/2004) e Jean Améry (F. Angeli 2002).  Ha curato testi di poesia ed ecologia per l'infanzia, tra cui L'Africa... piccolo Chaka di M. Sellier (ill. M. Lesage, L'Ippocampo 2005; Premio Andersen 2006), Le favole di La Fontaine (ill. T. Dedieu, L'Ippocampo 2010), numerosi albi della collezione "Paesi e Popoli del mondo" di Edt-Giralangolo (Premio Andersen 2008) e diversi libri per Ape Junior, Salani e Nord-Sud, tra cui Il bambino che si arrampicò sulla luna di D. Almond (Salani 2012) e Ritorno al bosco dei cento acri di D. Benedictus (Nord-Sud 2009), seguito delle storie originali di Winnie-The Pooh. Sempre per l'infanzia, ha pubblicato, tra gli altri, Pane e Oro (ill. C. Mariniello, F. C. Panini 2004), La macchina di Celestino (ill. C. Mariniello, Lapis 2006), Il pesce spada e la serratura (ill. F. T. Altan) e L'alfabeto dimezzato (ill. C. Carrer, entrambi Beisler 2007), Il Cavaliere che pestò la coda al drago (ill. I. Urbinati, Edt-Giralangolo 2008), La coda canterina (ill. V. Lopiz, TopiPittori 2010) e Gli occhiali fantastici (ill. S. Rea, F. C. Panini 2010). Un suo racconto, La pietra e il bambino, è diventato uno spettacolo per Teatro Gioco Vita nel marzo 2013 ed è rappresentato in Italia e Francia. La sua ultima uscita è Il Taccuino di Simone Weil, (ill. P. Valentinis) per la rueBallu edizioni. 

Pia Valentinis ha vinto la XXI edizione del Premio Andersen, il maggior riconoscimento italiano dedicato ai libri per ragazzi, nella categoria "Miglior illustratore". Il libro Raccontare gli alberi (Rizzoli, 2012 e qui in Gavroche), illustrato assieme a Mauro Evangelista, ha ottenuto nel 2012 il premio Andersen come miglior libro di divulgazione. Ha illustrato numerosi libri per bambini con case editrici nazionali e internazionali, tra queste: Rizzoli, Fabbri, Mondadori, Einaudi ragazzi, Editoriale scienza, Edizioni E.Elle, Topipittori, Orecchio Acerbo, Coconino Press-Fandango, Fatatrac, Grandir, Edizioni Arka, Edizioni C’era una volta, Libros del Zorro Rojo, Grimm Press, Gakken, Nuove edizioni romane, Motta Junior, Squilibri, Edizioni Il Castoro, Giunti, Papiros, Treccani. Nel 2014 ha pubblicato Ferriera (Coconino Press), la sua prima graphic novel, illustrato Ogni goccia balla il tango scritto da Pierluigi Cappello (Rizzoli, 2014 e qui in Gavroche) e Il Taccuino di Simon Weil. Per rueBallu edizioni ha illustrato anche L'ultima fuga di Bach scritto da Chiara Carminati (2012). 


Ai lettori che non hanno paura delle domande
e non temono neanche parole come libertà,
rivoluzione, giustizia, compassione,
impegno, ascolto, verità, infinito.
A loro si apre il senso del mondo.
- Guia Risari



Il Novecento ha dato alla luce quattro filosofe di straordinaria entità. Quattro pensatrici fuori del comune, i cui cammini personali quasi non si incontrarono e che spesso ebbero tratti fortemente contrastanti, ma le cui biografie spirituali furono spesso parallele e contraddistinte da straordinarie affinità elettive: Edith Stein (1891-1952), Maria Zambrano (1904-1991), Hannah Arendt (1906-1975) e Simone Weil (1909-1943). Le contraddistinse una forte libertà da ideologie, appartenenza di scuola o di gruppo. Pensarono e agirono da sole, senza appigli, spesso controcorrente e con una stupefacente capacità di anticipare le svolte, le derive, i bisogni del nostro secolo. Le loro vite furono in vario modo segnate degli orrori del tempo e dal un impegno in prima persona indefesso. Eppure, ciò che ci hanno lasciato è l'amore del mondo che esse praticarono nel pensiero e nelle azioni, l'apertura agli altri, la lievità e l'abbandono alla necessità di essere responsabili di ciò che accade.

Guia Risari ha deciso di raccontarci di Simone Weil in uno dei libri, a mio avviso, più belli dell'anno, Il Taccuino di Simone Weil, per merito di una combinazione di talenti, l'autrice, l'illustratrice e la casa editrice che hanno dato vita a un'opera profonda, necessaria e molto curata.

Il 15 aprile 1943 Simone Weil viene trovata svenuta nella sua camera ed è condotta in ospedale. Affetta da tubercolosi, aggravata dalle privazioni che aveva deciso di imporsi, muore il 24 agosto nel sanatorio di Ashford, fuori Londra.

«Sono in quest'ospedale da tre settimane. Tubercolosi, dicono. Grave indebolimento. Ma so io cos'è davvero: mi sento impotente. Ormai la guerra sta finendo, ma non l'odio e la violenza che ha generato. Io non ho potuto farci molto - solo pensare, ospitare qualcuno, sollevare proteste - e nemmeno ora posso contribuire un granché. In queste condizioni, allora, mi chiedo che senso abbia. Se uno non può rendersi utile, dove la trova la forza di andare avanti?
Mi hanno portata in quest'ospedale dal nome buffo: Middlesex. L'edificio, tutto di mattoni, sembra una fabbrica di birra. Per il resto è pulito, il letto è comodo e tutti sono gentili. [...]
I dottori mi hanno proibito di affaticarmi. Niente letture, niente appunti, poche visite. Anche le infermiere mi controllano perché sanno che io con le mani in mano non so stare. 
È talmente noioso fare la malata! Come si può resistere? 
Allora mi tengo un quadernetto sotto il cuscino e appena sono sola ne approfitto. Butto giù due righe per tenermi compagnia e perché d'un tratto mi è venuta voglia di ripensare alla mia vita. Chissà perché. [...]» Guia Risari/Pia Valentinis, op. cit., rueballu edizioni, 2014, pp. 15-16.

Londra, 7 maggio 1943
«[...] Possono impedirmi di alzarmi, di lavorare, di agire e di muovermi, ma nessuno può impedirmi di pensare e di ricordare. È un dovere che ho verso me stessa, che tutti abbiamo. [...]» Guia Risari/Pia Valentinis, op. cit., rueballu edizioni, 2014, p. 28.

Sono le prime pagine del Taccuino, che racchiude i pensieri e i ricordi di Simone Weil negli ultimi giorni della sua vita affidati alla scrittura di Guia Risari che è riuscita in un'impresa di grande difficoltà, quella di restituire l'autenticità della voce di una delle figure più importanti e complesse del pensiero del Novecento e di porgerla ai bambini e ragazzi senza scalfire la sua purezza.

Simone Adolphine Weil (Parigi, 3 febbraio 1909 – Ashford, 24 agosto 1943) è stata una filosofa, mistica e scrittrice francese, la cui fama è legata, oltre che alla vasta produzione saggistico-letteraria, alle drammatiche vicende esistenziali che ella attraversò, dalla scelta di lasciare l'insegnamento per sperimentare la condizione operaia, fino all'impegno come attivista partigiana, nonostante i persistenti problemi di salute.
Sorella del matematico André Weil, fu vicina al pensiero anarchico e all'eterodossia marxista. Ebbe un contatto diretto, sebbene conflittuale, con Lev Trotsky, e fu in rapporto con varie figure di rilievo della cultura francese dell'epoca. Nel corso del tempo, legò se stessa all'esperienza della sequela cristiana, pur nel volontario distacco dalle forme istituzionali della religione, per fedeltà alla propria vocazione morale di presenziare fra gli esclusi. La strenua accettazione della sventura, tema centrale della sua riflessione matura, ebbe ad essere, di pari passo con l'attivismo politico e sociale, una costante delle sue scelte di vita, mosse da una vivace dedizione solidaristica, spinta fino al sacrificio di sé.
La sua complessa figura, accostata in seguito a quelle dei santi, è divenuta celebre anche grazie allo zelo editoriale di Albert Camus, che dopo la morte di lei, a soli 34 anni, ne ha divulgato e promosso le opere, i cui argomenti spaziano dall'etica alla filosofia politica, dalla metafisica all'estetica, comprendendo alcuni testi poetici.

Un Taccuino, non un diario, un quaderno della necessità da tenere sottomano per non perdere niente di quei momenti che sentiamo come fuggevoli, qualcosa di agile pronto a soccorrerci quando l'urgenza del pensare si fa troppo pressante per essere trattenuta.

Un oggetto che intimamente rappresenta la vita sempre in movimento di Simone Weil donna, filosofa, cuore pensante, impossibile da contenere in una qualsivoglia trattazione libraria.
Eppure, Guia Risari è riuscita se non a contenere a catturare il suo indomito spirito in queste pagine per donarle ai ragazzi e alle ragazze che se ne vorranno impossessare per non lasciarle più. Al contempo, però, il Taccuino di Simone Weilè un libro che può essere letto con grande piacere anche dagli adulti. Un libro preciso e puntuale, al contempo poetico, per chi vuole iniziare a interessarsi a lei.

Le illustrazioni di Pia Valentinis sono finestre, piccoli squarci che si aprono sulla vita di Simone scandendola in momenti destinati a rimanere indelebili nel ricordo del lettore.

I piani di narrazioni del Taccuino intrecciano il racconto di un presente obbligato alla resa, quello di Simone Weil che, costretta a letto, è stata costretta a un riposto assoluto, e quello di un passato mai fermo, sempre impegnato nelle continua di una verità cercata prima dentro se stessa nel mondo, in una messa alla prova del proprio corpo fino alla consunzione, che nel resto delle cose.

Ciò che si prova leggendo questo libro è l'idea di una sfericità che riflette con cura e precisione la singolarità del pensare e dell'agire di Simone Weil, che a sua volta richiede una immediata riflessione da parte del lettore che da queste pagine viene chiamato insistentemente a partecipare, a confrontarsi con un pensiero di un altezza infinita, eppure lì a portata della sua mente e del suo corpo come non oserebbe credere.

Vediamo ora, un assaggio, questi piani intrecciati, tra passato, presente, racconto e ritratti figurativi del raccordo, per dare l'idea delle opportunità di lettura, di letture, offerte da questo libro (la parte anagrafica scritta qui è stata presa qui, per tracciare un percorso di confronto con il testo del libro, per brevità e semplicità, da Wikipedia).

Figlia di un medico di origini ebraiche, l'alsaziano Bernard Weil, e della russo-belga Selma Reinherz, entrambi agnostici, Simone Weil riceve un'istruzione laica, raffinata e dal respiro internazionale, ma severa. Già a cinque anni e mezzo, rabbrividendo mentre sua madre la lava in novembre nella casa priva di riscaldamento, ripete a se stessa le parole di Turenne: «Che hai da tremare, carcassa?».
Con André, che per primo le insegna a leggere,  impara a memoria la commedia del Cyrano, e insieme la declamano, scambiandosi le parti, di fronte ai genitori. Da questi, lei e il fratello non ricevono giocattoli, ma soltanto libri come mezzo di evasione e spunto d'inventiva. Simone soffre, fin dall'adolescenza, di forti e ricorrenti emicranie; a quattordici anni si scontra con la sua prima crisi esistenziale. Fra il 1919 e il 1928 studia in diversi licei parigini, dove ha come professori di filosofia René Le Senne e Alain.

Londra, 10 maggio 1943
«[...] Io vengo da una famiglia senza problemi economici. Per molto tempo non ho saputo cosa fossero fame, freddo, bisogno. Ho ricevuto vestiti, cibo, cure. Ho studiato e avuto tutti i libri che volevo. Sono andata in vacanza e ho viaggiato. Delle volte mi sono sentita in colpa per questo. Ma poi mi dico che quello che ho avuto grazie alla mia famiglia l'ho trasformato e in parte dedicato a chi ha avuto meno fortuna di me. Non tanto facendo la carità; la carità mi sembra troppo facile: consola senza cambiare le cose. A me invece interessa che la gente abbia di che vivere, discuta, protesti, si faccia valere e ottenga ciò che le è dovuto. [...]»  Guia Risari/Pia Valentinis, op. cit., rueballu edizioni, 2014, pp. 40-41 
«[...] Studiare, lo consideravo un grande privilegio, e un ottimo modo per trovare una soluzione  a quel che non andava. Quindi ne ho approfittato. Ho divorato libri su libri. Mi piaceva la poesia, la matematica, le scienze, ma avevo un debole per la filosofia, che s'interroga su tutto: che cos'è l'essere umano, la società, la giustizia, la verità. Non sono mica questioni da poco, che si risolvono così... I  pensatori, come gli artisti, gli scienziati, i musicisti, i poeti hanno un approccio particolare alla realtà. Non la danno per scontata, come se fosse un fatto naturale. La criticano, la guardano in un altro modo, da una prospettiva diversa e, nel farlo, la reinventano. Così mi sono spicciata a finire il liceo e mi sono preparata a entrare nella facoltà di filosofia. Avevo fretta di imparare nuove idee e di condividerle. Avevo bisogno di confrontare pensieri e realtà. Avevo fretta di vivere! [...]» Guia Risari/Pia Valentinis, op. cit., rueballu edizioni, 2014, pp. 43-44


Guia Risari, Il Taccuino di Simone Weil,
con le illustrazioni di Pia Valentinis,
rueBallu Edizioni, 2014


Ammessa all'École normale supérieure nel 1928, nel 1931 supera l'esame di concorso per la docenza nella scuola media superiore; insegna filosofia fra il 1931 e il 1938 nei licei femminili di varie città di provincia: Le Puy-en-Velay, Auxerre, Roanne, Bourges, Saint-Quentin. A Le Puy, suo primo luogo d'insegnamento, genera scandalo distribuendo lo stipendio fra gli operai in sciopero e guidando la loro delegazione in municipio. Suscita inoltre il disorientamento delle sue alunne, vietando loro di studiare sul manuale di filosofia e rifiutando a volte di dare i voti. Nonostante lo stipendio che riceve come insegnante, decide di vivere spendendo per sé solo l'equivalente di quanto percepito come sussidio dai disoccupati, per sperimentare le medesime ristrettezze di vita.

Considerata un'agitatrice comunista, nonché invitata da un funzionario scolastico a chiedere il trasferimento onde evitare di essere licenziata, pare abbia risposto di stimare il congedo, da sempre, come il punto più alto della carriera. A Roanne, del resto, attira la fiducia dalle sue allieve, e una di loro, Anne Reynaud-Guérithault, custodirà gli appunti delle lezioni, che verranno pubblicati nel volume Lezioni di filosofia 1933-1934.

Negli stessi anni è vicina ad ambienti sindacali e politici trotskisti e anarchici, avendo avviato rapporti d'amicizia e collaborazione, già dal 1931, con noti esponenti del sindacalismo rivoluzionario espulsi dal Partito Comunista Francese: Pierre Monatte, Maurice Chambelland, Daniel Guérin. Nell'agosto del 1932 si reca a Berlino per sondare il clima nel luogo più scottante del momento, alla vigilia della presa del potere da parte di Hitler; raccoglie le sue impressioni nell'articolo La Germania in attesa per La Révolution prolétarienne.


Londra, 13 maggio 1943
«[...] Quell'estate, partii un mese per la Germania.
Era, più che una vacanza, un viaggio-studio. Volevo scoprire meglio quale era la situazione di un paese in cui tanti intellettuali, politici e operai avevano detto e fatto cose importanti. Mi sembrava che la Germania fosse un valido esempio da seguire. Affittai una stanza nella casa di una famiglia operai. Era l'agosto del 1932. Quel che vidi intorno a me non solo deluse le mie speranze, ma incrinò la mia fiducia nel futuro. Ovunque disoccupazione, disperazione e propaganda. E la cosa peggiore era che i nazisti attiravano sempre maggiori simpatie. Perché? Oh, purtroppo lo vedevo fin troppo chiaramente.
Il nazismo era incoerente e quindi riusciva a coinvolgere chi non aveva le idee chiare e purtroppo erano in tanti. La violenza del nazismo veniva considerata forza e rassicurava chi non voleva perdere il poco o il tanto che aveva. Poi il nazismo parlava una lingua che tutti potevano capire. Puntava sul sentimento nazionale, sull'orgoglio e sull'odio dei nemici. Purtroppo il nazismo contava anche sulla passività degli oppositori, che si sentivano troppo superiori o troppo stanchi e sfiduciati per reagire. Invece reagire bisognava, e subito. [...]» Guia Risari/Pia Valentinis, op. cit., rueballu edizioni, 2014, pp. 55-56.


Guia Risari, Il Taccuino di Simone Weil,
con le illustrazioni di Pia Valentinis,
rueBallu Edizioni, 2014


Il 4 dicembre 1934 si impiega come manovale nelle fabbriche metallurgiche di Parigi, seguiranno altre esperienze di lavoro come operaria nelle officine Alstom, Carnaud e Renault – che aggrava ulteriormente il suo stato di salute – verrà raccolta, sotto forma di diario e di lettere, nell'opera La condizione operaia, in cui confluirà anche l'articolo La vita e lo sciopero delle operaie metalmeccaniche, scritto dalla Weil per la rivista La Révolution prolétarienne con lo pseudonimo «Simone Galois», in onore del matematico Évariste Galois, mentre infuocavano gli scioperi del giugno '36.

Londra, 15 maggio 1943 
«[...] Così ho capito la lezione: in fabbrica nessuno utilizzava le sue capacità.
Eppure la fabbrica pretendeva di essere efficiente! Ma che efficienza ci può essere se non si valorizza a pieno quello che una persona può fare? Il sistema industriale era basato su un enorme errore, su uno spreco che non aveva giustificazioni. Usava l'essere umano, ma faceva a meno della sua unica forza: il pensiero. Non il pensiero astratto, ma il pensiero concreto che trasforma la vita reale.
Era necessario ripensare tutto. Il lavoro non doveva essere meccanico e ripetitivo, ma qualificato. Gli operai dovevano mettersi d'accordo tra loro e tenersi informati. Agli operai, soprattutto, andavano spiegati il funzionamento delle macchine e i principi scientifici che stavano applicando. Le macchine non era fatte per essere servite ciecamente, temute o venerate! Le macchine non sono sacre, non sono dèi, anzi possono diventare dei mostri e divorarci. [...]» Guia Risari/Pia Valentinis, op. cit., rueballu edizioni, 2014, pp. 64-65. 


Guia Risari, Il Taccuino di Simone Weil,
con le illustrazioni di Pia Valentinis,
rueBallu Edizioni, 2014


Nel contempo, si rinsalda in lei la convinzione che anche i deboli possano combattere; difatti, dopo un altro anno d'insegnamento – durante il quale frequenta la messa e lavora saltuariamente in una fattoria – si aggrega ai repubblicani, che per lei rappresentano gli umili,[66] nella guerra civile spagnola. L'8 agosto 1936 varca la frontiera con un lasciapassare da giornalista ed entra come miliziana fra i volontari della colonna anarchica Buenaventura Durruti, sul frontearagonese. Non essendo capace di padroneggiare il fucile, viene assegnata ai lavori in cucina. Ma in seguito a un incidente, infilerà un piede in un pentolone di olio bollente, dovrà fare ritorno a casa per essere curata.

Nel 1937 farà il suo primo viaggio in Italia ad Assisi, l'anno dopo scoprirà Venezia...


Londra, 20 maggio 1943 
«[...] L'anno dopo avrei scoperto Venezia. Come non amarla? Tutto è così fragile: è un universo di acqua e luce. I Palazzi, i ponti e gli archi sono sospesi quasi fossero di cristallo. Il cielo è più aperto e nelle parole della gente risuona una musica che ricorda i torrenti. Venezia mi abbagliò. Ma quel sentimento restò annidato in me, non riuscii a parlarne con nessuno e lo custodii come un segreto. Pian piano divenne un'intuizione profonda: la comprensione che solo la bellezza può vincere la forza. [...]» Guia Risari/Pia Valentinis, op. cit., rueballu edizioni, 2014, p. 89. 


Guia Risari, Il Taccuino di Simone Weil,
con le illustrazioni di Pia Valentinis,
rueBallu Edizioni, 2014

Dal momento che il padre e la madre non accettano di allontanarsi dalla Francia senza di lei, dovendo fuggire a cuasa delle persecuzione contro gli ebrei, il 14 maggio del 1942 giunge con loro a Casablanca, e per alcuni giorni, in un campo profughi affollato da centinaia di esuli ebrei. Il 7 luglio sbarca con i genitori a New York, dove li attende il fratello André.

Guia Risari, Il Taccuino di Simone Weil,
con le illustrazioni di Pia Valentinis,
rueBallu Edizioni, 2014


In dicembre parte per Londra per unirsi all'organizzazione France libre dei resistenti in esilio. Digiunando, si sente spiritualmente vicina ai connazionali della zona occupata e, quando viene a sapere delle dimostrazioni francesi represse nel sangue, trascorre due giorni senza mangiare. In qualità di redattrice della France libre, è incaricata dal Commissario agli Interni André Philip di raccogliere idee su come gestire la situazione politica nel dopoguerra, ed è sotto il peso di tale responsabilità che scrive l'opera intitolata postuma come L'enracinement, oltre a vari articoli successivamente inseriti nel volume Écrits de Londres. Nell'ufficio dell'organizzazione, mentre sogna d'essere paracadutata in qualche missione estremamente rischiosa, annota fra l'altro: «Ho una specie di certezza interiore crescente che esiste in me un deposito d'oro da trasmettere. [...] La miniera d'oro è inesauribile».
Da tempo ella tenta di fare accettare a De Gaulle una proposta per l'invio d'un gruppo di infermiere – lei compresa – sulla prima linea del fronte, ma il generale francese valuta questa iniziativa una follia. Anche la pensatrice la considera una «follia», ma necessaria quale contrappeso di generosità da contrapporre alla violenza estrema dell'hitlerismo.


Il 15 aprile 1943 Simone Weil viene trovata svenuta nella sua camera ed è condotta in ospedale. Affetta da tubercolosi, aggravata dalle privazioni che aveva deciso di imporsi, muore il 24 agosto nel sanatorio di Ashford, fuori Londra
.

Se vi sembra di avere letto già questa frase, non vi state sbagliando.
È quella che ho scelto per iniziare il racconto di questo libro, un racconto circolare, tanto della vita di Simone Weil che della nostra, che con lei ha partecipato grazie a queste pagine alle tragedie di un'epoca che mai come prima ha saputo mostrare fin dove può arrivare l'essere umano.

Ora possiamo decidere tra due limiti, questo estremo mostrato dalla storia o quello sempre estremo, ma luminoso, mostrato dal pensiero di Simone Weil, che non ci ha mai chiesto di seguirla nel suo donarsi totalmente, anima e corpo, al mondo della verità, ma di continuare a cercarla come unica possibilità per dare senso al nostro esistere in questo mondo popolato da altri, questo sì.


«[...] M'immagino come una foglia secca e leggera che vola in alto, girando su se stessa a mulinello. Poi plana su un prato e viene risollevata da una nuova folata. Tutto sommato, dev'essere strano il mondo visto dall'alto: una specie di disegno movimentato. A volte, è proprio così, da questa prospettiva e con questo distacco, che vorrei guardare la realtà. Ma non è sempre facile, quando si è dentro, impantanati nelle cose.

Per questo, ogni tanto, bisogna allontanarsi dalla propria vita e farsi semplicemente trasportare. Osservare, ma senza trarre conclusioni. Bisogna partire per un viaggio, assorbire volti e paesaggi e avere con sé un taccuino. [...]» Guia Risari/Pia Valentinis, op. cit., rueballu edizioni, 2014, p. 84. 

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 22

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William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 2014
(pp. 68 euro 16,00)
William Grillsi è laureato da poco alla University College Falmouth e lavora a Londra come illustratore freelance.  Il suo stile, lavora principalmente con matite colorate, è stato subito notato, tanto da collaborare subito con "The New York Times" e  la prestigiosa cosa editrice londinese NOBROW. È con la Flying Eye Books di NOBROW che ha pubblicato Shackleton's Journey, il suo primo libro, che ha riscosso un immediato successo internazionale tanto da essere considerato uno dei miglior libri per ragazzi dell'anno. Menzione di merito dunque alla casa editrice ISBN Edizioni che lo ha subito intercettato e portato in Italia.




Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014
(pp. 96 euro 19,50)
Torben Kuhlmann, ha trent’anni d’età, e quasi altrettanti di passione per le macchine. Quelle volanti in particolare. A righe o a quadretti, i suoi quaderni delle elementari erano già pieni di aeroplani, treni, barchette. Una passione coltivata con costanza, fino ad arrivare all’università. Sì, perché il Lindbergh di Torben Kuhlmann è la sua tesi di laurea. E, con il massimo dei voti, la lode, la pubblicazione, arriva anche la grande affermazione editoriale. Se però credete che ci sappia fare solo con i disegni e le parole, vi sbagliate. Del booktrailer che accompagna il suo libro, non solo ha curato riprese e regia, ma ha pure composto la musica. nel catalogo di Orecchio acerbo Lindbergh. L'avventurosa storia del topo che sorvolò l'oceano (2014).


Pino Pace, Terra! Terra!
Storia di Cristoforo Colombo
,

illustrazioni di Andrea Alemanno,
edizioni Arka , 2014
(pp. 40 euro 16,00)
Pino Pace, laureato in Lettere all'Università di Bologna, dal 2000 pubblica racconti, romanzi e raccolte di poesie per bambini e ragazzi. Insegna Scrittura creativa all'Istituto Europeo di Design di Torino e tiene corsi e laboratori in scuole, biblioteche, enti culturali in Italia, Germania e Belgio. Collabora ad alcune riviste e realizza documentari video e radiofonici. È tra gli animatori di Scribarà, gruppo informale di autori di narrativa per ragazzi e socio fondatore di ICWA (Italian Children's Writers Association).

Andrea Alemanno, classe '84, è nato a Napoli e vissuto a Lecce, Taranto e Macerata.In tutti questi anni ha studiato arte prima al liceo artistico e poi all'Accademia di Belle Arti di Macerata dove si è laureato in Teoria e tecnica della comunicazione visiva multimediale e specializzato in Grafica d'arte con una tesi sull'editoria elettronica (2009). Successivamente ha conseguito il diploma di master di illustrazione per l'editoria "Ars In Fabula". Le sue illustrazioni sono state selezionate da "Lucca Junior" 2011 e 2012, "Illustrati", "Premio Skiaffino" 2010, "We are the future" e altri. Nel 2013 è stato selezionato nell'Annual dell'Associazione Illustratori. Ad oggi ha pubblicato con diverse case editrici tra cui Lisbon Labs, La Spiga Edizioni, Blackcat Cideb ed Editions Clochette. Terra! Terra! Storia di Cristoforo Colomboè il suo primo libro con edizioni Arka (2014).

Mi chiedo, quando leggo libri che raccontano di grandi imprese, se il senso dell'avventura, intendendo con questo proprio qualcosa, come l'udito, l'olfatto e gli altri, in grado di sintonizzarci, di sentire il richiamo di qualcosa che c'è ma di cui ancora non sappiamo l'esistenza, oltre ad essere ovviamente innato, appartenga a ogni essere umano o solo a qualcuno destinato ad andare in solitario per condurci tutti un po' più in là.

Mi dico, quando mi capita di pensarci, che deve essere una sorta di forza primigenia che spinge a superare quello che fino a  poco prima sembrava  il limite possibile, verso l'ignoto, a varcare l'Oltre.

Una forza che ci appassiona, che cerchiamo nelle vite di chi l'ha posseduta o la possiede, come a volerne essere contagiati.
E la cerchiamo ancor più da bambini, se ci pensate, che da adulti.
Forse, perché da bambini, da ragazzi, intuiamo che tutto volendo, potrebbe essere idealmente, ma anche concretamente, alla nostra portata.
Appunto, volendo.
Da adulti, quando quel volendo si è affievolito, è stato battuto dai venti delle circostanze e delle rese, allora quelle vite sì continuano ad affascinarci ma le cerchiamo meno, perché non ci facciano talvolta da specchio.

Questi libri, che raccontano le gesta di grandi esploratori del passato, le cui scoperte hanno influenzato in modo determinante le nostre vite di oggi, dedicati ai bambini e ai ragazzi, ma perfetti per tutte le età, sembrano condividere con noi tra le loro pagine quel richiamo, come a dirci che anche a loro il mondo sembrava dato una volta per tutte, eppure le loro scoperte hanno dimostrato che non era proprio così.

A cent'anni da una delle spedizioni più significative ed eroiche della storia, William Grill ha dedicato L'incredibile viaggio di Shackleton a una delle figure leggendarie dell'esplorazione.


«Datemi Scott a capo di una spedizione scientifica, Amundsen per un raid rapido ed efficace, ma se siete nelle avversità e non intravedete via d'uscita inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton»



William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 2014


«Sono sempre stato stranamente attratto dal misterioso Sud. 
Giuravo a me stesso che un giorno sarei andato nelle regioni del ghiaccio e della neve, 
e che non mi sarei fermato finché non avessi raggiunto il polo della Terra, 
la fine di quell'asse intorno al quale ruota questa enorme sfera.»
Ernest Shackleton


Ernest Henry Shackleton Kilkea House, 15 febbraio 1874 – Grytviken, 5 gennaio 1922) è stato un esploratore britannico di origine irlandese.

Al ritorno dalla prima spedizione antartica di cui ebbe il comando, la Nimrod, (British Antarctic Expedition 1907 – 1909) fu nominato cavaliere (Sir) e gli furono conferiti i titoli di commendatore dell'Ordine Vittoriano (CVO) e ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico (OBE). 
La fama gli giunse però in seguito alla seconda spedizione (Imperial Trans-Antarctic Expedition 1914 – 1916) nel corso della quale, nonostante il mancato attraversamento del continente antartico, lo schiacciamento della nave Endurance ad opera del pack e successivo inabbissamento, Shackleton riuscì avventurosamente a portare in salvo tutti i membri dell'equipaggio.



William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 201
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William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 2014


L'obiettivo dell'esploratore era quello di attraversare a piedi, da un oceano all'altro, l'intero continente antartico, luogo di mari feroci, montagne inesplorate e freddi inenarrabili.






William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 2014


Ma quando la nave rimase intrappolata nella morsa letale dei ghiacci, i sogni di Shackleton si infransero. Sperduto in mezzo a una distesa infinita di bianco, a migliaia di chilometri da casa, l'equipaggio fu costretto ad abbandonare l'Endurance e a mettersi in marcia alla ricerca di soccorsi.


William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 2014

William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 2014

William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 2014


Il 23 dicembre Shackleton e i suoi uomini impacchettarono i loro beni e lasciarono l'Ocean Camp per andare alla ricerca di uno strato di ghiaccio più sicuro su cui stabilirsi. Fu una lunga marcia. Esausti e indeboliti, i marinai e i cani faticarono eroicamente, trainando slitte molto cariche per sette giorni e sette notti.


William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 2014

La metà da esplorare ora cambia e diventa la possibilità di vita dell'uomo, la capacità di resistere, di non cedere alle avversità, di imparare ad avere fiducia dei propri compagni, di aver cura uno dell'altro, tanto da rischiare la vita per tentare di mettersi in salvo, insieme. Inizia, il vero viaggio epico di Shackleton.

Inutile dire che il libro è bellissimo, le illustrazioni di William Grill sono riuscite nell'intento di restituirci la raffinatezza di un vecchio diario di bordo e la freschezza di uno sketch book che sembra fatto da qualcuno che Shackleton lo conosceva da vicino, così da vicino da essere lì con lui.


William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 2014



Il viaggio di Shackleton per salvare i suoi uomini sarà davvero pericoloso e incredibile.
La missione che aveva giustificato la partenza fallirà, ma non l'uomo che riuscirà a salvare i membri del suo equipaggio.




William Grill,
L'incredibile viaggio di Shackleton,
traduzione di Caterina Vodret,
ISBN Edizioni, 2014



Qualche anno dopo, da un'altra parte del mondo, ci sarà un uomo che guardando il cielo, decise che avrebbe stretto un patto solitario con lui. Ed avrebbe vinto.

Charles Augustus Lindbergh (Detroit, 4 febbraio 1902 – Maui, 26 agosto 1974) è stato un aviatorestatunitense.
Figlio di immigranti svedesi, crebbe a Little Falls, Minnesota. Il padre era avvocato e successivamente sarebbe stato membro del Congresso degli Stati Uniti (e forte oppositore dell'intervento degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale); la madre era insegnante di chimica.
Il 20 maggio e il 21 maggio 1927 Lindbergh compì la prima traversata aerea in solitario e senza scalo dell'Oceano Atlantico (gli aviatori britannici John Alcock ed Arthur Whitten Brown avevano già effettuato la traversata senza scalo dell'Oceano Atlantico nel 1919, tra l'altro in un tempo più breve, ma non in solitario). Partito alle 7.52 del 20 maggio dal Roosevelt Field, vicino a New York, giunse a destinazione alle 22.00 del 21 maggio, dopo 33 ore e 32 minuti esatti, al Champs de Le Bourget, nei pressi di Parigi, a bordo del suo monoplano leggero, battezzato Spirit of Saint Louis.
Quella magica impresa, compiuta ancora agli albori dell'aviazione, lo consegnò direttamente alla leggenda e a prestigiosi riconoscimenti. Il presidente Calvin Coolidge gli concesse la Distinguished Flying Cross e lo nominò colonnello della riserva dell'aviazione degli Stati Uniti. Il governo francese gli concesse invece la Legion d'Onore. Nello stesso anno Lindbergh venne eletto dal TIME «Man of the Year».

La sua storia, in ombra e come esito finale, è quella che sottende il racconto di Lindbergh. L'incredibile storia del topo che sorvolò l'oceano.

Appunto, l'incredibile anche qui, perché poi di questo si tratta, storia di un topo, il vero esploratore protagonista del lungo racconto per immagini di Torben Kuhlmann che ci consegna un libro dedicato ai lettori più piccoli destinato a entrare tra i classici del genere. Un topo di cui innamorarsi a prima vista, che abita atmosfere del passato con elegiaca poesia. Un inno all'avventura, alla capacità di sfidare i luoghi comuni, alla libertà di provare indipendentemente al successo dell'impresa, perché il vero fallimento sta nel sottrarsi alla prova per paura di non superarla.
Un piccolo avventuroso racconto iniziatico, che piace ai bambini.

Germania 1912. Per un piccolo topo di biblioteca, mille pericoli. In più, da qualche tempo sono comparse trappole terribili.


Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014


Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014


Che fare? Bisognerebbe partire, emigrare, ma i gatti sono ovunque, a sorvegliare porti e stazioni. Ma eccola, l’idea luminosa! Bisogna volare via, dall’altra parte dell’oceano.


Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014


Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014


E in tutti quei libri che a lungo il piccolo topo ha frequentato, ci sono i disegni di Leonardo, e nelle cantine di Amburgo, tutto l’occorrente: vecchi ingranaggi, biglie, tasti di macchine per scrivere, tutto sarà utile al piccolo topo per costruire la sua macchina volante. Ben due i tentativi falliti clamorosamente. Ma di arrendersi non se ne parla neppure.


Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014


Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014



Altri studi, nuovi perfezionamenti, ed ecco che il piccolo topo coraggioso, sfuggendo alle civette che controllano anche i cieli, riuscirà finalmente ad arrivare a New York, dove lo aspettano tutti i suoi amici.



Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014


Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014

Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014


Non solo. La sua impresa è già leggenda, e corre sui muri della città. E un bambino resta incantato a guardare uno dei tanti manifesti sul piccolo topo volante, sognando che un giorno volerà anche lui. Quel bambino si chiamava Charles Lindbergh.


Torben Kulhmann,
Lindbergh. L'avventurosa storia del topo
che sorvolò l'oceano
,
traduzione di Damiano Abeni,
Orecchio acerbo, 2014

Quando si parla di esploratori, il primo nome che dovrebbe venire in mente a noi italiani, dovrebbe essere quello di Marco Polo, almeno per primigenia apparizione, invece no. 

È senza dubbio Cristoforo Colombo, il grande esploratore.

Cristoforo Colombo (Genova, fra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451 – Valladolid, 20 maggio 1506) è stato un esploratore e navigatore italiano, cittadino della Repubblica di Genova prima e suddito del Regno di Castiglia poi. È stato tra i più importanti navigatori italiani che presero parte al processo di esplorazione delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV e il XVI secolo.

Marinaio sin da giovane, Colombo maturò l'idea dell'esistenza di una terra oltreoceano (secondo lui l'Asia) proprio durante i suoi viaggi da mercante. Convinto della veridicità delle sue credenze, dapprima chiese finanziamenti per salpare verso l'Asia attraverso la nuova rotta al re Giovanni II del Portogallo ma, vistosi negati i fondi necessari, decise di tentare con i re di Castiglia eAragona i quali, dopo alcune discussioni e soprattutto grazie all'appoggio della regina di Castiglia, Isabella, accettarono di finanziare l'impresa e di concedere privilegi a Colombo in caso di buona riuscita della stessa. Salpato da Palos de la Frontera il 3 agosto 1492, Colombo giunse nell'odierna San Salvador il 12 ottobre dello stesso anno.
A questo primo viaggio ne seguirono altri tre – sempre per le Americhe – di minor fortuna, che lo portarono alla rovina e al discredito presso la corte di Castiglia.

A lui, Pino Pace ha dedicato Terra! Terra!, Storia di Cristoforo Colombo, in un racconto che riesce a fondere perfettamente, grazia anche alle tavole di Andrea Alemanno che accolgono come fossero quadri dell'epoca su cui timidamente dispiegare le parole, la storia personale, privata, fin da bambino di Cristoforo e il farsi epico della impresa.

L'infanzia è il naturale punto di partenza scelto da Pino Pace, quando quel bambino continua ad andare al porto ad ogni occasione, come fosse il luogo naturale in cui stare, e che un giorno, fuori dai programmi imbastiti per lui dalla sua famiglia, sarà pronto ad accoglierlo.

Un richiesta, quella di seguire il proprio destino, ascoltata da un padre saggio che accompagna il figlio là, sulla soglia di quel luogo che vede solo lui e nel quale sa di dover andare. Dal principio, è il tempo in cui deciderà di far iniziare la sua avventura questo padre insieme al figlio, dalla possibilità di imbarcarsi come mozzo su una nave.


Pino Pace, Terra! Terra!
Storia di Cristoforo Colombo
,

illustrazioni di Andrea Alemanno,
edizioni Arka , 2014


Man mano che si procede nelle lettura, e ci si immerge nei colori e nelle atmosfere della illustrazioni, ci si rende conto che l'avventura di Colombo è stata voluta e costruita con fatica e dedizione in ogni suo particolare.
La preparazione, la delusione del Portogallo e la promessa della regina Isabella, poi l'attesa degli anni che passano e la speranza messa a dura prova.


Pino Pace, Terra! Terra!
Storia di Cristoforo Colombo
,

illustrazioni di Andrea Alemanno,
edizioni Arka , 2014

Pino Pace, Terra! Terra!
Storia di Cristoforo Colombo
,

illustrazioni di Andrea Alemanno,
edizioni Arka , 2014


Poi, miracolosamente, il giorno dell'agognata partenza, e il perseguimento della convinzione di una rotta che, invece, lo condurrà dall'altra parte del mondo.


Pino Pace, Terra! Terra!
Storia di Cristoforo Colombo
,

illustrazioni di Andrea Alemanno,
edizioni Arka , 2014

Pino Pace, Terra! Terra!
Storia di Cristoforo Colombo
,

illustrazioni di Andrea Alemanno,
edizioni Arka , 2014

Perché, sembra a dirci la vita di Cristoforo Colombo, che ci viene restituita mirabilmente nel racconto di Pino Pace, quando un disegno è stato tracciato non si cancella più.
A noi resta la possibilità di portarlo a meno a compimento.
Questo è motivo perché certe vite, invece di altre, possono dirsi compiute.
Anche questo è un ottimo motivo, per farle incontrare ai bambini.


Pino Pace, Terra! Terra!
Storia di Cristoforo Colombo
,

illustrazioni di Andrea Alemanno,
edizioni Arka , 2014

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 23

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Stefano Ricci, La storia dell'Orso,
Quodlibet, 2014
(pp. 432 euro 28,00)


Stefano Ricci, artista eclettico, pittore, grafico, illustratore, fumettistaè nato nel 1966 a Bologna vive e lavora ad Amburgo. Disegnatore, dal 1985 collabora con la stampa periodica e l’editoria in Italia e all’estero (“Frigidaire”, “Per Lui”, “Dolcevita”, “Avvenimenti”, “Linea d’ombra”, “Il Manifesto”, “Esquire”, “Panorama”, “Teléma”, “Extra”, “Glamour”, “HP”, “Follow me”, “Liberation”, “Les Inrockuttibles”, “Internazionale”, “Alias”, “Lo Straniero”, “Tèlèrama”, “La Repubblica” ecc.). Depositonero, centoventidisegni (Mano ed. e Freon ed., 1999) e Depositonero/2 (Infinito ed., 2002) raccolgono una scelta di lavori. Nel 1997 pubblica Tufo, su sceneggiatura di Philippe de Pierpont, selezionato al Festval di Angoulème. dal 1994 firma progetti di immagine coordinata e di collane editoriali per le quali è stato selezionato sull’ADI, Design Index 2000, per il premio Compasso d’oro 2000.
È curatore della collana "Edizioni Grafiche" della stamperia e galleria d'arte  Squadro di Bologna (dove potete ammirare e acquistare le sue opere) dal 1995 ed è il fondatore e co- direttore della rivista "Mano und gestaltet Plakate".
Dal 2005 è docente della Fakultät Medien, Information und Design di Amburgo e dal 2004 è docente del corso di fumetto e grafica contemporanea al D.A.M.S. Gorizia, Università degli Studi di Udine.
Dal 2003 è direttore artistico di “Bianco e nero” rivista del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. insegna disegno all’Università delle Arti Applicate di Amburgo. Dal 2008 dirige, con Anke Feuchtenberger la casa editrice MamiVerlag.


La storia dell’Orso ha preso la sua forma nell'estate del 2013 ed è uscita nel gennaio di quest'anno in Francia per la casa editrice  Futuropolis, ottenendo un clamoroso successo.



La prima volta che ho preso tra le mani questo libro, mi è venuto in mente un pensiero di Stefano Ricci che mi ero trascritta su un quaderno durante la visita alla sua prima personale, "Il ritorno dell'orso, alla Galleria Forni, qui a Bologna.

Era il 2008, e forse qualcosa di questo libro aveva già avuto inizio, perché quella frase mi sembra oggi un'indicazione precisa, perfetta, da seguire entrare nelle sue pagine.



«Io non so di poter disegnare quello che voglio disegnare, 
così l’unica cosa che posso fare è cercare di far succedere un caos un po’ umido, 
una specie di pozzanghera nera nella quale mi butto a volte 
con un piacere così grande che alla fine, quando torno in superficie, 
tutto mi sembra che sia stato anche molto bello».

Stefano Ricci




Stefano Ricci, mentre faceva il servizio civile sulle ambulanze, scriveva quasi ogni giorno al suo amore, Anke, soprannominata Stellina, per descriverle i suoi giorni, i viaggi, i paesaggi attraversati dalle stagioni che passano. Un sorta di diario. Le racconta anche i suoi sogni notturni, in cui la sua vita quotidiana e ricordi, recenti o dell’infanzia costituiscono un nuovo gioco, che ospitano il padre, la madre, lo zio, e Anke.

Le racconta anche molto altro, in un serrato dialogo intimo, che lascerò dirvi dalle parole dell'editore, poi capirete il perché di questa scelta
:



«La storia dell’orso è un album completamente atipico, raro e prezioso di più di 400 pagine interamente illustrato che mette in scena il viaggio iniziatico di un giovane che sta facendo il suo servizio civile come infermiere in un’ambulanza sugli Appennini. Pagina dopo pagina racconta alla sua fidanzata Stellina le tappe del suo percorso, descrive i paesaggi e le stagioni, evoca i sogni e gli incontri. 

Il filo rosso del racconto è un fatto di cronaca che l’autore scopre da un quotidiano sloveno. La storia della fuga di un orso selvaggio ferito che si aggira tra l’Italia e la Germania, inseguito da un gruppo di cacciatori che hanno il compito di abbatterlo. Trovato da una ragazza che confida la sua scoperta a un amico, un uomo che capisce la lingua degli animali, riescono insieme ad accompagnarlo nel suo naturale letargo in un luogo nascosto. Ma al suo risveglio…


«La prima volta che ho sentito parlare dell’Orso ero a Gorizia. 
Da un giornale locale ho ritagliato la fotografia dell’Orso in piedi, 
le zampe come braccia abbassate. Guarda dritto verso di me.»



Il filo rosso... Raccontato da Stefano Ricci


Man mano che il racconto va avanti i piani di lettura sembrano moltiplicarsi e fondersi mentre il testo e le immagini, di una forza inaudita, come può immaginare chi ha consuetudine con l’opera di Stefano Ricci, conducono il lettore a un’immersione sensoriale totale in una storia dove gli animali parlano, l’orso progressivamente si umanizza e introduce i suoi accompagnatori in un universo che loro non avrebbero mai neppure lontanamente immaginato.»

Non capita tutti i giorni di imbattersi in un libro illustrato che sia intimamente e manifestamente un'opera d'arte. 

Perché, credo, sia proprio questa l'operazione che Stefano Ricci ha intrapreso nel portare a compimento questo progetto.



Stefano Ricci, La storia dell'Orso,
Quodlibet, 2014
(pp. 432 euro 28,00)

Inutile, quindi, tentare di scomporre il curatissimo e senza dubbio lussuoso La Storia dell'Orso come fosse solamente un libro scritto e illustrato da uno dei migliori artisti, ormai riconosciuti come tali da tempo, del panorama nazionale e internazionali. 


Stefano Ricci, La storia dell'Orso,
Quodlibet, 2014
(pp. 432 euro 28,00)

Inutile, perché La Storia dell'Orso si pone da subito come un'opera d'arte sferica e intangibile, non assimilabile, e forse lontana mille anni luce, da generi come la graphic novel e il memoir per immagini. 
Troppo potente, infatti, è la distonia, basti vedere tutta la prima sezione del racconto, tra la parte narrativa e parte pittorica. Troppo potente la stratificazione dei diversi piani narrativi, dove certamente ci sono elementi di trait-d'union tra l'uno e l'altro, ma volutamente non convergenti in prevedibili schemi finzionali. 


Stefano Ricci, La storia dell'Orso,
Quodlibet, 2014
(pp. 432 euro 28,00)


Non c'è dubbio che anche le pagine di quest'opera siano pervase dalla potenza onirica, evocatrice, struggente, e perturbante di Ricci, quella che ne fa un artista assolutamente unico, ma quello che qui colpisce di più è la capacità di riuscire a penetrare in un immaginario denso e composito, si potrebbe dire multiplo, legato tanto all'esperienza individuale quanto a quella di un mondo altro e dell'altro da sé e di riuscire a domarlo a plasmarlo in una nuova forma narrativa.


Stefano Ricci, La storia dell'Orso,
Quodlibet, 2014
(pp. 432 euro 28,00)


Un "altro", fatto di immagini ritrovate e cercate, forse, per anni. 


«Disegnando La storia dell'Orso 
ho fatto molte fotografie e molte le ho prese dai giornali o dove mi capitava.
Io e Anke Feuchtenberger, la mia compagna, nella nostra lingua semisegreta,  
chiamiamo questi materiali «legna da ardere».

Alcune di queste immagini, non molte, le ho tenute con me,
sul mio tavolo. Il 16 settembre un mio amico è venuto a trovarmi,
gli ho fatto vedere i disegni dell'Orso
e anche le fotografie e ho sentito di volerle condividere 
anche con le persone che avrebbero letto il libro.

Queste immagini, sono diventate come delle scatole,
ognuna contiene molte cose che non conosco,
e anche degli enigmi.
Oggi è il 16 settembre, ho appena finito l'ultimo disegno del libro
e credo di aver compreso alcuni di questi enigmi,
raccontando La storia dell'Orso»

Stefano Ricci




Stefano Ricci,
La storia dell'Orso,
Quodlibet, 2014
(pp. 432 euro 28,00)

E in questo anche la parte letteraria trova una frammentazione propria di una grande opera d'arte. Infatti, mentre leggiamo, non ci interessa mai sapere il prima e il dopo, ma è l'adesso e la doppia pagina che stiamo contemplando in questo momento che ci porta in questo bosco e in questo inverno permanente che invade La Storia dell'Orso

Ci troviamo, così, inaspettatamente, di fronte alla geniale impossibilità di ricavare una facile sinossi di questo lavoro, in caso contrario il rischio è quello di non riuscire a dare il senso della sua complessità, di precipitare nel baratro della banalità.


Mi piacerebbe molto, davvero, perché sono tanti e diversissimi tra loro, elencarvi tutti gli argomenti presenti in quest'opera ma non posso perché, per dirvi, sarebbe come contare quante volte Keith Jarrett suona il Fa diesis nel Köln Concert o parlare di Pollock facendo un elenco di tutti i colori usati in Number 1 o in Number 11



Non avrebbe senso. 


Oppure, ancor meglio, quel senso non sarebbe quello di un'operazione come questa. 
Perché, credetemi, questa "Storia dell''Orso" non solo è coraggiosa ma è qualcosa di atemporale, in un certo senso, in quanto questo tempo non la rappresenta; piuttosto è lei che vuole rappresentare il proprio tempo, il proprio spazio, il proprio segno. E, nel farlo, si basta.

Anche per questo, Stefano Ricci e Quodlibet meritano l'inchino che si tributa a chi, fidandosi solo del proprio talento, butta carte tracciate e note per dedicarsi a percorsi sconosciuti e sicuramente più impervi ma in prospettiva più interessanti, evocativi e vivificanti.



Stefano Ricci, La storia dell'Orso,
Quodlibet, 2014
(pp. 432 euro 28,00)

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 24

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Il mio cuore è divenuto capace di accogliere ogni forma
è un pascolo per le gazzelle,
un convento per i monaci cristiani
è un tempio per gli idoli, 
è la Ka'ba del pellegrino
è le tavole della Torah, 
è il libro del Sacro Corano.
Io seguo la Religione dell'amore, 
quale mai sia la strada
che prende la sua carovana: 
questo è mio credo e mia fede.

(versi di Ibn l-'Arabi contenuti nel Tarjumân Al-Ashwâq)


Jalâl âlDîn Rûmî - Nooshin Safakhoo,
Sufi, bestie e sultani. 16 racconti scelti e riscritti da Anna Villani,
Topipittori, 2014
(pp. 40 euro 18,00)


Anna Villani è nata a Verona nel 1984. Vive a Milano dal 2003: ha studiato Design di Interni al Politecnico e si è innamorata della grande città. Da quattro anni lavora presso Alpstation Milano dove ha trovato spazio per approfondire la sua seconda passione, quella della montagna. La sua prima passione resta scrivere. La forma letteraria che più le appartiene è quella della lettera, anche se intorno ai vent'anni ha scritto quasi solo poesia, partecipando a concorsi per giovani poeti. 

Nooshin Safakhoo è nata nel 1980 in Iran, dove vive e lavora come illustratrice e grafica. Si è diplomata alla University of Art di Teheran. Dal 2009 al 2012, ha ottenuto riconoscimenti ed è stata selezionata in più edizioni della mostra degli illustratori della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna. Nel 2013 ha vinto il premio Golden Island al Nami Island International Illustration Concours in Corea.

L'adattamento al testo à di Anna Villani e Giovanna Zoboli.


Jalāl al-Dīn Rūmī, (anche conosciuto come Mevlana Mohammed Rumi, Balkh, 30 settembre 1207 – Konya, 17 dicembre 1273), fondatore della confraternita sufi dei "dervisci rotanti" (Mevlevi), è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana. Sulla sua vita si è detto molto, nel 1219 è scappato dalla sua patria, il nordest dell’Iran, forse a causa di una lite o per paura dei Mongoli che si stavano avvicinando. In seguito alla sua dipartita i suoi seguaci si organizzarono nell'ordine Mevlevi, con i cui riti tentavano di raggiungere stati meditativi per mezzo di danze rituali.Suo figlio Walad scrisse una biografia del padre, che custodiva gli ordini dei Dervisci–Mevlana, come testimonianza vivente del suo fondatore.


La Cerimonia dei Dervisci Rotanti (Semà) è nata dall'ispirazione di Mevlàna.
In sintesi il pensiero che ha determinato questa cerimonia.
L'essere umano gira in compagnia di tutti gli esseri viventi e di tutte le cose, dalla più piccola particella alla stella più lontana dell'infinito, seguendo un ritmo straordinario.
Egli gira con la terra e vi ritorna.
Il cappello del Derviscio rappresenta la pietra tombale del suo ego,
Il vestibolo bianco, il lenzuolo mortuario del suo ego e quando si toglie il mantello nero, nasce spiritualmente alla verità.

La Cerimonia dei Dervisci si compone di sette fasi.



Cerimonia completa




Secondo la tradizione, passò con la sua famiglia anche attraverso Neishabur e lì incontrò il vecchio poeta Attar. Il poeta avrebbe profetizzato un futuro splendente al giovane Rumi e gli avrebbe donato un esemplare del suo poema epico Libro dei segreti, nominando al contempo il ragazzo come il continuatore ideale della sua opera.

A Konya in Asia Minore, dove si stabilì la famiglia, Rumi fu introdotto da suo padre, un predicatore di gran fama, nelle scienze teologiche e dopo la sua morte anche nella mistica. Lui stesso divenne una guida spirituale molto conosciuta sia per le prediche sia anche per la dottrina, e una risma di scolari si raccolsero intorno a lui e redassero una serie di scritti teologici. Rumi si sposò due volte ed ebbe due figli. Iniziò i suoi studi teologici presso la scuola del padre nel 1231, succedendogli come capo spirituale al momento della sua morte. 

Due eventi spirituali furono determinati nella vita di Rūmī. 

Uno fu l'incontro, nel 1244, con il misterioso personaggio noto come Shams-i Tabrīz ("il sole di Tabrīz"), suo maestro spirituale che sembra sia stato uno di quei tipici dervisci vaganti, un "pazzo sacro" di indiscutibile fascino. Per un anno entrambi si dedicarono interamente ad una ricerca spirituale, che destò un notevole scandalo, che portò alla scomparsa di Shams in misteriose condizioni. 

Il secondo evento fu la conoscenza, a Damasco, con Ibn Arabi, grande mistico islamico, tra i più grandi teorizzatori della waḥdat al-wujūd o "unità dell'essere". 

Rūmī riesce a fondere in modo perfetto l'entusiasmo inebriato di Dio di Shams-i Tabrīz, con le sottili elucubrazioni e le visioni di Ibn al-'Arabi. La realtà terrena, sostiene esplicitamente Rūmī, non è che un riflesso della realtà simbolica che è la vera realtà.

Le opere principali di Rūmī sono due, uno è il Dīwān o canzoniere, noto come Divan-i Shams-i Tabrīz ("Canzoniere di Shams-i Tabrīz"), una raccolta di odi veramente immensa. L'altro è un poema lungo a rime baciate, forma che si chiama comunemente in persiano Masnavī e noto appunto come Masnavī-yi Mànavi ("Masnavī Spirituale"). È stato definito un Corano in lingua persiana e consiste di più di 26.000 versi doppi, in sei volumi o quaderni (in persiano "daftar"), ciascuno preceduto da una elegante prefazione in prosa in arabo. Un altro libro, dal curioso titolo arabo Fīhi ma fīhi ("C'è quel che c'è") raccoglie dichiarazioni in prosa del maestro, che coincidono con quanto espresso dalle sue opere poetiche.

Masnavī, una straordinaria raccolta di storie simboliche, favole orientali, aneddoti, proverbi, scritti sapienziali e saggi consigli.aposaldo del pensiero orientale, incarna tutta la filosofia sufi: rispetto per ogni religione e ideologia, l’essere umano e la natura; amore per lo studio e cura nell’educazione di sé. 

Sufi, bestie e sultani raccoglie 16 di questi racconti e li accompagna con le magnifiche tavole della grande illustratrice iraniana Nooshin Safakhoo, che ha ideato questo libro con finezza e amore per la cultura a cui appartiene.


Jalâl âlDîn Rûmî - Nooshin Safakhoo,
Sufi, bestie e sultani. 16 racconti scelti e riscritti da Anna Villani, 
Topipittori, 2014



I Sufi sono parte integrante della Storia delle religioni, nati al tempo del Profeta che era il continuatore del messaggio di Gesù, Salomone, Davide, Mosé, Abramo, Noè, Idris (Ermete trismegisto), Adamo, tra gli altri.

«"Sufi" ha una triplice etimologia:
1) gli "ahl us-Suffa" erano "quelli della veranda", i Compagni del Profeta Muhammad che avevano lasciato tutto pur di vivere quanto più vicino al Profeta. Risiedevano sotto una veranda fuori della casa di Aisha. Quando il Profeta usciva erano i primi ad incontrarlo, quando riceveva un dono lo divideva con loro. Il Profeta mostrò per loro i suoi poteri miracolosi facendo moltiplicare il contenuto di un bicchiere di latte che fu sufficiente per tutti.
Vivevano senza possedere nulla ed in continui digiuni e devozioni.
 
2) "Suf" vuol dire lana. I Sufi dei primi secoli erano asceti che vivevano nei deserti vestiti di una lunga tunica di lana, loro unica proprietà, insieme al secchiello per l'acqua. Questa tunica era ovviamente logora e rattoppata. Queste toppe, cento come i nomi di Allah menzionati nel Corano, in epoca più tarda divennero colorate, fino a diventare il "costume" tipico del "Dervish" (poverello) del medioevo. Se vi é capitato di vedere nelle nostre strade i Muridi Baifal senegalesi potete capire come questa tradizione sia ancora viva. 
3) "Safa" vuol dire purezza: i Sufi sono i Puri. Per questo se chiedete a uno se é un Sufi, non sentirete mai dire di sì, perché chi lo é, per modestia non lo dice.
I Sufi quindi sono parte integrante della Storia delle religioni, nati al tempo del Profeta che era il continuatore del messaggio di Gesù, Salomone, Davide, Mosé, Abramo, Noè, Idris (Ermete trismegisto), Adamo, ecc. 
 
Fino al secolo scorso, prima dell'avvento del pensiero modernista e riformatore, nei paesi musulmani "'Ilm ut-Tasawwuf" (Scienza del Sufismo) era materia di insegnamento nelle università islamiche. Gli Imam, come tutti del resto, erano socialmente invitati a sottomettersi non solo allo studio di libri, ma anche alla pratica della Scienza della Purificazione dei Cuori, per raggiungere le Virtù dell'Eccellenza (Ihsan) nelle mani di uno Shaikh Sufi. [...]» (Fonte:http://www.sufi.it/)


Jalâl âlDîn Rûmî - Nooshin Safakhoo,
Sufi, bestie e sultani. 16 racconti scelti e riscritti da Anna Villani, 
Topipittori, 2014


La prima volta che ho avuto tra le mani Sufi, bestie e sultani, il mio pensiero è andato al passato.

Un passato di libri sapienziali, e alle loro pagine impreziosite di disegni per esaltarne la bellezza e sostenere quelle parole nel viaggio verso l'eternità. A quella sensazione indicibile di avere tra le mani qualcosa in transito che arriva da un lontano

E un passato intimo, a quando con Pier Cesare Bori, il mio professore di Filosofia morale, partecipavo al gruppo "Un Via", un occasione settimanale di riflessione spirituale e morale condivisa che si apriva nel silenzio. Un atto, che serviva per staccarsi dal coinvolgimento della nostra mente nel qui e ora, non facile da compiersi ricordo ancora quanto mi sentivo inadeguata e impreparata le prime volte, e che si rendeva necessario come preambolo per una reale condivisione del pensiero nel pieno rispetto dell'altro che, attraverso quel silenzio, poteva essere accolto nella sua integrità di essere umano.

Tra i testi scelti per essere commentati, apparivano anche quelli di Rūmī, insieme a tutti coloro, filosofi, mistici, religiosi, letterati..., che avevano compiuto almeno un passo di quella strada strada che aveva scelto la dignità dell'uomo come misura prima di ogni cosa.

In quel silenzio ci si incontrava spogliandosi dei propri ruoli, delle credenze, delle convinzioni, cercando di trovare insieme qualche segno di quella verità che determina tutti. 

Una pratica del distacco da sé che ho ritrovato così bene indicata nella selezione dei racconti del mistico persiano fatta da Anna Villani e nella riscrittura, fatta insieme a Giovanna Zoboli, dei testi. Selezione che è pienamente riuscita nel restituire il senso compiuto di un'opera, invece, monumentale.


Jalâl âlDîn Rûmî - Nooshin Safakhoo,
Sufi, bestie e sultani. 16 racconti scelti e riscritti da Anna Villani, 
Topipittori, 2014

Jalâl âlDîn Rûmî - Nooshin Safakhoo,
Sufi, bestie e sultani. 16 racconti scelti e riscritti da Anna Villani, 
Topipittori, 2014


Sufi, bestie e sultani 
è un libro e molti libri insieme.

È una proposta quasi di esercizi spirituali, da compiersi per imparare a distinguer i molti sé che abitano l'essere umano, quelli dannosi e quelli necessari da seguire nel perseguimento di quel distacco da compiersi per divenire pura saggezza, puro amore.

L'ignoranza, l'arroganza, l'incapacità di perseguire il vero e il giusto, l'incontenibilità del proprio dire, il fidarsi a sproposito, l'ingenuità che si fa stupidità, il credersi invincibili, ma che l'intelligenza di capire il proprio posto nel mondo e di portare a compimento il proprio essere, di imparare a fiutare da molto lontano le situazioni di pericolo, di agire in prima persona per cambiare i dati della sorte, sono i veri protagonisti di questi racconti sapienzali che, per la bellezza della prosa e delle immagini, perfette le illustrazioni che hanno saputo catturare l'essenza di un testo antico e volgerlo al contemporaneo mantenendone la purezza dello stile, possono essere letti anche come un libro di letteratura orientale.


Jalâl âlDîn Rûmî - Nooshin Safakhoo,
Sufi, bestie e sultani. 16 racconti scelti e riscritti da Anna Villani, 
Topipittori, 2014


Sufi, bestie e sultani, è un libro coraggioso che poteva arrivare a noi solo da grazie a un editore di ricerca e di progetto come Topipittori.

È un libro per tutti, in realtà, da leggere in solitario o da condividere ad alta voce per godere della bellezza della lingua e del pensiero, che sono altro dal nostro dire di tutti i giorni.

È un ottimo libro per bambini e ragazzi, per donare loro un occasione di riflessione che li porti fuori e dentro di sé come non potranno poi dimenticare, perché la loro vita inizi da subito ad accogliere la Bellezza del mondo che li ospita, di se stessi e dell'altro da sé e non a divenire un album dove incollare una sequela di insignificanti tornaconti.


Laila e il califfo


Il Califfo disse a Laila: «Sei tu veramente la ragazza per la quale Majnun ha perso la testa e il senno? Eppure, non sei più bella delle altre belle».
 E Laila rispose: «Taci, tu non sei Majnun! Se tu avessi gli occhi di Majnun, riusciresti a vedere la differenza. Tu sei in te, Majnun è fuori di sé. 
In amore essere in sé impedisce di vedere. Tanto più un uomo è chiuso in sé, 
nel buio della sua mente, quanto più dorme l'amore".
Nello stesso modo, tanto più la mente crede di capire tutto, tanto meno vede la Bellezza ed è abitata da preoccupazioni inutili e piccole, come un misero tornaconto.


Jalâl âlDîn Rûmî - Nooshin Safakhoo,
Sufi, bestie e sultani. 16 racconti scelti e riscritti da Anna Villani, 
Topipittori, 2014


«NON CI È CONCESSO LASCIARE IL MONDO COSÌ COM'È.» L'ATTUALITÀ DEL RICORDO DI JANUSZ KORCZAK

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Voi mi dite: «Siamo stanchi di stare con i bambini». 
Avete ragione. 
E dite ancora: «Perché dobbiamo abbassarci al loro livello. 
Abbassarci, chinarci, piegarci, raggomitolarci». 
Vi sbagliate.
Non questo ci affatica, ma il doverci arrampicare fino ai loro sentimenti. 
Arrampicarci, allungarci, alzarci in punta di piedi, innalzarci. 
Per non ferirli.»

- Janusz Korczak -


Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello,
L'ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, Roma, 2015 (pp. 64 euro 16,90)
- in uscita oggi-


Irène Cohen-Jancaè nata nel 1954 dall’altra parte del Mediterraneo, a Tunisi, dove ha trascorso la sua infanzia fino alla partenza per la Francia, nel bel mezzo di un’estate. Ha vissuto molti anni a Parigi dove, dopo essersi laureata in Lettere Moderne, è diventata bibliotecaria. Da qualche anno si è trasferita nella regione dell'Essonne, dove prosegue il suo lavoro in biblioteca. Nel 2000 è cominciata la sua collaborazione con Editions du Rouergue, con cui ha pubblicato moltissimi racconti e romanzi per ragazzi. Tra gli ultimi fra cui ricordiamo il romanzo Docteur Pim et moi (2014), La tour Eiffel est amoureuse con i disegni di Maurizio Quarello (2014), il romanzo Au moins un (2014), Le plus vieux de la classe (2009), Les arbres pleurent aussi illustrato da Maurizio A.C. Quarello (2009), Le chant de l’innocent (2008), Petite comme un poing illustrato da Candice Hayat (2008), Je veux un vieux Noel illustrato da Caroline Dall’Ava (2007), La Mine à bonbecs illustrato da Laurent Moreau (2006). Nel catalogo di Orecchio acerboIl grande cavallo blu (2012) e L’albero di Anne (2010, di cui potete leggere qui) entrambi illustrati da Maurizio A.C. Quarello.

Maurizio A. C. Quarelloè nato nel 1974 a Torino, dove ha studiato grafica, architettura e illustrazione. Dopo varie esperienze nella pubblicità e nella pittura naturalistica, dal 2004, si è dedicato all’illustrazione per l’infanzia. Ad oggi, sono ormai una quarantina i titoli pubblicati dalle più interessanti case editrici in Spagna, Francia, Svizzera, Italia.
I suoi libri hanno ricevuto quattro volte il premio per il migliore albo dell’anno pubblicato in Italia, e i premi Mejor Editados e il Premios Visual in Spagna, White Ravens in Germania, Livres au trésor e Prix des Incorruptibles in Francia, il Prix Versele in Belgio. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Iran, Giappone, Cina e Corea. Nel 2007 ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Illustrazione di Bratislava.  Fra i suoi ultimi libri usciti in Italia, Manuale di Zoologia Fantastica, illustrazioni animate da Luigia Giovannangelo (ELSE Libri Serigrafici E altro/Orecchio acerbo, dicembre 2014 - qui in Gavroche), Occhiobrusco e Taccuino di un animalista (entrambi pubblicati da Logos nel 2009). Nel catalogo di Orecchio acerbo: Fuorigioco di Fabrizio Silei (2014), Mio padre, il grande pirata di Davide Calì (2013 - qui in Gavroche), Il grande cavallo blu di Irène Cohen-Janca (2012), Janet la storta di R. L. Stevenson (2012), Effetti collaterali (2011), L'autobus di Rosa di Fabrizio Silei (2011), L'albero di Anne di Irène Cohen-Janca (2010), Toni Mannaro di Manuela Salvi (2006) e Babau cerca casa (2005), il suo libro di esordio. 


L'ultimo viaggio è idealmente dedicato dagli editori a:




Aron Koninski e Janowska, alla guida del loro orfanotrofio
Dabrowski, a capo dell’orfanotrofio di via Twarda 7
Broniatowska, del rifugio per bambine di via Sliska 28
Szymanski, della Casa del Bambino di via Wolnosc 14
Goldkorn, del rifugio per bambini di via Wolnosc 16
Sara Grober Janowska e tutto il personale, 
dell’istituto per bambini piccoli di via Dzielna 67




Perché, mi ha spiegato Paolo Cesari, citando Laura Quercioli Mincer:


«la marcia del Vecchio Dottore, di Stefania Wilczynska e degli gli altri educatori alla testa dei duecento bambini dell’orfanotrofio attraverso le strade del ghetto è giustamente entrata nell’iconografia e nella leggenda. Non è però l’unico esempio di educatori che abbiano volontariamente seguito i bambini ai vagoni per Treblinka [n.d.r. nello stesso giorno di Korczak, furono deportati altri 4000 orfani insieme ai loro educatori]. Tutti costoro, e certamente molti altri ancora, avrebbero potuto cercare una se pur improbabile salvezza, ma hanno scelto di non abbandonare i propri protetti.» Laura Quercioli Mincer, "Un manicomio o un carcere. Il Diario del Ghetto di Janusz Korczak" in Janusz Korczak, un'utopia per il tempo presente, ©"Quaderni di Palazzo Serra" 24 a cura di Laura Quercioli Mincer e Luisella Battaglia (2014).


Janusz Korczak, un'utopia per il tempo presente
a cura di Laura Quercioli Mincer e Luisella Battaglia
©"Quaderni di Palazzo Serra" 24   
(2014, 
qui online)


Janusz Korczak (Varsavia, 22 luglio 1878/9 – Campo di sterminio di Treblinka, probabilmente il 6 agosto 1942) pseudonimo di Henryk Goldszmit, è stato pedagogo, pubblicista, scrittore, medico, militante sociale polacco di origine ebraica, noto anche come Il vecchio Dottore o Il signor Dottore. 

Polacco, di famiglia agnostica, ebreo (scoprì tardi di esserlo) nato ricco e divenuto povero, si fece medico e uno dei pediatri più ricercati a Varsavia. Decise di non sposarsi, ma si dedicò per circa quarant’anni a centinaia di bambini e ragazzi privi di genitori.


«Nel saggio "Can education be the meeting place of all humanity? Universal Humanism in the thought and practice of Janusz Korzack", Moshe Shner ipotizza che Korczak – non pienamente appartenente alla comunità ebraica né del tutto accettato dalla società polacca – abbia elaborato, con la sua opera pedagogica, un "umanesimo universale" sfociato in un'idea del mondo dell'infanzia come di una patria per l'intera umanità. Shner vede in Korczak un eroe tragico, non solo per il suo destino, ma per la sua situazione di non appartenenza: tale condizione di 'straniero' diverrà tuttavia la molla di una missione morale che lo spingerà a lottare per la dignità umana, costruendo una "casa ideale" per i bambini tale da superare le antiche frontiere della società europea. In tal modo Korczak crea il suo mondo, il mondo universale di tutti i bambini, elaborando un cosmopolitismo in parte legato alla filosofia stoica, in grado di unire gli uomini di tutte le nazionalità: un'utopia capace di ispirarci ancora oggi». Luisella Battaglia, "Introduzione", in ©"Quaderni di Palazzo Serra" 24 , op. cit., pp. 5-6.

Da studente di medicina Korczak scoprì un forte interesse per le condizioni di vita dell’infanzia, tanto che, poco più che ventenne, agli inizi del Novecento, visitò i quartieri più miseri di Varsavia e denunciò in articoli scritti per un'importante rivista polacca la situazione drammatica dei bambini “trattati con il guinzaglio”, ricchi o poveri che fossero. Più tardi andò a perfezionare la formazione medica a Berlino e a Zurigo, nella celebre clinica neurologica dell’università, cercando, nella città natale di Pestalozzi, di comprendere meglio il messaggio di questo educatore che ammirava profondamente.

«Anche Dario Arkel, nel saggio "Conoscere la gioia dell'infinito libera dalla paura. L'innovazione di Janusz Korczac", sottolinea la modernità rivoluzionaria di un pensiero caratterizzato dalla capacità di resilienza e della volontà di credere nel futuro. Come tutti i Giusti dell'Umanità, Korczak ha saputo guardare al di là del suo presente. La sua visione dell'infanzia è quella di un autentico innovatore per il suo porre al centro l'essere e non l'avere, quell'essere che ha il volto del bambino, “il più audace dei viventi”, ma anche “il più antico proletario del mondo”. Coniando il suo celebre motto - “è l'adulto a doversi innalzare al bamino” - Korczak, oltre a tracciare le linee di una vera etica del rispetto, inaugura un approccio pedagogico in grado di trasformare il rapporto adulto/bambino in un atto creativo in cui entrambi possano crescere. Se ogni bambino – osserva Arkel – è "infiniti mondi", un adulto che sappia interiorizzare il sé bambino è un artista del cambiamento, che coltivi la curiosità dell'apprendimento.» Luisella Battaglia, "Introduzione", in ©"Quaderni di Palazzo Serra" 24 , op. cit., p. 6.



Korczak fu un precursore delle lotta a favore di una totale uguaglianza dei diritti del bambino, l'attuale "Convenzione Internazionale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza" prende spunto dal paragrafo 37 del libro Come amare un bambino (redatto nel 1914 e pubblicato nel 1929), dove Korczak richiedeva la costruzione di una Magna Charta Libertatis dei diritti del bambino e, a dire il vero, dalla sua intera opera. 

«Janusz Korczak è fra le più grandi autorità intellettuali e morali del nostro tempo. La sua biografia, la sua attività in ambito sociale e culturale, medico, letterario, pedagogico, ha oltrepassato i limiti tradizionali fra i popoli, le religioni, gli orientamenti politici, gli strati sociali. La divisione più importante e difficile da superare per Korczak era quella che separava gli adulti dai bambini. [Korczak] ha dimostrato che il bambino è una persona, un essere umano, non soltanto un suo anticipo. È un essere umano qui ed ora. Ha la sua dignità e i suoi diritti. Ha il suo posto civico all'interno della famiglia, nella società locale e in quella allargata. La dignità del bambino, i diritti del bambino e il suo diritto alla cittadinanza sono tre concetti di cui siamo debitori a Janusz Korczak.» Lettera aperta del 2 gennaio 2012 di Marek Michalak, Portavoce dei diritti del bambino presso il Parlamento polacco (figura forse unica in Europa, istituita alla fine degli anni Novanta con chiari riferimenti all'insegnamento di Janusz Korczak) in occasione dell'apertura dell'anno dedicato a Janusz Korczak (in ricorrenza del settantesimo anniversario della deportazione del pedagogo e del suo orfanotrofio nel campo di sterminio di Treblinka e del centenario della fondazione, da parte di Korczak, del primo orfanotrofio a Varsavia).

Nelle istituzioni da lui fondate -  la prima, il Dom Sierot (La Casa dell'Orfano), l'orfanotrofio di Via Krochmalna a Varsavia il 7 ottobre 1912 - introdusse l’autogestione, dando agli educandi il diritto di deferire anche i propri educatori a un tribunale unicamente composto da ragazzi, come doveva essere in una vera Repubblica dei bambini.


«La Casa degli Orfani a Varsavia in via Krochmalna è un grande edificio luminoso che non somiglia a una scuola o a una caserma: in essa vorrebbe ospitare ragazzini ebrei e cattolici, ma la cosa non è consentita. Accoglierà solo bambini e ragazzi ebrei di entrambi i sessi: laico non credente, vuole
che ci sia una stanza silenziosa, raccolta, dove chi di loro desideri recitare il Kaddish, la preghiera per i genitori perduti, possa farlo liberamente. [...]
La Casa come una piccola repubblica: così a gradi la organizzerà. La gestione un potere condiviso tra tutti quelli che vivono al suo interno, mentre la responsabilità è tutta del “piccolo dottore”. [...]
Nella Casa le regole di vita sono uguali per tutti, senza privilegi di sorta; il clima, mai punitivo, è impostato sul perdono, sul dare sempre un’altra opportunità. [...]
Una così ampia comunità ha anche un tribunale, dove si possono denunciare torti e offese subiti. Pietra miliare della sua organizzazione interna, è composto da cinque giudici eletti ogni settimana dai ragazzi tra coloro che non hanno questioni in sospeso. Per orientarsi i giudici consultano un codice-base preparato dallo stesso Korczak. Chiunque può affiggere un’accusa alla tavola nella sala da pranzo o denunziarsi per qualcosa di sbagliato di cui si sente responsabile, come più volte fa lo stesso dottore per motivi di equità. [...] Korczak vuole trasmettere una idea sana di giustizia: il tribunale non è la verità, ma questa è il suo fine. Sua intenzione è allenare i ragazzi a non fermarsi alle apparenze, non cercare cavilli e scuse, ma a capire le ragioni dell’altro con l’obiettivo di stabilire la realtà dei fatti. Questo insolito tribunale, gestito principalmente dai giovani pur con la presenza degli adulti, è criticatissimo all’esterno con la solita ipocrisia: tutti sanno che nei collegi e nelle scuole sono preferite le punizioni anche corporali inflitte dagli adulti, così come è consentito il mondo sotterraneo delle spiate, dei sadismi, leggeri
o pesanti. Korczak non si lascia distogliere dal suo senso sicuro di protezione, dalla sensibilità che lo porta a cogliere i minimi segnali di sofferenza nel viso, nel corpo di uno qualsiasi dei suoi protetti; perfeziona il sistema discutendo con loro, ascoltandoli e guidandoli.» Grazia Honnegger Fresco, "Prefazione" a Janusz Korczak, Il diritto del bambino al rispetto, edizioni degli asini, Roma, 2011/2015, pp. 7-10.


«Lì vennero bandite le punizioni corporali e la privazione del cibo, metodi violenti (e inefficaci) applicati con grande frequenza nelle famiglie e nei collegi di tutto il mondo. Korczak definì questi metodi, nel 1923, “punizioni criminali”. Nel 1914 Korzczak fu richiamato in guerra, come ufficiale medico dell’ esercito russo, e dovette lasciare alla sua assistenze, per un lungo periodo, la direzione dell’ospedale: dal 1915 al 1917 lavorerà in un ospizio ucraino per bambini, vicino a Kiev.  Non fece in tempo a smobilitare che, nel 1919, dovette tornare al fronte, questa volta con l’uniforme di ufficiale dell’esercito polacco, nella guerra polacco-russa. Lavorò all’ospedale per le malattie infettive dell’importante città industriale di Łódz.
Nella Polonia tornata, seppur tra mille difficoltà sociali, nazionali ed economiche, un paese sovrano e indipendente, Korczak si dimostrò una miniera di iniziative e pubblicazioni. Nel 1921, avendo ottenuto in dono un terreno con degli edifici a Gocławek, vicino a Varsavia, vi istituì un Centro di vacanze estive per i ragazzi della Casa dell’Orfano (chiamato “Rózycka”, Rosellina). In un campo preso in affitto mise all’opera i suoi bambini nel giardinaggio e nell’agricoltura, teorizzando il fatto che un elemento molto importante della crescita è il saper procurarsi il cibo (e i fiori) con il proprio lavoro.» Francesco M. Cataluccio, "I bambini del dottor Korczak", Il Post  4 dicembre 2014.


Fondatore della prima rivista al mondo redatta da soli bambini (nel 1926 la “Mały Przegląd”, supplemento settimanale del quotidiano ebraico-polacco “Nasz Przegląd”, che avrebbe redatto per quattro anni), fu un pioniere nel campo della risocializzazione dei minori, della diagnosi in età pediatrica e della tutela del bambino difficile.

«Fu Janusz Korczak ad assicurare al bambino il suo posto, restituendogli personalità e diritti, quale principe di poeti e quale pianta che per crescere e fiorire ha bisogno di sole, aria, amore, rispetto. Egli ha dedicato tutta la sua vita ai più infelici tra i bambini, gli orfani, vicino a loro fino allo sterminio crudele a Treblinka». Miriam Novitch

A partire dal 1896 Korczak aveva iniziato a collaborare a molti periodici con testi umoristici, articoli a sfondo sociale, civile e pedagogico, tra i titoli più importanti 
Come amare un bambino (cit.,  Luni Editrice, 2013) e Il diritto del bambino al rispetto (1929, edizioni dell'asino, 2011 e che ritorna nelle librerie dal prossimo 2 febbraio, il suo celebre manifesto dei diritti dell’infanzia, un testo perfetto, ancora insuperato, un libro fondamentale per chi ancora oggi si occupa d'infanzia) e scrisse anche una quindicina di romanzi per bambini e sui bambini, tradotti in molte lingue e popolari anche all’estero (Re Matteuccio I, pubblicato dalla Emme Edizioni di Rosellina Archinto torna oggi come Re Matteuccio I. Il re bambino, Progedit, 2014). Il suo Diario dal ghetto (1939-1942 pubblicato nel 1958, Castelvecchi, 2013) è ritenuta una delle più luminose testimonianze del periodo dell'occupazione nazista della Polonia. 



Janusz Korczak,
Il diritto del bambino al rispetto,
traduzione dal polacco di Anastazja Buttitta,
edizioni dell'asino, Roma (2011, pp. 66 euro 10,00)

- ristampa in uscita il 2 febbraio

Insieme, Korczak condusse, a partire dal 1934, una vasta attività di divulgazione radiofonica a difesa dei diritti del bambino. Nonostante il loro successo in vasti segmenti della società polacca, le Piccole chiacchiere di un vecchio dottore” vennero interrotte per le proteste di alcuni radioascoltatori, irritati dall’identità etnica del loro autore. Nel 1937 fu insignito dell’onorificenza "Alloro d’Oro" dall’Accademia Polacca della Letteratura. Korczak tornò a parlare alla Radio Polacca nel settembre 1939, all’alba dell’inizio della guerra.


«È il 29 novembre 1940 quando l’orfanotrofio al completo è costretto a lasciare via Krochmalna per la via Chlodna nel Piccolo ghetto: i ragazzi piccoli e grandi - 170 in tutto -  si muovono in gran corteo come se fosse una parata portando lampade, disegni, bandiere, gabbiette con piccoli animali. Alcuni tra i grandi tirano carretti pieni di patate, faticosamente reperite. Il portiere Zalewski che è con loro da oltre vent’anni vuole seguirli, ma viene brutalmente malmenato a colpi di fucile in quanto “ariano al servizio di giudei”.
Korczak porta con sé scritti, documenti, annotazioni sulla crescita di ogni bambino – una scrittura minuta, ordinata – e un quaderno da scrivere. Tutto questo scomparirà negli incendi dell’insurrezione (autunno 1944) salvo il Diario, in pratica gli ultimi mesi di vita nel ghetto, trovato da un ragazzo dopo che erano partiti per Treblinka (4 agosto 1942). Consegnato a un conoscente del dottore sarà ritrovato solo dopo la guerra nei muri dell’orfanotrofio non ebraico di Bielany, dove era stato nascosto da Maryna Falska.
La vita inimmaginabile per la fame e le malattie, lo spettacolo continuo di morte, soprattutto quando furono costretti a traslocare ancora in via Sliska, lui debilitato al massimo e tuttavia deciso a seguire in parte anche un altro orfanotrofio in via Dzielna (“una casa prefuneraria per bambini”), tutto questo è stato descritto in modo magistrale e profondo da Andrzej Wajda in Dottor Korczak, un film del 1990 dove emerge la cura amorevole del dottore verso i suoi orfani, ma anche il coraggio con cui li prepara ad accettare la fine: la morte come evento naturale per tutte le forme di vita.»  Grazia Honnegger Fresco, "Prefazione" a Janusz Korczak, Il diritto del bambino al rispetto, edizioni degli asini, Roma, 2011/2015, pp. 16-17.


La mattina del 5 agosto del 1942 l’area del cosiddetto Piccolo Ghetto venne attorniata da reparti delle SS e dagli ascari, soldati ucraini e lituani. 
Korczak era alla testa del corteo che conduceva i suoi 192 bambini, insieme a 10 operatori, sulla Umschlagplatz (il luogo di raccolta e partenza dei deportati). Senza cappello, con gli stivali militari, si racconta portasse in braccio due bambini.

Al suo fianco, l'inseparabile Stefania Wilczyńska, Pani Stefa, la Signora Stefania, anche lei pedagoga e figura rilevante non solo per quanto riguardava le attività di cura degli ospiti della "Casa", ma anche per la supervisione dei progetti e l'intera organizzazione. Wilczyńska dedicò la sua intera vita alla Casa degli Orfani, a partire dal 1912 e con Korczak introdusse nuovi e originali metodi educativi. Fu sempre lei ad assumere, alla chiamata alle armi di Korczak nel 1914, la piena responsabilità della struttura in un momento in cui il numero dei bambini cresceva a dismisura, le condizioni materiali peggioravano e i problemi finanziari aumentavano. Con Korczak, che avrebbe potuto salvarsi, e i bambini condividerà l'eroica decisione finale fino alle camere a gas di Treblinka.

Al racconto della vita e del pensiero di Janusz Korczak è dedicato L'ultimo viaggio, il libro di Iréne Cohen-Janca e Maurizio A.C. Quarello che esce oggi nelle librerie per mano della casa editrice Orecchio acerbo.


Per parlarvi di questo libro, tanto bello quanto importante, è necessario partire dall'inizio. Da una suggestione nata da una riflessione sulla scelta della copertina che l'editrice Fausta Orecchio ha deciso di condividere sulla sua pagina FB il 19 gennaio:


«A tutti corsi di editoria insegnano che ci sono tre cose che non devi sbagliare: titolo, copertina e prezzo. “L’ultimo viaggio “ di Irène Cohen-Janca e Maurizio Quarello sta per arrivare in libreria e abbiamo molto discusso su quale fosse la copertina migliore. A me e Maurizio piaceva il corteo che attraversa il ponte, a Simone e Carla, il dottor Korczak con i bambini visti di fronte. Paolo si asteneva dicendo che una copertina andava bene per un verso, e l’altra da un altro punto di vista. Alla fine le posizioni si sono rovesciate e abbiamo scelto quella con il gruppo frontale. In Francia e Corea hanno invece deciso per l’altra, mentre in Canada e negli U.S.A. il libro uscirà con la nostra stessa copertina. Avremo tutti scelto bene?»




Dopo aver letto l'estratto che vi propongo di seguito, e nell'ottica della scelta della casa editrice di aggiungere con L'ultimo viaggio un'altra delle più grandi e innovative figure di costruttori di ponti al suo catalogo, i dubbi si placano (anche se, ben inteso, l'illustrazione di copertina si riferisce al "primo viaggio" di Pan Doktor con i suoi bambini, quello da 
via Krochmalna 92 a via Chlodna 33 nel Piccolo ghetto, quello effettivamente fatto con la bandiera verde di Re Matteuccio I, e non a quell'ultimo di cui si parla qui):

«[...] La creazione della Casa degli Orfani, un luogo in cui la competenza scientifica riesce a congiungersi a una appassionata umanità, è la straordinaria risposta a una delle più intollerabili ingiustizie, quella della irredimibile sofferenza che la sorte, la crudeltà, le disperate condizioni di vita infliggono all'infanzia.
Speranza è, a mio avviso, la parola chiave per intendere l'etica di Korczak nell'abissale differenza rispetto all'ottimismo. […] La speranza va ben al di là della meta, amplia lo spazio futuro, cerca un senso e identifica orizzonti di senso. In una parola, la sua dimensione è escatologica. Per questo non si lascia abbattere dalla sconfitta o dal dolore: opera in vista di un ideale di cui si potrà non vedere l'affermazione ma di cui non cessa di preparare l'avvento. Queste considerazioni mi sono tornate in mente dinanzi all'atto finale della vita di Korczak, al suo modo di affrontare la morte col corteo ordinato dei 'suoi' bambini. Come intendere tale comportamento? Accettazione della sconfitta, rassegnazione al destino, rinuncia a combattere? O, invece, messaggio di forte speranza, di cui è chiaro simbolo la bandiera verde alla testa del corteo? La speranza, a differenza dell'ottimismo, può trarre forza dalla sconfitta: in quanto energia interiore, spinta a realizzare il futuro, non si lascia abbattere dalle difficoltà, neppure dalla morte imminente. In questo senso mi pare di poter cogliere in Korczak, quella che Erik Erikson chiama generatività, l'assunzione del compito generazionale di coltivare forza in chi viene dopo. Il senso profondo della paternità rimane comunque primario in chi, come Korczak, per libera scelta non diviene genitore ma mantiene vivo in sé il sentimento della responsabilità parentale. Per questo la generatività deve intendersi come una figura della speranza in quanto esprime la volontà di uscire dal cerchio del presente e di aprirsi al futuro per generare qualcosa di nuovo: più mature condizioni di esistenza e più profondi legami con la vita.» 
Lu
isella Battaglia, "Introduzione", in ©"Quaderni di Palazzo Serra" 24 , op. cit., pp. 4-5.



Scegliere di pubblicare, di proporre ai bambini una lettura condivisa come potrà essere quella di L'ultimo viaggio in occasione anche dell'imminente ricorrenza del Giorno della Memoria, ha molto a che fare con questa figura della speranza chiamata generatività e con una chiara assunzione di responsabilità educativa nei confronti del farsi dell'infanzia: l'esserci oltre la presenza, il fare oltre al dire, il mettersi in gioco in prima persona, invece di, in qualche modo seppur più cauto e sottile anche oggi, ordinare.

La scelta della cover dell'edizione originale italiana, diviene allora quella di proporre un manifesto di questo pensiero e insieme quello di ogni Repubblica nata o in procinto di nascere in nome dei bambini. Un manifesto di protesta indefessa e costruttiva, silenziosa e fattiva, quella che in fondo riesce a cambiare le cose. Muovendosi, insieme.


Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello,
L'ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, Roma, 2015


Szymek, poco più che adolescente, tiene stretta la mano del piccolo Mietek, in quel freddo giorno di novembre del 1940 scelto da Iréne-Cohen Janca per dare inizio al racconto de L'ultimo viaggio.

Se saprà prendersi cura di Mietek, Szymek riceverà la cartolina della assistenza, una delle cartoline che distribuisce perché "non ci si dimentichi delle nostre azioni, di quelle buone ma anche di quelle cattive". 



Ce ne sono di diverse, come la cartolina dei fiori data 
per aver sbucciato un sacco di patate, 
o la cartolina dell'inverno per essersi alzati presto, 
o ancora la cartolina della tigre per aver litigato, 
infine la cartolina nontiscordardimé per quelli che lasciano l'orfanotrofio.


Insieme con i loro compagni dell’orfanotrofio - mesti, ma la testa alta e una canzone sulle labbra - stanno attraversando le strade di Varsavia per raggiungere l’altra parte, il ghetto.



È lo stesso Paese – la Polonia, è la stessa città – Varsavia, 
è vicinissima a via Krochmalna, 
tuttavia l'altra parte è come un Paese straniero.


Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello,
L'ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, Roma, 2015


Così hanno ordinato gli occupanti tedeschi. A guidare quella comunità, come sempre, Pan Doktor, con l'inseparabile Pani Stefa al fianco e gli altri educatori.


Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello,
L'ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, Roma, 2015


Non la fame, né le malattie, e neppure le sadiche angherie naziste riescono a intaccare i principii e le pratiche della loro convivenza. Nel prendersi cura di Mietek, Szymek gli racconta della Repubblica dei bambini, con tanto di Parlamento, Codici, Tribunale. E poi del giornale murale, delle sedute di lettura, delle rappresentazioni teatrali, delle vacanze alla colonia estiva… 


Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello,
L'ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, Roma, 2015


Racconta Szymek al piccolo Mietek, realizzando mentre dice delle loro estati, "che forse non vedrà mai un puledro alzarsi sulle sue fragili zampe, non conoscerà né la fresca acqua né il salto degli scoiattoli tra i rami", che Pan Doktor li capisce "come se non avesse mai dimenticato nulla di quando anche lui era bambino".

Non ha dimenticato, Korczak, quale fatica sia essere compreso per un bambino, quale universo altro egli abiti - fatto di pensieri, passioni, esperienze, sentimenti - che ha bisogno di essere esplorato, ascoltato e rispettato. Sa, Pan Doktor, che ciascun bambino ha bisogno di uno spazio per sé dove poter respirare, ridere e piangere senza essere giudicato. Dove essere visto, per la prima volta, ed accolto nella sua unicità.

Sa, sopra ogni cosa e più di ogni altro, il Vecchio Dottore, che gli adulti non conoscono i bambini e che perché questa conoscenza avvenga c'è bisogno di dedizione e di tempo, di umiltà e delicatezza nell'avvicinarli, per non dare mai niente per scontato, per sconfiggere ogni pretestuosa arroganza, per non ferirli. E quale e quanto duro lavoro, richieda questo incontro.


«Nessuno dirà mai ad un adulto «Vattene», ma a un bambino lo si dice spesso. 
Quando un adulto si dà da fare il bambino sta fra i piedi, l’adulto scherza e il bambino buffoneggia, l’adulto piange e il bambino frigna e piagnucola, l’adulto è vivace e il bambino irrequieto, l’adulto è triste e il bambino ingrugnato, l’adulto è distratto e il bambino tonto, sciocco. L’adulto è sovrappensiero, il bambino inebetito. L’adulto fa qualcosa con lentezza, il bambino perde tempo. Sono solo modi di dire scherzosi, ma quanto poco delicati. Un bimbetto, un marmocchio, un moccioso, un monello: e questo persino quando non è arrabbiato, quando vuole essere buono.
 Che farci, ci siamo abituati, ma a volte questo disprezzo dispiace e irrita.»

Janusz Korczak -


Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello,
L'ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, Roma, 2015


L'ultimo viaggio racconta di questo e di molto altro, degli ultimi anni di vita di questo indimenticabile dottore, della sua Repubblica, dei sui bambini. Della forza e dell'attualità del suo impegno pedagogico. Ma soprattutto, nel non sottrarsi come avrebbe potuto più volte fare dalla responsabilità portata fino alle estreme conseguenze di quel gesto finale, della grandezza dell'uomo chiamato Janusz Korczak.

Credo che per Irène Cohen-Janca, sia stato veramente difficile riuscire a mantenersi in perfetto equilibrio tra storia, evocazioni emotive, disperazione e rabbia, tra tutto ciò che di grande e doloroso racconta la storia di Korczak. E riuscirlo a fare in un libro di letteratura per l'infanzia deve essere stata una impresa non di poco conto. Un'impresa che Irene ha vinto, in questo "ultimo viaggio" destinato, ora, a continuare nelle mani di molti bambini e ragazzi e adulti, insieme o da soli, che finalmente potranno provare come ci sentiva a fare parte della casa di Krochmalna e toccare con mano quello che a fatica noi adulti riusciamo ancora oggi a dire loro: che era un preciso piano dei nazisti sterminare i bambini ebrei, quale significo possa avere, ma anche quali vette possa raggiungere, l'impegno di chi ha dedicato la propria vita all'amore e al rispetto i bambini.


Potranno, i bambini di oggi e noi con loro, entrare in questa grande e tragica Storia, con le parole di Iréne e le immagini straordinarie, ancora una volta, di Maurizio A.C. Quarello, tavole pittoriche destinate a fissarsi nella mente e nei cuori dei lettori dove potranno, come sempre nello stile unico di uno dei nostri migliori illustratori, continuare a parlare, a dire, a denunciare, a mostrare elevando ogni tratto, ogni fatto a consistenza poetica, a divenire elementi indelebili di un'estica e, infine, un'etica del vivere... e uscirne cambiati e più ricchi di pensieri, sentimenti e attenzioni.


Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello,
L'ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, Roma, 2015


«Rispetto per l’ora, per il giorno attuale. 
Che domani avrà, se oggi non lo lasciamo vivere in maniera cosciente, responsabile? 
Non calpestare, non maltrattare, non cedere alla schiavitù del domani, 
non estinguere, non far fretta, non correre.»

Janusz Korczak -


Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello,
L'ultimo viaggio. Il dottor Korczak e i suoi bambini,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, Roma, 2015

***

Un foglio dal diario di una Aktion


Janusz Korczak oggi ho veduto,
Nell’ultima marcia andare coi bambini,
E i bambini avevano vestiti puliti,
Come andassero di domenica al giardino.

Avevano grembiulini puliti, da festa,
Che ora potranno sporcare,
A file di cinque va l’Orfanotrofio,
Per la città-giungla di gente braccata.

La città aveva il viso atterrito,
Un gigante bizzarro, nudo e stracciato,
Finestre vuote guardavano la strada,
Come orbite di sguardo private.

A volte un urlo, come un uccello smarrito,
Suonava a martello per la morte insensata,
Trainati sui risciò giravano apatici
Del nostro ghetto i signori e padroni.

Scalpiccio a volte, calpestio, poi silenzio,
Qualcuno parlava camminando di fretta,
Atterrita e silenziosa, in preghiera
In via Leszno si innalzava la chiesa.

In fila per cinque marciavano calmi i bambini,
Erano orfani: nessuno accorreva per riportarli a casa,
Nessuno infilava una mancia
in mano ai colleghi dalle divise blu scuro.

Sulla Umschlagplatz nessuno interveniva,
Nell’orecchio di Szmerling nessuno alitava,
Nessuno gli orologi di famiglia raccoglieva
Come compenso al lèttone ubriaco.

Janusz Korczak guidava la marcia
A testa nuda, gli occhi senza paura,
A una sua tasca si aggrappava un bambino,
In braccio portava lui due piccolini.

Giunse un tale di corsa, con un foglio in mano,
Parlava e gridava nervoso:
-- Venga via! -- Ho una lettera da Brandt!
Korczak scuoteva la testa, silenzioso.

Cosa doveva stare ancora a spiegare
A chi arrivava con la grazia tedesca,
come far capire a teste senz’anima
cosa significa lasciar solo un bambino.

Tutti quegli anni… una vita ostinata,
Per dare in mano a un bimbo un piccolo sole.
Potrebbe forse lasciarli ora, soli, spaventati?
Andrà con loro… avanti… senza timore.

Al re Matteuccio anche pensava
Cui la sorte risparmiò quel destino,
Re Matteuccio nell’isola selvaggia
Avrebbe scelto lo stesso cammino.

E i bambini andavano ai vagoni
come partissero in gita a Lag Ba’Omer,
Quel piccolino dal viso spavaldo
Si sentiva come un piccolo Shomer.

E io pensai in quel momento banale
Per l’Europa privo d’ogni valore
Che lui per noi, in quel momento,
Scriveva della storia la pagina migliore.

Che in quella guerra ebraica, vergognosa,
nell’onta illimitata, nel fragore insensato,
nella lotta ad ogni costo per la vita,
nell’abisso del tradimento, del degrado,

Sul fronte, dove la morte non da’ onore
In quella danza notturna, infernale,
C’era un solo soldato valoroso:
Janusz Korczak, dei bambini il protettore.

Vicini al di là del muro, che dal reticolato
Ci osservate ogni giorno morire per niente,
ascoltate: Janusz Korczak quel giorno ha mostrato

la Westerplatte della nostra gente.

- Władysław Szlengel (1914-1943) - 
il cantore del ghetto di Varsavia


***


Per l'uscita del libro sono programmati eventi a Roma, Genova, Bologna, Milano, Firenze che prevederanno la partecipazione degli autori, degli editori e di studiosi.

In collaborazione con l'Istituto Polacco di Roma, l'Ambassade de France, la Comunità Ebraica Italiana e l'Università di Genova. Le prime iniziative:



Roma - dal 23 al 25 gennaio -
 Mostra delle tavole originali di Maurizio A.C. Quarello 

Galleria Tricromia, via della Barchetta 13 
presentazione: domenica 25 gennaio ore 11.00


Roma - 2 febbraio ore 19.00 -
Serata Korczak

Istituto Polacco di Roma, v. Vittoria Colonna 1 
Intervengono: Ilana Bahbout, Luisella Battaglia, Goffredo Fofi, 
Laura Quercioli Mincer, Fausta Orecchio 


Venezia - 3 febbraio ore 17.00 -
L'ultimo viaggio

Museo Ebraico, Sestiere Cannaregio, 2902/b
Presentano il libro: Ilana Bahbout, Francesco M. Cataluccio e Paolo Cesari

Le tavole originali di Maurizio A.C. Quarello arriveranno al Museo Ebraico 
di Venezia i primi giorni di febbraio e lì rimarranno in mostra per un mese,
per raggiungere, poi, a marzo, il Museo Luzzati di Genova







***


«Chi vi racconta che si sacrifica per qualcuno o per qualche ideale 
non è che un gran bugiardo.
Io adoro i piccoli, ma non mi sacrifico affatto, non lo faccio per loro,
ma solamente per me: è proprio un bisogno mio.
Perciò non credete a chi parla di sacrificio, è un ipocrita.
Il vostro vecchio dottore vi saluta tutti.»


EVELYNE LAUBE E IT'S RAINING ELEPHANTS CON TRANSBOOK A BOLOGNA PER ART CITY 2015

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Due giovanissime illustratrici svizzere, si incontrano alla scuola di design e illustrazione Hochschule Design & Kunst HSLU di Lucerna e fondano assieme nel 2008 uno studio a Berlino, It’s Raining Elephants.


Evelyne Laube e Nina Wehrle, 
Die Grosse Flut, SJW, Zurich, 2011
(particolare)


Sono Evelyne Laube e Nina Wehrle, che oggi fanno parte della scena più interessante e originale dell’illustrazione contemporanea portando avanti un lavoro che cerca di spingere sempre oltre l’orizzonte dell’illustrazione, vincitrici di numerosi premi internazionali, fra cui il “Grand Prix BIB” at International Biennial of Illustrations di Bratislava nel 2013, il prestigioso “International price of illustration”, alla Bologna Children’s Book Fair nel 2012  (qui e quiin Gavroche) e il “CJ Picture Book Award”, in Corea nel 2011.


«Laube e Wehrle mescolano design, creazione e fabbricazione artigianale di libri d’artista, installazioni e performance, ceramica e teatro a una rigorosa e attentissima disciplina del disegno. Il loro segno sa essere minuzioso e descrittivo, ma al tempo stesso costruire forme astratte ed essenziali, in un continuo dialogo e gioco di citazioni con la storia dell’arte e dell’immagine.»


Di questa esperienza e di un lavoro, Evelyne Laube ha parlato questa mattina, in occasione di Art City 2015, in una Lectio Magistralis  presso l’Accademia Belle Arti di Bologna, a cura di Hamelin Associazione Culturalein collaborazione con Accademia di Belle Arti di BolognaQuartiere San Vitale.

Due brevi noti biografiche su di lei:

Evelyne Laube è nata nel 1982 a Lengnau in Svizzera. Dopo avere frequentato un anno all’Accademia di Belle Arti di Zurigo, si laurea in Arte e Design con la specializzazione in Illustrazione all’università HSLU di Lucerna. Per un anno studia all’Accademia di Belle Arti AVU di Praga e nel 2009 segue tirocinio al Print workshop della BBK Berlino. Da 2008 è illustratrice freelance. Ha co-fondato con Nina Wehrle il duo d’illustrazione It’s Raining Elephants, vincitore di numerosi premi internazionali, fra cui il Grand Prix BIB at International Biennial of Illustrations di Bratislava nel 2013, il prestigioso International price of illustration, alla Bologna Children’s Book Fair nel 2012 e il CJ Picture Book Award, in Corea nel 2011. Vive e lavora tra Berlino e Lengnau.




Nei giorni di sabato 24 e domenica 25 gennaio Evelyne terrà anche un workshop - "Gioca ancora – ripetizione e variazioni con i timbri – Workshop di Evelyn Laube" - della durata di 12 ore rivolto a giovani artisti presso lo spazio Z 15.

L’invito di Evelyne Laube fa parte delle azioni di mobilità previste dal progetto TRANSBOOK. Children’s Literature on the move, un progetto Europa Creativa 2014/2020 coordinato da Salon du livre et de la presse jeunesse (Francia) in partenariato con Europäische Kinder-und Jugendbuchmesse Saarbrücken (Germania),Tantàgora (Spagna), Arts Basics for Children (Belgio), Nobrow Ltd (UK), Literárne informačné centrum (Slovacchia), Hamelin Associazione Culturale (Italia).


Lo scopo di TRANSBOOK è confrontarsi con i profondi cambiamenti del mondo economico che stanno coinvolgendo anche l'editoria per ragazzi, la globalizzazione e digitalizzazione,
e di trasformare questi cambiamenti in opportunità creative e di innovazione, convinti che un libro, e i suoi autori, non possono più limitarsi a operare dentro i confini di un solo Paese. Questo progetto di cooperazione europea riunisce sette partner che si propongono di aiutare i professionisti del libro a trarre pieno vantaggio dai cambiamenti in corso, da un punto di vista economico e creativo, di sostenere gli operatori del settore e di incoraggiarli a creare nuovi modelli di business e nuove modalità di creative, di accelerare le carriere di appropriarsi pratiche innovative... in una parola: un aiuto concreto alla migliore letteratura per ragazzi per conquistare il nuovo secolo.


PRINCIPALI EVENTI TRANSBOOK 2014/2015:
20-23 NOVEMBRE 2014: BILBOLBUL (BOLOGNA, ITALIA)
26 NOVEMBRE - 1 DICEMBRE, 2014: FIERA DEL LIBRO E YOUTH PRESS (MONTREUIL, FRANCIA)
23-25 ​​GENNAIO 2015: ART CITY EVENT (BOLOGNA, ITALIA)
7, 14, 19-21 FEBBRAIO 2015: FLIC FESTIVAL (MADRID, BARCELLONA, ​​BILBAO, SPAGNA)
30 MARZO - 2 APRILE, 2015: BAMBINI FIERA DEL LIBRO (BOLOGNA, ITALIA)
21 AL 24 MAGGIO 2015: EUROPÄISCHE KINDER UND JUGENDBUCHMESSE (SAARBRÜCKEN, GERMANIA)
20 GiUGNO 2015: ELCAF, EAST LONDON FUMETTI E ARTS FESTIVAL (LONDRA, UK)
1 SET 2015 (PROVVISORIO): XANADU (BOLOGNA, ITALIA)


Evelyne Laube firmerà le copie dei suoi libri questa sera allo spazio ZOO di Bologna e, sempre curata da ZOO e Raum Italic, vi segnalo la mostra di Eleonora MartonWHEN A book of moments I wish I could repeat presso Les Libellules Studio - 24 gennaio - 20 febbraio 2015. Inaugurazione sabato 24 gennaio h 19.00 (ne parla qui Simone Sbarbati su Frizzifrizzi). L'evento è parte di Art City White Night a cui parteciperà anche l'Accademia delle Belle Arti di Bologna che aprirà le porte per mostrare le opere dei suoi studenti.



Evelyne Laube e Nina Wehrle, 
Die Grosse Flut, SJW, Zurich, 2011
(particolare)


La sala dell'Accademia questa mattina era gremita e piena di attesa per l'inizio della Lectio Magistralis che di lì a poco avrebbe visto Evelyne Laube, affiancata e sostenuta da Ilaria Tontardini, raccontare quella che è ritenuta una delle esperienze e delle collaborazioni artistiche del mondo dell'illustrazione più interessanti e felicemente condivise degli ultimi anni.

Evelyne Laube e Nina Wehrle, introduce Ilaria Tontardini, sono state chiamate per un progetto che dovrà documentare i giorni di Art City poiché la declinazione del loro disegnare è in stretta relazione al contemporaneo, come contenuto e come segno è in relazione con ciò che accade intorno. Nella loro esperienza artistica hanno partecipato in Germania a diversi progetti dove illustratori vengono invitati a eventi e rappresentazione per poi disegnare, di quei momenti, il racconto per immagini (uno di questi è "Leave a note", dove Evelyne e Nina facevano parte di un gruppo di 7 illustratori chiamati da una scuola di danza a documentare un'intera giornata di attività al suo interno).

Pochi istanti dopo, Evelyne prende la parola per iniziare il suo racconto dal principio, la nascita di It's raining elephants.

Quella che vi riporto di seguito è la trascrizione della Lectio Magistralis, non perfetta ma il più possibile fedele... insieme a una raccolta di immagini... per chi non ha potuto, ma avrebbe voluto, parteciparvi.


Evelyne Laube - Per me è strano essere qui da sola, senza Nina. Inizierò con il parlare di come è nato il nostro duo, perché disegnare insieme è una cosa non usale. Quando entrambe abbiamo finito la scuola di Lucerna ci siamo trovate a non avere più un luogo dove poter creare. Per questo tornavamo sempre là, nella scuola, per avere ancora un posto dove lavorare. Erano giorni in cui pioveva in continuazione e fortissimo. La pioggia cadeva così forte sui vetri delle finestre che sembrava scendessero grandi corpi. Gli elefanti del nostro nome sono comparsi per caso, così, all'improvviso. Ma non appena abbiamo decisi di inserirli, si sono tramutati in una sorta di catalizzatore. Hanno iniziato a inviarci foto, libri, disegni, materiali che contenevano figure di elefanti da tutte le parti. A quel punto ci siamo messe noi stesse a collezionare materiali, a cercare la loro raffigurazione in ogni occasione. 
Queste siamo io e Nina ad Amburgo. Quando lavoriamo insieme dobbiamo tirare fuori le idee dal naso, dalla testa, dalle orecchie... Abbiamo due teste, quattro occhi, quattro mani, due proboscidi...





Quando una di noi inizia a disegnare, l'altra risponde.

Questa è una cosa molto bella del lavorare in due, perché riuscire a portare fuori dalla testa un'idea e mostrarla all'altra con un disegno è molto importante. L'altra vede, valuta, e se tutto va bene continua.

Ilaria Tontardini - Com'è nato il vostro duo? 

Evelyn Laube - Siamo entrambe svizzere e ci siamo conosciute alla scuola di Lucerna, l'unica scuola di illustrazione della Svizzera, molto molto piccola.

Nessuno degli studenti aveva un atelier, quindi tutti lavoravamo a scuola e insieme, a stretto contatto. Questo ha fatto sì che ciascuno di noi imparasse tanto dagli insegnanti quanto dagli altri studenti.

Subito dopo la scuola, mi sono spostata a Berlino perché avevo un ragazzo della Repubblica Ceca che abitava lì. Dopo poco mi ha raggiunta Nina, a quel punto è stato facile, naturale, iniziare a lavorare insieme. Se da una parte era stato uno shock trovarci fuori dalla scuola, dall'altro trovarci in un ambiente completamente nuovo si rivelò improvvisamente molto stimolante.

Ilaria Tontardini– Puoi parlarci di come è nato il vostro primo libro, Il Diluvio (Die Grosse Flut, SJW, 2011)?

Evelyne Laube e Nina Wehrle, 
Die Grosse Flut, SJW, Zurich, 2011


Evelyn Laube -  Il Diluvioè la storia dell'arca di Noè.

Ci era stato chiesto da questa fondazione, la SJW che produce libri esclusivamente per la scuola, di fare un libro dedicato a questo antico tema.

Il libro ha vinto  l'“International price of illustration”, alla Bologna Children’s Book Fair nel 2012  (qui in Gavroche).


Evelyne Laube e Nina Wehrle, 
Die Grosse Flut, SJW, Zurich, 2011


Evelyne Laube e Nina Wehrle, 
Die Grosse Flut, SJW, Zurich, 2011



Il riferimento che diede la casa editrice furono i capitoli 6-9 del libro della Genesi dove, appunto, si parla del Diluvio Universale.

La prima cosa che ci colpì di questo racconto è stata la forza arcaica, una cosa che interessava da subito anche alla casa editrice.

All'inizio ci chiedemmo perché e come trovare un nuovo modo per raccontare una storia che era già stata narrata, in tutti i modi possibili, almeno 30000 volte.
Poi, man mano che ci inoltrammo in essa diventò sempre più interessante confrontarci con questo originale tipo di racconto e con ciò che rappresentava.



Evelyne Laube e Nina Wehrle, 
Die Grosse Flut, SJW, Zurich, 2011




Siamo ancora molto soddisfatte di come abbiamo realizzato il libro. È costruito a leporello e offre una doppia modalità di lettura: da una parte una lettura lineare, dove all'immagine corrisponde un testo, dall'altra attraverso dei fogli che dispiegati divengono veri e propri poster, un'ispirazione che ci arrivò da un'idea medioevale, usata per offrire una possibilità di lettura anche agli analfabeti. 



Evelyne Laube e Nina Wehrle, 
Die Grosse Flut, SJW, Zurich, 2011




La dimensione dei poster, il loro formato ampio, si è rivelata essere molto importante per noi. Io disegnavo una parte, Nina un'altra. Quando dovevo aggiungere disegni, le mie immagini, dovevo guardare prima e molto bene cosa aveva già fatto Nina.
Questi disegni sono ricchi di particolari, tra tutte le altre cose sono molto affezionata, mi piace molto, l'uomini che scrive da tutte le parti. In realtà, come vedete, nel disegno nessuno sta realmente lavorando ala costruzione dell'Arca. Tranne gli elefanti. 


Evelyne Laube e Nina Wehrle, 
Die Grosse Flut, SJW, Zurich, 2011


Abbiamo deciso di disegnare molto a matita, una tecnica che non usiamo spesso, ma era la tecnica perfetta, a nostro avviso, per dare l'idea di un work in progress, come la stessa della costruzione dell'Arca. Quello che più ci interessava era mettere immagini di studio, di ricerca, accanto ad altre astratte, per creare una certa tensione visiva. Credo che questa tensione tra linguaggio realistico e astratto sia la parte più interessante dell'intero lavoro, come succede nella vita.


Evelyne Laube e Nina Wehrle, 
Die Grosse Flut, SJW, Zurich, 2011


Ci sono anche molti scherzi inseriti nelle pagine, come quello dove abbiamo disegnato una volpe che mangia la colomba destinata ad annunciare la fine del diluvio. 


Evelyne Laube e Nina Wehrle, 
Die Grosse Flut, SJW, Zurich, 2011


Qui vi mostro come lavoriamo e abbiamo lavorato in questo caso: prendiamo i fogli A4 che contengono tutti gli schizzi e li mettiamo tutti insieme, uno a fianco dell'altro. 
Se vi chiedessi ora di disegnare l'Arca avreste in mente così tante immagini che avete viste e raccolte senza accorgervene che neanche immaginate. Ve lo chiedo perché questo mi è utile per spiegarvi come io e Nina abbiamo proceduto nella costruzione del libro. 
Il primo step di questo lavoro, per me e Nina, è stato quello di buttare giù tutte queste immagini che affollavano la nostra mente, il nostro Immaginario, appunto. 
Il secondo step è stata la ricerca delle immagini nel mondo dell'arte. Siamo rimaste particolarmente colpite dalle opere medioevali. Avevamo bisogno di suggestioni forti, altrimenti come si può arrivare a disegnare un Noè che ha novecento anni? 
Tra gli artisti che più ci hanno affascinato, c'è senz'altro Bosch.
Ma più di tutti, quello che per noi determinante, è stato Athanasius Kircher (1602-1680). Scienziato, filosofo, matematico, aveva lavorato a molte opere per la Chiesa. Tra gli ultimi suoi lavori, ne trovammo uno proprio dedicato all'Arca. 
Il suo fu un vero e proprio approccio matematico nel dare figura all'Arca, attenzione, questa descrizione numerica, matematica, si trova nella Bibbia: misurava tot, era così costruita... a piani, con questi e questi scomparti... 


Athanasius Kircher, Arca Noë (1675) 
(the Linda Hall Library provides an online version)


Athanasius Kircher, Arca Noë (1675) 
(the Linda Hall Library provides an online version)


Una richiesta che ci era stata fatta anche dalla casa editrice. Nello stesso periodo, per dirvi cosa ci ha influenzato nel corso dell'opera, avvenne il disastroso terremoto di Tokyo. Io e Nina guardammo molte di quelle immagini, molte delle quali sono entrate nella costruzione della nostra storia.   
Inoltre, mentre lavoravamo all'Arca, abbiamo avuto la fortuna di avere ogni giorno una pioggia incessante, una cosa che ha creato un'atmosfera in cui ci siamo calate completamente, che ci ha aiutato moltissimo. Quando vedemmo quell'arcobaleno, fu per noi quasi un miracolo, come quello che dovettero vedere dall'Arca. 
Il terzo step, è stato quello di preparare il Tiny Storyboard, era minuscolo, ma ci serviva per la drammaturgia e per la grafica. Seguito poi da uno molto più grande, fino a quello definitivo. 

Ilaria Tontardini – Evelyne, potresti parlarci del legame che c'è tra le vostre immagini e l'elemento della parola? 
Evelyn Laube – Nel caso di Il Diluvio, abbiamo avuto subito il testo dalla casa editrice. Lo abbiamo letto e riletto tante volte, finché non si è trasformato in un mantra che ci ha permesso di scoprire cose sempre nuove al suo interno. Questa però era una situazione particolare, strana. Non c'era un autore con cui interagire. Il testo cambiava spesso in relazione alle diverse traduzioni della Bibbia. Quello che accomunava le diverse tradizioni era, per nostra fortuna, il mantenimento di una parte criptica nel testo che ci ha offerto molte possibilità artistiche. 
In Guglielmo Tell (¿Quién Es Guillermo Tell?, Ediciones SM, 2013 qui in Gavroche), invece, il rapporto tra testo e immagine e tutta un'altra cosa. Abbiamo cercato e letto molto su Guglielmo Tell, il mito fondatore, l'eroe nazionale svizzero, ma niente ci convinceva fino in fondo. Tutti, a loro modo e in qualche modo, si erano impossessati di Guglielmo Tell, della sua grande figura: la politiche, le aziende, la letteratura, la promozione del territorio... Così abbiamo deciso, io e Nina, di andare a visitare i luoghi del mito. 


Nina Wehrle e Evelyne Laube,
¿Quién Es Guillermo Tell?
Ediciones SM, Madrid, 2013


Dunque, chi era, alla fine, Gugliemo Tell? 
Nel libro tutto è in relazione, in stretta relazione: parole e immagini: è un agitatore, un liberatore, un marchio, un mito... (qui potete vedere il working progress del libro).


Nina Wehrle e Evelyne Laube,
¿Quién Es Guillermo Tell?
Ediciones SM, Madrid, 2013


Nina Wehrle e Evelyne Laube,
¿Quién Es Guillermo Tell?
Ediciones SM, Madrid, 2013


Nina Wehrle e Evelyne Laube,
¿Quién Es Guillermo Tell?
Ediciones SM, Madrid, 2013


Nina Wehrle e Evelyne Laube,
¿Quién Es Guillermo Tell?
Ediciones SM, Madrid, 2013


Nina Wehrle e Evelyne Laube,
¿Quién Es Guillermo Tell?
Ediciones SM, Madrid, 2013


Il libro finisce con la domanda: ¿ Un ideal?Se guardate, ognuno nella tavola sta facendo quello che vuole: la donna che griglia affumica quello accanto, il cane fa la cacca e una donna ci finisce sopra. La domanda, così attuale anche in questi giorni, è qual'è il limite della nostra libertà?


Nina Wehrle e Evelyne Laube,
¿Quién Es Guillermo Tell?
Ediciones SM, Madrid, 2013


Il progetto GEDANKENSHATTEN (Gedankenschatten / Mindshadows, 2010), rappresenta un altro caso ancora.
Siamo state chiamate, Nina e io, per illustrare una struttura dedicata al lavoro con i disabili. Il palazzo, quando siamo arrivate, era appena stato finito. 
Si chiamava:  
CON  
-TEN 
-TI 
Il nome non era stato spezzato, frammentato a caso. Era nato dall'idea, scriverlo così, che la disabilità, qualcuna la possediamo tutti, sia essa stessa una sorta di frammentazione dell'essere. E su questa idea, abbiamo deciso di lavorare per dare vita al nostro progetto. 




C'era stato chiesto di creare immagini differenti per ciascuna delle stanze della struttura. Io e Nina siamo andate lì moltissime volte, per vedere, comprendere, vivere con i disabili. Per affinare la nostra sensibilità e porla in sintonia con l'ambiente e con loro. Dovevamo comprendere le sensazioni nostre e loro. 
In questo caso, il primo step, che consiglierei a chiunque voglia un giorno occuparsi di immagini, è l'ascolto. 
Il nostro lavoro, poi , alla fine, è piaciuto molto credo anche per attraverso l'ascolto siamo riuscite a creare qualcosa che avesse a che fare con quei luoghi, con quelle amicizie e con quelle persone. 
Abbiamo lavorato insieme a due grafici, André Meier and Franziska Kolb.
Rientrate a Berlino ci siamo messe a giocare con le immagini e i disegni per trovare le modalità giuste. Il paper cut ci sembrò la più idonea: dava l'idea della frammentazione, del negativo e del positivo, del gioco allo specchio. Perfettamente adatto a rendere ciò che avevamo in testa. Per noi era la prima volta che ci trovavamo a lavorare sui muri, non è stato semplice il passaggio dal lavoro preparatorio su carta da disegno e il suo trasferimento sulle pareti di muro e di vetro. Nei disegni abbiamo riproposto le stesse cose che si trovavano nelle stanze. 







Una volta pronte, abbiamo realizzato le opere sul luogo, rimanendo lì, nella struttura, molto tempo, condividendo emozioni, pensieri e mangiando con gli ospiti.






Ilaria Tontardini– Un modo interessante di lavorare di "It's raining elephants"è quello della declinazione, della trasposizione delle illustrazioni da una situazione all'altra, da un supporto all'altro. Quanto è importante questa modalità per la vostra ricerca? 
Evelyne Laube – Moltissimo. Noi abbiamo disegnato abiti teatrali, ceramiche, abbiamo illustrato degli stabili, come avete appena visto, illsutriamo per giornali e riviste... Non è tanto il supporto su cui si sta disegnando che è importante, quanto il rapporto tra la forma che sto creando, che andrò a creare e il supporto, tra forma e funzionalità rispetto a esso, in un continuo dialogo tra forma, supporto e disegno. 
Un esempio è il progetto CERAMICS (2011)Il padre di Nina, Robin Wehrle è ceramista e abbiamo deciso di collaborare insieme per questo progetto. Abbiamo creato anche una storia che procede, che si sviluppa, passando da un oggetto all'altro. 
Abbiamo creato alcune tazze prendendo ispirazione dagli Haiuku di Matsuo Basho. 






Questa che vedete, sono tazze dove sul fondo c'è scritto: “Questa è una storia d'amore” e si capisce perché ci sono due anatre che si inseguono... 














Finito il progetto CERAMICS volevamo dare un party, così per festeggiare... abbiamo preparato poster, delle litografie, recuperando così gli schizzi non realizzati per le ceramiche. 
CAMPO ADENTRO (Campo Adentro / Inland, 2010) è un altro progetto ancora. Il cliente voleva un lavoro che integrasse l'arte e il paesaggio per creare delle immagini che sarebbero state usate in internet e per delle cartoline.
Non riuscivamo a trovare quelle giuste. Fino a quando, un giorno, siamo scese nella cantina del nostro studio ed è venuto fuori questo. Il primo è stato un elefante.










Considerate sempre che le immagini, il mondo delle immagini, è molto più vasto di ciò che solitamente intendiamo, che combacia con quelle su carta per lo più. Una danza è un insieme di immagini, per esempio, una serie i gesti che prefigurano un intero Immaginario alle spalle. 

Ilaria Tontardini– Si pensa spesso che lavorare con il disegno sia un'occupazione solitaria. Invece, tu e Nina lavorate in duo e, al contempo, il vostro tipo di lavoro cerca sempre in contatto con l'esterno... creando un approccio originale e sempre diverso con l'illustrazione... 
Evelyne Laube– Credo che l'illustrazione sia un linguaggio senza confini. 
Un altro esempio di diverse relazioni che può creare un'illustrazione, è quando si illustra per i giornali. Si crea un dialogo vivo con il testo, con l'articolo, con ciò che del reale viene raccontato su quelle pagine. Anche questo è molto interessante. 


Editorial Illustrations, 2012-2014
Editorial illustrations for different magazines


Editorial Illustrations, 2012-2014
Editorial illustrations for different magazines


Credo che alla fine, disegnare, sia in qualche modo essere sempre legati alle esperienze della vita, in modo per relazionarsi anche alle vite degli altri, con le vita che in generale scorre in quel momento. 


Editorial Illustrations, 2012-2014
Editorial illustrations for different magazines


Noi cambiamo nel corso della vita, rimanere sempre aperti, attenti, in ascolto, con le orecchie e gli occhi spalancati è ciò che dobbiamo fare, che deve fare un illustratore: qualsiasi cosa può parlarci, ispirarci. 


Editorial Illustrations, 2012-2014
Editorial illustrations for different magazines


È chiaro che quando disegniamo, siamo noi, con il carico della nostra esperienza a farlo, ma c'è in noi anche un immaginario che condividiamo con altri che entra, un immaginario che ci portiamo dietro dall'infanzia, ed è questo in fondo ci dà la possibilità di parlare all'altro. 


Editorial Illustrations, 2012-2014
Editorial illustrations for different magazines


Non amo usare la parola stile, preferisco parlare di linguaggio visivo. 
Per che ogni linguaggio, come ogni tecnica, possa essere più appropriato di altri a raccontare un tema. 
L'importante è non fossilizzarsi mai su un solo linguaggio visivo, ma esplorarne sempre di differenti e di nuovi.

Infine, un'ultima domanda dal pubblico– Come si fa a lavorare insieme a condividere i propri linguaggi visivi? Se un giorno per lei e Nina Wehrle non fosse più possibile farlo? Non andaste più d'accordo? 
Evelyne Laube– La nostra relazione di lavoro non differisce in questo da una relazione d'amore o una di amicizia. Io e Nina abbiamo vissuto tante esperienze insieme, abbiamo un terreno di esperienze condiviso molto ampio e solido. Ci sono tra noi anche momenti di conflitto, come succede nelle altre relazioni che vi dicevo. Quando succede cerchiamo di parlarne, ci sono momenti in cui una deve lasciare cadere la cosa altri in cui deve combattere e in questo, per il momento, ci siamo sempre riuscite ad alternare.
Abbiamo vissuto molto tempo insieme, in studio. Oggi abitiamo in città differenti e ciascuna lì ha il suo atelier. Il nostro ora è un dialogo continuo e a distanza, ma questo non ci ha tolto nulla, anzi in qualche modo ci ha rigenerato. Alla base c'è tra noi un grande amore e un grande rispetto.

    NON FARE I COMPITI... ARRIVARE IN RITARDO... OTTIMI ESPEDIENTI EXTRASCOLASTICI PER CREARE UN IMMAGINARIO ALTRO

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    Davide Calì, Sono arrivato in ritardo perché...,
    illustrato da Benjamin Chaud,
    Rizzoli, 2015 (pp. 44 euro 13,00)


    Davide Calì, classe 1972, fumettista, illustratore e scrittore con all'attivo ormai 70 titoli pubblicati in circa 30 Paesi e numerosi riconoscimenti internazionali, è senza dubbio uno dei protagonisti più interessanti della letteratura per bambini e ragazzi contemporanea. Alcuni dei suoi ultimi titoli pubblicati in Italia: Mio padre, il grande pirataillustrato da Maurizio Quarello (Orecchio acerbo, 2013 - "Premio Orbil" e "Primo Premio Cassa di Risparmio di Cento"), Polline. Una storia d'amore (2013), Un giorno senza un perché (2014) entrambi con Monica Barengo e Quando un elefante si innamoracon Alice Lotti (2014) per Kite Edizioni, La scimmiacon Gianluca Folì (2013) e Pum! Pum! con Maddalena Gerli (2014) per Zoolibri, Mamma, prima dov'ero con Thomas Baas (2014) per Rizzoli, infine le edizioni italiane di Il nemico con Serge Bloch (2014) per Terre di mezzo e di Non ho fatto i compiti perché... (2013) e l'appena uscito Sono arrivato in ritardo perché... con Benjamin Chaud ancora perRizzoli. 
    Potete leggere qui l'intervista fatta a Davide Calì alcuni mesi fa, in occasione di due avvenimenti: i 20 anni dal suo debutto ufficiale come fumettista sulle pagine del mensile "Linus" (per il quale Davide lavorò dal 1994 al 2008) e i 10 anni dall'inizio della pubblicazione dei i suoi libri per bambini, poi fumetti e non solo, in Francia.

    Benjamin Chaud, illustratore francese, è nato nel 1975 a Puy Saint Vincent, un piccolo villaggio delle Alpi. Ha studiato "arti applicate" a Parigi ed "arti decorative" a Strasburgo con Claude Lapointe. Ha vissuto a Marsiglia (perché c’è il mare…) e dal 2009 vive e lavora a Parigi. Per illustrare Lavarsi che impresa! dice di aver ha acquistato delle belle scarpette da ginnastica verdi e di essersi chiuso in casa a lavorare senza lavarsi per un mese. Ama le canzoni italiane, il tea e stare a osservare le donne; parla un po’ giapponese e ungherese.
    I libri di Benjamin Chaud che potete trovare in Italia, oltre ovviamente a Sono arrivato in ritardo perché..., sono: Pupupidù. Orsi in pista (2014) e Una canzone da orsi  (2013) per Franco Cosimo Panini e Non ho fatto i compiti perché... con testo di Davide Calì per Rizzoli (2014); Lavarsi che impresa con testo di Manuela Monari (2008/2005) e La principessa della pioggia (2002) per Zoolibri, oltre alla serie del micro elefantino Pomelo (Pomelo si domanda..., Pomelo sta bene sotto il suo soffione, Pomelo sogna, Pomelo è innamorato) con testo di Ramona Badescu per De Vecchi (da anni purtroppo fuori catalogo). Per la collana "Atlanti" di La Nuova Frontiera, Il mio primo atlante del corpo umano (2008) e Il mio atlante degli animali (2007).


    A un anno distanza da Non ho fatto i compiti perché...è arrivato ieri sugli scaffali delle librerie l'attesissimo Sono arrivato in ritardo perché... (A Fanny Thing Happened on the Way to School, in uscita negli Usa per Chronicle Books il 3 marzo prossimo - anche in versione kindle), il seguito nonché il secondo titolo di quella che l'editore americano ha pensato, dato il successo riscosso dal primo libro, di far divenire una trilogia.



    Davide Calì, Non ho fatto i compiti perché...,
    illustrato da Benjamin Chaud,
    Rizzoli, 2013 (pp. 44 euro 13,00)





    Allo stesso modo del primo titolo, in una sorta di Esercizi di stile alla Raymond Queneau, anche il nuovo si presenta come un esilarante e surreale pronto soccorso per bambini da consultare nei momenti di impasse scolastica.

    La struttura è la stessa, ma stesse sono anche l'intelligenza, la ricercatezza e l'originalità usate dagli autori per costruirlo. 


    Se possibile, infatti, Sono arrivato in ritardo perché...è ancora più divertente e articolato del suo predecessore, per dirvi che non è pensabile in questo caso rimanere delusi come a volte succede di fronte a libri che nascono come "seguito di".

    In Sono arrivato in ritardo perché... da giustificare non è la salvifica distrazione di quei pomeriggi bambini che non concede il tempo per dedicarsi ai compiti.

    No, qui è proprio l'incipit della fatica di dovere andare a scuola ogni giorno e per anni, quella che risiede nell'orario  - così improbo per un bambino - destinato a segnare l'inizio mattutino delle lezioni.
    Un orario che segna uno drastico spartiacque tra la libertà appena svanita del sogno e la realtà dell'impegno che, per quanto importante, stimolante, piacevole, ecc. ecc., è comunque chiesto ai bambini di viverlo senza possibilità di fare altrimenti.


    Davide Calì, Sono arrivato in ritardo perché...,
    illustrato da Benjamin Chaud,
    Rizzoli, 2015 (pp. 44 euro 13,00)



    Ecco che ritroviamo il bambino che non aveva fatto i compiti di fronte alla maestra a cercare di trovare un modo convincente per rendere conto di quei momenti di colpevole evasione capaci di zittire i sensi di colpa provocati dal suono disatteso della campanella.
    E con lui, partecipe testimone di ventura, l'ormai immancabile bassotto.


    La prima causa del ritardo, si consuma tra le pareti domestiche.


    Davide Calì, Sono arrivato in ritardo perché...,
    illustrato da Benjamin Chaud,
    Rizzoli, 2015 (pp. 44 euro 13,00)


    Procede, la seconda, nella casa dei vicini e da lì si susseguono una via l'altra, le motivazioni del ritardo, le scuse direbbero i meno avveduti, sulla strada dell'avventura...

    Dimenticatevi tutto ciò che avete usato o sentito dai vostri fratelli, amici, alunni, figli... perché quelle che inventa o racconta questo bambino sono avventure fuori dall'ordinario.

    Vi dicevo poco sopra, dell'interesse della costruzione di questo libro e dei diversi piani di lettura che offre oltre, naturalmente, al divertimento garantito e moltiplicato dalla perfetta consonanza che risiede nell'incontro tra le parole di Calì e le tavole di Chaud.

    Davide Calì, per primo e come nel precedente titolo, ha disseminato la strada che il nostro protagonista dovrà percorrere tra casa e scuola di ostacoli presi direttamente da un erudito immaginario collettivo, e qui reso ancor più ricco dalle illustrazioni di Benjamin Chaud che non lesina certo in particolari capaci di aprire sempre nuove porte sul fantastico, dove non mancano riferimenti al cinema (da "King Kong" a "The Blob")...


    Davide Calì, Sono arrivato in ritardo perché...,
    illustrato da Benjamin Chaud,
    Rizzoli, 2015 (pp. 44 euro 13,00)



    ... alle figure leggendarie e mitologiche (Bigfoot e lo Yeti), alla letteratura fiabesca (dai romanzi di Alice e di Gulliver a Cappuccetto Rosso e il pifferaio di Hamelin)... 


    Davide Calì, Sono arrivato in ritardo perché...,
    illustrato da Benjamin Chaud,
    Rizzoli, 2015 (pp. 44 euro 13,00)


    Davide Calì, Sono arrivato in ritardo perché...,
    illustrato da Benjamin Chaud,
    Rizzoli, 2015 (pp. 44 euro 13,00)


    Davide Calì, Sono arrivato in ritardo perché...,
    illustrato da Benjamin Chaud,
    Rizzoli, 2015 (pp. 44 euro 13,00)


    ... alle spie ninja della storia medievale giapponese fino alla fantascientifica invasione degli alieni, dalla quale salverà il Paese entrando così nelle grazie, attenzione, del Presidente fino a quella da tutti bramata della macchina della macchina del tempo... che avrebbe dovuto alla fine salvarlo dal ritardo a scuola, invece...



    Davide Calì, Sono arrivato in ritardo perché...,
    illustrato da Benjamin Chaud,
    Rizzoli, 2015 (pp. 44 euro 13,00)



    Questo modo di concepire l'immaginario del protagonista, rivela in verità un grande rispetto e una concreta considerazione nei confronti di quello ancor più complesso e articolato del bambino lettore, il quale potrà continuare ad arricchire queste divertenti e mai banali motivazioni o scuse, con le sue... potrà andare a cercare i racconti e le storie che si celano dietro queste pagine e continuarne la visione, la lettura, la conoscenza di ciò che lì ha nascosto Calì, ma potrà anche aggiungere disegni delle sue avventure al fianco degli indimenticabili manifesti creati da Chaud.

    E questa opportunità altra deve averla capita l'editore, quando ha deciso il formato  15,9 x 20,9 cm, quello di un libro perfetto per essere infilato nella cartella o portato sempre con sé, un libro che possa soccorrere nel momento del bisogno, che si riveli nella necessità di un bambino di divenire abile nel raccontare, nel disegnare... e, in quello mai sazio, di immaginare. 

    Un formato che, in realtà, entra di misura anche nelle borse di genitori e insegnanti, che iniziare qualche mattina così prima della scuola o  una volta lì prima delle lezioni, apre mondi di relazioni impensate, di inusuale libertà e sincera complicità, così rara tra adulti e bambini, tutti i bambini.


    ***


    Corso di Scrittura con Davide Calì


    STORIE IN CERCA D'AUTORE...


    Davide Calì,
    Un giorno senza un perché,
    illustrazione di Monica Barengo,
    Kite Edizioni, 2014

    Artelier propone l’ormai consueto appuntamento con il workshop di scrittura di Davide Calì rivolto a chi vuole scrivere per bambini. Un week end pieno di spunti ed esercizi di scrittura, per chi è all’inizio e per chi scrive già, per chi ha paura del foglio bianco e per chi ha idee da vendere, ma non sa a chi. 

    Novità

    Assieme agli esercizi di gruppo e individuali, questa edizione del corso inaugura un nuovo esperimento. Immaginando di associare agli autori un illustratore, ai partecipanti saranno sottoposti i progetti di vari illustratori in cerca di storia.
    Oltre a questo ci saranno ovviamente i compiti a casa (quelli sempre!) e, come sempre, lo spazio speciale riservato a esaminare i progetti personali dei corsisti (domenica mattina).


    Programma

    Sabato 31 gennaio 
    1) C’era una volta, ancora una volta
    2) L’ABC dei sentimenti
    3) E io chi sono?
    4) Un giorno in città 

    Domenica 1 febbraio 
    5) Tutti a nanna!
    6) Moltiplicazioni
    7) La principessa sui carciofi
    8) Scrivimi una storia

    Orari: 9.30-13.00 e 14.00-18.00
    Durata del corso: 15 ore

    Info
    Artelier 
    via Cesare Battisti 54 • 35121 Padova Italia • +39 049 755976 • skype artelier1 •
    info@artelier.veneto.it

    BOLOGNA CHILDREN'S BOOK FAIR 2015. I VINCITORI DEL BOLOGNARAGAZZI AWARD

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    Manca poco più di un mese, ma in realtà le nostre agende sono ormai quasi piene di appuntamenti, gli spostamenti sono già stati programmati, i preparativi fervono in tutta la città... la curiosità cresce di giorno in giorno... i rumors viaggiano... insomma, il solito febbraio prima della BOLOGNA CHILDREN’S BOOK FAIR che, quest'anno, si terrà dal 30 marzo al 2 aprile 2015.


    È uscito ieri pomeriggio l'annuncio dei vincitori del BolognaRagazzi Award, l'ambitissima competizione a cui, dal 1966, aderiscono ogni anno gli editori di tutto il mondo. Il premio, che intende riconoscere i libri migliori dal punto di vista del progetto grafico-editoriale, si colloca fra i più ambiti riconoscimenti del settore grazie al fondamentale ruolo degli editori che inviano in ogni edizione le loro migliori produzioni, garantendo la qualità delle candidature. 

    L'edizione di quest'anno ha visto la partecipazione di 1250 titoli arrivati da 42 Paesi, suddivisi in quattro categorie - "Fiction", "Non Fiction", "New Horizons" e "Opera Prima"– e giudicati da una prestigiosa giuria internazionale e specializzata, che si è riunita venerdì 13 e sabato 14 febbraio a BolognaFiere.

    La Giuria del BolognaRagazzi Award:



    Fanuel Hanán Díaz è nato in Venezuela nel 1966; laureato in Letteratura, ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze ed Arti applicate. Ha coordinato il Dipartimento di Selezione di Libri per Bambini e Ragazzi di Banco del Libro, ed è stato membro della giuria della Biennale dell’Illustrazione di Bratislava e dell’Hans Christian Andersen Award. Ha tenuto conferenze e workshops in varie Università in America Latina e in Europa. 



    Dinah Fried è designer, direttore creativo e partner di Small Stuff. Si è laureata in Design grafico alla Rhode Island School of Design (RISD) ed ha una laurea in Letteratura conseguita alla Tufts University. Ha lavorato come Project manager alla Pentagram, una casa editrice della HarperCollins, e come Designer presso Chronicle Books. Tra i suoi clienti e collaboratori annovera Chronicle Books, Persea Books, Oxford University Press, The New York Stem Cell Foundation, e Mass Design Group. Le sue opere sono state esposte a livello internazionale e presentate in testate tra le quali New York Times, The Guardian, La Repubblica, Bon Appetit e Saveur. Insegna Design al RISD e alla Scuola di Arti visive, ed è autrice di Fictitious Dishes : An Album of Literature’s Most Memorable Meals. Vive a New York.

    Stefano Salis, giornalista, è nato nel 1970 in Sardegna. Si è laureato in Lettere Moderne con una tesi sullo scrittore Andrea Camilleri. Dopo avere lavorato e diretto una libreria a Cagliari, dal 2000 si è trasferito a Milano, dove, dal 2001, è giornalista presso Il Sole 24 Ore. Attualmente è caposervizio per la redazione del Domenicale, il supplemento culturale del giornale economico. Si occupa principalmente di editoria, seguendo le principali fiere italiane e internazionali, di grafica, di illustrazione e di visual design, argomenti per i quali ha scritto centinaia di articoli. Da qualche anno cura per il giornale una rubrica che si chiama Cover Story e che racconta ogni settimana i motivi del successo di una copertina editoriale. Per la fiera Artelibro organizza e cura da due anni la Mostra “Buona la Prima” che sceglie, giudica e mette in mostra, con un insieme di esperti del settore, le migliori copertine dell’anno italiane.

    Dopo avere svolto un tirocinio in una libreria specializzata, Claudia Söffner ha lavorato in un negozio di libri per ragazzi ed ha conseguito una laurea magistrale in Letteratura inglese e Linguistica all’Università Ludwig-Maximilians di Monaco (Germania). Dal 2001 è Specialista in Lingua Inglese alla International Youth Library di Monaco – la biblioteca internazionale di letteratura per ragazzi più grande del mondo. Si occupa della selezione e recensione di testi per la rinomata lista annuale di proposte “The White Ravens”, scrive interventi per varie pubblicazioni interne, ed organizza e cura eventi, ad esempio sulle opere di Eric Carle, Maurice Sendak, Shaun Tan o, più di recente, su premiati albi illustrati Americani.

    Ecco, dunque, i vincitori del BolognaRagazzi Award 2015, appena proclamati per ciascuna delle quattro categorie: Fiction (Sezione dedicata a opere di fantasia, libri di storie o favole illustrati), Non Fiction (Sezione dedicata a pubblicazioni a carattere informativo, concernenti ogni area del sapere, scienza, storia, arte, musica, biografie, attualità, utili all’apprendimento), New Horizons (Premio speciale riservato all’editoria dei Paesi Arabi, dell’America Latina, dell’Asia e dell’Africa, che offre spunti di grande innovazione) e Opera Prima (Sezione dedicata alle opere di autori esordienti. Più una: Books&Seeds/Libri e Semi, la nuova sezione inaugurata in occasione della collaborazione di Bologna Fiere con Expo2015.

    Devo dire la verità, vista l'importanza del riconoscimento a livello internazionale, e dato il lo scopo che lo definisce, quello di premiare i libri migliori dal punto di vista del progetto grafico-editoriale, sono rimasta abbastanza sorpresa dalla formulazione delle motivazioni della giuria.


    Per farla breve: se quando chiedo di entrare nel merito di un libro, i miei studenti (ma credo che questo valga per tutti coloro che partecipano a corsi o master di illustrazione) si limitassero per lo più a raccontarne la trama, a dire di illustrazioni "morbide e originali", "che hanno un tocco al contempo di antico e di fresco", che sono "divertenti e dettagliate" o "morbide e sognanti", "realizzate in maniera squisita" o "serene e coinvolgenti" e via così in caduta libera, non penserei di stare svolgendo un buon lavoro.

    Questo, certo, non toglie nulla al fatto che i libri premiati siano significativi, importanti, belli e che siano stati scelti con professionalità e cura, avremo occasione di averli presto tra le mani, ma a mio parere tra i privilegi della giuria c'è quello di fornire le chiavi di lettura utili a far conoscere al pubblico di riferimento le considerazioni che hanno reso eccezionali ai suoi occhi i libri scelti, anche a scapito di centinaia di altri.

    Quelle chiavi di letture nate dalle parole che, una volta pronunciate, usano accompagnare il libro per il resto dei suoi giorni, che divengono e diverranno un'indicazione di stile e valore, di sguardo del tempo, con cui potranno confrontarsi editori, autori, illustratori, studiosi, studenti e tutti coloro che, in un modo o nell'altro, si occupano e occuperanno di letteratura per l'infanzia, come prevede l'identità di questa fiera, in ogni parte del mondo.

    Detto questo, ora l'attenzione va ai libri premiati.
    Dove ho avuto occasione di trovarle, ho messo alcune illustrazioni in più, purtroppo non tutte di buona qualità... solo per permettere di farvi una prima idea di ciascun titolo...


    SEZIONE FICTION - Vincitore

     Lizi Boyd, The Flashlight
    Chronicle Books, San Francisco, USA, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Si sta facendo buio e un bambino sbircia dalla tenda per guardare nell’oscurità. Usando la torcia, scopre la natura amica del mondo di notte. Questo libro è una poesia visiva, caratterizzato da illustrazioni deliziose e originali su carta nera, col colore limitato agli spazi illuminati dal fascio della torcia. The Flashlight racconta una storia semplice eppure profonda della curiosità di un bambino che supera le sue paure.

     Lizi Boyd, The Flashlight
    Chronicle Books, San Francisco, USA, 2014

     Lizi Boyd, The Flashlight
    Chronicle Books, San Francisco, USA, 2014

     Lizi Boyd, The Flashlight
    Chronicle Books, San Francisco, USA, 2014

    SEZIONE FICTION - Menzione speciale

    Adrien Parlange,  La Chambre du Lion,
    Albin Michel Jeunesse, Paris, France, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Questa storia rovescia la nozione comune di un bambino che ha paura di terribili creature striscianti nel buio della sua cameretta. Questa volta è un leone che ha paura di ciò che si nasconde nell’oscurità. Le eleganti illustrazioni minimaliste del libro hanno un tocco al contempo di antico e di fresco. La Chambre du Lion fa ricorso a ritmo e ripetizione ed è un’incantevole e rassicurante storia della buona notte.


    Adrien Parlange,  La Chambre du Lion,
    Albin Michel Jeunesse, Paris, France, 2014

    Adrien Parlange,  La Chambre du Lion,
    Albin Michel Jeunesse, Paris, France, 2014

    SEZIONE FICTION
     - Menzione speciale


    Sebastian Meschenmoser, 
    Gordon und Tapir,
    Thienemann-Esslinger Verlag, Stuttgart, Germany, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Questi libro narra la storia di un tapiro (confusionario) e un pinguino (ordinato) che condividono un appartamento. A causa delle personalità contrastanti, la strana coppia attraversa una serie esilarante di conflitti e divergenze. Le illustrazioni a matita colorata - in bianco, nero e con un uso intelligente dei colori - sono divertenti e dettagliate. Gordon und Tapir è un racconto delizioso di amicizia e tolleranza che superano enormi differenze di carattere.

    Sebastian Meschenmoser, Gordon und Tapir,
    Thienemann-Esslinger Verlag, Stuttgart, Germany, 2014

    Sebastian Meschenmoser, Gordon und Tapir,
    Thienemann-Esslinger Verlag, Stuttgart, Germany, 2014

    SEZIONE FICTION - Menzione speciale


    Costance Ørbeck-Nilssen/Akin Duzakin,
    Why am I here? (Hvorfor er Jeg her?),
    Magikon, Kolbotn, Norway, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Un racconto poetico, fresco e tradizionale al contempo, che ci parla di una bambina che immagina ampi scenari che vanno ben oltre il proprio mondo familiare. Il formato del libro, a paesaggio, contiene illustrazioni morbide e sognanti a piena pagina che rapidamente attraggono il lettore nel mondo fantastico della protagonista.

    SEZIONE FICTION
     - Menzione speciale


    Joung Yumi, My Little Doll’s House,
    Culture Platform Inc., Seoul, South Korea, 2015


    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Con illustrazioni fotorealistiche realizzate in maniera squisita, questo libro coraggioso conduce i lettori in una serie di difficili realtà psicologiche che affrontano i temi dell’identità del sé e della paura. La struttura inconsueta della narrazione visiva consolida il labirinto interiore dell’inconscio.

    SEZIONE FICTION
     - Menzione speciale 


    Jee Kyung-ae, The Little Wall,
    Bandal, 
    Gyeonggi-do, South Korea, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Nel raccontare la storia semplice di bambini che aspettano la mamma, questo libro ci presenta un muro come personaggio che fa compagnia e fornisce un senso di sicurezza e stabilità durante una temporanea separazione dal genitore. Grazie all’ampio formato paesaggio, le illustrazioni a tutto campo, serene ma coinvolgenti, ci mostrano uno spazio invaso da una carica emotiva.


    NON FICTION - Vincitore


    Anne-Margot Ramstein/Matthias Aregui, Avant Après
    Albin Michel Jeunesse, Paris, France, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Il libro illustra brillantemente il passare del tempo in una straordinaria moltitudine di modi. Senza parole, Avant Après si compone di coppie di immagini diversificate che mostrano quadri prima e dopo, dall’effetto inaspettato. Le illustrazioni sono chiare, dalla netta natura grafica ed essenziali, in una ricca tavolozza. Da una parte la sua non linearità invita il lettore a tuffarsi e a sfogliare le pagine a caso, ma poi la fine del libro induce nel lettore il desiderio di rileggerlo dall’inizio e di farlo lasciando passare il tempo.

    Anne-Margot Ramstein/Matthias Aregui, 
    Prima e Dopo
    L'Ippocampo, Milano, 2014

    Anne-Margot Ramstein/Matthias Aregui, 
    Prima e Dopo
    L'Ippocampo, Milano, 2014

    Anne-Margot Ramstein/Matthias Aregui, 
    Prima e Dopo
    L'Ippocampo, Milano, 2014

    NON FICTION - Menzione speciale



    Jangsun Kim/Hyun-gyung, 
    Oh, A Dandelion is a Dandelion,
    Iyagikot Publishing, Seoul, South Korea, 2014
     

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Questo libro poetico illustra il ciclo di vita di un tarassaco, dal seme alla dispersione nel vento. Delicate illustrazioni all’acquerello associate all’uso efficace dello spazio bianco e un testo scarno sottolineano come la pianta cresca e sopravviva in un contesto urbano e, in tal modo, si dimostra che anche le esistenze più piccole possono fiorire in un ambiente ostile e che le cose più normali della vita sono in realtà molto belle.

    NON FICTION - Menzione speciale 

    Hsin-Yu Sun, One Day in Beijing,
    Hsiao Lu Publishing Co. Ltd, Taipei, Taiwan, 2013

    Hsin-Yu Sun, One Day in Beijing,
    Hsiao Lu Publishing Co. Ltd, Taipei, Taiwan, 2013
    (anche Une journée à Pékin, L'Ecole des loisirs, Paris, 2013)

    Hsin-Yu Sun, One Day in Beijing,Hsiao Lu Publishing Co. Ltd, Taipei, Taiwan, 2013
    (anche Une journée à Pékin, L'Ecole des loisirs, Paris, 2013)

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Questo libro incentrato sulle immagini agisce su due livelli diversi. Di primo acchito sembra una guida di viaggio per l’infanzia che segue una bambina e il suo gatto nella visita alle principali attrazioni della città. A uno sguardo più ravvicinato, si rivela una critica sottile alla massiccia attività di costruzione avviata in concomitanza con le recenti Olimpiadi, a seguito della quale quartieri tradizionali della città sono stati sostituiti da imponenti edifici di stile occidentale, obbligando in tal modo la popolazione a vivere in anonimi appartamenti moderni. Si tratta di un libro prevalentemente in bianco e nero in cui i lampi di colore illustrano la protagonista e le sue avventure reali e immaginarie nella città.

    NON FICTION - Menzione speciale

    Jan Bajtlik, Typogryzmol (Typoscrawler),
    Dwie Siostry Wydawnictwo, Warszawa, Poland, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Questo libro è un viaggio coinvolgente e suggestivo all’interno della tipografia e invita il lettore bambino ad attingere alla propria creatività e scoprire cosa possono fare lettere e parole. Typogryzmol celebra l’idea compositiva fondendo diversi stili di repertori di immagini: collage, disegni e grafica, con un uso intelligente di colori fluorescenti che catturano l’attenzione.

    Jan Bajtlik, Typogryzmol (Typoscrawler),
    Dwie Siostry Wydawnictwo, Warszawa, Poland, 2014

    Jan Bajtlik, Typogryzmol (Typoscrawler),
    Dwie Siostry Wydawnictwo, Warszawa, Poland, 2014

    Jan Bajtlik, Typogryzmol (Typoscrawler),
    Dwie Siostry Wydawnictwo, Warszawa, Poland, 2014

    Jan Bajtlik, Typogryzmol (Typoscrawler),
    Dwie Siostry Wydawnictwo, Warszawa, Poland, 2014

    Jan Bajtlik, Typogryzmol (Typoscrawler),
    Dwie Siostry Wydawnictwo, Warszawa, Poland, 2014

    E questa per gli appassionati
    e le appassionate del genere...

    NON FICTION - Menzione speciale

    Jeanne Detallante/Camille Gautier,
     Cabinet de Curiosités,
    Actes Sud Junior, Arles, France, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Come suggerisce il titolo, il libro è una raccolta di oggetti curiosi e riesce intelligentemente a trasmettere la sensazione di un armadietto con il suo formato orizzontale e la rilegatura sul bordo superiore. Ogni doppia pagina mostra le meraviglie segrete del mondo, compresi unicorni e altri animali di fantasia. I colori brillanti e saturi delle illustrazioni riportano il lettore al periodo d’oro delle collezioni private di artefatti esotici che diedero poi origine ai musei moderni. Cabinet de Curiosités è fonte di meraviglia, scoperta e delizia.

    Jeanne Detallante/Camille Gautier,
     Cabinet de Curiosités,
    Actes Sud Junior, Arles, France, 2014

    Jeanne Detallante/Camille Gautier,
     Cabinet de Curiosités,
    Actes Sud Junior, Arles, France, 2014

    Jeanne Detallante/Camille Gautier,
     Cabinet de Curiosités,
    Actes Sud Junior, Arles, France, 2014

    Jeanne Detallante/Camille Gautier,
     Cabinet de Curiosités,
    Actes Sud Junior, Arles, France, 2014


    NEW HORIZONS - Vincitore

    Ruth Kaufman&Raquel Franco/Diego Bianki, 
    Abecedario
    Pequeño Editor (Diego Bianchi), 
    Buenos Aires, Argentina, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Questo libro dell’alfabeto incentrato sui verbi è allegro e del tutto fuori dal comune. Le pagine sono piene di energia, movimento e personaggi le cui azioni oscillano dall’ordinario all’assurdo. Abecedario è concepito con estrema cura, dalle illustrazioni stravaganti all’alta qualità della realizzazione fino alla rilegatura.


    Ruth Kaufman & Raquel Franco/Diego Bianki, 
    Abecedario
    Pequeño Editor (Diego Bianchi), 
    Buenos Aires, Argentina, 2014

    Ruth Kaufman & Raquel Franco/Diego Bianki, 
    Abecedario
    Pequeño Editor (Diego Bianchi), 
    Buenos Aires, Argentina, 2014

    NEW HORIZONS - Menzione speciale

    Pilar Gutierrez Llano/Samuel Castaño Mesa,
    Mils Oreas, Tragaluz Editores S.A.S.,
    Medellìn, Colombia, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Questo piccolo volume quadrato illustra con delicatezza i modi in cui le persone sorde percepiscono il mondo. Questo libro, in cui le immagini sono scelte con estrema attenzione e abbracciano lo spazio bianco, è quieto nella tonalità ma forte nel messaggio che trasmette.


    Pilar Gutierrez Llano/Samuel Castaño Mesa, 
    Mils Oreas, Tragaluz Editores S.A.S., 
    Medellìn, Colombia, 2014

    Pilar Gutierrez Llano/Samuel Castaño Mesa, 
    Mils Oreas, Tragaluz Editores S.A.S., 
    Medellìn, Colombia, 2014

    Pilar Gutierrez Llano/Samuel Castaño Mesa, 
    Mils Oreas, Tragaluz Editores S.A.S., 
    Medellìn, Colombia, 2014

    Pilar Gutierrez Llano/Samuel Castaño Mesa, 
    Mils Oreas, Tragaluz Editores S.A.S., 
    Medellìn, Colombia, 2014

    NEW HORIZONS - Menzione speciale

    Mariano Díaz Prieto, Mondo Babosa,
    Adriana Hidalgo Editora, 

    Buenos Aires, Argentina, 2014 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Senza parole, densa di illustrazioni, questa storia di una farfalla rossa accompagna il lettore in un viaggio dall’ordinario al surreale e ritorno. Di pari passo col procedere del racconto si evolve anche la prospettiva che svela il mondo da lontano e a distanza ravvicinata.



    Mariano Díaz Prieto, Mondo Babosa,
    Adriana Hidalgo Editora, 
    Buenos Aires, Argentina, 2014 


    Mariano Díaz Prieto, Mondo Babosa,
    Adriana Hidalgo Editora, 
    Buenos Aires, Argentina, 2014 


    Mariano Díaz Prieto, Mondo Babosa,
    Adriana Hidalgo Editora, 
    Buenos Aires, Argentina, 2014 


    Mariano Díaz Prieto, Mondo Babosa,
    Adriana Hidalgo Editora, 
    Buenos Aires, Argentina, 2014 


    Mariano Díaz Prieto, Mondo Babosa,
    Adriana Hidalgo Editora, 
    Buenos Aires, Argentina, 2014 

    Mariano Díaz Prieto, Mondo Babosa,
    Adriana Hidalgo Editora, 
    Buenos Aires, Argentina, 2014 

    Mariano Díaz Prieto, Mondo Babosa,
    Adriana Hidalgo Editora, 
    Buenos Aires, Argentina, 2014 

    Mariano Díaz Prieto, Mondo Babosa,
    Adriana Hidalgo Editora, 
    Buenos Aires, Argentina, 2014 

    NEW HORIZONS - Menzione speciale


    Park Yeoncheol, Teru Teru,
    SigongJunior, Seoul, South Korea, 2013


    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Questo libro è la rappresentazione contemporanea di una forma di narrazione tradizionale coreana. Particolare attenzione è stata dedicata a composizione, equilibrio, colore e consistenza materica. Teru Teru è imperniato su quadretti fotografici che creano una messa in scena di gusto teatrale.

    NEW HORIZONS - Menzione speciale

    Nadine Touma/Hassan Zahreddine,
    Sama, Dar Onboz, Sami El Solh, Beirut, Lebanon, 2015


    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Questo libro di grande formato fonde un immaginario contemporaneo con un metodo di stampa tradizionale. Le suggestive illustrazioni creano un’atmosfera surrealista. La costruzione controllata e sofisticata si caratterizza per la struttura ellittica, l’ampiezza dello spazio bianco e la calligrafia meravigliosa.

    NEW HORIZONS - Menzione speciale

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), 

    Lviv, Ukraine, 2015

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    All’improvviso scoppia la guerra e tutto cambia. In queste illustrazioni intense e sorprendentemente giocose, Rondo e i suoi amici trovano una soluzione brillante e la pace torna a fiorire. The War that Changed Rondo apre una finestra su un problema difficile e onnipresente nel mondo reale, ma allo stesso tempo pone l’accento su speranza e comprensione.


    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -

    Romana Romanyshyn/Andriy Lesiv, 
    The War that Changed Rondo,
    Vydavnytstvo Starogo Leva
    (The Old Lion Publishing House), Lviv, Ukraine, 2015
    - immagine presa da https://www.behance.net/ -


    OPERA PRIMA - Vincitore



    Maria Ana Peixe Dias&Inês Teixeira do Rosário/Bernardo P. Carvalho, 
    Là Fora-Guia para Descobrir a Natureza
    Planeta Tangerina, Carcavelos, Portugal, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Questo volume denso è costruito magistralmente con tipografia elegante e una tavolozza brillante a due colori. Tuttavia, la sua bellezza più autentica ha origine dal contrasto tra il formato tradizionale del libro-guida con chiare spiegazioni scientifiche e le illustrazioni, infuse di lirismo e giocosità. Là Fora è una proposta eccellente per coinvolgere i lettori e insegnare loro ad ammirare e rispettare tutto ciò che si trova “là fuori”, come suggerisce il titolo.

    Maria Ana Peixe Dias&Inês Teixeira do Rosário/Bernardo P. Carvalho, 
    Là Fora-Guia para Descobrir a Natureza
    Planeta Tangerina, Carcavelos, Portugal, 2014

    Maria Ana Peixe Dias&Inês Teixeira do Rosário/Bernardo P. Carvalho, 
    Là Fora-Guia para Descobrir a Natureza
    Planeta Tangerina, Carcavelos, Portugal, 2014

    Maria Ana Peixe Dias&Inês Teixeira do Rosário/Bernardo P. Carvalho, 
    Là Fora-Guia para Descobrir a Natureza
    Planeta Tangerina, Carcavelos, Portugal, 2014

    Maria Ana Peixe Dias&Inês Teixeira do Rosário/Bernardo P. Carvalho, 
    Là Fora-Guia para Descobrir a Natureza
    Planeta Tangerina, Carcavelos, Portugal, 2014

    OPERA PRIMA - Menzione speciale


    Ana Pez, Mon Petit Frère Invisible,
    L'Agrume, Paris, France, 2014


    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    A una prima lettura, si tratta della semplice storia di una bambina e del fratello minore, ma grazie all’uso intelligente di occhiali colorati emergono una seconda storia e un punto di vista alternativo. Man mano che il bambino si sposta “invisibilmente” attraverso il racconto, la variazione della prospettiva lungo tutto Mon Petit Frère Invisible getta luce sulla posizione del bambino nel suo muoversi nel mondo degli adulti.

    Ana Pez, Mon Petit Frère Invisible,
    L'Agrume, Paris, France, 2014

    Ana Pez, Mon Petit Frère Invisible,
    L'Agrume, Paris, France, 2014

    Ana Pez, Mon Petit Frère Invisible,
    L'Agrume, Paris, France, 2014

    Ana Pez, Mon Petit Frère Invisible,
    L'Agrume, Paris, France, 2014


    OPERA PRIMA - Menzione speciale


    Madalena Moniz, Hoje Sinto-me,
    Orfeu Negro, Lisboa, Portugal, 2014 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Questo libro dell’alfabeto è molto bello e insolito. Si allontana dal cliché e utilizza arguzia, bizzarria e metafora nelle illustrazioni di ogni lettera, piene di incanto e del tutto inaspettate. Nell’illustrare emozioni al posto di oggetti, Hoje Sintoment è uno straordinario dizionario dei sentimenti.

    Madalena Moniz, Hoje Sinto-me
    Orfeu Negro, Lisboa, Portugal, 2014

    Madalena Moniz, Hoje Sinto-me
    Orfeu Negro, Lisboa, Portugal, 2014

    Madalena Moniz, Hoje Sinto-me
    Orfeu Negro, Lisboa, Portugal, 2014


    Madalena Moniz, Hoje Sinto-me
    Orfeu Negro, Lisboa, Portugal, 2014

    Madalena Moniz, Hoje Sinto-me
    Orfeu Negro, Lisboa, Portugal, 2014

    OPERA PRIMA - Menzione speciale


    Jung Jinho, Look Up!,
    Hyeonamsa Publishing Co., Ltd,
    Seoul, South Korea, 2014 


    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Una bambina in carrozzina guarda in basso dal balcone di casa propria. L’opera comprende due diversi piani narrativi e una prospettiva a volo d’uccello. Si tratta di un racconto forte e commovente che mette in contrasto il movimento delle persone per strada e l’immobilità della protagonista che li guarda dall’alto. Col procedere della storia si sviluppa tra loro un rapporto pieno di gioia.


    I 50 ANNI DEL BOLOGNARAGAZZI AWARD


    Quest’anno il BolognaRagazzi Award festeggerà i 50 anni e, per l’importante anniversario, la Fiera e l’Università di Bologna - con il suo Centro di Ricerca in Letteratura per l’Infanzia – renderanno pubblico il risultato dell’indagine sui vincitori di questo primo mezzo secolo del Premio, offrendo una lettura dell’evoluzione del libro per ragazzi degli ultimi 50 anni; a corredo sarà organizzata in Fiera una mostra dei libri più significativi accompagnati da una carrellata di tutti i vincitori e i menzionati. 




    IL BOLOGNARAGAZZI AWARD AI TEMPI DELL'EXPO: I VINCITORI DELLA NUOVA SEZIONE BOOKS&SEEDS



    Il 2015 è anche l’anno di Expo e del suo tema “Nutrire il Pianeta”. Per questa occasione il BolognaRagazzi Award presenterà una speciale sezione del premio: Books & Seeds/Libri & Semi. 205 titoli dal mondo che concorrono ad aprire un proficuo confronto fra culture e problematiche diverse. Books&Seeds è dedicato ai temi dell’agricoltura, della coltivazione biologica, della biodiversità, dell’abbondanza e del deficit alimentare, della nutrizione, della sicurezza e della cucina. Questi temi sono particolarmente vicini a BolognaFiere, che da oltre 25 anni organizza SANA, uno dei principali eventi internazionali dedicato ai prodotti biologici e naturali. Grazie a questa esperienza BolognaFiere è divenuto official partner di Expo 2015 e curerà il Parco della Biodiversità. 


    La Giuria di Books&Seeds:

    Fanuel Hanan Diaz, Dinah Fried, Stefano Salis, Claudia Soeffner

    Marisa Strozzi, Vicepresidente Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare

    Gino Fabbri, premio mondiale di pasticceria

    Sara Roversi, Youcangroup

    Nicoletta Gramantieri, responsabile biblioteca Salaborsa Ragazzi, Bologna

    Presidente Onorario: Susanna Tamaro


    Il risultato dell’iniziativa sarà una mostra dei libri più belli partecipanti al premio, presentata in anteprima a Bologna e quindi all’Expo nel Parco della Biodiversità realizzato da BolognaFiere. 


    BOOK&SEEDS - Vincitore



    Gaëtan Dorémus, Frigo Vide,
    Seuil Jeunesse, Paris, France, 2009

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Un libro alto e stretto come un palazzo, uno dei tanti in tutte le città. Il protagonista è l'inquilino che vive in cantina e suggerisce una soluzione per risolvere il problema. Risale le scale e si fa filo conduttore della storia bussando alle porte di tutti piani, dove incontra le persone che porgono cibi e insieme fanno un progetto di cucina. La verticalità del palazzo cambia forma, la rotondità della tavola rotonda così come la grande tortiera colorata ravviva le pagine del libro. Il colore è la convivialità che esce dal palazzo e si diffonde agli altri palazzi. E dalle case alle strade, i colori contaminano la comunità festante. E forse è un sogno? Si possono avverare I sogni? Il libro sottolinea il valore del cibo nella socialità, un bisogno che ci unisce e diventa una opportunità per tutti, come la tortiera posta nel forno è il risultato delle soluzioni creative collettive.

    Gaëtan Dorémus, Frigo Vide,
    Seuil Jeunesse, Paris, France, 2009

    Gaëtan Dorémus, Frigo Vide,
    Seuil Jeunesse, Paris, France, 2009

    Gaëtan Dorémus, Frigo Vide,
    Seuil Jeunesse, Paris, France, 2009

    Gaëtan Dorémus, Frigo Vide,
    Seuil Jeunesse, Paris, France, 2009

    Gaëtan Dorémus, Frigo Vide,
    Seuil Jeunesse, Paris, France, 2009

    BOOK&SEEDS - Menzione speciale

    Monica Hughes Luis Garay,
    Un Punado De Semillas,
    Calibroscopio Ediciones/Ediciones Ekaré
    (Buenos Aires, Argentina/Barcelona, Spain - Caracas, Venzuela, 2013)

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Una storia che parla di semi che racchiudono in sé storie di coraggio, dignità e libertà, ambientata in Sud America tra povertà e tradizioni tramandate. Concepción rappresenta tutti i bambini e le bambine abbandonate; con un pugno di semi e l’integrità morale ereditata dalla nonna dimostra che risparmiare le sementi per la semina successiva e condividere con gli altri è l’unica salvezza per la comunità. Questo libro, sensibilizzando coloro che hanno famiglia, cibo e un posto dove vivere, può far germogliare nel lettore, come un seme, il desiderio di costruire un mondo migliore.

    Monica Hughes Luis Garay,
    Un Punado De Semillas,
    Calibroscopio Ediciones/Ediciones Ekaré
    (Buenos Aires, Argentina/Barcelona, Spain - Caracas, Venzuela, 2013)

    Monica Hughes Luis Garay,
    Un Punado De Semillas,
    Calibroscopio Ediciones/Ediciones Ekaré
    (Buenos Aires, Argentina/Barcelona, Spain - Caracas, Venzuela, 2013)

    Monica Hughes Luis Garay,
    Un Punado De Semillas,
    Calibroscopio Ediciones/Ediciones Ekaré
    (Buenos Aires, Argentina/Barcelona, Spain - Caracas, Venzuela, 2013)

    Monica Hughes Luis Garay,
    Un Punado De Semillas,
    Calibroscopio Ediciones/Ediciones Ekaré
    (Buenos Aires, Argentina/Barcelona, Spain - Caracas, Venzuela, 2013)


    BOOK&SEEDS - Menzione speciale


    Alain Serres / Aurélia Fronty,
    Une Cusine Qui Sent Les Bon Les Soupes Du Monde,
    Rue du Monde (Voisins-Le-Bretonneux, France, 2012)

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Un viaggio alla scoperta del mondo attraverso la zuppa, un simbolo della cucina popolare universale. 75 ricette da 22 paesi, zuppe bollenti per scaldare le fredde notti d’inverno o fresche per alleggerire le calde giornate estive, salate e dolci, spezie colorate, storie di contesto e dettagli curiosi su gli ingredienti più insoliti. Nella vita quotidiana dei giorni nostri come in passato, la zuppa profuma la casa, si mangia in famiglia e non ha bisogno di grande cura nella preparazione; bolle in solitudine e necessita solo di alimenti semplici e genuini.


    Alain Serres / Aurélia Fronty,
    Une Cusine Qui Sent Les Bon Les Soupes Du Monde,
    Rue du Monde (Voisins-Le-Bretonneux, France, 2012)

    BOOK&SEEDS - Menzione speciale


     Martine Gasparov / Violaine Leroy
    A Table! Petite Philosophie Du Repas,
    Gallimard Jeunesse (Paris, France, 2014)

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    A table! con nitore mette al centro il gesto quotidiano del nutrirsi, indagandone gli aspetti culturali, storici, antropologici, sociali e psicologici. Attraverso una lingua chiara, ma ricca e non banalizzante conduce a una riflessione, sostanziata dal ricorso alla filosofia e alle esperienze di tutti i giorni, in grado di riattribuire senso e valore a un gesto quotidiano che esce in questo modo dall’ambito dell’individualità per connettersi con vicende e sorti collettive.



     Martine Gasparov / Violaine Leroy
    A Table! Petite Philosophie Du Repas,
    Gallimard Jeunesse (Paris, France, 2014)
    (immagine presa da http://deslivresetlesenfants.blogspot.it/)

     Martine Gasparov / Violaine Leroy
    A Table! Petite Philosophie Du Repas,
    Gallimard Jeunesse (Paris, France, 2014)
    (immagine presa da http://deslivresetlesenfants.blogspot.it/)

     Martine Gasparov / Violaine Leroy
    A Table! Petite Philosophie Du Repas,
    Gallimard Jeunesse (Paris, France, 2014)
    (immagine presa da http://deslivresetlesenfants.blogspot.it/)

    BOOK&SEEDS - Menzione speciale


    Katarzyna Bogucka/Szymon Tomiło, 
    Wytwórnik Kulinarny
    Wytwórnia, Warszawa, Polonia, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Una cucina è il punto di partenza di questo libro che lascia molti spazi bianchi all’interpretazione di chi legge e alla possibilità di intervenire nella realizzazione stessa del libro. Il lettore pagina dopo pagina è chiamato tramite le attività che è invitato a compiere, a diventare protagonista di luoghi, azioni, scelte legate al cibo, dall’allestimento della tavola e della convivialità, all’acquisto, alla coltivazione. Le situazioni proposte nelle grandi pagine si prestano a essere personalizzate e a divenire per ogni lettore, attraverso il fare, una sorta di riflessione attorno agli aspetti relativi all’esperienza del cibo che quotidianamente ci toccano.


    Katarzyna Bogucka/Szymon Tomiło, 
    Wytwórnik Kulinarny
    Wytwórnia, Warszawa, Polonia, 2014

    Katarzyna Bogucka/Szymon Tomiło, 
    Wytwórnik Kulinarny
    Wytwórnia, Warszawa, Polonia, 2014

    Katarzyna Bogucka/Szymon Tomiło, 
    Wytwórnik Kulinarny
    Wytwórnia, Warszawa, Polonia, 2014

    Katarzyna Bogucka/Szymon Tomiło, 
    Wytwórnik Kulinarny
    Wytwórnia, Warszawa, Polonia, 2014

    Katarzyna Bogucka/Szymon Tomiło, 
    Wytwórnik Kulinarny
    Wytwórnia, Warszawa, Polonia, 2014

    BOOK&SEEDS - Menzione speciale


    Young-Eun Ahn/Seong-Hee Kim, 
    The Largest Cake in the World,
    Junior Gimm-Young Publishers Inc.,
    Gyeonggi-do, South Korea, 2014

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA  
    Il libro è molto ambizioso, prende spunto dalla ricostruzione di un evento storico realmente accaduto XV secolo. Il libro esplora un tema poco noto della grande cultura gastronomica rinascimentale. La tecnica delle illustrazioni ci restituisce in chiave fantastica il rigore della scienza di cucina, che vive immersa nell'arte, nell'architettura e nelle invenzioni del periodo leonardesco. La maestosità delle ricette, il trionfo delle strutture e dei colori si confondono con i personaggi di una favola. Nell'ultima pagina ironicamente, il protagonista Leonardo, appare intento a disegnare un nuovo progetto e alle sue spalle con la sagoma appena accennata dell'Ultima Cena.


    BOLOGNARAGAZZI DIGITAL AWARD
    I vincitori della sezione BolognaRagazzi Digital Award saranno resi noti nelle prossime settimane.


    Inoltre, una prima anticipazione di ciò che vedremo in Fiera:

    CELEBRATING ALICE’S 150th ANNIVERSARY

    Per celebrare i 150 anni di “Alice nel paese delle meraviglie”, il testo principe della letteratura inglese per bambini, Bologna Children's Book Fair organizzerà diverse iniziative sia dentro la Fiera che in città: 

    - il convegno internazionale “150 anni di Meraviglie”, per ripercorrere gli aspetti che hanno reso ‘classico’ il libro di Alice e una vera e propria icona il suo personaggio.

    - una mostra bibliografica che presenterà le edizioni più importanti provenienti dagli editori di tutto il mondo;


    - un incontro tra i traduttori che hanno saputo trasferire al mondo intero la ricchezza e la complessità della lingua del grande scrittore inglese ;

    - una rassegna filmografica curata dalla Cineteca di Bologna, che comprenderà non soltanto le dirette trasposizioni dal romanzo, ma anche altri titoli comunque ispirati o influenzati dall'opera di Carroll.



    Infine, il Paese Ospite...

    CROAZIA: “LIVING WATERS, LIVING STORIES”


    Il Paese ospite d’onore quest’anno sarà la Croazia, che con il progetto “Living Waters, Living Stories”- da “living water”, importante elemento della mitologia slava - presenterà diverse iniziative, in fiera e in città, tra cui una grande mostra di illustratori contemporanei, offrendo l’opportunità di avvicinarsi alla sua realtà e ai suoi scenari editoriali.

    BOLOGNA CHILDREN'S BOOKFAIR 2015. I VINCITORI E I SELEZIONATI DEL BOLOGNARAGAZZI DIGITAL AWARD

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    Anche per l’edizione 2015 la Fiera del Libro per Ragazzi propone il BolognaRagazzi Digital Award dedicato al libro digitale. L’iniziativa, giunta oggi al suo 4° anniversario, intende promuovere e mettere in luce le modalità innovative di sviluppo per l’editoria digitale destinata all’infanzia attraverso le nuove tecnologie, che offrono straordinarie opportunità agli autori di racconti per bambini. Il Premio, che prevede le due categorie Fiction e Non Fiction, si rivolge a tutti gli editori e sviluppatori di app indirizzate a bambini e ragazzi dai 2 ai 15 anni ed è organizzato in collaborazione con la rivista statunitense "Children’s Technology Review".



    Per l’edizione 2015 del premio, quattro giurati esperti hanno passato al vaglio 192 candidature provenienti da 27 paesi, selezionando un solo vincitore, quattro menzioni e dieci finalisti. Ognuna di queste opere rappresenta un contributo importante all’editoria per ragazzi: produzioni eccellenti e innovative nell'ambito delle app del mondo editoriale. 


    La giuria del BolognaRagazzi Digital Award 2015:






    Warren Buckleitner si occupa di media interattivi per ragazzi dal 1980. Insegna Design Interattivo al College of New Jersey ed è editore della "Children's Technology Review". Ha creato l’Istituto Dust or Magic e la Fondazione Mediatech. Si è occupato di tecnologie per ragazzi per conto del "New York Times" per una decina di anni. 






    Cristina Mussinelliè membro del Board dell’Associazione Italiana Editori in cui è responsabile delle aree relative all’innovazione tecnologia e dell’editoria digitale. È Segretario Generale della Fondazione LIA, un’organizzazione non-profit finalizzata alla promozione dei libri e della lettura in tutte le loro forme, sia tradizionali che digitali, con particolare riferimento a persone affette da problemi visivi. Dal 2010 è membro del Board dell’IDPF (International Digital Publishing Forum), l’associazione per il commercio e gli standard internazionali nell’editoria digitale che diffonde e mantiene gli standard EPUB. 


    Klaas Verplanckeè un illustratore/autore a tempo pieno ed è docente all’Accademia Reale di Belle Arti di Anversa. È stato il primo giurato fiammingo per la Mostra Illustratori della Fiera del Libro per Ragazzi nel 2004 ed è stato insignito di una serie di premi nazionali e internazionali culminati nel premio BolognaRagazzi Award per Ozewiezewoze e nella menzione speciale per Jot (2001), come finalista all'Hans Christian Andersen Award for Illustration (2006) e nove nomination consecutive per l'Astrid Lindgren Memorial Award per la sua intera opera. 




    Max Whitbyè co-fondatore e Direttore di Touchpress Ltd e ha cominciato la sua carriera alla BBC, dove ha avviato una prima collaborazione con Apple. Ha co-diretto l’acquisizione e la conseguente offerta pubblica iniziale della pionieristica Interactive Television Unit della BBC. Nel 2010 ha fondato la app developer Touchpress insieme a Theodore Gray, un’impresa di spicco nel settore. È stato Direttore Generale per i primi quattro anni, periodo in cui Touchpress ha pubblicato numerose app innovative, tra cui The Elements, The Waste Land, The Orchestra e Disney Animated, nominata da Apple Migliore App per iPad del 2013. Ha ora intrapreso una nuova iniziativa: la RGB Research.




    SEZIONE FICTION - Vincitore


    My Very Hungry Caterpillar
    - StoryToys - Irlanda 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Il vincitore dell’edizione 2015 ha proiettato un’apprezzata opera per bambini nel mondo digitale in maniera brillante, con un’interattività, uno humor e una serie di sorprese coinvolgenti e adatte alla storia originale. I bambini aiutano il famoso bruco di Eric Carle a crescere. La giuria ha dichiarato che “questa applicazione è stata sviluppata in maniera brillante, con una programmazione fluida e una grafica 3D che riesce a comunicare appieno senza l’utilizzo di parole, dando così nuova profondità a un classico della letteratura per bambini. A differenza dei molteplici altri tentativi di trasferire personaggi famosi della letteratura per bambini sullo schermo interattivo, questa app mette il dito del bambino al centro della storia per aiutare il bruco attraverso ogni fase della sua vita”. 


    SEZIONE FICTION - Menzione


    David Wiesner’s Spot
    -
     Houghton Mifflin Harcourt - USA 


    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    È un delizioso esempio di come un maestro illustratore possa sfruttare il potenziale di uno schermo multi-touch per creare un’opera accattivante con un’immaginazione infinita. Nonostante una navigazione un po’ incerta e la mancanza di una narrativa unificante, la giuria ha dichiarato che “già i soli obiettivi di questo progetto tolgono il fiato e sono particolarmente degni di nota”.


    SEZIONE NON-FICTION - Menzione


    Good Night Dada
    Elastico - Italia

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Un design giocoso, potente e reattivo è sapientemente unito a vivaci personaggi, in questa storia interattiva progettata per aiutare i bambini a superare la paura del buio. La giuria ha dichiarato che il design reattivo è stato apprezzato dai giovani tester grazie alle incantevoli scoperte in ogni schermata.



    SEZIONE NON-FICTION - Menzione


    Forme in Gioco (Forms in Play)
    Minibombo - Italia 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    È un esempio davvero affascinante di design creativo con una semplicità disarmante. Anche i bambini più piccoli possono pensare fuori dagli schemi facendo collegamenti tra forme semplici e oggetti più complessi. Un cerchio può essere una ruota, una nuvola o un pulsante. La giuria ha elogiato gli sviluppatori “per aver creato un ambiente in cui il gioco si mescola con l’esplorazione”.



    SEZIONE NON-FICTION - Menzione 


    Toca Nature
    Toca Boca - Svezia 


    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    È una simulazione biologica eccelsa e giocosa che invita i bambini a costruire, sviluppare ed esplorare il loro ecosistema. La reattività istantanea dell’appè impressionante, anche se la qualità visiva è stata inevitabilmente compromessa. Gli elementi migliori sono la profondità reale e la qualità dell’interazione che rendono quest’opera un autentico ambiente di apprendimento gestito dal bambino.




    I FINALISTI DEL PREMIO (in ordine alfabetico)


    Le seguenti opere sono state definite degne di nota dalla giuria per il loro contributo innovativo in questo campo. 


    AstroPolo di Edoki (Francia) 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Ha colpito la giuria per l’affascinante mix tra la tradizionale animazione a passo uno e un contesto futuristico nello spazio. I giochi richiedono un’ampia gamma di abilità e alcuni di questi fanno ricorso all’interattività vocale. 


    Auschwitz, a Tale of Wind di Paragrafo blu (Italia) 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Tratta efficacemente un tema molto serio con rispetto e un tocco di leggerezza. L’opera evita le insidie date dalla grande tristezza e dai sentimenti oscuri dell’argomento, trovando comunque un equilibrio tra confronto, arte e poesia grazie all’alternanza di narrativa visuale e testuale e la speciale attenzione nel rivelare dettagli sorprendenti che portano luce e speranza. La giuria ha inoltre valutato positivamente il tentativo di includere una linea temporale e delle mappe. 



    Fiete, a Day in a Farm di Ahoiii Entertainment (Germania) 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Contiene animazioni accattivanti e arte contemporanea valorizzata da un tema importante come quello agricolo e da giochi che legano il tutto. La giuria ha apprezzato la navigazione progressiva da mattina a sera studiata per “pensare fuori dal libro”. 


    Lars and Friends di Carla Susanto  (USA) 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    È stato inserito tra i finalisti grazie alla sua avvincente combinazione tra narrativa e informazione fatta in modo molto elegante. La giuria ha dichiarato che “l’animazione e la stilizzazione dei cavalli è particolarmente degna di nota e dà prova di grande abilità artistica e accademica”. 


    Loose Strands 
    di Darned Socks Productions (Canada) 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Utilizza una tecnica di navigazione innovativa che permette a un lettore più grande di scegliere la direzione della storia seguendo una ciocca di capelli che cresce. La giuria ha apprezzato questo approccio innovativo nel presentare una storia con finali multipli, dichiarando che “questa app contiene lezioni di design per ogni moderno autore per adolescenti”. 


    Metamorphabet di Patrick Smith (USA) 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    È una vera e propria sagra di immaginazione grafica, con transizioni, effetti e interazioni ipnotizzanti. Ogni click apre le porte a una nuova e sorprendente prospettiva in un mondo in cui le lettere diventano immagini in 3D. La giuria ha dichiarato: “è l’esecuzione giocosa e affascinante di un’idea semplice”. 


    My Little Cook: Cucino Ottimi Spuntini di gradoZero (Italia) 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Unisce elementi giocosi di cucina con ricette vere e gustose oltre alla possibilità di utilizzare la fotocamera per mettere la propria identità sotto al cappello da chef. La giuria: “è sempre bello scoprire tanta autenticità e un così forte collegamento col mondo reale in una app”. 


    Sago Mini Fairy Tails
     - Sago Sago (Canada) 

    LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA 
    Colloca un design interattivo semplice e intuitivo che può essere utilizzato in autonomia anche da un bambino molto piccolo in un bellissimo insieme di 30 fiabe popolari. 


    Le conclusioni della Giuria:
    La magia della tecnologia interattiva è stata abilmente intrecciata all’illustrazione, alla narrativa e all’ingegno “vecchia scuola” di altissima qualità, creando un’esperienza ricca e deliziosa da esplorare: questo rappresentano i finalisti e i vincitori del BolognaRagazzi Digital Award 2015, la capacità di pensare oltre la pagina.

    TORREDILIBRI 2015: TRE MOSTRE, UN PREMIO, UN PROGETTO SPECIALE E MOLTO ALTRO... A FARLA DA PROTAGONISTA, IL LIBRO ILLUSTRATO

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      disegno tratto da Il grande Alfredo 
    di Spider, Orecchio acerbo, 2010


    Mancano solo pochi giorni al via dell'edizione 2015 di TORREDILIBRI-mostra d’illustrazione e promozione della lettura che si svolgerà  dal 17 al 29 marzo alCine-Teatro Comunale di Torre San Patrizio (FM).

    Curata da UOLLAS associazione culturale, la manifestazione presenta ogni anno una rassegna di libri illustrati pubblicati da importanti case editrici, al fine di promuovere e diffondere l'attitudine alla lettura, l'avvicinamento all'arte figurativa, alle tecniche di illustrazione e alla cultura del libro nel suo complesso. Al centro del pensiero che sostiene TORREDILIBRI, il LIBRO ILLUSTRATO, ritenuto un territorio privilegiato per la formazione culturale dei più giovani, oltre che oggetto d’arte applicata formato dal testo, dalle illustrazioni, dalla grafica e dalla tecnica di stampa, presentato attraverso la promozione e la valorizzazione offerte dai percorsi didattici, mostre delle tavole originali di libri, letture, visite guidate pensate per le scuole e laboratori tematici.

    La nuova edizione, che già sulla carta mantiene la promessa degli inizi, quella di proporre temi, mostre e attività di grande interesse e qualità, oltre a ospitare talentuosi illustratori di fama italiana e internazionale, editori, scrittori, esperti del settore e a promuovere un progetto davvero speciale, porta con sé, come vedrete, alcune ottime novità.

    Illustratori in mostra e gli ospiti di TORREDILIBRI 2015:

    Alicia Baladan - Spider - Pia Valentinis Gek Tessaro - Cristina Bellemo - Simone Rea - Mauro Evangelista - Nadia Terranova - Claudia Palmarucci - Giacomo Garelli - Anna Forlati - ARS IN FABULA Elena Carrano - Progetto Nati per leggere ELSE, Edizioni Libri Serigrafici E altro Sonia Basillico – Daniela Tieni Francesco Giustozzi – Daniela Iride Murgia Marco Lorenzetti Marco Somà - Pablo Auladell -


    Interessante anche la scelta dei titoli di LIBRI IN MOSTRA, l'idea che l'urgenza di un'esposizione non sia solo quella di proporre le ultime uscite editoriali, ma piuttosto quella di recuperare e far conoscere alcuni dei libri più belli e significativi che già abitano i cataloghi italiani, al maggior numero di bambini e persone possibili:



    Cristina Bellemo, La leggerezza perduta,
    illustrato da Alicia Baladan,
    Topipittori, Milano, 2014

    Cristina Bellemo, La leggerezza perduta,
    illustrato da Alicia Baladan,
    Topipittori, Milano, 2014

    Cristina Bellemo, La leggerezza perduta,
    illustrato da Alicia Baladan,
    Topipittori, Milano, 2014


     Paola Predicatori, I libri di Maliq,
    illustrato da Anna Forlati,
    Rizzoli,
    2014 

     Paola Predicatori, I libri di Maliq,
    illustrato da Anna Forlati,
    Rizzoli,
     2014 

     Paola Predicatori, I libri di Maliq,
    illustrato da Anna Forlati,
    Rizzoli,
     2014 


    Gek Tessaro, Io sono un ladro di bestiame felice,
    Il Castoro, Milano, 2013

    Gek Tessaro, Io sono un ladro di bestiame felice,
    Il Castoro, Milano, 2013

    Gek Tessaro, Io sono un ladro di bestiame felice,
    Il Castoro, Milano, 2013


    Raccontare gli alberi
    illustrato da Mauro Evangelista e Pia Valentinis, 
    Rizzoli, Milano, 2012

    Raccontare gli alberi
    illustrato da Mauro Evangelista e Pia Valentinis, 
    Rizzoli, Milano, 2012
    Raccontare gli alberi
    illustrato da Mauro Evangelista e Pia Valentinis, 
    Rizzoli, Milano, 2012

    Raccontare gli alberi
    illustrato da Mauro Evangelista e Pia Valentinis, 
    Rizzoli, Milano, 2012



    Spider, Il grande Alfredo,
    Orecchio acerbo, Roma, 2010 

    Spider, Il grande Alfredo
    Orecchio acerbo, Roma, 2010 

    Spider, Il grande Alfredo
    Orecchio acerbo, Roma, 2010 

    THE CHILDREN WATCHING US/I BAMBINI CI GUARDANO è, invece, la mostra delle foto dei bambini della scuola elementare di Torre San Patrizio,  un progetto pensato e scattato da Luca Tortolini in quella che racconta essere stata una mattinata di grande divertimento a scuola: «ho allestito un piccolo set artigianale e ho cominciato a scattare foto. In totale sono circa 40 fotografie. All'inizio pensavo di affiggerle come manifesti sulle pareti esterne del Teatro dove si svolge TORREDILIBRI, ma poi ho avuto un ripensamento, le metteremo all'interno del teatro, sul palco, dove i bambini andranno a fare i laboratori, per dare rilievo al vero significato della mostra che sta nel titolo della serie, appunto: "i bambini ci guardano". (Grazie De Sica e grazie Zavattini)».


    "The children watching us/I bambini ci guardano"
    © Luca Tortolini 
    (qui potete vedere altri scatti)

    "The children watching us/I bambini ci guardano"
    © Luca Tortolini

    "The children watching us/I bambini ci guardano"
    © Luca Tortolini

    "The children watching us/I bambini ci guardano"
    © Luca Tortolini

    "The children watching us/I bambini ci guardano"
    © Luca Tortolini

    "The children watching us/I bambini ci guardano"
    © Luca Tortolini

    "The children watching us/I bambini ci guardano"
    © Luca Tortolini


    Credendo fortemente nel valore della promozione della lettura e della cultura del libro, da quest'anno TORREDILIBRI diverrà festival itinerante, in modo da coinvolgere sempre più scuole, più insegnanti, più bambini e cittadini del territorio del fermano e della Regione Marche (il festival, inoltre, è rivolto anche a tutti gli interessati operatori culturali, artisti, lettori, con maggiore predilezione per gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori).

    Con lo stesso scopo, vocazione e inspirazione, è nato il PREMIO400COLPI-TORREDILIBRIdove i bambini e i ragazzi, la migliore delle giurie a mio avviso, premiano i fumetti e i film usciti nel corso del 2014.




    I 400 colpi (Les 400 Coups, 1959) è il titolo del primo lungometraggio di François Truffaut in cui sono raccontate le vicende del giovanissimo Antoine Doinel. Truffaut nell’arco di tutta la sua carriera è tornato più volte a raccontare storie di bambini, di adolescenti, in modo mai banale, sempre attento, intelligente e lucido, lasciandoci delle opere importanti. 

    La scelta di chiamarlo il PREMIO400COLPI-TORREDILIBRI, indetto da UOLLAS associazione culturale con il Comune di Torre San Patrizio,  vuole esprimere la volontà di dare una vicinanza di identità, carattere e missione a quello che è il mondo poetico di François Truffaut.

    L’intento del Premio è quello di promuovere la lettura e la cultura del libro (inoltre dei film e degli altri prodotti culturali destinati ai giovani) nelle scuole, in modo che gli alunni possano lavorare sui libri analizzandoli, per apprezzarne al meglio il loro valore. 

    L’atto del premiare comporta la responsabilità della conoscenza, attraverso l’approfondimento e l’analisi dell’oggetto-culturale che viene preso in esame.

    La giuria, composta dai bambini e dalle bambine delle elementari, dai ragazzi e dalle ragazze delle scuole medie e superiori, valuterà ogni libro (fumetto – film) selezionato e ogni membro esprimerà il proprio voto.

    Per la prima edizione le categorie individuate sono:  la "Categoria Libri-Illustrati" (divisa in tre fasce d’età) e  la "Categoria Fumetti", entrambe per i libri pubblicati nell'anno 2014.

    Comitato di selezione – a cura di UOLLAS associazione culturale.


    CATEGORIA LIBRO ILLUSTRATO:

    fascia 6 – 7 anni

    La mia famiglia selvaggia (Laurent Moreau, Orecchio Acerbo)
    Manifesto segreto (Guido Scarabottolo, Vànvere Edizioni)
    Il domatore di foglie (Pina Irace/Maria Moja, ZOO libri)
    Pupuppidù orsi in pista (Benjamin Chaud, Franco Cosimo Panini Editore)
    I cinque malfatt(Beatrice Alemagna, Topipittori)

    fascia 8 – 9 - 10 anni 

    Pum! Pum! (Davide Calì/Maddalena Gerli, ZOOlibri)
    L’orso che non c’era (Oren Lavie/Wolf Erlbruch, edizioni E/O)
    Lindbergh – l’avventurosa storia del topo che sorvolò l’oceano (Torben Kulhmann, Orecchio Acerbo)
    Il pilota e il Piccolo Principe – la vita di Antoine de Saint-Exupery (Peter Sis, Adelphi)
    Marcellino (Jean-Jacques Sempé, Donzelli Editore)

    fascia 11 - 12 anni

    Senza Parole (Roger Olmos, Logos Editore)
    Libretto Postale 2 (Franco Matticchio, Vànvere Edizioni)
    Il Principe Cigno e altre undici fiabe segrete dei fratelli Grimm (illustrato da Fabian Negrin, Donzelli Editore)
    Il segreto di Houdini (Brian Selznick, Mondadori)
    Stormo (María Julia Díaz Garrido/David Daniel Álvarez Hernández, Kalandraka Italia)


    CATEGORIA FUMETTO:

    fascia 13 anni in su 

    Ferriera (Pia Valentinis, Coconino Editore)
    Ritorno al Kosovo (Gani Jakupi, Jorge Gonzalez, 001Edizioni)
    Lo scontro quotidiano (Manu Larcenet, Coconino Editore)
    La storia dell’orso (Stefano Ricci, Quodlibet editore)
    E la chiamano estate (Mariko e Jillian Tamaki, Bao Publishing)






    UOLLASè un’Associazione Culturale che si occupa di educazione alla lettura, di editoria per l’infanzia, organizzazione di corsi, organizzazione di eventi. È attiva nella Marche e Roma. Oltre a curare il festival TORREDILIBRI-mostra d’illustrazione e promozione della lettura,  da settembre 2014 collabora con la Comunità di Recupero La Speranza con la formazione del laboratorio di narrazione STORIE-LIBRI-SERIGRAFIA-FILM.

    STORIE-LIBRI-SERIGRAFIA-FILM è un laboratorio di narrazione continua, di scambio, riflessione e condivisione di storie. Un percorso che conduce i partecipanti dentro l’universo del raccontare (racconti, romanzi, film, canzoni, illustrazioni) fino ad approdare alla realizzazione di due libri, uno illustrato, stampato in serigrafia e rilegato a mano dai partecipanti e una raccolta di racconti, e un film documentario, un racconto intimo della propria esperienza attraverso la videocamera. Al laboratorio collaborano scrittori, editor, street artist, illustratori, sceneggiatori e registi che condividono la propria esperienza umana e professionale.

    Tutto questo nella convinzione che:

    «Le storie siano il nutrimento necessario della nostra compiutezza psichica. Il luogo (le storie) dove i bisogni della psiche sono appagati; dove si formano i caratteri della nostra personalità; dove si edifica la propria cultura. Qualunque tipo di storia (dalle più complesse e strutturate, ai resoconti calcistici del lunedì mattina al bar o alle barzellette raccontate per divertire e intrattenere i presenti) è un punto di vista sul mondo e l’occasione per mettere ordine alla confusione (emotiva, conoscitiva) che tutti noi inevitabilmente abbiamo dentro. Un rapporto più stretto con questa materia, un rapporto di analisi e di pratica attraverso la scrittura, attraverso il racconto e le parole, ci rende senz’altro individui migliori.» 

    ... che le storie, quelle migliori, debbano entrare nei libri perché:

    «Il contenitore che permette di raccontare e vivere le storie in un modo privilegiato è senza dubbio il libro. È l’oggetto che testimonia la nostra presenza nel mondo, come vediamo e come percepiamo la realtà, come il nostro lavoro (nel migliore dei casi) diventa un’esperienza per tutti i lettori. È il risultato di un lavoro di concentrazione, di un metodo di disciplina che ci si impone, e in fine è l’oggetto risultato di una ricerca estetica. I libri illustrati (nel migliore dei casi) sono il risultato del rapporto tra il testo e il disegno. L’immagine è ovviamente il linguaggio più potente di una comunicazione. Per questa caratteristica, i libri illustrati, sono dispositivi che permettono di esprimere in modo più rapido, più diretto e probabilmente nel modo più efficace, i sentimenti, le atmosfere, ciò che si vuole comunicare: attraverso i due linguaggi (testo e immagine) fusi in un unico linguaggio più complesso che richiede una capacità di lettura su più livelli (cioè, l’interpretazioni sul piano del testo, più l’interpretazioni sul piano dell’immagine, più l’interpretazione del testo e immagine assieme) e di conseguenza una maggiore possibilità di senso.» 

    ... e possibilmente in libri con le figure:

    «La serigrafia è una tecnica di stampa artistica (altre tecniche di stampa d’arte sono l’incisione, acquaforte, litografia, xilografia, linoleografia) che fa uso di una matrice (telaio serigrafico) sulla quale si stende l’inchiostro e si imprime l’immagine sul foglio (o tessuto o altro materiale). In editoria, negli ultimi anni la stampa serigrafica è usata con maggiore frequenza, a partire da un gusto nuovo e in continua esplorazione delle possibilità del disegno (un disegno che lavora per sintesi; per sovrapposizioni con conseguente profondità dello spazio rappresentato) e per il risultato finale, cioè il libro che diviene un oggetto pregiato e unico, dato che l’immagine riprodotta numerose volte, difficilmente sarà sempre la stessa, perché in fase di stampa concorrono fattori variabili come la differente tonalità dell’inchiostro, le possibili increspature della carta, le piccole sbavature, il modo come l’inchiostro è steso, che rendono il risultato finale un lavoro dallo stile fresco e spontaneo.»


    CASE è il primo dei prodotti artistici nati da questo progetto. Un libro edito da UOLLAS e stampato tutto in serigrafia a 5 colori da Strane Dizioni, 300 copie numerate e rilegate a mano, che potranno essere acquistate nel corso della presentazione a TORREDILIBRI che si terrà domenica 29 marzo alle ore 17.30 (a cui farà seguito, nel mese di maggio quella all'interno del festival MACERATA RACCONTA).


    Enrico, Loris, Andrea, Federico, Antonio, Lorenzo, Francesco, Ferdi, Ramone, Lorenzo, Luca, Mirco, Andrea, Marco e Matteo, ragazzi ospiti della comunità terapeutica per tossicodipendenti “La Speranza” di Sant’Elpidio a Mare (Fm), sono gli autori delle parole e delle illustrazioni di CASE, a tutti gli effetti un laboratorio di scrittura e di disegno finalizzato alla realizzazione di un libro illustrato. Quasi tutti non avevano mai scritto né disegnato, per questo al loro fianco ci sono stati Luca Tortolini (responsabile dell'intero progetto), che ha curato la parte della scrittura e dell’editing e  Claudia Palmarucci che , dei disegni, è stata mirabile curatrice.





    «Crediamo nel racconto. Nella necessità di raccontare e ascoltare i racconti degli altri. Sentiamo forte il bisogno di creare un terreno fertile e comune, favorevole allo scambio, condiviso e di condivisione. Dove possano essere lasciati i segni, gli indizi e i residui della propria cultura. Questo libro ne è una traccia, un’impronta del percorso iniziato, un laboratorio aperto nella Comunità di Recupero La Speranza. Ci siamo interrogati sul significato della parola Casa. Ognuno ha dato una propria personale interpretazione, attraverso il racconto e il disegno. Storie e visioni. Intime e mosse dalla necessità di essere narrate. Ci auguriamo sia l’inizio di un viaggio. Lungo, inedito e rinnovato. Che racchiuda altri infiniti viaggi. Che ci conduca, che ci trascini, dove ogni viaggio ha il suo fine. Alla scoperta di noi stessi. Al continuo ritrovamento della nostra più intima umanità.» (da Postfazione in AA. VV., Case, Uollas Edizioni, 2014).


    MURI FREDDI DELLA MIA CASA
    di Ferdi K.

    La casa e i miei ricordi, 
    molti ricordi.
    Quando mi sono ritrovato solo,
    la casa era fredda.

    AA. VV., Case, Uollas Edizioni, 2014


    LA CASA DELLA FENICE
    di Andrea S.

    Nei miei ricordi c’è una bella casa con un grande giardino.
    Ben strutturata con delle importanti fondamenta, all’apparenza.
    Io ero convinto di quella solidità.
    Poi due occhi verdi mi fissarono
    e aprirono i miei.
    Iniziai a vedere quello che prima non volevo notare.

    C’erano crepe dappertutto.

    Una scossa da dentro ha fatto tremare le fondamenta.
    Quella che era una casa illusoria 
    è diventata ciò che in realtà era,
    fatta di fango e paglia.
    Le fondamenta erano impastate con illusioni e bugie.
    Un colpo di vento l’ha buttata giù.

    Tutto è crollato.

    Tra le macerie ho trovato cose importanti 
    che sono diventate principi e valori
    per iniziare a ricostruire una struttura vera.

    Proprio come una fenice,
    puoi rinascere dalle tue ceneri.

    AA. VV., Case, Uollas Edizioni, 2014


    LA CASA DEI BEATLES
    di Ramone M.

    Ricordo bene la mia casa in centro, 
    anche se avevo solo cinque anni.
    Era piccola e accogliente e mi ricorda 
    tempi felici ormai andati insieme all’infanzia.
    C’è un episodio che lì è accaduto 
    e mi è rimasto impresso. Una mattina 
    nostro padre ci venne a svegliare, 
    a me e i miei fratelli. 
    Ci fece andare di corsa in cucina. 
    Entrammo e la trovammo invasa dagli scarafaggi.
    Ci mettemmo subito all’opera. 
    Schiacciavamo come forsennati quegli esseri immondi.
    Non ci fermammo finché non li sterminammo tutti, 
    tra grandi risate e sbeffeggiamenti.
    Al termine del lavoretto, mi sentii camminare sulle gambe. 
    Uno scarafaggio si era salvato trovando 
    rifugio nei miei pantaloni. Presi a gridare, 
    mentre lo scarafaggio rideva e si faceva beffe di me.

    Ride bene chi ride ultimo!

    AA. VV., Case, Uollas Edizioni, 2014


    LA CASA ABUSIVA
    di Luca P.

    Un giorno dell’anno 2012, io e la mia ex compagna 
    approfittammo della bontà di una vicina di casa che 
    mi chiamò per aiutarla a portare le valigie.
    Partiva per il Venezuela.
    Scambiai le sue chiavi con le mie 
    e andai a vivere lì.

    Quella casa era molto bella, 
    su due livelli con pareti arancioni.
    Stavamo sempre con le persiane chiuse, 
    a luce spenta per non dare nell’occhio.
    Forse l’unica luce era il sentimento 
    e l’amore provato all’interno di essa.
    Ma quella luce si spense quando tornarono i proprietari, 
    i quali non trovarono più niente in casa, 
    perché ci eravamo venduti tutto.
    Ci trovammo in strada dovendoci arrangiare alla meglio. 
    Per mangiare, aspettavamo che le pizzerie 
    e i bar la sera buttassero il cibo rimasto. 
    Dormivamo in stazione a Pescara, 
    dopo una giornata passata a rimediare i soldi per poterci fare.
    Forse in quel momento l’unica cosa che ci univa era l’eroina.

    AA. VV., Case, Uollas Edizioni, 2014


    I muri di CASE si sono presto ampliati per accogliere illustratori professionisti che hanno desiderato partecipare con una loro opera per affiancare e sostenere questo importante progetto, per portare in Mostra una nuova e originale idea di Casa, una riflessione sul quel luogo per eccellenza dell'abitare che accomuna tutti noi:

    Pablo Auladell - Mauro Evangelista - Anna Forlati Giacomo Garelli - Francesco Giustozzi Marco Lorenzetti - Daniela Iride Murgia - Claudia Palmarucci Simone Rea - Marco Somà - Daniela Tieni - Pia Valentinis -

    Nelle intenzioni degli organizzatori, la mostra dovrebbe divenire una sorta di work in progress continuamente arricchito dalle opere di nuovi illustratori. Le prossime tappe, ma il programma è ancora in via di definizione, dovrebbero essere la prima Roma e l'ultima, probabilmente, a dicembre all'interno di LIBRIAMOCI 2015 a Macerata.





    CASE, come già anticipato, è la prima fase di un progetto che prevederà la pubblicazione di un secondo libro già in preparazione, questa volta di racconti personali ispirati a I giorni perduti di Dino Buzzati illustrati, si pensa, da professionisti. 

    Il progetto si concluderà con la realizzazione di un documentario, che vedrà sempre il coinvolgimento degli ospiti della Comunità. Per essere informati sulle fasi del neonato progetto, consultate i siti internet e le pagine facebook di Uollas associazione culturale, TORREDILIBRI e PREMIO400COLPI-TORREDILIBRI .


    PER TUTTE LE INFORMAZIONI:

    Calendario TORREDILIBRI 2015:


    Martedì 17 marzoMercoledì 18 marzoGiovedì 19 marzoVenerdì 20 marzoSabato 21 marzo


    Inaugurazione
    ore 18:30 – Teatro Comunale Torre San Patrizio

    Incontro con la scrittrice Cristina Bellemo

    - visita guidata alla mostra*
    - laboratorio di disegno con Anna Forlati

    - visita guidata alla mostra*
    - laboratori di disegno con Anna Forlati

    Spettacolo di Gek Tessaro “Io sono un ladro di bestiame felice” (teatro disegnato)



    Lunedì 23 marzo

    Martedì 24 marzo

    Mercoledì 25 marzo

    Giovedì 26 marzo

    Venerdì 27 marzo

    Sabato 28 marzo

    Incontro con la scrittrice Nadia Terranova

    - visita guidata alla mostra*
    - laboratorio di disegno*

    - laboratorio di serigrafia con ELSE edizioni

    - laboratorio di serigrafia con ELSE edizioni

    - visita guidata*
    - laboratorio di disegno*

    - visita guidata*
    - laboratorio di disegno*


    *visite guidate alla mostra e laboratori di disegno tenuti da allievi ed ex allievi dell'Accademia di Belle Arti di Macerata, oppure di ARS IN FABULA, allievi ed ex allievi del Master ARS IN FABULA.

    Nelle mattinate saranno svolte visite guidate alla mostra, incontri e laboratori creativi/di disegno/d’illustrazione destinati ai bambini delle scuole. 

    Nei pomeriggi le attività saranno aperte a tutti i bambini e a tutta la cittadinanza: lettura ad alta voce, laboratori di disegno e illustrazione, incontri con gli autori.

    Le attività si compongono di una parte teorica (visita guidata, alla scoperta del mondo del libro illustrato: narrazioni e immagini) e parte pratica (laboratori tematici: come si scrive una storia, come si crea una immagine, come si progetta un libro illustrato, tecniche narrative, tecniche di disegno e illustrazione).

    Prenotazioni e info:
    e-mail uollas.associazioneculturale@gmail.com
    Mobile: 338 7933087 (Luca)

    Facebook: 
    TORREDILIBRI
    Premio400colpi-TORREDILIBRI
    UOLLAS 

    STELLA, UNA FIABA NELLA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA

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    Possiamo essere molte cose per una persona.

    Io e mia sorella, per dirne una, siamo state le orecchie di mia nonna.

    A seconda dell'occasione, siamo diventate l'ascolto, la continua attenzione, l'avvertimento del pericolo, della potenza e della delicatezza della musica, il traduttore simultaneo di frasi dette e scelte di riportare in altre parole, di toni e inclinazioni delle voci, delatrici complici di gioie nascoste e pianti sommessi, detonatori inconsapevoli di emozioni e ricordi lontani. 




    René Magritte
    Untitled (Shell in the form of an ear), 1956



    Giulietta, era il suo nome, aveva lasciato, appena ragazza, il mondo degli udenti nel corso della Grande Influenza, riconoscendo di essere stata fortunata rispetto a Romeo, il suo gemello, costretto a lasciare quello dei vivi, continuando però a essere per sempre il doppio della vita di lei.

    Siamo state due bambine fortunate, a nostra volta, io e mia sorella, ad avere il permesso di penetrare un silenzio che altrimenti non avremmo potuto conoscere, a potere rimanerci dentro senza paura fino a farselo diventare amico. 
    Abbiamo imparato a usare tutti i sensi come selvagge, portandoli al massimo, la vista, l'odorato, il tatto, il gusto, soprattutto la vista, abbiamo imparato da lei a stare qui usando tutte le relazioni possibili per comprenderlo e per comprenderci.

    Ancora oggi, a distanza di più di trent'anni anni dall'ultima volta che le siamo state utili, per me non è cambiato nulla. Sento (che diventa ciò che comprende tutti i sensi) il mondo come ho imparato a conoscerlo allora, come una vibrazione continua, un respiro costante e spesso ingombrante che doppia il mio, con cui imparare a convivere. Percepisco ogni cosa, distinta pulita nitida. Sento quello che vorrei e non vorrei, con la stessa mancanza di filtro, anche se ho imparato a impostare una sorta di switch a comando. Ho sviluppato una normale "rara ipersensibilità dell'ascolto" come disse un otorino a mia madre, donna capace  come pochi altri di addomesticare ogni eccezionalità.
    Ipersensibilità dell'udito, direte voi, non esiste in effetti un'ipersensibilità dell'ascolto, invece lui quelle parole le ribadì scrivendole sul foglio di visita e aveva ragione.
    Percezione, velocità, relazione simultanea tra vista e udito, precisione, fiducia cieca nel tatto, nell'odorato, nel gusto, erano le basi di una comunicazione utile alla vita di tutti i giorni di Giulietta e, di conseguenza, alla nostra che le era stata affidata. Per me una parola detta o non detta non è mai solo una parola, un suono non è mai solo un suono, un rumore è infinite possibilità. Tutto dice qualcosa, nell'eredità del suo silenzio.

    Ma per lei, mi chiedo a ogni occasione che mi si presenti, cos'era stato il dover rinunciare a tutto questo, alla musica che amava più di ogni cosa tanto da continuare a cantarla e ballarla ogni giorno con il volume inutilmente a palla, il sentire ogni cosa di sé e nulla di ciò che le accadeva intorno, il vivere dentro quel silenzio che comprende tutto?

    Anche per questo, penso di potervi parlare del libro, del progetto, di oggi con una certa familiarità.



    Gabriella Grioli - Luigi Lerose,
    Stella,
    illustrato da Licia Zuppardi,
    interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano Stefania Berti, 
    MPDFonlus, 2014 
    (libro + DVD - info per l'acquisto in fondo alla pagina)



    Stellaè un libro che apre all'inclusione e all'incontro fra cultura sorda e udente realizzato da Mason Perkins Deafness Fund Onlus, grazie al contributo di Rotary Club Siena est e di dieci ristoratori senesi* che hanno aderito a "MangiaFavole", iniziativa di fundraising promossa dalla stessa onlus.

    Mason Perkins Deafness Fund Onlus  vede la luce nel 1985 grazie ai finanziamenti della fondazione del filantropo e collezionista d'arte americano Mason Perkins, che aveva espresso la volontà di destinare parte del suo patrimonio alle future generazioni di bambini italiani svantaggiati. Da allora lavora per il sostegno delle persone sorde e per il riconoscimento della Lingua dei Segni italiana. L’obiettivo è quello di favorire il benessere, la formazione e lo sviluppo della persona sorda, a partire dalla valorizzazione della sua cultura e della sua lingua. In tal senso MPDFonlus si impegna nella progettazione e realizzazione di eventi accessibili, nella produzione di materiale educativo e nella organizzazione di eventi di formazione per le figure che lavorano per e nella comunità sorda. Per realizzare queste attività, si avvale della collaborazione di professionisti, enti e istituti italiani e internazionali.




    Gabriella Grioli - Luigi Lerose,
    Stella,
    illustrato da Licia Zuppardi,
    interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano Stefania Berti, 
    MPDFonlus, 2014 


    Quando sono venuta a conoscenza di questo progetto la prima cosa che ha attirato la mia attenzione è l'uso dell'espressione cultura sorda, che si riferisce al modo in cui le persone sorde rappresentano consapevolmente se stessi e il mondo in cui vivono, in tutti i campi artistici e culturali: letteratura, arte, cinema, teatro. Espressione che molti di noi non saprebbero, riguardo a cultura, od oserebbero, riguardo a sorda, ancora pronunciare a distanza di anni dal suo uso.

    A pensarci bene, il riconoscere quell'insieme di conoscenze che concorrono a formare la personalità e ad affinare le capacità ragionative di un individuo, che si intende con il termine cultura e che, come in questo caso, possono essere essere apprese in modo altro, è ciò che manca ancora oggi a un fare educativo che voglia dirsi inclusivo, paritario, e lungimirante nel riconoscere il valore e il potenziale delle interazioni tra le diversità.

    Ma, costa ammetterlo, forse è ciò che manca anche a noi, che ci occupiamo di libri per bambini e ragazzi, così attenti a cercare di creare, sostenere, promuovere libri di qualità che, troppo spesso, non possono essere goduti in tutte le loro possibilità da tanti di loro.

    Dico con un po' di imbarazzo, dopo anni che mi occupo di narrazioni, che non sapevo per esempio quanto lavoro stesse dietro a un testo perché possa essere raccontato nella lingua dei segni. 

    Perché di questo stiamo parlando, della possibilità per bambini sordi di non essere privati di quella funzione fondamentale per la crescita emotiva e intellettuale dell'individuo che riveste la narrazione di una storia da parte di un adulto - che non è solo voce, ma tempo dedicato, gesto, interpretazione, condivisione, vicinanza - fin dai primi anni di vita. 
    Quella per cui ci battiamo tanto.

    Ed è qui che ritorna mia nonna che, adesso capirete, non l'ho raccontata per un desiderio nostalgico che a parte me non interesserebbe nessuno, ma per arrivare a dirvi proprio questo, di quanto fosse fondamentale per lei il raccontare, il leggere storie, cose che faceva appena poteva di giorno e tutta la notte, sempre a voce alta, dio quanto leggeva a voce alta mia nonna, perché, diceva, così le storie mi risuonano dentro come una volta. Ma ancor più il farsi raccontare delle storie, a ogni occasione, anche quelle che conosceva da molto tempo, che in qualche modo avevamo imparato a farle vedere.

    E se fosse stata una bambina? Se quelle storie non le fossero mai risuonate dentro? I nostri maldestri tentativi cosa le avrebbero potuto raccontare?

    Stella è una prima risposta a queste domande.

    Il libro è nato dall'adattamento della Sirenetta di Hans Christian Andersen, a opera di Gabriella Grioli, nel corso del workshop"InSegnare le favole" organizzato da MPDFonlus nel 2013, durante il quale un gruppo di aspiranti storyteller sordi, guidato da Luigi Lerose consulente linguistico del progetto, ha seguito un percorso per individuare le strategie per adattare a un pubblico sordo, dal punto di vista linguistico e culturale, fiabe, i racconti primi, che normalmente vengono raccontate a bambini udenti.


    «Stellaè stata creata pensando alle difficoltà che hanno i bambini sordi quando viene raccontata loro una fiaba», racconta Luigi Lerose, «Il mondo delle fiabe è meraviglioso e fatto di sorprese, ma è ricco di elementi sonori con cui i sordi non hanno familiarità. Per loro è come guardare il mare attraverso un vetro e non poterlo toccare.»


    Gabriella Grioli - Luigi Lerose,
    Stella,
    illustrato da Licia Zuppardi,
    interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano Stefania Berti, 
    MPDFonlus, 2014 


    Il progetto persegue però anche un altro intento, quello di fornire uno strumento per bambini udenti, una storia che permetta loro di avvicinarsi alla lingua e cultura sorda, scoprirne e apprezzarne le differenze.

    Per la parte illustrata, Licia Zuppardi, racconta di aver “preferito la tecnica mista al digitale, per un richiamo diretto all'uso delle mani e al ritmo della narrazione in LIS, che mi hanno suggerito le forme e la sequenza delle illustrazioni”.


    Gabriella Grioli - Luigi Lerose,
    Stella,
    illustrato da Licia Zuppardi,
    interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano Stefania Berti, 
    MPDFonlus, 2014 

    Gabriella Grioli - Luigi Lerose,
    Stella,
    illustrato da Licia Zuppardi,
    interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano Stefania Berti, 
    MPDFonlus, 2014 


    Il lavoro realizzato da Gabriella Grioli nell'adattamento in Lingua dei Segni italiana, presente nel DVD allegato alla fiaba, è stato quello di introdurre elementi di cultura sorda, riconoscibili dai bambini sordi, trasformando tutto ciò che è suono in aspetti legati alla vista.

    Stefania Berti, interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano, conferma che:

    «È importante lo sguardo. Nella versione italiana ho riportato fedelmente gli elementi visivi presenti, soprattutto perché per le persone sorde la comunicazione, ma anche le emozioni, passano sempre attraverso un contatto visivo. In questo senso il trillo di un campanello si trasforma in un segnale luminoso intermittente, il padre di Stella, cerca di attirare l'attenzione della figlia non usando la voce, ma toccando la sua spalla e aspetta di avere lo sguardo su di sé per dialogare.»








    Perché Stella sia solo l'inizio di un percorso intrapreso in questa direzione, Venerdì 20 marzodalle 15,30 alle 17,30, in occasione de "I Venerdì della Pendola" e presso la sede di Mason Perkins Deafness Fund onlus, la linguista americana Donna Jo Napoli - nel corso dell'incontro "Imparare a leggere divertendosi con gli ebook accessibili" - racconterà il suo impegno nella realizzazione di fiabe accessibili ai bambini sordi attraverso l'uso delle nuove tecnologie.

    Docente di Linguistica presso lo Swarthmore College e specializzata in American Sign Language, Donna Jo Napoli si trova in Italia grazie a una borsa Fulbright ottenuta per proseguire con il suo lavoro di ricerca sulla Lingua dei Segni e sulla produzione di materiale educativo.


    "Sino ad oggi il metodo adottato nelle scuole americane per insegnare ai bambini sordi, che hanno come lingua madre la Lingua dei Segni americana, a leggere in inglese è stato un fallimento - racconta Donna Jo Napoli. - Il nostro lavoro, con la realizzazione di libri in due lingue, inglese e Lingua dei Segni americana, è quello di creare un metodo efficace, basato sul divertimento, che riesca nell'obiettivo di avvicinare alla lettura i bambini sordi”.


    Donna Jo Napoli ha pubblicato libri per bimbi sordi e udenti in inglese e Lingua dei Segni americana, ma anche in brasiliano e Lingua dei Segni brasiliana, nepalese e Lingua dei Segni Nepalese, cinese, italiano, portoghese e molte altre lingue.

    L'appuntamento, a ingresso libero.


    IMPORTANTE


    Stella NON si trova nelle librerie, ma è distribuita direttamente da Mason Perkins Deafness Fund Onlus. 

    È possibile ricevere una copia a seguito di una donazione minima di 15 €, facendone richiesta a:

    MPDFonlus
    Via Tommaso Pendola, 37 - Siena 
    info@mpdfonlus.comwww.mpdfonlus.com

    *Il volume è stato realizzato grazie al contributo Rotari Club Siena est di e dei dieci ristoratori che hanno aderito a MangiaFavole(Babazuf, Liberamente Osteria, Ristorante Guido, Porri-One, Ristorante Numero Unico, Osteria del Gusto, Boccon del Prete, Osteria del Gatto, Il Duomo, Osteria da Cice).

    BOLOGNA CHILDREN'S BOOK FAIR 2015, IL WEEKEND DEI GIOVANI LETTORI, LE MOSTRE, UN COMPLEANNO, UN SIMPOSIO E GLI EVENTI IN CITTÀ...

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    La Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna apre al pubblico per due giorni eccezionali il weekend del 28 e 29 marzo presentando in anteprima assoluta la Mostra Illustratori e i suoi tesori. Un calendario di eventi per tutte le età con incontri, laboratori, spettacoli e moltissimi ospiti per l'imperdibile Weekend dei Giovani Lettori.

    Un passo in più per una fiera, il Weekend dei Giovani Lettori, con la sua grandissima libreria internazionale che propone tutte le novità degli editori di tutto il mondo e con le diverse mostre che compongono il grande evento della Mostra Illustratori, offre una opportunità unica di vedere in un sol luogo il meglio del meglio dei libri, delle illustrazioni, della cultura per i ragazzi. Il tutto arricchito da un intenso programma di incontri con autori e illustratori, laboratori, spettacoli e visite guidate. 

    Protagonista d’eccezione, Alice nel Paese delle Meraviglie, che festeggia il suo 150° non-compleanno in grande stile, con tante iniziative guidate dal Cappellaio Matto. Infine, tante anticipazioni su EXPO Milano 2015, di cui BolognaFiere è Official Partner con il Parco della Biodiversità. 

    In Fiera, nei due giorni di questo straordinario weekeend, i giovani lettori sono accolti da Foody, la mascotte dell’Expo che li accompagna in divertenti e creativi laboratori. E inoltre, in anteprima, un assaggio del Children Park di Expo Milano 2015 (la prima Esposizione Universale della storia che avrà un’area esclusivamente dedicata ai bambini di tutto il mondo): in libreria, un atelier ispirato al progetto internazionale Messaggi Planetari offre ai bambini l’occasione di lanciare e scambiarsi messaggi per il Pianeta sul tema di Expo “Nutrire il Pianeta Energia per la Vita”.

    INFO

    Quartiere Fieristico di Bologna | Pad. 22

    sabato 28 - Domenica 29 marzo
    Orari: 9.30 - 18.00
    Ingresso: Piazza Costituzione 6
    Titoli di ingresso
    Ingresso gratuito per bambini, ragazzi e studenti universitari. Adulti €5

    Il costo del biglietto può essere detratto dal prezzo di copertina di un libro acquistato in fiera. Gli sconti non sono cumulabili.

    info eventi@labidee.it - 051 273861

    WEB
    www.settimanadellibroperragazzi.it
    http://agenda.comune.bologna.it/cultura/bologna-citta-del-libro-per-ragazzi-2015

    #BolognaCittàLibroRagazzi
    Qui trovate la locandina da scaricare


    LA LIBRERIA INTERNAZIONALE 
    Il padiglione 22 ospita La Libreria internazionale di Bologna Children’s BookFair, realizzata da BolognaFiere con la collaborazione della Libreria Giannino Stoppani. Le lettere dell’alfabeto sono le protagoniste dello spazio e indicano al lettore stazioni di sosta.
    La Lettera A è dedicata ad Alice, protagonista di questa edizione di Bologna Children’s Book Fair. Ma non mancano Alfabeti, libri di Architettura e Activity. B indica il meglio del meglio: Best from the World è il settore dedicato ai premi, a cominciare dal BolognaRagazzi Award, il premio più importante del panorama internazionale. La lettera C invita alla conoscenza della Cina attraverso i libri, la D sta per Disabilità, E sta per Expo, F sta per Favole, G per Giallo, H per Haiku, I per Illustrazione, L per Legalità. Seguono nell’ordine Mappe, Matematica, Musica, Natura, Omero, Pippi e Piccolo Principe. Q sta per Quadri, R per Resistenza, di cui si celebra il Settantesimo. E ancora Scienza, Storia, Tesori (i classici). La U chiama Umorismo, V sta per Vite. 
    Anche le lettere più insolite hanno un ruolo importante: K sta per Kamillo Kromo di Altan, Y sta per Young Adult e W per Welcome, area dove stanno i libri che raccontano dei migranti. La J è rimasta sola e si prende la scena per la “Joie par le Livres”, la nota rivista francese che compie 50 anni. La X sta per pareggio, lo Sport. La Z sta per Zuzzurellone, l’ultima parola del dizionario che ci ricorda che si può rimanere sempre anche un po’ bambini, ma Z sta anche per ZeroTre, quell’arco della vita dove si pianta il seme della lettura. Visite guidate Librai altamente specializzati, provenienti da librerie per ragazzi di tutta Italia, accompagnano i visitatori alla scoperta di questa straordinaria libreria.




    Libreria internazionale, Pad. 22

    ATELIER MESSAGGI PLANETARI

    Laboratorio (età:3-10 anni, con presenza di un genitore)
    Durata del laboratorio: 40’
    Orari: Sabato 28 marzo ore 10,30 - 11,30 - 15,30 - 16,30 
    Domenica 29 Marzo ore 10,30 - 11,30 - 15,30 - 16,30 
    Prenotazione: obbligatoria, massimo 15 bambini, tel 051 273861 - eventi@labidee.it 

    Un’anteprima di una delle attività del Children Park di Expo Milano 2015 a cura di Reggio Children, in collaborazione con Remida – Centro di Riciclaggio Creativo
    I bambini sono invitati a elaborare un proprio Messaggio Planetario: attraverso disegni, scritture, composizioni materiche, daranno voce ai pensieri, alle domande, ai dialoghi con e sul mondo, inteso come luogo di relazioni, un organismo vivo con cui hanno una relazione empatica e intensa. Dopo aver creato il proprio messaggio, lo scansioneranno perché possa confluire in un archivio digitale e, insieme al messaggio originale, porteranno a casa un messaggio dei bambini delle scuole dell’infanzia di Reggio Emilia. 
    La proposta di elaborare messaggi per il Pianeta, promossa e valorizzata a livello internazionale attraverso il sito www.messaggiplanetari.com si pone anche in relazione con una delle installazioni-gioco interattive progettate dal team di Reggio Children per il Children Park di Expo Milano 2015.

    REGGIO CHILDREN è la società cui il Comune di Reggio Emilia, insieme ad altri soggetti pubblici e privati, ha dato vita nel 1994 per valorizzare il patrimonio di esperienze sviluppato nei servizi per l’infanzia comunali reggiani e, più in generale, per promuovere i diritti e le potenzialità dei bambini e rilanciare il confronto su una cultura dell’educazione di qualità Reggio Children, anche attraverso il proprio Network Internazionale e il dialogo costante con oltre 120 Paesi, organizza iniziative di formazione, promuove percorsi di ricerca, realizza mostre e pubblicazioni, sviluppa progetti di consulenza e collaborazioni in campo educativo.
    Dal 2006 inoltre Reggio Children, in collaborazione con l’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia e la Fondazione Reggio Children - Centro Loris Malaguzzi gestisce e coordina le attività e i progetti del Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia, luogo dedicato all’incontro di quanti nel mondo intendono innovare l’educazione e la cultura.


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    Libreria internazionale, Pad. 22

    IO DISEGNO

    Una mostra che racconta l’esperienza del disegnare di 12 bambini che sono diventati grandi illustratori: Andrea Antinori, Paolo Bacilieri, Chiara Carrer, Manuele Fior, Anna Forlati, Gabriella Giandelli, Franco Matticchio, Simone Rea, Guido Scarabottolo, Simone Tonucci, Pia Valentinis, Vanna Vinci.

    Libreria internazionale, Pad. 22

    HAIKU


    Mostra della papirografa Clementina Mingozzi,

    in collaborazione con Cool Japan.


    Nella ricca proposta di poesia infantile che la libreria internazionale presenta, un posto d'onore è riservato alla forma poetica giapponese che ha conquistato anche la cultura occidentale. Tanti sono i libri di haiku in lingue diverse, dal francese all'inglese. Anche gli illustratori hanno dato forme e colori a questi brevi componimenti. Clementina Mingozzi, papirografa, espone i suoi lavori alla libreria internazionale al Pad. 22.

    IN FIERA: LE MOSTRE


    mostraillustratoriMOSTRA ILLUSTRATORI
    Centro Servizi

    Apre per la prima volta nella sua storia al grande pubblico, e in preview assoluta prima di svelarsi a quello internazionale della Fiera e di prendere poi il volo per una tournée in Giappone e in altri paesi, la Mostra Illustratori, da sempre punta di diamante della Fiera del Libro per Ragazzi.
    Dalle 15.000 tavole inviate da 3000 candidati, provenienti da più di 60 paesi, sono state selezionate oltre 300 illustrazioni, opere di illustratori pubblicati ed emergenti, studenti di rinomate scuole d’arte, artisti di fama consolidata ed eccellenti debuttanti.
    La selezione è opera di una giuria internazionale di esperti (tra gli altri, quest’anno il grande illustratore Svjetlan Junakovic´ e Charles Kim, associated publisher del MoMA di New York) e offre una straordinaria panoramica sulle nuove tendenze dell’illustrazione mondiale e sulla contaminazione di temi e linguaggi che la caratterizzano.


    croaziaCroazia paese Ospite della Fiera del Libro per Ragazzi 2015
    LIVING WATERS, LIVING STORIES
    Centro Servizi

    Un evento promosso dal Ministro della Cultura della Repubblica di Croazia. Come l’acqua viva – un richiamo alla mitologia slava – lenisce la stanchezza e ridona la vista, così la letteratura per i bambini è una forma di esperienza artistica che trasforma. I racconti per bambini sono essenziali come l’acqua: senza questo incontro nell’età dell’infanzia, non saremmo in grado di imparare nessuna delle lingue sociali in età adulta.
    L’articolato programma della Croazia pone l’accento sul punto di contatto della storia con il bambino, verso una costruzione il più ricca possibile del linguaggio e del manufatto illustrativo, e con essa, di tutti gli oggetti interattivi collegati, degli spazi di aggregazione e delle installazioni.

    AQUAMARINE SELECTION
    Percorso espositivo dei 14 migliori illustratori croati contemporanei: Maja Celija, Marijana Jelic´, Ana Kadoic´, Dubravka Kolanovic´, Stanislav Marijanovic´, Jelena Perišic´, Ivana Pipal, Danijel Srdarev, Tomislav Tomic´, Tomislav Torjanac, Vendi Vernic´, Pika Voncˇina, Marija Vuletic´, Danijel Žeželj.

    HARBOURS AND DEEP WATERS OF CHILDHOOD
    Retrospettiva bibliografica di 150 anni di illustrazione croata, con più di 70 illustratori. Tra gli altri, Ljubomir Babic´, Vesna Borcˇic´, Zlatko Bourek, Helena Bulaja, Marjan Detoni, Luka Dplancˇic´, Ivo Gattin, Ivana Guljaševic´, Marsela Hajdinjak Krecˇ, Dražen Jerabek, Cvijeta Job, Nives Kavuric´, Kurtovic´, Albert Kinert, Vladimir Kirin, Julije Knifer, Ninoslav Kunc, Tena Letica Razumovic´, Vasko Lipovac, Zvonko Loncˇiaric´, Nevenka Macolic´, Andrija Maurovic´, Sven Nemet, Margareta Peršic´, Ordan Petlevski, Vojo Radoicˇic´, Danica Rusjan,
    Đuro Seder, Miroslav Šutej, Josip Vaništa, Manuela Vladic´, Maštruko, Krešimir Zimonic´.


    lasirenaeigigantiLA SIRENA E I GIGANTI INNAMORATI


    Centro Servizi

    Mostra personale di Catarina Sobral, illustratrice portoghese che ha conquistato la scena internazionale con La Sirena y los gigantes enamorados, le cui illustrazioni sono al centro di questa mostra. Il libro, frutto dell’adattamento di una leggenda portoghese, narra di due giganti, il mare e la montagna, che si innamorarono di una sirena litigandosi il suo amore.

    Catarina Sobral è la vincitrice dell’edizione 2014 del Premio Internazionale di Illustrazione Bologna Children’s Book Fair – Fundaciòn SM, un riconoscimento che viene assegnato ogni anno a un artista under 35 tra i selezionati per la Mostra Illustratori.
    Al vincitore spetta un importante premio che comprende la pubblicazione di un libro da parte della prestigiosissima casa editrice spagnola SM: cioè un’immediata affermazione nel panorama mondiale del libro per ragazzi.


    rogermelloROGER MELLO
    MOSTRA PERSONALE
    Centro Servizi

    La Fiera del Libro per Ragazzi, come di consueto, dedica una personale all’autore della copertina del catalogo della Mostra Illustratori, il famoso Annual – edito quest’anno da Corraini Edizioni e distribuito in tutto il mondo. Il protagonista del 2015 è Roger Mello, vincitore del prestigioso premio internazionale H.C. Andersen 2014, uno dei rappresentanti più creativi e poliedrici del mondo dell’illustrazione per ragazzi brasiliana, che accompagna l’importante sviluppo della letteratura per l’infanzia del paese. Mello ha pubblicato più di 100 libri per bambini, oltre ad aver lavorato per il cinema e per il teatro. Le sue illustrazioni, accanto ai temi e ai motivi che compaiono nelle sue storie, sono inconfondibilmente radicate nella ricca cultura brasiliana, dove le influenze indigene, europee e africane si mescolano dando vita a intrecci straordinari e sempre inediti: colori caldi e brillanti, molteplicità di stili e continue sperimentazioni con l’utilizzo di
    tecniche sempre nuove.


    lavetrinamagicaLA VETRINA MAGICA
    50 anni di BolognaRagazzi Award
    Centro Servizi

    Il BolognaRagazzi Award è, dal 1966, il premio più importante assegnato dalla Fiera del Libro per Ragazzi. Il premio, che intende riconoscere i libri migliori dal punto di vista del progetto graficoeditoriale, si colloca fra i più ambiti riconoscimenti del settore poiché gli editori di tutto il mondo inviano a ogni edizione le loro migliori produzioni, assicurando, così, una vera panoramica dei libri più belli del mondo. Libri che da Bologna decollano verso tantissimi paesi, tradotti nelle lingue più diverse, pronti per raggiungere in pochi mesi i bambini di tutto il globo.
    La mostra, che è accompagnata da un volume edito da ETS, è il frutto di uno studio del Centro di Ricerca in Letteratura per l’Infanzia dell’Università di Bologna e propone oltre 100 tra i 600 libri premiati in questo mezzo secolo. Il risultato è un vero e proprio viaggio alla riscoperta dei libri per l’infanzia più belli e significativi degli ultimi cinque decenni, e non solo. Ripercorrere la storia di questo premio, infatti, significa anche ripercorrere la storia dell’evoluzione sociale e culturale: le trasformazioni degli stili grafici, il mutare dei temi narrativi, lo sviluppo di tecniche editoriali sempre nuove rappresentano una sorta di lente d’ingrandimento con cui rileggere, interpretare e cercare di capire questi cinquant’anni di storia recente. Speranze, difficoltà e sogni hanno, infatti, trovato rappresentazione nei migliori libri per le giovani lettrici e i giovani lettori, divenendo così una sorta di prezioso catalogo dell’immaginario, non solo
    infantile.
    La collezione completa dei libri premiati è conservata nella Biblioteca Salaborsa Ragazzi, la cui collaborazione a questa iniziativa è stata preziosa.
    Naturalmente, uno spazio speciale è dedicato ai libri premiati dell’edizione 2015.


    alice150ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
    150° NONCOMPLEANNO

    La pubblicazione di Alice nel Paese delle Meraviglie, 150 anni fa, segna non solo l’uscita di uno dei libri più straordinari che siano mai stati scritti, ma anche l’inizio di una letteratura per l’infanzia completamente nuova, diversa, creativa, bizzarra, misteriosa, non legata strettamente al proprio contesto storico-culturale ma tradotta ovunque, reillustrata continuamente, capace di immortalità. La Fiera del Libro per Ragazzi intende dunque celebrare, insieme, l’anniversario di questo capolavoro e l’inizio di una letteratura per l’infanzia che affascina, da un secolo e mezzo, bambini e adulti di tutto il mondo. Il Cappellaio matto, il Gatto del Cheshire, il Bianconiglio, il Dodo e mille altre sorprese aspettano i piccoli e grandi lettori alla più bella festa di noncompleanno che Alice abbia mai avuto.


    ALICE NEI LIBRI
    Libreria internazionale, Pad. 22

    “A cosa serve un libro senza figure?” La domanda che Alice porge all’inizio del racconto è legittima e sancisce l’importanza delle figure nella storia della letteratura per l’infanzia. E Alice è una sorta di passaggio obbligato, un’occasione specialissima di confronto per l’illustrazione di tutti i tempi. La mostra, realizzata con la collaborazione della Cooperativa Culturale Giannino Stoppani, propone una selezione delle più pregevoli edizioni del capolavoro di Carroll, rivisitato da grandi illustratori. Dalle prime edizioni illustrate di Tenniel fino ai contemporanei Anthony Browne, Nicole Claveloux, Helen Oxenbury, Lisbeth Zwerger, Alice è un personaggio con il quale molti illustratori si sono cimentati ed ha così via via assunto tante e diverse fisionomie: bambina, ragazzina elegante e raffinata, ma anche più disinvolta monella, Alice è un’icona di unainfanzia che sorprende, che non si fa completamente catturare, che abita il paese delle meraviglie, dove anche il pensiero si prende gioco del tutto.


    gattidipinincarpi
    I GATTI DI PININ CARPI
    Libreria internazionale, Pad. 22
    Una mostra dei più belli tra gli acquerelli di Pinin Carpi che hanno come soggetto i gatti, animali da lui molto amati. Ai gatti ha anche dedicato un libro, C’è gatto e gatto. In collaborazione con l’Associazione Pinin Carpi.


    IN FIERA: UN COMPLEANNO

    Bar Vip (Blocco A - Centro Servizi)


    BABALIBRI compie 15 anni!


    Mercoledì 1 aprile dalle 12.00 alle 13.30

    WEB
    http://www.babalibri.it/
    https://www.facebook.com/pages/Babalibri/179936705427378?fref=ts






    IN FIERA: UN SIMPOSIO INTERNAZIONALE

    SALA NOTTURNO


    TRANSBOOK SYMPOSIUM A BOLOGNA


    Mercoledì 1 aprile dalle 15.00 alle 18.00 

    Il dibattito sarà visibile in streaming live su transbook.org
    Il programma completo su: http://eepurl.com/bhiaw1

    WEB
    Hamelin Associazione culturale: https://www.facebook.com/HamelinAssociazioneCulturale?fref=ts
    Transbook: www.transbook.org – www.facebook.com/Transbook
    Evento: https://www.facebook.com/events/422436034593046/


    Per informazioni: Ilaria Tontardini | 051 233401 | ilaria.tontardini@hamalin.net





    In occasione e negli spazi di Bologna Childrens Book FairHamelin associazione culturale organizza un incontro internazionale nell'ambito del progetto europeo Transbook Children’s Literature on the Move (di cui potete leggere qui in Gavroche), dedicato allo scambio di esperienze e riflessioni tra i professionisti sulle tematiche del rapporto fra libro tradizionale e mondo digitale. 

    Il simposio intende incoraggiare gli operatori del mondo del libro (bibliotecari, insegnanti, librai, organizzatori di eventi culturali, autori…) ad aprirsi ai nuovi linguaggi che si affiancano alla dimensione editoriale cartacea e a interrogarsi sulle possibilità del mondo digitale in relazione alla lettura di testi e immagini.

    L’incontro prevede un’introduzione di Neal Hoskins – fondatore e direttore dell’agenzia culturale Winged Chariot, punto di riferimento per chi considera il digitale come uno strumento creativo e d’innovazione e responsabile del Digital Café – e il racconto di tre esperienze che illustrano pratiche virtuose e innovative rispetto alla lettura e all’uso di nuovi supporti tecnologici. Gli interventi saranno tenuti da Marlene Zöhrer, esperta di relazioni fra libro e supporti digitali, Christina Hasenau del Goethe-Institut di Roma e Sam Arthur managing director di Nobrow edizioni e co-curatore dell’ELCAF festival di Londra. Il simposio sarà preceduto da una presentazione del progetto Transbook.

    Il convegno sarà in italiano e in inglese.

    Un progetto Europa Creativa 2014/2020, coordinato da Salon du livre et de la presse jeunesse (Francia) in partenariato con Hamelin Associazione Culturale (Italia) e Europäische Kinder- und Jugendbuchmesse Saarbrücken (Germania), Tantàgora (Spagna), Arts Basics for Children (Belgio), Nobrow Ltd (UK), Literárne informačné centrum (Slovacchia).




    EVENTI IN CITTà

    N.B. Dal mese di febbraio 2015 le linee degli autobus di Bologna per il centro città (e non solo) hanno subito cambiamenti a causa di lavori in corso nelle vie Rizzoli e Ugo Bassi (fino a dicembre 2015). Per non ritrovarvi a girare per la città come trottole impazzite, consultate il sito di Tper o, consigliato, scaricate sul cellulare o altro dispositivo la app MOVIT.




    La Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi rappresenta per la città un’occasione per proporre iniziative culturali dedicate al libro e alla letteratura per bambini e ragazzi. Tantissime sono infatti le realtà pubbliche e private presenti sul territorio che si occupano di promozione della lettura e della letteratura per i più giovani, oltre che di illustrazione, design e grafica che, in occasione della fiera, propongono momenti di partecipazione e conoscenza. Dalle mostre ai laboratori, dalle letture agli incontri con gli autori, numerose sono infatti le iniziative proposte in città nel periodo della fiera, pensate per offrire occasioni di scambio, incontro, conoscenza, divertimento.



    La Casetta dell’Artista, via Cesare Battisti 9 - Bologna


    La biblioteca di Babette di Guido Scarabottolo


    10 Marzo - 8 Aprile 2015 (solo su appuntamento)

    Inaugurazione: 3 Aprile 2015 dalle 19.30 alle 23.00 (aperto al pubblico)
    Orari di apertura nei giorni di Bologna Città del Libro per Ragazzi
    3 Aprile ore 19.30 / 23.00
    Giorni e orari di apertura ordinari
    Tutti i giorni è visitabile solo su appuntamento da richiedere via mail / telefono / Facebook - contatti : lacasettadellartista@gmail.com / tel. 3249574319 
    Ingresso libero


    A cura di Giulia Sollai, La Casetta dell’Artista
    Promosso da ZOO

    WEB
    http://www.scarabottolo.com
    https://www.facebook.com/lacasettadellartista
    http://lacasettadellartista.blogspot.it




    Un titolo che confonde La biblioteca di Babele con Il pranzo di Babette, così come i disegni confondono titoli di classici della letteratura mondiale con le copertine dei pulp di fantascienza americana degli anni '60.
    Un modo di inserirsi nel dibattito su come la crisi del libro influisca sull'aspetto delle copertine, usando immagini invece che parole (e divertendosi).

    Guido Scarabottolo grafico e disegnatore, vive e lavora a Milano, dove è art director per Guanda. Ha collaborato con le principali case editrici italiane come illustratore, con la Rai e con molte agenzie di pubblicità, quotidiani e riviste internazionali. La Casetta dell'Artista nasce per i viaggiatori, ma non vuole limitarsi ad essere un punto d'arrivo. Grazie a una serie di eventi artistici, trasforma l'accoglienza turistica in un'occasione di incontro e scoperta. È un luogo in continuo divenire, punto di ritrovo per tutti coloro che amano essere circondati dalla bellezza. Per Giulia Sollai e Francesco Usenato, curatori del progetto, è uno studio d'arte e un rifugio creativo aperto allo scambio. La Casetta e i suoi artisti credono in un modello di ospitalità diverso, all'insegna della sostenibilità ambientale. Tutti gli arredi presenti all'interno della struttura, infatti, si dividono fra pezzi unici realizzati con materiali di recupero e complementi di riciclo, riportati in funzione dopo un attento restauro. Dai complementi alle opere artistiche esposte alle pareti, ogni dettaglio ha una storia da raccontare per far sì che i suoi ospiti vivano un'esperienza mai uguale a se stessa.


    Scuola delle idee, Voltone del Podestà
, Piazza Re Enzo
 - Bologna


    Abbasso le paure!

    14 marzo – 2 aprile 2015 

    Inaugurazione: già avvenuta
    Orari: martedì-venerdì ore 9.00-13.00; giovedì-venerdì-sabato ore 15.00-18.00; classi o gruppi su prenotazione giovedì, venerdì e sabato 
    Ingresso: gratuito. 

    A cura di Associazione Stigma 
    In collaborazione con Fondazione Golinelli–Scuola delle idee 

    Per prenotazioni: 051-0251008 / 051-19936110; info@scuoladelleidee.it 

    WEB
    www.scuoladelleidee.it 

    Immagini e parole, giochi e suggestioni, attraverso cui guardare le paure, quelle piccole e quelle grandi, per conoscerle meglio e ridimensionarle. 
    Parole e immagini tratte da libri della collana Io e il mondo di TJ edizioni 2014. 


    Biblioteca dell’Archiginnasio, Piazza Galvani, 1 - Bologna

    Il Pinocchio di Leo Mattioli

    Mostra delle tavole originali dell’edizione Vallecchi di Pinocchio (1955), ora riedito dall’editore Clichy. 

    18 marzo – 5 aprile 2015 

    Inaugurazione: già avvenuta 
    Orari: da lunedì a sabato ore 9.00-19.00; domenica e festivi ore 10.00-14.00 
    Ingresso: libero 

    A cura di Francesca Cappellini e Giovanni Mattioli 
    Promosso da Centro di Ricerca in Letteratura per l’infanzia, Dipartimento Scienze dell’Educazione, Università di Bologna 
    In collaborazione con Biblioteca dell’Archiginnasio | Istituzione Biblioteche di Bologna

    WEB
    http://crli.edu.unibo.it

    Le tavole in mostra, realizzate da Leonardo Mattioli, sono vere e proprie opere d’arte che attingono al futurismo, al cubismo, alle geometrie di Fortunato Depero e che aggiungono a ciò una straordinaria sensibilità per il colore e la creazione di atmosfere. Nel 60° anniversario dalla sua prima pubblicazione, il Pinocchio di Mattioli si rivela oggi di una immutata modernità. 


    Biblioteca Salaborsa Ragazzi, Piazza Nettuno - Bologna

    Alice in biblioteca


    22 marzo – 18 aprile 

    Inaugurazione: già avvenuta
    Orari: martedì-venerdì ore 10.00-20.00; sabato ore 10.00-19.00 
    Ingresso: libero 

    A cura di Biblioteca Salaborsa Ragazzi 
    Promosso da Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna In collaborazione con: Bologna Children’s Book Fair 

    WEB
    www.bibliotecasalaborsa.it

    In esposizione circa 20 edizioni illustrate di Alice nel paese delle meraviglie, scelte tra i libri di Salaborsa Ragazzi per festeggiare 150 anni dell’opera, pubblicata per la prima volta nel 1865. 





    Museo Ebraico di Bologna, Via Valdonica, 1/5 - Bologna




    Rutu Modan Identità e radice nella graphic novel contemporanea

    26 marzo – 3 maggio 

    Inaugurazione: giovedì 26 marzo, ore 18.00 
    Orari: domenica-giovedì ore 10.00- 18.00; venerdì 10.00-16.00; sabato e festività ebraiche chiuso 
    Ingresso: libero

    A cura di Vincenza Maugeri - Direttore Museo Ebraico di Bologna, Giovanni Russo - Coordinatore Lucca Comics 
    Promosso da Museo Ebraico di Bologna, Lucca Comics & Games 
    In collaborazione con Ambasciata di Israele 

    WEB
    www.museoebraicobo.it

    Mostra dedicata a Rutu Modan, la più nota illustratrice e autrice di graphic novel israeliana.


    La proprietà è il nuovo capolavoro dell’autrice di Unknown/Sconosciuto e A cena della regina: la cronaca di un ritorno e di un ricongiungimento, il racconto delle tensioni celate, dei ricordi sepolti, dei tormentati sentimenti di una famiglia segnata per sempre dalla Storia. 



    LIBRERIA MODO INFOSHOP, Via Mascarella, 24/b - BOLOGNA


    BOOKSIGNING CON ROGER OLMOS


    Domenica 29 marzo ore 19.00

    WEB
    http://archivio.modoinfoshop.com/
    Evento: https://www.facebook.com/events/692673704191777/






    In anteprima a Bologna il suo nuovo libro 
    Calando, logos edizioni 

    Una vita intera che si sta perdendo (recuperando?) nella memoria di un anziano, vista dagli occhi della moglie che ogni giorno lo accompagna, lo accudisce e lo ama, per tutta la vita. 
    Un racconto di vita quotidiana, reale, in poche immagini in cui regnano il silenzio e la solitudine, che non vuole indagare o svelare nulla, ma solo incantare gli occhi e le nostre anime con quella profonda toccante delicatezza che pochi illustratori sanno regalarci. 
    Olmos ci apre ancora una volta le porte al mondo che si cela dietro il suo sguardo, lasciandoci una dolce malinconia che però non perde mai quella colorata e spensierata fanciullezza. 
    Un libro da regalare ai nostri nonni, ma anche ai nostri bambini. Senza dire nulla. Da sfogliare, forse, mentre si ascoltano i Deaf Center (Owl Splinters). 

    Roger Olmos Pastor nasce a Barcellona il 23 dicembre del 1975. Frequenta la Escuela de Artes y Oficios Llotja Avinyó specializzandosi in illustrazione. 
    Negli anni 1999, 2002 e 2005 è stato selezionato per la Mostra degli Illustratori della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna. 
    Selezionato The White Ravens 2002, con Tío Lobo; kalandraka 
    Selezionato The White Ravens 2004, con El Libro de las Fábulas, Ediciones B. 
    Menzione speciale The White Ravens 2006, per La cosa che fa più male al mondo, OQO/Logos 
    Premio Llibreter de Álbum Ilustrado 2006, per La cosa che fa più male al mondo, OQO/Logos 
    Premio Lazarillo de Álbum Ilustrado 2008, per El príncipe de los enredos, Edelvives.



    ZOO - Strada Maggiore, 50/a - Bologna


    RIFUGI/ABRIS - Emmanuelle Houdart Solo Show


    24 marzo - 19 aprile 2015
    Inaugurazione: il 30 marzo 2015 alle ore 19.00
    Orari di apertura nei giorni di Bologna Città del Libro per Ragazzi:
    sabato 28/03 - ore 10.30-20.00
    domenica 29/03 - ore 11.00-19.00
    lunedì 30/03 - ore 17.00-23.00
    martedì 31/03 - ore 10.30-21.00 
    mercoledì 01/04 - ore 10.30-21.00 
    giovedì 02/04 - ore 10.30-19.30
    Giorni e orari di apertura ordinari:
    mar-sab 10.30- 19.30
    dom 11-16
    Ingresso: libero

    WEB
    http://emmanuellehoudart.fr
    https://www.facebook.com/ILLUSTRATI.logos
    https://www.facebook.com/likeazoo
    Evento: https://www.facebook.com/events/1602856759945944/


    IN FIERA:
    Presso lo stand di LOGOS si alterneranno per le sessioni di firma-copie: Ana Juan, Roger Olmos, Stefano Bessoni, Fred Bernard e Francois Roca, Dilka Bear e Emmanuelle Houdart.






    Emmanuelle Houdart ci accompagna alla scoperta dei luoghi che ci confortano attraverso le varie tappe della vita e propone, a persone di qualunque età, un prezioso rifugio fra le tavole originali delle sue illustrazioni.






    Il ventre materno, la casetta dei giochi, la biblioteca, il giardino, gli amici. In ogni età della nostra vita abbiamo bisogno di un rifugio, un luogo, reale o immaginario, dove sentirsi a casa, trovare quiete, protezione, amore. Emmanuelle Houdart esplora l’idea e lo spazio di questi luoghi in RIFUGI, l’esposizione delle tavole originali che compongono il nuovo libro illustrato edito da Logos Edizioni. Grazie al suo stile del tutto personale e riconoscibile, caratterizzato da colori pieni e decisi, e impreziosito da infiniti dettagli che rimandano a loro volta a infinite storie possibile, l'autrice racconta del bisogno di amore e di protezione che ci caratterizza: attraverso le sue immagini animate da straripante fantasia e intrise di dolcezza, a sua volta ci offre un rifugio nella poesia e nella bellezza. 




    Emmanuelle Houdart, pittrice e illustratrice, è nata nel 1967 in Svizzera. Diplomatasi alla Scuola d’Arte di Sion e all’Ecole Supèrieure d’Arts Visuels di Ginevra, si è poi trasferita a Parigi. Oltre a collaborare con diversi giornali e quotidiani (Libération, Le Monde, Sciences et Vie Junior, Ça m’intéresse), ha all’attivo una decina di libri di cui ha curato testo e immagini. Una ventina invece i volumi per ragazzi che ha illustrato. Il suo è uno stile del tutto personale caratterizzato dall’uso di colori pieni e decisi, che delinea un mondo tanto da fiaba quanto estremamente concreto e reale. Nel 2003 ottiene il Premio Octogone, categoria Grafica (CIELJ), per "Les Choses que je sais". Due anni più tardi viene premiata alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna, per "Monstres malades". E nel 2006 le viene assegnato il Grand Premio (libri per ragazzi) della Società dei letterati francesi per "Les Voyages merveilleux de Lilou la fée”. RIFUGI è la sua prima personale a Bologna.




    LABORATORI DA ZOO

    COSTRUIRE RIFUGI

    Laboratorio Metodo Munari® per bambini a partire dai 4 anni
    in occasione della mostra RIFUGI / ABRIS di Emmanuelle Houdart

    3 aprile 2015 ore 16.30

    Ingresso
    Quota di partecipazione 5€ - Iscrizioni:  scrivi@lozoo.org - tel. 3474784177

    A cura di ZOO

    WEB

    Che cos'è un rifugio?
    La culla? La casa? Gli amici? L'amore?
    O un libro tenero e dolce da leggere rannicchiati l'uno contro l'altro?
    E con cosa può essere fatto un rifugio? Con un panno morbido caldo e avvolgente? Con un metallo freddo e pesante che non lascia passare niente e nessuno? Con una rete attraverso la quale si può guardare senza essere visti?


    ANIMALI A MANO

    giovedì 02 aprile - ore 17.00

    Ingresso
    Partecipazione gratuita. Massimo 20 bambini. Prenotazione obbligatoria entro il 1 aprile: scrivi@lozoo.org - tel. 3474784177 

    A cura di Franco Panini Ragazzi Editore
    In collaborazione con ZOO 

    WEB 
    http://www.francopaniniragazzi.it/
    https://www.facebook.com/likeazoo

    Laboratorio per bambini con autori: Jorge Luján - Teresa Porcella - Giulia Orecchia
    Un verme, una chiocciola, un cacatua, un porcospino, un asino e... la gioia di fare il teatro con le mani. Cosa volere di più. La musica? Ci sarà anche quella. Perché se non tutti i libri (e le ciambelle!) riescono col buco, i nostri laboratori sì. Fantasia allo sbaraglio, per i aspiranti artisti.
    Laboratorio a partire dai 5 anni.

    Animali a mano di Jorge Luján, Teresa Porcella e Giulia Orecchia è un'occasione per stimolare la fantasia creando momenti di complicità tra adulti e bambini, con il movimento delle mani che entrano nelle storie, dove potrai essere una chiocciola, un verme, un cacatua, un porcospino, un asino, un sole splendente.

    Giulia Orecchia, dal 1980 è autrice e illustratrice e ha ottenuto importanti riconoscimenti per il suo lavoro in Italia e all’estero. Progetta e illustra libri per l’infanzia e disegna copertine di autori come Grossman e Calvino. Teresa Porcella scrive e progetta libri per bambini. È proprietaria della Libreria Cuccumeo di Firenze e responsabile della sezione ragazzi del Festival internazionale di letteratura “L’isola delle storie” di Gavoi. Jorge Lujàn, architetto, musicista e scrittore è nato in Argentina. Scrive per bambini e adulti. Molti dei suoi libri sono tradotti in dieci lingue. I suoi testi hanno ispirato illustratori di grandissima qualità come Isol, Chiara Carrer, Javier Zabala, Linda Wolfsgruber. 




      Ateliersi, Via San Vitale 69 - Bologna


      GERMOGLI mostra personale di Sara Gimbergsson


      29/03/2015 al 12/04/2015

      Inaugurazione: domenica 29 marzo 2015 ore 19.00
      Orari di apertura nei giorni di Bologna Città del Libro per Ragazzi:
      domenica 29/03 - inaugurazione ore 19.00 
      lunedì 30/03 - ore 18.00 – 24.00
      martedì 31/03 - ore 18.00 – 24.00
      mercoledì 01/04 - ore 18.00 – 24.00
      giovedì 02/04 - ore 18.00 – 24.00
      Giorni e orari di apertura ordinari:
      lunedì: chiuso  
      martedì - sabato: 18.00 – 24.00  
      domenica: 11.00 – 24.00
      nota: domenica 5/04 - chiuso per le festività pasquali
      Ingresso: Libero

      A cura di BA.BO.KO
      Promosso da ZOO e Swedish Arts Council (Kulturrådet)
      In collaborazione con Ateliersi

      WEB
      https://www.facebook.com/pages/Sara-Gimbergsson-Illustrator/22005767485030
      http://baboko.com
      https://www.facebook.com/likeazoo?fref=ts
      https://www.facebook.com/si.ateliersi





      Le tavole di Sara Gimbergsson, per la prima volta in mostra in Italia, rivelano con immediatezza ed estrema sincerità il germogliare di sogni, semi, identità e boschi interi.  

      Un seme che non sa cosa diventerà finché un giorno piccole foglie verdi spuntano dalla sua fronte. Un orangotango che decide di costruire un bosco intero, dal nulla. Una bambina e il suo elefante, che è più grande di qualsiasi altra cosa. Sogni che crescono, come districati da un groviglio di capelli. 
      Nel gioco, come nelle immagini dei quattro albi di Sara Gimbergsson presentati a Bologna, il piccolo diventa grande e il grande diventa piccolo, così come temi importanti si presentano immediati, con un umorismo caldo e un’inconfondibile sincerità.

      Sara Gimbergsson, illustratrice, scrittrice e pittrice, nasce nel 1958 in Svezia. Prima di diventare illustratrice a tempo pieno è stata grafica e insegnante d’arte. Sara è uno dei membri dell’Accademia svedese per la letteratura per ragazzi, che promuove la letteratura per ragazzi mobilitando l'opinione pubblica sull’importanza della lettura.
      Dal suo debutto come illustratrice nel 1999, Sara ha creato circa trenta libri illustrati, da sola e in diverse collaborazioni. Alla Caffetteria del Sì presenta i suoi ultimi lavori: Lilla frö (Piccolo seme), Min stora elefant (Il mio grande elefante), Rebus bygger en skog (Rebus costruisce un bosco, con testo di Lena Arro) e Vad drömde du om? (Cosa hai sognato? con testo di Solja Krapu-Kallio). 
      Durante la sua permanenza bolognese, Sara visiterà la scuola materna “Al Cinema” dove, insieme ai bambini, pianterà e disegnerà, coinvolgendoli nella documentazione e il racconto per immagini della crescita di un piccolo seme.




      Libreria per Ragazzi Giannino Stoppani, Via Francesco Rizzoli, 1 - Bologna


      Dalla Terra alla Tavola


      29 marzo – 30 aprile 

      Orari: lunedì-sabato ore 9.30-19.30
      Ingresso: libero


      A cura di Giannino Stoppani Cooperativa Culturale

      WEB
      www.gianninostoppanilibreria.net


      Venti storie di cibo Mostra delle tavole originali dal volume Dalla Terra alla Tavola, Einaudi Ragazzi, degli illustratori: Andrea Antinori, Marco Bassi, Martina Bonina, Eugenia Ciaramitaro, Giovanni Frasconi, Nicola Giorgio, Letizia Iannaccone, Matilde Lidia Martinelli, Davide Bartolomeo Salvemini, Luca Tagliafico. 


      (FUORI CITTà)

      Biblioteca Edmondo De Amicis (Anzola dell’Emilia – BO)


      Il paese di Cuccagna
      Figure, storie e libri per bambini e ragazzi




      29 marzo – 30 aprile 

      Inaugurazione: domenica 29 marzo ore 16.00
      Orari: martedì-giovedì ore 9.00-12.30 e 14.30-19.00; venerdì ore 14.30-19.00; sabato ore 9.00-12.30 
      Ingresso: libero

      A cura di Giannino Stoppani Cooperativa Culturale
      Promosso da Comune di Anzola dell’Emilia
      In collaborazione con ISIA Urbino

      WEB
      www.comune.anzoladellemilia. bo.it




      Biblioteca Salaborsa, Piazza Nettuno - Bologna


      Children’s works: Bologna e Zagabria
      Due città s’incontrano nell’arte dei bambini


      30 marzo – 3 aprile 2015

      Orari: martedì-venerdì ore 10.00-20.00; sabato ore 10.00-19.00 
      Ingresso: libero 


      A cura di Ministero della Cultura della Repubblica di Croazia
      In collaborazione con Bologna Children’s Book Fair


      WEB
      www.bibliotecasalaborsa.it 




      Dipartimento educativo MAMbo, Via Don Giovanni Minzoni, 14 - Bologna


      Fausto Gilberti e i suoi libri
      Un artista racconta gli artisti: Manzoni, Pollock, Klein... 


      30 marzo – 26 aprile

      Inaugurazione: domenica 29 marzo ore 18.00, a seguire aperitivo presso CorrainiMAMbo artbookshop.
      Orari: martedì, mercoledì e venerdì ore 12.00-18.00; giovedì, sabato e domenica ore 12.00-20.00; dal 30/03 al 02/04 ore 12.00-20.00. 
      Ingresso: libero

      A cura di Corraini Edizioni in collaborazione con Dipartimento educativo MAMbo e Fiera del Libro per Ragazzi 

      WEB
      www.mambo-bologna.org 







      Gli spazi del Dipartimento educativo MAMbo ospitano la mostra di Fausto Gilberti: un artista che racconta gli artisti. Dopo aver ritratto i volti e l’immaginario del Rock, una nuova collana presenta a grandi e bambini la vita e l’opera di Manzoni, Pollock, Klein: disegni e parole, tavole originali e progetti per scoprire pratiche e processi creativi. 

      Una mostra-laboratorio da guardare, leggere e partecipare. 


      PROGRAMMA CORRAINI AL DIPARTIMENTO EDUCATIVO DELLA MAMBO


      Domenica 29 marzo


      h. 16.00 – Piero Nientepopodimeno Manzoni. 
Laboratorio inaugurale con Fausto Gilberti.

      h. 18.00 – Inaugurazione della mostra Fausto Gilberti e i suoi libri. Un artista racconta gli artisti: Manzoni, Pollock, Klein... presso il Dipartimento educativo MAMbo, con la presenza dell’autore Fausto Gilberti. 
A seguire – aperitivo con l’artista al corrainiMAMbo artbookshop.


      Lunedì 30 marzo 
h. 17.00 – Drip Drops Dripping. 
Laboratorio per famiglie a cura del Dipartimento educativo MAMbo.

      Martedì 31 marzo
 h. 18.30 – aperitivo con gli illustratori selezionati per la Mostra degli Illustratori della Bologna Children’s Book Fair presso corrainiMAMbo artbookshop.


      Mercoledì 1 aprile
h. 17.00 – incontro con Fausto Gilberti presso la Sala Conferenze MAMbo.



      Libreria Trame, Via Goito, 3/c - Bologna 


      Oltre il cappuccio rosso mostra dei disegni di Roberta Terracchio 


      30 marzo – 23 aprile 

      Inaugurazione: lunedì 30 marzo, ore 18.30, l'autrice incontra Octavia Monaco
      Orari: martedì-sabato ore 9.30-19.30 (giovedì chiuso). 
      In occasione di Bologna Città del Libro per Ragazzi: 9.30-20.00; giovedì 02/04 9.30-16.30.
      Ingresso: libero


      A cura di Libreria Trame ed edizioni Il Palindromo


      WEB
      www.libreriatrame.com 

      Una Cappuccetto Rosso inedita che riesce a superare la più dura delle prove. Un breve itinerario attraverso i secoli alla scoperta delle diverse identità di Cappuccetto Rosso, a cominciare dalle storiche versioni di Charles Perrault e dei fratelli Grimm, fino ad arrivare a Italo Calvino e Beni Montresor.


      Biblioteca Salaborsa, Piazza Nettuno - Bologna 


      BOOKS &; SEEDS 


      30 marzo - 12 aprile 2015
      Una selezione di oltre 100 libri da tutto il mondo dedicati ai temi di Expo Milano 2015: l’agricoltura, la coltivazione biologica, la biodiversità, l’abbondanza e il deficit alimentare, la cucina e molto altro.

      Inaugurazione: lunedì 30 marzo, ore 19.15
      Ingresso:Libero 


      A cura di: BolognaFiere con la collaborazione di Cooperativa Culturale Giannino Stoppani

      WEB
      www.settimanadellibroperragazzi.it



      Spazio &, Via Guerrazzi, 1 - Bologna


      La pantera sotto il letto – Mostra di Mara Cerri


      31 marzo - 30 aprile 2015 


      Inaugurazione: il 30 marzo 2015 alle ore 19.30


      Orari mostra: dal lunedì al venerdì 10.00-13.00/15.00-18.0 | Chiuso sabato e domenica


      A cura di CAT 24-Clorinda Tafuri con Spazio &, Hamelin Associazione Culturale
      In collaborazione con orecchio acerbo, MA.MA INTERIOR DESIGN, Alessandro Guerri (sound design)

      WEB
      http://spazioet.it/


      http://www.facebook.com/Spazioet
      Evento: https://www.facebook.com/events/431046410388929/
      https://www.facebook.com/mara.cerri.56
      http://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Bajani
      http://www.orecchioacerbo.com/






      Una mostra dedicata a La pantera sotto il letto albo illustrato scritto da Andrea Bajani e illustrato Mara Cerri, in uscita per orecchio acerbo in occasione della mostra. Un papà e la sua bambina di fronte alla notte e una pantera nera e misteriosa, che aspetta la protagonista sotto il letto. Guardarla negli occhi è un po’ come guardare la notte: entrambe fanno paura, ma entrambe si possono esplorare per scoprire il mistero del buio e cavalcarlo con una tavola da surf.

      In esposizione, all’interno di un suggestivo allestimento di suoni, tessuti e luci, le tavole originali dell’albo illustrato affiancate dal racconto del dialogo artistico far scrittore e illustratrice. La pantera sotto il letto è il risultato di un dialogo serrato, denso fra i due autori, in cui testo e figure si sono intrecciati, scambiati, ridefiniti e plasmati reciprocamente. L’inaugurazione, alla presenza degli autori sarà accompagnata da una lettura di Andrea Bajani e dal sound design di Alessandro Guerri.



      Mara Cerri frequenta la Scuola del Libro di Urbino, sezione Cinema d’Animazione. In seguito si dedica all’illustrazione, spinta dalla curiosità di ricercare corrispondenze tra parole e immagini. Collabora con testate come “Il Manifesto”, “Internazionale”, “Lo Straniero”. Con Magda Guidi, realizza il cortometraggio d’animazione Via Curiel 8, vincitore del Torino Film festival 2011 Sezione Corti e tratto dall’omonimo libro di orecchio acerbo. Fra i suoi libri ricordiamo: Ad una stella cadenteIl nuotatore e il nuovo La pantera sotto il letto (tutti per orecchio acerbo), L’Anima Nuvola (Fatatrac editore), La Traviata (Grimm Press), Cleopatra (EL editore), Piccole donne (Fabbri editori), La spiaggia di notte (E/O).






      LABORATORIO CON MARA CERRI

      Durante la Fiera del Libro per Ragazzi 2015, Mara Cerri terrà un laboratorio per ragazzi sugli attrezzi del mestiere mercoledì 1 aprile dalle 9.30 alle 12.30 presso C.U.B.O. Centro Unipol Bologna in Piazza Sergio Vieira de Mello 3 a Bologna.


      Galleria Forni, Via Luigi Carlo Farini, 26 - Bologna


      Svjetlan Junakovic Camera delle Meraviglie


      Mostra monografica di uno dei più importanti illustratori croati contemporanei.
      30 marzo – 15 aprile 2015 

      Inaugurazione: lunedì 30 marzo, ore 20.00
      Orari: martedì-sabato 9.00-13.00 e 15.30-19.30
      Ingresso: libero


      A cura di Ministero della Cultura della Repubblica di Croazia

      WEB
      www.galleriaforni.com 




      Alliance Française/Istituto di Cultura Germanica, Via De Marchi, 4 - Bologna


      Poetic Science La Science poétique


      31 marzo – 8 maggio 

      Inaugurazione: martedì 31 marzo, ore 19.00
      Orari: lunedì-mercoledì ore 9.00-13.00 e 15.00-19.00; giovedì ore 9.00-13.00 e 15.00-20.00; venerdì ore 9.00-13.00 e 15.00-18.00
      Ingresso: libero


      A cura di Alliance Française Bologna, Istituto di Cultura Germanica di Bologna

      WEB
      www.afbologna.it 

      Sette delle più importanti Accademie di Belle Arti del mondo (Accademia di Belle Arti di Bologna, École Nationale Supérieure des Arts (ENSAD) di Parigi, Hochschule für Angewandte Wissenschaften 42 43 Hamburg (HAW), Kyoto City University of Arts, Escola Massana di Barcellona, University of West England di Bristol, Università di Belle Arti di Teheran) espongono le loro opere incentrate sul tema della “Science poétique”.




      Kinodromo - Cinema Europa,Via Pietralata, 55/a - Bologna


      KROKODYLE - Proiezione del film di Stefano Bessoni


      31 marzo 2015 ore 21.00  

      A cura di ZOO - #logosedizioni
      Promosso da #ILLUSTRATI - ZOO
      In collaborazione con Kinodromo

      WEB
      https://www.facebook.com/pages/Stefano-Bessoni/233720430053298
      http://www.kinodromo.org
      https://www.facebook.com/Kinodromo
      https://www.facebook.com/logosedizioni.it?fref=ts

      INFO
      info@kinodromo.org – tel. 051 523812

      IN FIERA:
      Presso lo stand di LOGOS si alterneranno per le sessioni di firma-copie: Ana Juan, Roger Olmos, Stefano Bessoni, Fred Bernard e Francois Roca, Dilka Bear e Emmanuelle Houdart.




      La storia di un illustratore alle prese con le scaturigini della sua fervida fantasia. Un diario filmato, un taccuino fatto di appunti e riflessioni, di immagini e suoni, di sogni e di incubi. Infarcito delle passioni dell'autore: l’anatomia, la zoologia, la raccolta di oggetti, le wunderkammer, i freaks, le stranezze, la generazione spontanea, la fotografia e il disegno, il film contiene frammenti di animazioni in stop-motion, illustrazioni, schizzi e appunti, molti dei quali sono stati poi sviluppati nei libri più noti di Stefano Bessoni. 



      Kaspar Toporski è un giovane filmaker di origini polacche trasferitosi lontano dalla sua città natale in giovanissima età. Kaspar è in attesa di risposte per riuscire a realizzare i suoi progetti cinematografici, così trascorre le sue giornate disegnando, scrivendo ed inventando un suo mondo immaginario che giorno dopo giorno sembra diventare sempre più reale. Nutre fin da bambino un’ammirazione sfrenata per i coccodrilli, che considera esseri perfetti in grado di controllare lo scorrere del tempo. Kaspar discute spesso delle sue idee con Helix, una fotografa ossessionata dalla morte e dalla cattura per le immagini, della quale è anche timidamente innamorato. Frequenta inoltre un misterioso, quanto folle sarto che incarna le teorie sulla creazione e sui manichini elaborate dallo scrittore polacco Bruno Schulz e condivide la sua passione per il cinema con Bertolt, un suo collega filmaker che non ha mai superato il fallimento di un film rovinato dai pesanti interventi imposti dalla produzione. Per fermare le sue idee, Kaspar inizia a realizzare un film su se stesso, una sorta di taccuino di appunti cinematografici, fatto di immagini catturate d’istinto, di disegni, di fotografie, di brevi animazioni, di parole e musica, di sogni e incubi. Con il passare del tempo ed il progredire del suo film però l’allontanamento di Kaspar dal mondo reale sembra farsi sempre più insistente, fino a portarlo a pensare di essere sull’orlo della follia e di essere lui stesso il frutto bizzarro della sua incontrollabile fantasia.






      Stefano Bessoni, filmaker e illustratore romano, insegna animazione stop-motion e illustrazione presso varie scuole in Italia e all'estero. Il suo ultimo film Krokodyle ha ottenuto diversi e importanti riconoscimenti: miglior film fantasy al 6° Cinefantasy di San Paolo in Brasile, miglior film internazionale al Puerto Rico Horror Film Fest 2011 e menzione Speciale al Sitges 2011 – 44° Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya, che si aggiunge a quella ottenuta al Fantaspoa 2011. “Sono nato a Roma nel 1965. Scarabocchio, scrivo, faccio film. Vorrei tanto avere un brevetto da palombaro e uno per guidare dirigibili e palloni aerostatici. Mi piacerebbe avere un coccodrillo come animale domestico, al quale cederei volentieri la mia vasca da bagno. Da piccolo sognavo di diventare un becchino, ma poi non ci sono riuscito e così, dopo una deviazione verso la zoologia e le scienze naturali, mi sono diplomato all’Accademia di Belle Arti. Poi ho deciso di fare cinema”. 



      ZOO - Strada Maggiore, 50/a - Bologna


      BOLOGNA // Illustri @ ZOO

      Lectures/portfolio review dell'associazione Illustri


      31 marzo 2015 ore 17.00 - 20.00

      A cura di Associazione Illustri
      In collaborazione con ZOO

      Ingresso

      Lectures: partecipazione gratuita. 

      Portfolio review: gratuita per i tesserati, contributo di 15 € per non tesserati. 

      Informazioniinfo@illustrifestival.com

      WEB
      http://www.illustrifestival.org
      http://alegiorgini.com/
      http://cargocollective.com/sarahmazzetti
      http://www.gianlucafoli.com/
      https://www.facebook.com/likeazoo

      http://www.eventbrite.it/e/biglietti-bologna-illustri-zoo-prenotazione-lectures-15859221358








      Incontro e portfolio review a registrazione obbligatoria, fino ad esaurimento posti disponibili. Parlano del loro lavoro e si confrontano con i partecipanti Gianluca Folì, Sarah Mazzetti e Ale Giorgini.

      Associazione Illustri è un nuovo punto di riferimento per gli illustratori, una rete professionale con molti eventi attraverso la quale l’illustrazione italiana viene promossa con un fitto calendario di mostre, attività di formazione, portfolio review e incontri organizzati in tante città in ogni parte d’Italia e con una serie di prodotti editoriali dedicati all'illustrazione italiana e internazionale. Associazione Illustri nasce a Vicenza a dicembre 2014, e si presenta per la prima volta a Bologna con un incontro e portfolio review aperti al pubblico a registrazione obbligatoria, fino ad esaurimento posti disponibili. 
      Speaker: Gianluca FolìSarah Mazzetti. 
      Review Leader: Gianluca FolìSarah MazzettiAle Giorgini.


      ZOO - Strada Maggiore, 50/a - Bologna


      Incontro pubblico con Phileas Fogg agency e BA.BO.KO

      Incontro pubblico: Rappresentare Autori e Illustratori.
      La galleria d’illustrazione online svedese BA.BO.KO e l’agenzia italiana Phileas
      Fogg Agency si raccontano.



      Presentazione: 1 aprile 2015 ore 18.30 

      Carin Bacho Carniani a settembre 2014 apre BA.BO.KO, una galleria d'arte online, specializzata in "children's book art” e illustrazione. Rappresenta alcuni dei più importanti illustratori svedesi contemporanei di libri per bambini, così come artisti internazionali selezionati. Nel negozio online si trovano opere d'arte originali, stampe d'arte numerate e autografate, e altre creazioni in edizione limitata, nonché libri firmati per bambini, libri sull'illustrazione e la creatività dei bambini. Offline organizza mostre temporanee, presentazioni di libri e laboratori di artisti, partendo dallo showroom nel centro di Stoccolma. Vende e spedisce in tutto il mondo. A Bologna ha portato Sara Gimbergsson, con una mostra d’illustrazione e un’esperienza d’autore con i bambini della scuola dell’infanzia Al Cinema! L'illustratrice sarà a ZOO durante l’incontro per una sessione di book-signing.

      Valentina Colombo a settembre 2014 fa più concreta la sua intenzione di aprire un’agenzia, che a gennaio 2015 diventa la sua professione, in modo operativo e a tempo pieno. Phileas Fogg Agency è un’agenzia letteraria internazionale, che rappresenta autori, illustratori e editori, nel panorama mondiale. Incentrata sulle licenze, i diritti esteri e promozione di nuovi progetti di libri illustrati per bambini e adulti, si muove con competenza, energia e in modo attuale, rappresentando, tra gli altri Alice Beniero, Ilaria Faccioli, Antonio Ladrillo, Paula Kempker, Anna Resmini, Lorenzo Gritti, Aurora Biancardi+Irene Patara (con un progetto congiunto), Alessandro Sanna (in collaborazione con la Neri illustration Agency di Paola Quintavalle), Tate publishing, Bruaá, Éditions Notari, Ammo books e Etana. 



      LIBRERIA MODO INFOSHOP, Via Mascarella, 24/b - BOLOGNA


      BOOKSIGNING CON ANA JUAN


      Mercoledì 1 aprile ore 19.00

      WEB
      http://archivio.modoinfoshop.com/
      Evento: https://www.facebook.com/events/690714834372921/



      In anteprima a Bologna il suo nuovo libro 
      Lacrimosa, logos edizioni 




      Le Lande, Francia, 1920. Una giovane coppia appena sposata sta varcando la soglia di quella che sarà la sua dimora, una piccola casa isolata in mezzo al bosco e vicina a una laguna nera. 
      Lei, Linon, è giovane e innamorata. Lui, Méric, un bell’uomo che fuma sempre un tabacco da pipa che profuma di spezie e attrae piccole farfalle gialle. Con loro le tre sorelle dello sposo completamente coperte di veli neri, in lutto per la morte del padre, e il prete. 
      Questi i protagonisti di una nuova storia d’amore. 
      Questo l’inizio di Lacrimosa, il quarto volume della serie Spaccacuore. 
      Ancora una volta Ana Juan e Matz Mainka (in veste di autore dei testi) ci regalano una narrazione romantica e appassionata, misteriosa e affascinante, ma soprattutto piena di lacrime. 

      Ana Juanè un’illustratrice, scrittrice e pittrice spagnola, nata a Valencia nel 1961, con alle spalle numerose pubblicazioni in tutto il mondo, dalla Spagna agli Stati Uniti, passando per il Giappone. Conosciuta per le sue interpretazioni originali, malinconiche, romantiche e, talvolta, un po’ spietate, della realtà e delle sue storie, è famosa per le sue copertine per il New Yorker, le illustrazione per El País e le copertine di tutti i romanzi di Isabel Allende. 
      Nel 2010 ha ricevuto il prestigioso Premio nazionale di illustrazione conferito dal Ministero della cultura spagnolo.


      Inuit Bookshop, Via Giuseppe Petroni, 19 - Bologna


      Double Bubble Representations of Earth and sky


      1 aprile – 1 maggio 2015

      Inaugurazione: mercoledì 1 aprile, ore 19.00
      Orari: lunedì-sabato ore 16.00-20.00
      Ingresso: libero


      A cura di Inuit Editions e Studio Fludd

      WEB

      http://inuit-igloo.tumblr.com/

      Dalle arcaiche Mappae Mundi alle esplorazioni tecnointerstellari: per il secondo anno consecutivo Inuit Editions e Studio Fludd propongono una collettiva internazionale di artisti e illustratori chiamati questa volta a tracciare la propria visione cosmologica in brillanti colori Risograph. Artisti partecipanti: Daniele Castellano, Icinori, Geran Knol, Hanna Konola, Umberto Mischi, Viola Niccolai, Studio Fludd, Anastasia Stroc´okova, Elisa Talentino, Mathilde Vangheluwe, Bruno Zocca.



      HAMELIN Associazione Culturale, Via Zamboni,  15 - Bologna


      Fatherland - Steven Guarnaccia


      2 aprile - 8 maggio 2015 


      Inaugurazione: 1 aprile 2015 alle ore 19.30


      Orari mostra: dal lunedì al venerdì 10.00-13.00/15.00-18.30 | Chiuso sabato e domenica




      WEB
      Segui sulla pagina facebook di Hamelin il Dizionario Guarnaccia, una sorta di dizionario d’artista, per entrare nel mondo di Steven Guarnaccia!
      http://hamelin.net/
      Evento: https://www.facebook.com/events/1637666623127801/
      http://stevenguarnaccia.com/






      Steven Guarnaccia è uno dei più importanti illustratori contemporanei e dal 2 aprile all’8 maggio, in occasione della Bologna Children’s Book Fair 2015 trasforma la sede di Hamelin (via Zamboni 15, Bologna) nella propria casa. Un viaggio sul filo delle memorie famigliari attraverso il disegno ma soprattutto attraverso l’installazione di una collezione di oggetti trovati e reinterpretati dalla mano dell’artista.
      I temi dell’infanzia, delle radici, dell’immigrazione, del rapporto fra padre e figlio sono il nucleo di Fatherland, mostra monografica di Steven Guarnaccia. Scarpe, scatole di sigari, camicie di legno, guanti, birilli, bastoni, valigie, e tanti altri oggetti come tracce di memorie famigliari costellate di parole emblematiche che occupano un ruolo fondamentale nella vita dell’artista. In un vitale gioco fra immagini, testo e riflessioni intime, il percorso progettato dall’autore non finisce d’incuriosire, lasciando pieno spazio allo spettatore di immergersi anche fisicamente nell’immaginario dell’artista.


      INCONTRI CON STEVEN GUARNACCIA



      IN FIERA
      L’autore terrà un incontro al Caffè degli illustratori (Bologna Children’s Book Fair) mercoledì 1 aprile alle ore 14 dal titolo Fatherland.

      IN CITTà
      Alla mostra si collega l’incontro con l’autore Collezionare me stesso che si terrà martedì 31 marzo 2015 alle ore 17:30 presso CUBO Centro Unipol Bologna in Piazza Sergio Vieira de Mello 3 a Bologna (a due passi dalla fiera).

      40 ANNI DI MOSTRA DEGLI ILLUSTRATORI. 5 CATALOGHI. 1 DOMANDA: MA DAVVERO ERA MEGLIO QUELLA DEGLI ALTRI ANNI?

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      Cocciutaggine! Solo cocciutaggine.
      E il desiderio di tentare di riflettere su una serie di considerazioni che girano - come un mantra ogni anno fedele a se stesso - nei corridoi degli stand della Bologna Children's Book Fair quando si parla della Mostra degli Illustratori, hanno fatto sì che solo oggi, a un paio di un giorni dal ritrovamento dell'ultimo catalogo che mi serviva per questo scopo, possa scrivere il post che avevo in mente.

      Ma quali sono queste considerazioni, sospiri, dubbi, visioni? Quante sono? Tante, ricche, valide, entusiastiche o preoccupate di aver perso lo sguardo per aver visto troppe cose in molti anni. Molte però vertono su un'idea comune, alcune di più altre di meno, ma che comunque aleggia su molti pensieri che le selezioni delle Mostre precedenti vedevano potuto contare su, mostrare, proporre... una qualità un'originalità e uno stile espressivo superiori a quella dell'anno in corso.
      Dopo vent'anni di fiera, ma soprattutto alla vigilia del 50° anno della Mostra degli Illustratori, potevo non fermarmi a riflettere su questo?

      Sì, ma la tentazione era troppa e provarci non fa male.

      Scorreremo qui quarant'anni anni di Mostra degli Illustratori a partire dal catalogo del 1975, proseguendo con quelli del 1985, 1995, 2005 risalendo così fino all'ultimo. Di dieci anni in dieci anni è il parametro che qui, su Gavroche, mi potevo concedere.
      Quella che leggerete è una selezione di parole e di immagini, di dati, di considerazioni e aspirazioni, riportate in modo acritico, perché siate voi a farvi un'idea, senza mie interferenze.

      Sarà una strada in salita, per abituare lo sguardo e il pensiero all'elaborazione di una risposta finale individuale, ammesso che sia una risposta quella che qui si sta cercando e che, nel caso, sia solo una.




      Fiera del libro per ragazzi di Bologna,
       Illustratori di libri per ragazzi,
      Annual 1975


      LA MOSTRA DEGLI ILLUSTRATORI: UN PONTE TRA ARTISTI E RAGAZZI

      «La IX Mostra degli Illustratori, organizzata nell'ambito della dodicesima Fiera del libro per ragazzi, si presenta vitalizzata non solo da un accrescimento del numero di partecipanti ma anche dal rinnovato apporto di diverse correnti. L'interpretazione del mondo che ci circonda, infatti non può conoscere tappe di arresto, ma adotta sia nuove tecniche sia nuovi orientamenti: umoristico, surreale, naturalistico, impressionistico, caricaturale e via dicendo, orientamenti che equivalgono ad altrettante chiavi di lettura della pagina stampata e sollecitano un assenso, una risposta, una reazione da parte dell'osservatore. La Mostra di Bologna, del resto, esula sempre dallo show dell'abilità dell'artista. Anche la clausola "opere inedite" non significa che le tavole esposte prescindano dal libro o lo dimentichino. Ognuna delle illustrazioni presentate va vista in rapporto ad un libro, ad un testo a cui essa lega la sua genesi. Il rapporto immagine-testo si estrinseca in prospettive sempre nuove; talvolta il rinvio dall'uno all'altro è sottinteso, talvolta è dichiarazione esplicita, talaltra ancora la figura rinuncia alla didascalia ma ne sollecita e favorisce la creazione da parte del ragazzo lettore. Quello che è essenziale è il fatto che si tende ad offrire all'osservatore un prodotto la cui funzione non si estingue in una presa di contatto istantanea, passeggera, ma da postulare un'azione a lunga durata, da favorire il riesame, la verifica, diversamente da quanto succede con tanti esempi di pubblicità visiva e di grafica che richiedono solo una visione rapida ed epidemica. È chiaro, di conseguenza, che la Mostra degli Illustratori non risulta un'appendice della Fiera del libro, ma parte integrante, in quanto ripropone tutta una serie di considerazioni sulla grafica come elemento costitutivo del libro e sulla sua capacità di stare al passo con la funzione di acculturazione affidata al libro. [...]» Presidente dell'Ente Fiera, Giancarlo Lenzi, introduzione al catalogo (1975).


      Continua, il Presidente della Fiera, nella presentazione del catalogo, accostando le intenzioni che promuovono la Mostra degli Illustratori a quelle che danno vita al Premio grafico della Fiera del libro, l'attuale BolognaRagazzi Award per intenderci, assegnato allora, oltre che da una giuria di esperti (per le sezioni "Infanzia" e "Gioventù") da una giuria di ragazzi, quello della sezione "Critici in Erba". 

      Ne viene fuori uno sguardo che lega strettamente lavoro di scrittori, illustratori, editori e lettori in modo indissolubile, dove i bambini e ragazzi attraverso l'espressione concreta delle proprie scelte partecipano attivamente alla selezione dei libri ritenuti migliori. Il tutto visto come indispensabile strumento per comprendere le direzioni e le relazioni tra domanda e offerta dell'editoria. Ma non solo.


      «[...] Tra le più importanti risultanze emerse dal conferimento dei Premi e delle Mostre degli Illustratori recenti, c'è il riconoscimento del ruolo attivizzante assegnato all'immagine e cioè l'avvio che essa può fornire  alla capacità di lettura critica. La ricerca dei vari artisti si è svolta perciò sulla linea dell'educazione all'immagine. Si è cercato e si cerca di dare al lettore del libro illustrato una capacità selezionatrice e valutatrice che gli permetta, nel suo domani di uomo, di sottrarsi a un passivo consumismo dell'immagine stessa. Si vuole insegnare come si reagisce all'immagine, come la si recepisce al livello della coscienza e non solo dell'inconscio, come dell'immagine si fa, e si deve fare, un termine di dialogo. Ecco quindi che da un piano estetico la Mostra degli Illustratori passa a un piano psicosociale. E gli artisti in buona parte dei casi, sanno svolgere anche in tal senso una funzione di operatori culturali. Così com'è concepita e portata avanti la Mostra resta una cavalleresca sfida agli editori che per varie ragioni non possono e talvolta non vogliono tentare esperienze nuove e sono più lenti degli artisti a cogliere le necessità e le esigenze dei ragazzi di oggi. Gli artisti, invece, ne sono i più diretti interpreti. Ecco perché la Mostra degli Illustratori, nell'ambito di una Fiera diretta al fruitore ragazzo, proprio a questo fruitore si allaccia con più facilità e immediatezza che non all'adulto, il quale non ha l'audacia né la possibilità di aderire come un ragazzo all'avventura, al viaggio, verso orizzonti nuovi. Nello spirito di gioiosa, entusiastica, ma non avventata ricerca e scoperta di spazi nuovi, sta quindi l'essenza della Mostra degli Illustratori. E in questo senso è lecito parlare di un «ponte» tra gli artisti e i ragazzi, un ponte la cui tensione, il cui slancio audace vogliano esprimere vitalità artistica, speranza e fiducia nel domani». Presidente dell'Ente Fiera, Giancarlo Lenzi, introduzione al catalogo (1975).


      Non viene presentata poi, nel catalogo, come ci aspetterebbe, una giuria, né si parla di vincitore. Al suo posto, invece, una Giunta Esecutiva e il Collegio dei Revisori dei Conti.

      Ventisei erano i Paesi da cui provenivano gli illustratori: Australia, Austria, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Islanda, Israele, Italia, Jugoslavia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Democratica Tedesca, Repubblica Federale Tedesca, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria, U.R.S.S. .


      Fiera del libro per ragazzi di Bologna,
       Illustratori di libri per ragazzi,
      Annual 1975

      Fiera del libro per ragazzi di Bologna,
       Illustratori di libri per ragazzi,
      Annual 1975

      Fiera del libro per ragazzi di Bologna,
       Illustratori di libri per ragazzi,
      Annual 1975

      Fiera del libro per ragazzi di Bologna,
       Illustratori di libri per ragazzi,
      Annual 1975

      Fiera del libro di Bologna,
       Illustratori di libri per ragazzi,
      Annual 1975

      Fiera del libro per ragazzi di Bologna,
       Illustratori di libri per ragazzi,
      Annual 1975

      Fiera del libro per ragazzi di Bologna,
       Illustratori di libri per ragazzi,
      Annual 1975


      Per ampliare l'orizzonte e farvi un'idea di quali libri furono premiati nell'edizione del 1975, potete guardare le pagine del catalogo della biblioteca Sala Borsa Ragazzi di Bologna, che raccoglie quarant'anni di Premi della Fiera del libro per Ragazzi (qui).


      Il 1985 fu l'Anno della Gioventù. Promossa dall'ONU, questa celebrazione trovò nella Fiera del libro per Ragazzi di Bologna una ricezione e attenzioni particolari.


      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85


      BOLOGNA E L'ANNO INTERNAZIONALE DELLA GIOVENTÙ

      «Tradurre in immagini, anzi in manifesto, che è l'esaltazione dell'immagine e dei suoi contenuti, questa celebrazione è stata una decisione immediata, motivata anche da una valida esperienza precedente. Nel 1979, infatti, per la celebrazione dell'Anno del Fanciullo, la Fiera indisse un analogo concorso "Il Poster dell'Anno" che trovò un'entusiastica attenzione nell'ambiente degli illustratori e dette validi risultati. Una volta di più, dunque, la Fiera ha voluto apportare una variante temporanea ma significativa, alla consueta Mostra degli Illustratori, al posto dei liberi temi di composizione, l'interpretazione di un messaggio, cioè di valori dell'Anno della Gioventù da realizzare in un manifesto. Oltre a sollecitare originali e personali soluzioni artistiche, il concorso ha riproposto in modo interessante il rapporto grafico-illustrazione. Il manifesto vincente, un Icaro del nostro tempo, e di tutti i tempi, che sappia le sue possibilità di volo, opera di Fred Münzmaier, è stato elevato a simbolo della ventiduesima edizione della Fiera del libro per Ragazzi. Insieme alle altre efficaci figurazioni selezionate, e riprodotte in questo catalogo, testimonia la validità dell'iniziativa e la serietà dell'impegno in cui la fiera ha voluto coinvolgere gli illustratori.» Vincenzo Galletti, Presidente Ente Fiere di Bologna, introduzione al catalogo.


      Alla Mostra degli Illustratori parteciparono artisti provenienti da sedici Paesi: Austria, Belgio, Canada, Cecoslovacchia, Repubblica Federale Tedesca, Francia, Gran Bretagna, Ungheria, Italia, Giappone, Lussemburgo, Polonia, Romania, Spagna, Svizzera e Turchia.

      Membri della Commissione internazionale di selezione:

      Ernesto Ottone, Uno Secretariat - Austria, Honorary President
      Monika Knofler, UNICEF - Svizzera
      Jan Lenica, Graphic-designer - Polonia
      Celestino Piatti, Deutscher Taschenbuch Verlag - Repubblica Federale Tedesca
      Ferenc Pinter, Arnoldo Mondadori Editore - Italia



      VINCITORE DEL CONCORSO "MANIFESTO DELL'ANNO" 1985


      Fred  Münzmaier - Repubblica Federale Tedesca
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85


      MENZIONI D'ONORE


      Giovanna Ericani - Italia
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85

      Stasys Eidrigevicius - Lituania,
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85

      Astrid Metzendorf - Rep. Federale Tedesca
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85

      Gudrun Mullner - Rep. Federale Tedesca
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85

      Maria Santi - Italia
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85

      Riccardo Ruggeri - Italia
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85

      Tibor Pap - Ungheria
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85


      TRA I NON SELEZIONATI:


      David McKee - Regno Unito
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85

      Kveta Pacovska - Cecoslovacchia
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'85

      Ancora, per ampliare l'orizzonte e farvi un'idea di quali libri furono premiati nell'edizione del 1985, potete guardare le pagine del catalogo della biblioteca Sala Borsa Ragazzi di Bologna, che raccoglie quarant'anni di Premi della Fiera del libro per Ragazzi (qui).


      Nel 1995, gli Annual pubblicati per ciascuna edizione erano due: uno per la sezione Fiction e uno per la sezione Non Fiction, che poi ha sempre avuto una presenza costante e rilevante all'interno del Premio e dell'editoria per ragazzi illustrata. Quello che vi propongo qui, è il l'Annual della Non Fiction e leggerete la ragione tra poco.


      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'95 - Sezione Non-Fiction
      - illustrazione di copertina di Bruno Lenormand - 


      «La Mostra degli Illustratori edizione 1995 è la mostra delle grandi novità. Per cominciare, una giuria unica, Fiction e Non-Fiction. Crediamo infatti che i criteri adottati dagli editori nelle valutazioni e nelle scelte degli illustratori siano comuni ai due settori.



      Altra novità di rilievo è la compresenza di operatori dell'editoria e delle scuole di formazione professionale, per offrire un'occasione di incontro e confronto utile con entrambi. [...]».


      Membri della Commissione Internazionale di selezione:

      Matteo Faglia, Giunti Gruppo Editoriale - Italia
      Jean Claviere, Ecole Nationale de Beaux Arts - Belgio
      Tom Peterson - The Creative Company Books - USA
      Roger Priddy - Darling Children's Books - Gran Bretagna
      Gero Flurschulz - Germania

      Paola Vassalli, esperta di illustrazione, segreteria Premio - Italia



      Claire Felloni - Francia
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'95 - Sezione Non-Fiction

      Gabor Szittya - Francia
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'95 - Sezione Non-Fiction

      Stephen Bietsy - Gran Bretagna
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'95 - Sezione Non-Fiction

      Louis R. Galante - Italia
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'95 - Sezione Non-Fiction

      Julie Wintz-Litty - Francia
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'95 - Sezione Non-Fiction

      Simone Boni - Italia
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'95 - Sezione Non-Fiction

      Michel Fuzellier - Italia
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'95 - Sezione Non-Fiction

      Richard Hook - Gran Bretagna
      Fiera del libro per ragazzi di Bologna
      Mostra degli Illustratori
      Annual'95 - Sezione Non-Fiction

      Ancora una volta, per ampliare l'orizzonte e farvi un'idea di quali libri furono premiati nell'edizione del 1995, potete guardare le pagine del catalogo della biblioteca Sala Borsa Ragazzi di Bologna, che raccoglie quarant'anni di Premi della Fiera del libro per Ragazzi (qui). 


      Fiera del libro per Ragazzi di Bologna,
      Annual 2005

      - illustrazione di copertina di Max Velthuijs - 


      Il 25 gennaio del 2005, a soli quattro mesi di distanza dal conferimento dell'Hans Christian Andersen Award, Max Velthijus lasciava questa terra. 
      Nel suo ricordo, si apriva l'Annual di quell'anno, dedicando diverse pagine al suo lavoro, al suo indimenticabile Ranocchio (pubblicato in Italia da Bohem Press).

      Alla mostra parteciparono 2570 illustratori provenienti da 60 Paesi, 85 i selezionati.

      La Commissione internazionale di selezione del 2005 era composta da:

      Gérard Lo Monaco, Art Director - Francia
      Kiyoko Matsouka, Itabashi Art Museum curator - Giappone
      David McKee, artista - Gran Bretagna
      Michael Neugebauer,  Minedition, Michael Neugebauer Publishing - Hong Kong
      Kyung-Sook Shin, Chobang Editions - South Korea


      IL PUNTO DI VISTA DELLA GIURIA

      «[...] La mostra dovrebbe riflettere gli aspetti più interessanti e stimolanti delle illustrazioni realizzate oggigiorno per l'infanzia, dovrebbe indicare ai nuovi illustratori cosa li aspetta, che livelli devono aggiungere se vogliono sfondare, ed infondere nei vecchi illustratori il timore di perdere la loro posizione consolidata. Gli illustratori che visitano la mostra dovrebbero avere solo un desiderio: tornare al loro studio a mettersi al lavoro. Ma al momento la mostra, per quanto buono sia il livello, non raggiunge pienamente questo scopo. SI dice che alcuni illustratori affermati si siano sentiti sminuiti dall'esclusione e non partecipino più; che gli artisti che iniziano ad affermarsi siano troppo impegnati e non sentano più il bisogno di inviare le loro opere. O ancora che gli editori non presentino le illustrazioni dei loro artisti per paura che vengano loro sottratti dalla concorrenza. Si dice, infine, che certi artisti affermati presentino le loro opere, ma non le migliori.


      Il rifiuto fa parte dell'esperienza di un illustratore. Il troppo impegno non è una buona scusa per non mandare illustrazioni a Bologna: anche se non hai più bisogno della Fiera di Bologna, è lei che ha bisogno di te. Gli editori dovrebbero essere orgogliosi di mostrare gli artisti che pubblicano. [...] Chi espone ha bisogno di farlo al massimo livello. I giovani illustratori hanno bisogno di questa mostra com fonte di ispirazione; quelli affermati ne hanno bisogno come stimolo; i libri per l'infanzia hanno bisogno che la mostra contribuisca a tenerne alto il livello. [...]»


      Geraldine Alibeu

      Maja Celija

      Kirill Chelushkin 


      David McKee, nel suo contributo al catalogo, lamentava di non aver trovato «i lavori originali che avevo sperato di vedere. Ho avuto la sensazione che gli illustratori si fossero ispirati troppo allo stile di altri colleghi, senza prestare attenzione a quanto accade nel mondo della pittura. Ho colto una scarsa conoscenza delle nozioni basilari su disegno, composizione, sfumatura, struttura e, soprattutto, colore.»


      Gianni De Conno

      Ayano Imai


      Mentre Kiyoko Matsuoka, faceva invece appello a un grande maestro dell'illustrazione: «"È importante la massima semplicità per farsi capire"ha detto una volta Leo Lionni. A volte sembra che gli illustratori abbiano paura di creare illustrazioni facili da capire. Spero che voi tutti ricordiate queste parole quando creerete un'opera per comunicare una storia o un'idea.»


      Anna Laura Cantone

      Anna e Juri Jakovenko

      Luigi Raffaelli


      Particolarmente interessanti, a mio avviso, le riflessioni espresse da Kyung-Sook Shin, sentite un po':

      «La vita è la ricerca dei pezzi necessari per completare il puzzle che è stato assegnato a ciascuno di noi: questo puzzle lo chiamo "il mito". Mentre cerchiamo il nostro mito personale, abbiamo continuamente bisogno di una nuova interpretazione del mondo. Come un estraneo sulla terra, il bambino può trovare nelle illustrazioni di un libro un modo per interpretare il mondo. Ecco perché le illustrazioni per l'infanzia devono essere realiste, credibili e variegate. Personalmente, vorrei concentrarmi sulla "diversità della bellezza": credo infatti che possiamo incontrare la varietà solo quando avvertiamo davvero la bellezza in qualcosa o in qualcuno. Una volta che abbiamo scoperto i nostri gusti personali, possiamo divertirci a svilupparli, cercando di comprendere i gusti degli altri e riuscendo, così, a raggiungere la completezza, combinando insieme gusti diversi ed originali. L'arte è il frutto di un artista. Come un contadino che lavora onestamente, così un artista deve indagare nel suo intimo più profondo per scoprire il proprio senso della bellezza. Gli artisti che illustrano per bambini non dovrebbero dimenticare che il mondo infantile non comprende soltanto la gioia ma anche la tristezza: proprio come un frutto, che ha bisogno della luce del giorno e dell'ombra per crescere sano.»


      Suzy Lee

      Sacha Poliakova

      Kumiko Yamamoto


      E ancora una volta, per ampliare l'orizzonte e farvi un'idea di quali libri furono premiati nell'edizione del 2005, potete guardare le pagine del catalogo della biblioteca Sala Borsa Ragazzi di Bologna, che raccoglie quarant'anni di Premi della Fiera del libro per Ragazzi (qui).



      Illustrators Annual 2015,
      Corraini Edizioni, Mantova,
       pp.192, euro 35,00
      - illustrazione di copertina di Roger Mello - 




      Ed eccoci finalmente arrivati al traguardo: alla 49°edizione della Mostra degli Illustratori dell'ultima edizione della Bologna Children's Book Fair. Una novità importante, la pubblicazione del Catalogo della mostra da parte di Corraini offre la possibilità a chi ne avesse intenzione, di comprarlo attraverso i normali circuiti del mercato librario.



      UNA FINESTRA SUL MONDO
      LA Mostra degli illustratori tra presente e futuro

      «[...] Tra tutti i partecipanti, gli illustratori per primi trovano nella Fiera di Bologna un preciso e unico punto di riferimento e ne rappresentano l'aspetto più vivace e vibrante. Fin dal suo primo anno, nel lontano 1967, proprio questa mostra ha infatti conferito un vero valore culturale alla Fiera, facendola diventare una stimolante piazza dove scambiare idee, opinioni e visioni. Non soltanto, quindi, un mercato dove gli editori hanno l'opportunità di mostrare e vendere i loro libri, ma soprattutto un luogo dove imparare dagli altri. Inoltre, nel mondo che cambia le immagini possono essere uno specchio di ciò che succede.Ed è per questo che la Mostra degli Illustratori non è semplicemente una parte integrante della Fiera, ma ne costituisce il fulcro, la vera finestra sul mondo: qui vengono accolte, visionate e selezionate migliaia di immagini - 15.000 tavole realizzate da circa 3.000 illustratori di 62 Paesi diversi, in questa edizione. [...]»


      Giuria 2015



      Nato nel 1975 nel sud della Francia, Benjamin Chaud ha studiato a Parigi per tre anni presso “École Supérieure des Arts Appliqués”, per poi passare a “École Supérieure des Arts Décoratifs de Strasbourg”, dove ha trascorso altri tre anni di studio prima di intraprendere la carriera di illustratore. È stato selezionato due volte per la Mostra Illustratori della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna. Benjamin ha vissuto a Marsiglia e a Parigi e attualmente risiede nel sud della Francia. Lavora con Hélium e Albin Michel in Francia e Chronicle Books in America. Oltre a illustrare storie scritte da altri autori, si dedica anche alla realizzazione dei propri albi illustrati.


      Pittore, illustratore e scultore, Svjetlan Junaković è nato a Zagabria nel 1961, città nella quale vive. Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 1985, ha esposto in mostre personali in città quali, tra le altre, Monaco di Baviera, Bruxelles, Monza, Budapest, Siena, Lubiana, Zagabria, Napoli, Genova e Città del Messico. Negli anni si intensifica la sua produzione destinata al pubblico infantile grazie alla collaborazione con diverse case editrici che diffondono i suoi libri in più di venti paesi del mondo. Esposti nelle più importanti rassegne dedicate all’illustrazione per bambini e ragazzi, i suoi lavori sono stati premiati a Nuova Delhi con il Certificate of Honour IBBY nel 1998, a Bratislava alla BIB-Biennale d’Illustrazione nel 2001, a Bari col premio Città di Bari come miglior illustratore straniero pubblicato in Italia nel 2003, in Giappone al OITA biennale nel 2004 e a Zagabria nel 1994, 1998, 1999, 2003 e 2004. Sempre a Zagabria nel 2002, è stato premiato alla Biennale del disegno. Viene selezionato alla Mostra Illustratori della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna nel 1995, 1997, 1998, 1999, 2002, 2004 e 2005. Nel 2006 riceve il Grand Prix alla Biennale Internazionale di Illustrazione a Zagabria e miglior libro per bambini e ragazzi assegnato dal Ministerio de Cultura, Madrid Spagna, nel 2008, il Bologna Ragazzi Award sezione fiction e il premio Andersen - Il mondo dell’infanzia a Sestri Levante come miglior libro illustrato in Italia. Junaković è l’autore del cartone animato “My way”, premiato in diversi paesi, ed è l’autore delle scenografie e i burattini per i teatri in Slovenia, a Lubiana e Maribor. Insegna l’illustrazione alla Scuola estiva internazionale di Sarmede ed è docente all’Accademia di belle arti di Zagabria. Tiene corsi di illustrazione e partecipa ad incontri di formazione in diverse città italiane, fra cui Roma, Treviso, Padova, Monza e Verona. Svjetlan Junaković, candidato per la Croazia al premio internazionale IBBY-Andersen 2008, 2010, è stato segnalato tra i cinque migliori illustratori a livello mondiale.



      Charles Kim, USA




      Chul R. (Charles) Kim è Associate Publisher presso il Museum of Modern Art di New York (MoMA), dove si occupa della strategia di digital publishing, di proprietà intellettuale e di questioni riguardanti il copyright, oltre che dei progetti di collaborazione internazionale sia di stampa che di editoria digitale. È direttore di una collana di libri per ragazzi e fa parte del MoMA Kids Committee, responsabile delle politiche di gestione delle vendite del Museo e delle iniziative rivolte al pubblico più giovane. In precedenza, è stato per nove anni Direttore delle Pubblicazioni e Redattore Capo di Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum di New York. Si è laureato in letteratura francese alla New York
      University ed è stato Fulbright Scholar in Francia.


      Paola Parazzoli, Italia

      Paola Parazzoli è nata e vive Milano. Incoraggiata anche dalla famiglia, sin da piccola ha avuto un grande amore per i libri e le immagini. La sua passione l'ha portata a prendere una laurea in Lettere con una tesi in Storia dell'arte sull'Illustrazione editoriale italiana tra fine Ottocento e inizio Novecento. Durante gli studi universitari ha cominciato a lavorare come redattrice per l'AMZ, una casa editrice per ragazzi, per poi passare alla De Agostini e diventare infine editor per Rizzoli ragazzi, dove da alcuni anni segue la progettazione dei libri illustrati per bambini. Due importanti tappe per lei sono state la scrittura e la Art Direction delle collane di fiabe e di storie illustrate della Bibbia uscite nel 2005 e nel 2008 con il «Corriere della Sera» e «Il Sole 24 ore». Negli ultimi dieci anni ha, inoltre, collaborato con lo IED – Istituto europeo di design – di Milano e di Torino, e dal 2008 è docente del Master in Illustrazione per l’editoria di Ars in Fabula a Macerata. Ha tenuto anche workshop per il Mimaster di illustrazione di Milano e laboratori sul libro illustrato con bambini delle scuole elementari. Ha partecipato ad alcuni festival italiani per ragazzi come l’Isola delle storie di Gavoi e Tuttestorie di Cagliari, oltre che al Festivaletteratura di Mantova. Invidia molto il lavoro degli illustratori e nei suoi desideri futuri c'è quello di diventare un'apprendista illustratrice.




      Ulla Rhedin, Svezia

      Ulla Rhedin è studiosa e critica letteraria, oltre che autrice di varie opere e articoli sulla teoria dell’albo illustrato. Nata a Falköping in Svezia il 9 gennaio 1946, Ulla ha insegnato teatro, cinema e letteratura per ragazzi fin dal 1969 presso diverse università e soprattutto all’università di Karlstad (1972- 2000). Nel 1993 Ulla ha ottenuto il PhD in Letteratura Comparata all’Università di Göteborg. Da allora ha insegnato teoria dell’albo illustrato in qualità di Professore Associato prima a Karlstad e attualmente presso gli University Colleges of Arts, Crafts and Design di Stoccolma e Göteborg. Nella sua tesi intitolata Bilderboken – på väg mot en teori, Alfabeta 1992, 2001 (“Verso una teoria dell’albo illustrato”), sostiene che l’albo illustrato, come mezzo espressivo e forma artistica indipendente, dovrebbe essere considerato nell’ambito di una nuova impostazione teorica basata sui concetti visivi e letterari della multimedialità. Dal 1980 Ulla è critica letteraria del quotidiano svedese "Dagens Nyheter" di Stoccolma dove pubblica articoli e recensioni di albi illustrati concentrandosi soprattutto sull’analisi degli aspetti performativi, multimediali e interdisciplinari di tale genere letterario. Ulla è interessata in maniera particolare alla sfida estetico-psicologica cui si trovano di fronte gli autori degli albi illustrati per riuscire a adottare la prospettiva narrativa dell’infanzia. Dal 2002 al 2014, Ulla ha fatto parte della prima giuria ALMA (Astrid Lindgren Memorial Award). Ulla vive nell’isola di Tjörn dove si è occupata di diversi progetti sull’albo illustrato e seminari per illustratori in collaborazione con il Museo Nordico dell’Acquerello di Skärhamn a Tjörn.

      GLI ILLUSTRATORI SELEZIONATI:

      AHN KYOUNGMI - Repubblica di Corea
      ALBERTINI ELIANA - Italia
      ALIBEU GÉRALDINE - Francia
      ÁLVAREZ HERNÁNDEZ DAVID DANIEL - Messico
      AN SANGSUN - Repubblica di Corea
      BACCALA GLADYS - Svizzera
      BOERENDANS HENRIETTE - Olanda
      BREGNHOI RASMUS - Danimarca
      CAPELLA MARÍA FLORENCIA - Argentina
      CHARPENTIER LAURINE - Francia
      CHEN YU LIN - Taiwan
      CHIEN CATIA - Stati Uniti
      DI GIORGIO MARIACHIARA - Italia
      DIPACHO - Colombia
      DUKE JENNY - Gran Bretagna
      EKLUND KARIN - Svezia
      GASPARRI MARIA GABRIELLA - Italia
      GHASEMI FATEMEH - Iran
      GIUSTOZZI FRANCESCO - Italia
      GOTTWALD BENJAMIN - Germania
      GUROWSKA MALGORZATA - Polonia
      HARNETT KATIE - Gran Bretagna
      HOCHLEITNER VERENA - Austria
      HUANG LEILEI - Cina
      INUI MASANORI - Giappone
      JEON MIHWA - Repubblica di Corea
      JO WON HEE - Repubblica di Corea
      JÖNSSON MARIA - Svezia
      JUNAIDA - Giappone
      KASTELIC MAJA - Slovenia
      KITAMI YOKO - Giappone
      KLÍMOVÁ VERONIKA - Slovacchia
      LAROCHE PAUL - Francia
      LEE JI YEON - Repubblica di Corea
      LEE MYEONG AE - Repubblica di Corea
      LEE YUNWOO - Repubblica di Corea
      LEPRISÉ MATHILDE - Francia
      LIN LIAN-EN - Taiwan
      LIU HSU KUNG - Taiwan
      LÓPEZ DE MUNÁIN IRATXE - Spagna
      LOPIZ VIOLETA - Spagna; VIDALI VALERIO - Italia
      LUO LING - Cina
      MAGELLAN JEOFFREY - Francia
      MANFERRARI TERESA - Italia
      MARINANGELI MARCO - Italia
      MARSOL MANUEL - Spagna
      MATSUOKA TACACO - Giappone
      MING HONG HSU - Taiwan
      MIYAMA MAYA - Giappone
      MO YEJIN - Repubblica di Corea
      MOHAMMADI NARGES - Iran
      MORIYAMA KAYOKO - Giappone
      NAJAFI FERESHTEH - Iran
      NORA MARLEEN - Germania
      PALMARUCCI CLAUDIA - Italia
      PARK SEKYOUNG - Repubblica di Corea
      PEDDE NADINE - Germania
      PEZ ANA - Spagna
      PUDALOV NATALIE - Israele
      REA SIMONE - Italia
      ROSA OLGA - Italia
      SCHAFFER LENA KATHINKA - Cile
      SERRA ADOLFO - Spagna
      SHEARRING MAISIE - Gran Bretagna
      SUEMATSU MARIE YAÉ - Francia
      TAKEMASA RYO - Giappone
      TAKEUCHI CHIHIRO - Giappone
      TALENTINO ELISA - Italia
      U-SUKE - Giappone
      VANDA MARTINA - Italia
      WANG SHU-MAN - Taiwan
      WATANABE SATOKO - Giappone
      WICHMANN KAMILLA - Danimarca
      YOO JUNJAE - Repubblica di Corea
      YOON JOOHEE - Stati Uniti
      YUE SHUAI - Cina


      Nella pagine dedicate la racconto del lavoro svolto insieme nel corso della selezioni avvenute nel mese di gennaio, i giurati raccontano del percorso che ha portato a decidere per l'inclusione di alcuni artisti a scapito di altri. Vi riporto uno degli esempi secondo me più esemplificativi:

      «[...] In alcuni casi abbiamo trascorso quasi un'ora a discutere se un concorrente meritasse di andare avanti, e perché.

      Un caso spicca sugli altri a mo' di esempio: Shuai Yue, un artista cinese, aveva inviato cinque tra scene e personaggi della leggendaria Opera di Pechino Addio mia concubina. Realizzati in acrilico su tela, i dipinti riproducevano vibranti rappresentazioni di Xiang Yu, il famoso re del Chu occidentale (232-202 a.C.) protagonista dell'Opera, o soldati nel pieno della battaglia. Sullo sfondo, lungo la tela correvano verticalmente antichi ideogrammi, che raccontavano una storia d'amore, sacrificio, onore e morte vecchia di secoli. Uno dei giurati, Charles Kim, trovava i disegni mozzafiato, ma non lo stesso per i suoi colleghi. Secondo loro, l'artista non aveva saputo trasmettere una trama sufficientemente coerente. Si chiedevano come un editore potesse riprodurre quelle opere in un libro, e come si potessero gestire le numerose colonne di calligrafia in grigio. In definitiva, pensavano che quei lavori fossero più opere d'arte, adatte a una galleria, che illustrazioni pensate per accompagnare un testo in un libro per ragazzi. Kim,invece, era convinto che quei disegni fossero un esempio ci trovavamo lì: per scoprire nuovi metodi e media narrativi, per uscire dalle nostre zone di confort e dare la possibilità agli illustratori di correre dei rischi per portare avanti il loro mestiere. Alla fine, con grande sollievo di Kim, gli altri giurati hanno consentito all'artista di rimanere in gara. [...]»


      Shuai Yue


      «[...] Alla fine, i partecipanti che hanno vinto mostravano una combinazione di freschezza, una voce o un punto di vista distintivi e, cosa più importante, la capacità di raccontare una storia avvincente utilizzando solo cinque immagini. La tecnica è stata spesso messa in secondo piano rispetto all'inventiva; un volto o un edificio perfettamente realistici non hanno avuto alcuna speranza contro un mondo bizzarro e originale, concepito da una mente creativa. [...]» 


      Ho avuto, per la prima volta, il piacere e il privilegio di visitare la mostra con un giurato, in questo caso Paola Parazzoli, così da poter ragionare su ciascuna delle illustrazioni avendo molte più informazioni a disposizione del solito e, insieme, la condivisione di uno sguardo e di un pensiero formatisi su una grandissima esperienza come può essere quella di Paola. 

      «[...] L'esposizione si ripete ogni anno, ma ogni anno rivela una mappa diversa. Le illustrazioni di autori già affermati e di artisti più giovani interagiscono tra loro: i più noti offrono agli emergenti linguaggi e stili ai quali ispirarsi, in un panorama che presenta sempre nuovi spunti. Al di là del pericolo ci plagio (che esiste, ed è sempre esistito nella storia dell'arte, altrimenti non si svilupperebbero le correnti artistiche) c'è tra gli illustratori senior e junior uno scambio fruttifero, i giovani si arricchiscono con il codice espressivo dei maestri, lo assimilano e lo oltrepassano con la loro freschezza, spostando il limite sempre più in là. [...]» Paola Parazzoli, Sguardo della giuria, op. cit., p. 65.
       


      Quindi, la mostra che vi racconterò qui è quella che abbiamo vista insieme, con le preferenze, le motivazioni espresse da un  Paola, nella sua duplice, ma in fondo univoca, veste di editor per Rizzoli ragazzi e di docente che ha collaborato con lo IED – Istituto europeo di design – di Milano e di Torino e che collabora con il Master in Illustrazione per l’editoria di Ars in Fabula a Macerata e il Mimaster di illustrazione di Milano.

      Con il catalogo della mostra sottomano, ho anche la fortuna di formulare, là dove sono espressi  nello stesso modo, i suoi pensieri in forma compiuta e corretta, in modo da organizzare la sua visione in una sequenza che possa interessarvi e esservi utile.

      La prima cosa che mi ha colpito è stata la disinvoltura con cui Paola Parazzoli sposta lo sguardo dalla classicità all'attualità, fino alla illustrazione più estrema dentro la quale cerca con una lente di ingrandimento tutta sua che ha come caratteristica principale quella di mostrarle la possibile empatia che rivela l'immagine, la relazione che questa immagine riesce d'acchito a intrattenere con lei. Un misto di che cosa le dice, di capacità di racconto, stile e gusto quasi istintuali.


      Yoko Kitami

      Jeoffrey Magellan

      Olga Rosa

      Narges Mohammadi


      «Mi interessano le forme, i colori, le sequenze come segni di mappa per un viaggiatore che deve entrare nell'immagine», mi dice.

      Racconta Paola, che la capacità artistica, non meno di quella narrativa, il ritmo, la ricchezza dell'immaginario, sono le caratteristiche che hanno guidato la giuria nella selezione. E di come non siano mancate scoperte, ma anche trappole, tranelli, plagi spudorati o velatissimi, opere presentate senza la consapevolezza dei propri limiti o dell'oggetto della Mostra degli Illustratori.

      A tal proposito Charles Kim dice:

      «Ho visto una grande varietà di riferimenti, da quelli all'opera di Pechino Addio mia concubina alla serie televisiva americana I Simpson, e poi illustrazioni ispirate  a Mirò, Duchamp, Picasso, Matisse, Warhol e molti altri. Alcuni erano lavori ben fatti, ma la maggior parte non sono stati scelti per la mostra.»


      A guidare la giuria, un criterio su tutti, quello della narrazione, del forte impatto narrative che anche solo cinque tavole possono trasmettere.

      «[...] Sono moltissimi gli elementi che rendono narrativa un'illustrazione. Ma quando si parla di picture book il peso della narrazione di solito non su una singola illustrazione: è la sequenza di immagini a raccontare una storia. Rimane comunque vero che anche un'unica immagine può avere di per sé forza narrativa. Penso per esempio alle copertine: attraverso il taglio, lo stile e i colori si cerca di raccontare al massimo il contenuto del libro, a volte anche oltrepassarlo, giocando con il titolo.Ma negli albi illustrati bisogno parlare di illustrazione al plurale. In questo caso è nel passaggio da un'illustrazione all'altra, nella concatenazione, che si scopre il ritmo narrativo, è nella sequenza che cerchiamo lo storytelling, la capacità di raccontare. Le illustrazioni sono come le note sullo spartito: la loro posizione, il modo in cui si legano, le armonie e le dissonanze che percepiamo tra loro rendono le immagini narrative. La sequenza dei piani, i dettagli, i pieni e i vuoti, l'espressione dei personaggi, il colore usato, sono tutti elementi che nell'insieme rendono un'illustrazione forte e comunicativa. Non è detto che l'illustrazione debba ricalcare ciò che è espresso nel testo; anzi spesso lo a potenza delle icone sta nel saper raccontare oltre il testo, nel suggerire in non detto. [...]» Paola Parazzoli, Sguardo della giuria, op. cit., p. 65.


      Catia Chien

      Lei-Lei Huang


      Sulla abilità che deve acquisire un illustratore, in modo che si possa parlare di un suo stile riconoscibile, capace di raccontare anche di sé, del proprio immaginario, allo sguardo di un solo tratto, esprime un pensiero molto interessante anche Benjamin Chaud:

      «Certo che un buon illustratore deve avere uno stile riconoscibile. Più che uno stile, un illustratore deve avere un universo, un modo tutto suo di vedere il mondo e di rappresentarlo. Prima ancora di essere una bella immagine, un'illustrazione rappresenta lo sguardo di una persona su una storia e deve raccontare qualcosa che abbia un che di personale per toccare i lettori.
      Non nasciamo dal nulla e siamo tutti influenzati da quelli che consideriamo i nostri punti di riferimento. Ma non dobbiamo fermarci a questi, dobbiamo cercar ancora di più e trarre ispirazione da tutto ciò che ci circonda: dalla pittura, dal teatro, dal cinema... e non solamente dall'illustrazione per l'infanzia. Per me avere uno stile significa comprendere e accettare i propri difetti poiché fanno parte del proprio modo di esprimersi. Non è semplice, di solito troviamo i difetti degli altri affascinanti mentre tendiamo a nascondere i nostri a desiderare di essere qualcun altro.
      Ricordo che un professore diceva sempre: "andate verso ciò che gli altri non amano in voi poiché quello è ciò che siete.» Benjamin Chaud, Sguardo della giuria, op. cit., p. 68.


      Claudia Palmarucci


      Mentre sulla riconoscibilità dell'identità dell'illustratore interviene anche Svjetlan Junakovic:

      «L'identità si riconosce dalla libertà che l'illustratore può permettersi nel creare l'immagine, nel progettare il libro. Per acquisire libertà l'illustratore deve dipingere o disegnare immagini non necessariamente legate a una finalità editoriale. Deve sentirsi un'artista che crea le opere secondo il proprio sentire. Solo dopo aver sperimentato in maniera libera e creativa può svilupparsi uno stile che rappresenti al massimo la personalità dell'autore». Svjetlan Junakovic, Sguardo della giuria, op.cit., p. 70. 
      Adolfo Serra


      Ci troviamo così a discutere davanti alla tavole che più hanno colpito Paola Parazzoli, che in parte vedete in questo post, del perché altre siano difficili da inserire in un percorso editoriale, sul lavoro che deve fare un editor, dei passi per portare a compimento un libro, delle saper coniugare le istanze artistiche con le esigenze editoriali nel rispetto di entrambe, qui la risposta alla domanda "In che modo può un editor aiutare un autore (o un autore e un illustratore) a fare un libro illustrato migliore?" che gli è stata rivolta a tal proposito e che trovate nel catalogo:

      «Si tratta in realtà di due casi un po' diversi. Quando c'è un autore unico la questione spesso non si pone: l'autore-illustratore ha già in mente la storia, sia nella scrittura del testo che nella partitura visiva. In questi casi è difficile che l'editor intervenga (n.d.r. e qui cita il caso del libro Fiume di Alessandro Sanna dove non c'è stato alcun intervento editoriale).Nel caso di un libro realizzato congiuntamente da un autore di testi e da un illustratore, il lavoro dell'editor è diverso: deve essere in grado di intervenire con discrezione. Deve essere in grado di aiutare l'autore a trovare l'alveo in cui incanalare la storia, suggerendogli cosa cambiare nel proprio testo (arrotondare un personaggio, tagliare certe parti, approfondirne altre).Lo stesso nei confronti di chi illustra. Io chiedo agli illustratori di preparare uno storyboard del libro perché guardandolo riesco a rendermi conto del ritmo e del respiro della narrazione visuale. Spesso gli illustratori più giovani vogliono stupire a tutti i costi e rischiano di diventare estetizzanti, guardando all'effetto speciale e perdono di vista la funzionalità dell'immagine. Amano, per esempio, i primissimi piani, senza rendersi conto che sono difficili da gestire dentro la pagina e possono risultare disturbanti. È qui che entra in gioco l'editor: suggerisce che taglio dare alle illustrazioni, i piani, i punti di vista, e propone talvolta di eliminare il superfluo. All'università ho avuto un docente di estetica che ci ha mostrato come distinguere i segni essenziali e funzionali all'interno di una composizione da quelli che, al contrario, sono controsegni, ovvero superflui. Ogni dettaglio deve avere un senso, a volte togliere aiuta a rafforzare l'energia di un'immagine.» Paola Parazzoli, Sguardo della giuria, op. cit., p. 65.

      Benjamin Gottwald

      Katie Harnett

      Iratxe Lòpez De Munaìn

      Simone Rea

      La Mostra degli Illustratori, andrebbe sempre vista con gli occhi dei giurati prima che con i propri, ascoltate le ragioni delle loro scelte, non perché tutto questo debba in qualche modo influenzare la propria visione, le idee, le scelte individuali, i motivi di apprezzamento e quelli di rifiuto, tutti legittimi. Ma perché possono divenire utili strumenti di formazione e di dialogo critico, credo che in fondo anche questa sia una delle cose più significative proposte dalla Mostra degli Illustratori.


      Come sapete, la Mostra degli Illustratori da qualche anno è anche una preziosa occasione per l'assegnazione di due Premi importanti.






      Il premio annuale, giunto alla VI edizione, attribuito da una giuria internazionale costituita da esperti che si riuniscono a Bologna in occasione della Fiera, è rivolto ai giovani illustratori di età inferiore ai 35 anni, già selezionati per la Mostra degli Illustratori. Il vincitore, annunciato ufficialmente nel corso della manifestazione, riceverà un premio di 30mila dollari e l’incarico di illustrare un albo successivamente pubblicato a cura del Grupo SM. Nell'edizione seguente della Fiera è inoltre prevista la presentazione dell'albo nonché la realizzazione di una mostra dedicata all’illustratore premiato.


      Lo scorso anno il premio è andato a Catarina Sobral, le opere realizzate dalla vincitrice del Premio Internazionale d'Illustrazione 2014 per la pubblicazione a cura di Grupo SM, sono state presente in fiera nella mostra personale dedicata all’artista.


      Catarina Sobral - Portogallo

      Grupo SM, 2015



      I COMPONENTI DELLA GIURIA 2015:

      Anna Castagnoli
      , Illustratrice, Autrice e Critica, Italia

      Martin Salisbury, Professore di Illustrazione, Anglia Ruskin University, Regno Unito


      Teresa Tellechea, Editore di Libri per Ragazzi, Grupo SM, Spagna



      È stata Maisie Shearring ad aggiudicarsi il 6° Premio Internazionale d'Illustrazione Fiera del Libro per Ragazzi – Fundación SM 2015. Tra gli illustratori arrivati alla fase finale, su un totale di oltre 3000 partecipanti da 70 Paesi, con 15mila tavole visionate, è stata selezionata per questo prestigioso premio l’illustratrice della Gran Bretagna, classe 1991, proveniente dalla Cambridge School of Art


      Maisie Shearring
      Qui potete vedere tutte le cinque tavole.



      La giuria di esperti che si è occupata del premio, commenta così la scelta della Shearring: 


      «Abbiamo trovato in questa illustratrice una somma delle caratteristiche che, secondo noi, sono necessarie nell’arte dell’illustrazione: l’equilibrio cromatico, la capacità di creare personaggi vivi, credibili; la forza narrativa, grazie alla quale ogni immagine è il frammento di una storia in movimento, con un ‘prima’ e un ‘dopo’; la profondità dell’illustrazione, un segno che va al di là della superficie e trascende il mero esercizio grafico. Ci ha conquistato all’unanimità per il sottile sense of humour presente nelle tavole esposte, mescolato a una sensibilità poetica e nostalgica. Pensiamo che questa giovane artista abbia una forte potenzialità di evolvere e sviluppare una voce originale nel panorama contemporaneo dell’illustrazione».

      Per conoscere tutto di questa edizione del Premio, leggete la pagine del blog di Anna Castagnoli (qui qui).


      Il secondo Premio, offerto dalla partecipazione dalla Mostra degli Illustratoriè nato nel corso dell'edizione della Fiera del 2012, dalla collaborazione di fabbricadelleFavole e Accademia di Belle Arti di Macerata, attive nel campo dell’alta formazione e della promozione del libro per ragazzi, e Bologna Children’s Book Fair ed è l'ARS IN FABULA - Grant Award.








      L’iniziativa, nata con la finalità di preparare e sostenere nuovi talenti nell’illustrazione, attraverso un percorso di alta formazione post-universitaria, è rivolta un giovane illustratore di età inferiore ai 30 anni, già selezionato per la Mostra degli Illustratori, ma che non ha ancora pubblicato il loro primo libro (qui il regolamento). Il Premio è attribuito da una giuria costituita da docenti del Master, che si riuniscono a Bologna in occasione della Fiera, e consiste nella possibilità data al vincitore di ricevere una borsa di studio che gli permetterà di frequentare a titolo gratuito ARS IN FABULA – Master in Illustrazioneper l’Editoria a.a. 2015-2016, lavorando a un progetto-libro assegnato all’illustratore da uno degli editori partner del Master.





      I giurati dell'Ars in Fabula - Grant Award
      - da sinistra Luca Raffaelli, Walter Fochesato e Mauro Evangelista - 


      La giuria composta da Mauro Evangelista, presidente dell'associazione Ars in Fabula, da Walter Fochesato e Luigi Raffelli, dopo aver tenuto in considerazione e valuto l'aspetto narrativo e stilistico delle cinque illustrazioni presentate, ha riconosciuto come prima vincitrice l'illustratrice Teresa Manferrari dell'Accademia di Belle Arti di Bologna.


      Teresa Manferrari


      Finisce qui la nostra breve passeggiata dentro e fuori 40 anni di Mostra degli Illustratori. Avete visto, in parte, 5 cataloghi, uno per ogni decennio, avete letto le riflessioni, le considerazioni, le motivazioni delle scelte delle varie giuria.
      A questo lascio a voi rispondere alla fatidica domanda: "Ma davvero era meglio prima?" Sempre che sia quella giusta da farsi.

      I miri ringraziamenti alla Biblioteca Sala Borsa Ragazzi e, in particolare, a Nicoletta Gramantieri per la collaborazione e la disponibilità a fornire i catologhi del 1975, 1985 e 1995 usati in questo post.

      UN'ANTICA FIABA NELLE NUOVE MANI DI MICHELANGELO ROSSATO

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      Jacob e Wilhelm Grimm,
      Biancaneve,
      illustrato da Michelangelo Rossato,
      Il Gioco di leggere Edizioni, Milano, 2015
      pp. 40 euro 16,90


      Michelangelo Rossato è nato in provincia di Venezia nel 1991.
      Fin da bambino ha sempre trovato più semplice comunicare attraverso i disegni e le immagini. Dopo la maturità classica ha studiato fotografia allo IED di Venezia. In seguito si è iscritto all'Accademia di Belle Arti di Macerata, dove si è specializzato nell'albo illustrato, frequentando anche la scuola di illustrazione Ars in Fabula. Si è laureato in Illustrazione con una tesi sul legame tra la fiaba e le società matriarcali. Partecipa e collabora per realizzare laboratori e incontri per piccoli e grandi riguardo l'illustrazione, la fiaba e l'arte. I suoi disegni sono fortemente influenzati da personali studi e ricerche antropologiche riguardo simbolismi archetipici.


      «Non credo sia indispensabile sapere i retroscena delle illustrazioni: trovo che sia bello e giusto lasciarsi cullare anche dalla poesia misteriosa della narrazione fiabesca. I riferimenti iconografici si possono intuire, scroprire con il tempo, aprendo il libro per caso, non scoprirli affatto.

      Ma oggi sono qui e il mio intento non tanto quello di raccontarvi la fiaba di Biancaneve, che potrete leggerla dal libro, ma raccontarvi la ricerca dietro al libro, il backstage, i riferimenti iconografici e antropologici che stanno dietro le illustrazioni, la mia lettura della fiaba dei Grimm, la mia interpretazione. E spero possa dimostrarvi che non solo le fiabe sono qualcosa di prezioso e per nulla banale, ma che la loro importanza anche storica non è da sottovalutare.» Michelangelo Rossato


      Jacob e Wilhelm Grimm,
      Biancaneve,
      illustrato da Michelangelo Rossato,
      Il Gioco di leggere Edizioni, Milano, 2015



      Devo a Mario Onnis, l'occasione di aver incontrato Michelangelo e di aver conosciuto, così, il suo lavoro per questa insolita e ricercata Biancaneve.

      Questa interpretazione visiva di una fiabe più conosciute e amate, nella versione dei fratelli Grimm, è la prima opera pubblicata di Michelangelo, eppure ciò che si coglie subito nelle sue tavole, nate da un immaginario ricco e composito alimentato, in questo caso, da un lungo studio dei temi più profondi e complessi del fiabesco, è l'idea di una lunga sfida che lo vede vincitore.

      Per comprendere quanto possa affascinare un giovane illustratore il labirinto del fiabesco, dedalo in cui si rischia di rimanere intrappolati quando non si ha ancora molta esperienza, lascio che sia proprio Michelangelo a parlare:

      «Il mio interesse per i classici della letteratura per l'infanzia nasce dalla profonda convinzione che studiare la fiaba, così come il mito, non significa cullarsi nella nostalgia del passato, ma ha lo scopo di ricercare e far riemergere oggi quelle radici profonde, archetipiche, universali e umanamente condivise che possono aiutarci a comprendere da dove veniamo, chi siamo, e dunque dove ci porterà il futuro e in che modo vogliamo viverlo. 
      La scelta nello specifico di studiare e illustrare la fiaba di Biancaneve nasce probabilmente da una personale, e in parte inspiegabile, ragione. Da bambino, prima di imparare a camminare, mi trascinavo verso la libreria di casa e mi nutrivo di libri. Impresse in maniera indelebile nella memoria, tra i miei primi ricordi ci sono alcune meravigliose e magiche illustrazioni della Biancaneve pop up di Vojtěch Kubašta. 

      Jacob e Wilhelm Grimm,
      Biancaneve,
      illustrato da Michelangelo Rossato,
      Il Gioco di leggere Edizioni, Milano, 2015

      Aggiungiamo che, sempre da bambino, rimasi molto colpito da una leggenda della zona dolomitica dove trascorrevo le mie vacanze: era la leggenda della Delibana del monte Pore, la fanciulla che, per ordine di una regina, veniva data “in pasto” al monte Pore per alimentare la vena metallifera esaurita, dove era costretta a vivere per sette lunghi anni in compagnia dei Morkies, i nani del ferro. Quando mia madre mi raccontò questa leggenda, e mi lesse un articolo di giornale che ipotizzava una possibile ispirazione “dolomitica” per la fiaba dei Grimm, subito le mie passeggiate in montagna diventarono sogni ad occhi aperti. Il bosco dietro casa era quello della vera Biancaneve? E le rovine del castello di Andraz erano un tempo il castello della Regina? Chi erano i sette nani? Iniziò così una silenziosa, avventurosa e lenta raccolta, prima ingenua e col tempo più seria, di articoli, libri, saggi in cui ritrovavo rimandi, citazioni ed evocazioni che avevano a che fare con Biancaneve.
      Molto semplicemente, potrei dire che la mia ricerca nasce dal fatto che Biancaneveè stata da sempre la mia fiaba preferita, una fiaba che mi ha sempre incuriosito e che ho illustrato e studiato fin da quando ero bambino, anche quando non sapevo cos'erano l'antropologia e l'illustrazione.» Michelangelo Rossato


      Con queste parole Michelangelo dice molto di sé, di ciò che in un percorso al contrario, una volta divenuto illustratore, lo ha condotto là dove tutto è iniziato.

      Dice, al contempo, di quale forza immaginifica sia portatore il fiabesco, di quanto la sua potenza deflagratrice - di sensazioni, immagini, percezioni, similitudini, trasposizioni semantiche, traslazioni di senso - sia insostituibile motore per la creazione di un immaginario capace di andare oltre il già conosciuto e il già dato, di condurre là dove difficilmente senza la sua spinta si oserebbe inoltrarsi. Bambino o adulto che sia, com'è nella verità della fiaba, nella condivisione del racconto che di essa fa un genere mai finito.



      Jacob e Wilhelm Grimm,
      Biancaneve,
      illustrato da Michelangelo Rossato,
      Il Gioco di leggere Edizioni, Milano, 2015


      La particolarità della Biancaneve di questo giovane illustratore, che raccoglie in se classicità e innovazione, se così si può dire nel ricostituirla partendo dalle su origini archetipiche, dove il ruolo del matriarcato figura al contempo come esito e origine, limite e superamento della condizione, seppur storica ma mai superata, del femminile.

      «Di cosa parla la fiaba di Biancaneve? Di quale particolare realtà del passato?

      Quello che da millenni sembra tramandare la fiaba di Biancaneve è un particolare tipo di rito, sul quale si è ancora studiato poco, per mancanza di dati etnografici ma anche, probabilmente, per mancanza di interesse. Parlo del rito iniziatico delle bambine che veniva praticato dalle civiltà matriarcali che vivevano nell'antica Europa. La fiaba conserva infatti molti simbolismi e parallelismi con le strutture sociali e mitologie matriarcali.

      Non essendo mai state studiate fino ad oggi con serietà le società matriarcali del passato e del presente, gli studiosi hanno liquidato le fiabe iniziatiche femminili come Biancaneve dicendo che, essendo i matriarcati un'invenzione, il tema dell'iniziazione femminile fiabesca non può avere radici storiche.
      Nel corso degli anni il termine “matriarcato” è sempre stato utilizzato in maniera errata e per questo temuto: i matriarcati del passato e viventi non sono la semplice inversione del patriarcato, questo è un errore nato dall'abitudine di ragionare in termini di dominio. Sono state e sono società in cui la centralità del femminile, a livello sociale, familiare, economico, spirituale, garantisce il benessere della comunità. Per questo tra l'altro, oggi si preferisce tradurre la parola matriarcato con “Inizio delle madri”, utilizzando il significato più antico del greco arkè, che significa appunto “inizio” e non solo “dominio”.» Michelangelo Rossato


      Risulta così evidente che il terreno su cui si muove questa nuvoa Biancaneve sia quello quel conturbante, difficilmente praticabile, ma che non può mai mancare in una interpretazione che a  buon titolo possa considerarsi un arricchimento dell'inesauribile immaginario alimentato da secoli di stratificazione di senso.



      Jacob e Wilhelm Grimm,
      Biancaneve,
      illustrato da Michelangelo Rossato,
      Il Gioco di leggere Edizioni, Milano, 2015


      Jacob e Wilhelm Grimm,
      Biancaneve,
      illustrato da Michelangelo Rossato,
      Il Gioco di leggere Edizioni, Milano, 2015

      «Cosa accade dopo aver morso la mela?
      Mangiando la mela iniziatica, la ragazza decide di abbandonarsi completamente al rosso mistero della femminilità. Biancaneve mangia la parte rossa, la parte erotica della mela, e questo rappresenta la fine della sua infanzia. Si chiude un ciclo simbolico dal rosso al rosso: dal rosso delle tre gocce di sangue della "Buona Madre", che danno la vita, al rosso della mela stregata della "Cattiva Madre", che da la morte. Mangiando la mela la bambina che è in Biancaneve muore in maniera definitiva: è questa l'ultima prova del rito d'iniziazione. L'ultima prova rituale molte volte è infatti costituita da una vera e propria morte simulata, in alcune comunità viene avvelenato appunto un frutto o somministrato un narcotico o di una droga. Ua morte temporanea che poteva apparire 'mimica' o 'magica' soltanto ad un osservatore inesperto: mentre chi viene iniziata crede davvero di morire e di risorgere.» Michelangelo Rossato


      Jacob e Wilhelm Grimm,
      Biancaneve,
      illustrato da Michelangelo Rossato,
      Il Gioco di leggere Edizioni, Milano, 2015
      pp. 40 euro 16,90

      Se tutto è fiaba, come scriveva Novalis, ma proprio tutto, come troppo spesso vorremmo noi adulti che non fosse, di interpretazioni profonde come queste di Michelangelo Rossato ne avremo sempre bisogno, e non solo per i nostri e le nostre, per i futuri e le future, bambini e bambine.

      Tra poche ore Michelangelo Rossato presenterà Biancaneve in occasione dell'inaugurazione della mostra delle tavole originali presso la libreria per ragazzi Pel di Carota di Padova.
      La mostra potrà essere visitata fino al 6 giugno, non perdetevela!





      Qui il calendario dei prossimi eventi a cui potrete partecipare per conoscere da vicino il lavoro di Michelangelo:





      L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 10

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      Nata a Providence nel Rhode Island nel 1928, Sesyle Joslin ha lavorato nell'ambito dell'editoria con ruoli sempre diversi. Ha cominciato come assistente editoriale, quindi assistente editor, poi come critico letterario. La sua poliedrica attività l'ha vista anche come assistente di produzione nel film diretto da Peter Brook, "Il signore delle mosche", girato nel 1963. Il libro che l'ha resa popolare What Do You Say, Dear? (1958) illustrato da Maurice Sendak e vincitore dalla Caldecott Medal nel 1959, a cui ha fatto seguito 
      Sesyle Joslin/Leonard Weisgard, 
      Piccolo elefante cresce,
      traduzione di Carla Ghisalberti,
      Orecchio acerbo, 2914
      (pp. 48 euro 13,00)
      What Do You Do, Dear?, (1960). Accanto ai libri sul galateo, la serie dedicata a "Baby Elephant" esplora, con uno sguardo pieno di tenerezza, il percorso di crescita verso una sempre maggiore autonomia di un piccolo elefante in cui può riconoscersi ogni bambino. La vena ironica ritorna invece nella serie di libri che Sesyle dedica al tema delle prime esperienze con le lingue straniere (Spaghetti for Breakfast, 1965 e Ther's a Bull on my Balcony, 1966). La sfaccettata personalità della Joslin la vede anche autrice di romanzi e, con pseudonimi sempre diversi, autrice con suo marito - Al Hine - di titoli come "One day in the Ancient Rome"(1961) "Is There a Mouse in the House?" (1965). Sesyle Joslin vive attualmente tra Londra e gli Stati Uniti e Piccolo elefante cresceè il suo primo libro pubblicato in Italia da Orecchio acerbo.

      Leonard Joseph Weisgard ha illustrato  oltre 200 libri per bambini. Nato nel 1916 a New Haven nel Connecticut, Leonard matura fin da piccolo la passione per il disegno, dettata soprattutto dal desiderio di 'rinnovare' un tipo di illustrazione che era, a suo dire, monotono e monocolore. Dopo un'infanzia passata tra Stati Uniti e Inghilterra, Leonard studia arte presso il Pratt Institute e quindi alla New School for Social Research a New York, ma studia anche danza con Martha Graham. In qualità di autore e illustratore, il suo primo libro per bambini, Suky, The Siamese Pussy, è del 1937.  Crea una sorta di sodalizio letterario con Margaret Wise Brown, più di 24 titoli tra i quali la famosa serie dei "Noisy Books", e proprio con lei (che in quella occasione firma con lo pseudonimo Golden McDonald) nel 1947 vince la Caldecott Medal come miglior libro illustrato con The little Island. Con la moglie progetta e realizza molti allestimenti teatrali per il San Francisco Ballet e nel 1969 con lei e con i tre figli si trasferisce in Danimarca dove, nel gennaio del 2000 nella sua antica casa di campagna, non lontano da Copenaghen, muore. I 997 chili di prezioso materiale autografo che i figli hanno raccolto e catalogato ora trova spazio al Thomas J. Dodd Research Center presso la Connecticut University. Lo scopo di questo archivio e del sito a lui dedicato è quello di mantenere vivo il ricordo e fruibile l'opera di un così grande artista che ha allietato le infanzie di molte generazioni di piccoli lettori.
      Davide Calì/Alice Lotti,
      Quando un elefante si innamora,
      Kite Edizioni, 2014
      (pp. 32 euro 14,00)

      Davide Calì, classe 1972, fumettista, illustratore e scrittore con all'attivo ormai 70 titoli pubblicati in circa 30 Paesi e numerosi riconoscimenti internazionali, è senza dubbio uno dei protagonisti più interessanti della letteratura per bambini e ragazzi contemporanea. Alcuni dei suoi ultimi titoli pubblicati in Italia: Mio padre, il grande pirata (ill. Maurizio Quarello, Orecchio acerbo 2013 - "Premio Orbil" e "Primo Premio Cassa di Risparmio di Cento"), Polline. Una storia d'amore (2013), l'appena uscito Un giorno senza un perché (2014) con Monica Barengo e Quando un elefante si innamora con Alice Lotti (2014) per Kite Edizioni, La scimmia con Gianluca Folì (2013) e Pum! Pum! con Maddalena Gerli (2014) per Zoolibri e Mamma, prima dov'ero con Thomas Baas (2014) per Rizzoli, e le edizioni italiane di Il nemico con Serge Bloch (2014) per Terre di mezzo e di Non ho fatto i compiti perché... con Benjamin Chaud per Rizzoli. Potete leggere qui l'intervista fatta a Davide alcuni mesi fa, in occasione di due avvenimenti, due compleanni, i 20 anni dal suo debutto ufficiale come fumettista sulle pagine del mensile "Linus" (per il quale Davide lavorò dal 1994 al 2008) e i 10 anni dall'inizio della pubblicazione dei i suoi libri per bambini, poi fumetti e non solo, in Francia.

      Alice Lotti è nata ad Alba nel 1985 e vive a Torino, dove lavora presso lo studio 515.
      Grafica e illustratrice, si è diplomata all'ISIA di Urbino. Quando un elefante si innamoraè suo primo libro illustrato per bambini, pubblicato come vincitrice della prima edizione del concorso "Best Book 2013" promosso da Kite Edizioni.

      Si cresce un poco per volta, e non lo si fa mai dai soli.
      Non si cresce per costrizione, si può compiere un passo avanti necessario per questo, anche un enorme balzo, ma non è detto che sia una crescita.

      Si cresce, giorno dopo giorno, grazie a un'attenzione dedicata che concede modi diversi, un luogo deputato per farlo, una zona franca nel mondo, una partecipazione complice e un tempo lungo. 

      Da piccoli, come da grandi, la nostra crescita ha a che fare molto da vicino con il superamento delle nostre paure che, se non affrontate, diventano sempre più profonde e private, una questione di cui, a torto, ci vergogniamo e nel farlo combiniamo guai indicibili nei confronti di noi stessi e degli altri. 

      I libri di cui vi parlo oggi sono per certi versi, anche se apparentemente non sembrerebbe, molto simili. E non solo perché hanno per protagonista un elefante.
      Parlano di crescita, di emozioni e di sentimenti, di bisogno di sentirsi parte di qualcosa che va oltre se stessi, di quei piccoli fondamentali riti per darsi coraggio nell'affrontare le avventure della vita.

      Piccole elefante cresce, scritto e disegnato nel 1960 da due colossi della letteratura per ragazzi statunitese, è la storia della prima notte da solo del più tenero dei pachidermi, appunto Piccolo Elefante.

      Quello di crescere è davvero il mestiere più vecchio del mondo. E da sempre il più impegnativo, il più faticoso. Cercare la propria autonomia, la propria indipendenza, è un lungo percorso che inizia da piccolissimi,  dal vincere le prime paure, quella del buio a quella dell'abbandono, una sfida che una volta affrontata, aprirà la strada a una molteplicità di prime volte. 


      Sesyle Joslin/Leonard Weisgard, 
      Piccolo elefante cresce,
      traduzione di Carla Ghisalberti,
      Orecchio acerbo, 2914


      Piccolo Elefante ha deciso di accettare la sfida. È arrivato il momento giusto per lui di affrontare l’oscurità che dai muri della stanza s’insinua pericolosamente persino tra le lenzuola e i suoi pensieri.
      Questa notte, dormirà per la prima volta da solo. 
      È più che determinato, ma sa che deve prepararsi per bene. 

      Badate bene che la cura messa nello scegliere le parole e nel creare le illustrazioni di questo libro è pari solo all'intelligenza con cui è stato costruito.

      La scena di apertura, e così sarà per diverse pagine, è ambientata nella cucina, luogo simbolico deputato a dar il via al farsi dell'avventura di Piccolo Elefante che, in un dialogo serrato con Mamma Elefante, attende di essere rifocillato per bene per poter affrontare in forza ciò che lo aspetta.

      I piatti dell'infanzia, sono il frutto di una cucina che sforna perfette o imperfette, poco importa, madeleine affettive, fatte di cure, profumi, sapori che ricorderemo, sapremo riconoscere all'istante e, forse, ricercheremo in qualche modo per il resto della vita.


      Sesyle Joslin/Leonard Weisgard, 
      Piccolo elefante cresce,
      traduzione di Carla Ghisalberti,
      Orecchio acerbo, 2914

      Sesyle Joslin/Leonard Weisgard, 
      Piccolo elefante cresce,
      traduzione di Carla Ghisalberti,
      Orecchio acerbo, 2914


      Fatta un'abbondante cena che ha previsto due di tutto, doppi di purè di patate, di fagiolini, doppio di pagnotta e un'intero Dolce Piccolo Elefante preparato dalla mamma per l'occasione, Piccolo Elefante inizia a preparare l'equipaggiamento necessario per l'imminente partenza.

      Il mantello dello zio, il cappello del nonno e le scarpe del padre, per avere il coraggio dei grandi e la sicurezza, il conforto, dei giocattoli del cuore: una spada e una lanterna, per vincere le ombre che da fuori s’insinuano nella stanza. E, naturalmente, l’inseparabile orsacchiotto.
      Ora sì che è pronto per affrontare l’oscurità, e fare della notte la sua notte! Nulla più lo trattiene, se non il bisogno di abbracciare tutti i famigliari: Nonna Elefante, Nonno Elefante, Papà Elefante e, per ultima, Mamma Elefante. 


      Sesyle Joslin/Leonard Weisgard, 
      Piccolo elefante cresce,
      traduzione di Carla Ghisalberti,
      Orecchio acerbo, 2914

      Sesyle Joslin/Leonard Weisgard, 
      Piccolo elefante cresce,
      traduzione di Carla Ghisalberti,
      Orecchio acerbo, 2914

      Sesyle Joslin/Leonard Weisgard, 
      Piccolo elefante cresce,
      traduzione di Carla Ghisalberti,
      Orecchio acerbo, 2914


      Preziosi accompagnatori nella vita quotidiana, questa volta lo saranno solo col pensiero.


      Una delle cose più belle della scelta narrativa messa in pagina da Sesyle Joslin è il ruolo che ciascun adulto, di concerto, riveste in questo importante momento della vita di Piccolo Elefante, momento che ha tutte le caratteristiche del rito iniziatico.

      Dalla prima apparizione della mamma sino all'ultima, passando da quella dei nonni e del papà, non c'è adulto che non assecondi, meglio, partecipi, alla narrazione complice di cui ha bisogno Piccolo Elefante per prepararsi, per darsi coraggio e dare una figura compiuta alla paura. Nessuno che dica, cosa stai dicendo, quante storie per andare a letto da solo, hai mangiato troppo, come ti sei vestito, vengo ad accompagnarti, nulla. Solo una materna raccomandazione, quella di lavarsi i denti, azione che non collide con un'importante partenza.

      Ciascuno è fedele, consapevole e responsabile, del proprio ruolo, in barba al finto mito del dire, in ogni occasione, le cose come stanno. Tutti, divertiti e per fortuna, paiono con gioia infischiarsene della spesso sostenuta a sproposito necessità di chiamare le cose con il proprio nome.

      Questo, insieme a tutta la perfezione del resto - le immagini a due colori di Leonard Weisgrad meriterebbero una lezione di illustrazione a parte e il testo non risente del tempo, merito anche dalla traduzione di Carla Ghisalberti - fa di Piccolo elefante cresce, uno dei libri più belli, da condividere insieme adulti e bambini, mai scritti sull'argomento.


      Sesyle Joslin/Leonard Weisgard, 
      Piccolo elefante cresce,
      traduzione di Carla Ghisalberti,
      Orecchio acerbo, 2914


      Dalle emozioni ai sentimenti, di paura in timore, il passo è davvero piccolo, a misura di infanzia.
      I bambini provano sentimenti di amore, non solo nei confronti dei genitori, dei fratelli, dei nonni, degli animali domestici. Provano sentimenti d'amore, si innamorano (espressione non appropriata per dire della complessità dei loro sentimenti) in un modo che non sappiamo e possiamo dire, di altri bambini: bambino di bambina, bambina di bambino, bambino di bambino e bambina di bambina. Con buona pace dei nostri limitati pensieri.

      Di quanto sia delicato e da proteggere questo sentire con l'uso della discrezione, della sensibilità e dell'intelligenza da parte di noi adulti, ce lo mostra il fatto che ogni nostra maldestra leggerezza nel trattarlo li mette in una condizione di comprensibile disagio e imbarazzo.

      Cosa che non è successa a Davide Calì anche in Quando un elefante si innamora, un albo che, grazie anche alle illustrazioni di Alice Lotti, riesce a parlare con levità e divertita poesia di uno dei sentimenti più comuni ma intimi ai bambini, anche i più piccoli.

      Che cosa questo elefante, che non facciamo anche noi quando siamo innamorati?
      Ecco che Davide Calì stila un catalogo dei comportamenti e delle contraddizioni in cui incappiamo tutti quando cadiamo in questo stato.



      Quando un elefante si innamora
      fa di tutto per farsi notare.

      Davide Calì/Alice Lotti,
      Quando un elefante si innamora,
      Kite Edizioni, 2014 

      Il desiderio di mostrarsi che stride con il sentimento di inadeguatezza. 
      La timidezza che non vuole saperne di scendere a compromessi con la necessità, e il bisogno, di osare.

      Ma si nasconde quando lei passa.

      Davide Calì/Alice Lotti,
      Quando un elefante si innamora,
      Kite Edizioni, 2014 


      Il credere che prima di noi, prima di tutto, vengano i nostri difetti e l'impegno profuso per tentare di mostrarsi al meglio. Ma poi, forse non siamo niente male...


      Quando un elefante si innamora
      si lava tutti i giorni.
      Anche dietro le orecchie.

      Davide Calì/Alice Lotti,
      Quando un elefante si innamora,
      Kite Edizioni, 2014


      E poi, tutte quelle parole che vorremo dire, quelle delle occasioni mancate, e che invece rimangono chiuse nei cassetti di reticenti scrivanie, in attesa che il tempo ci dia il coraggio di tirarle fuori, in qualche modo... sperando che non sia troppo tardi...

      Quando un elefante si innamora
      scrive lunghe lettere.
      Che non spedisce mai.

      Davide Calì/Alice Lotti,
      Quando un elefante si innamora,
      Kite Edizioni, 2014

      Quando un elefante si innamora, guarda il cielo, come noi, non si sa perché, forse per cercare l'ispirazione, risposte, in qualcosa più grande di noi, ma che comprende anche chi amiamo, qualcosa che sappia dirci... o forse, semplicemente, perché quando succede per davvero, da bambini e da adulti che siamo, non siamo capaci di fare altro... se non cercare indizi della conoscenza da parte dell'altro del nostro esistere, o almeno la speranza che sia così.


      Rimane per ore a guardare le nuvole pensando.

      Davide Calì/Alice Lotti,
      Quando un elefante si innamora,
      Kite Edizioni, 2014


      Anche per gli elefanti, crescere è una grande avventura.


      L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 11

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      Bruno Tognolini/Marco Somà.
      Robot,
      ideazione e redazione Mara Pace,
      Art direction e progetto grafico 
      Mariagrazia Rocchetti,
      Rizzoli, 2014 (pp.70 euro 25,00)
      Bruno Tognolini (Cagliari, 27 giugno 1951) è uno scrittore e sceneggiatore italiano. Tognolini studia per alcuni anni presso la Facoltà di Medicina di Cagliari, poi nel 1975 si trasferisce a Bologna, dove abita tuttora, e consegue la laurea al DAMS. Inizia quindi una stagione di esperienze teatrali (1980-1990), durante la quale collabora come drammaturgo con Marco Baliani, Marco Paolini, Gabriele Vacis, e altri artisti e gruppi del teatro "di base" di quegli anni. Nel 1990 comincia a occuparsi di televisione per ragazzi: L'albero azzurro, per RaiSat2 MULTICLUB e dal 1999 è ideatore e coautore del programma Melevisione.Scrive progetto e testi per diverse opere multimediali e interattive: tra cui il CD-i L'albero azzurro  e il CD-rom Rimelandia, con filastrocche originali di Roberto Piumini e Tognolini stesso (Arnoldo Mondadori Editore). Segue, nel 1996, l'adventure game Nirvana x-rom (Cecchi Gori), tratto dall'omonimo film di Gabriele Salvatores. Nel 1998 scrive i testi italiani delle canzoni per il film La gabbianella e il gatto di Enzo D'Alò. I suoi romanzi, racconti e poesie vengono pubblicati da editori quali Salani, Giunti, Mondadori, Fatatrac, Carthusia, Artebambini, il Castoro e altri (qui potete consultare la bibliografia completa). Nel 1999 appare il suo primo libro non destinato all'infanzia: Lilim del tramonto per Salani. Intensa è anche l'attività saggistica, con articoli e saggi su poesia, narrativa, TV e comunicazione con l'infanzia, pubblicati su riviste specialistiche, su edizioni saggistiche e su diversi quotidiani nazionali. Con altri scrittori sardi (Flavio Soriga, Giulio Angioni, Giorgio Todde e Marcello Fois) ha fondato il Festival di Gavoi - L'isola delle storie. Nel 2007 riceve il Premio Andersen come miglior scrittore italiano per ragazzi. Nel 2011 il suo Rime di Rabbia ottiene il Premio Speciale della Giuria del Premio Andersen.

      Marco Somàè nato a Cuneo nel 1983, frequenta l’Accademia di Belle arti e poi il Master di Ars in fabula di Macerata. È stato selezionato alla "Mostra illustratori" della Fiera del Libro di Bologna 2011 e per l’Annual 2011 dell’Associazione Illustratori, nello stesso anno ha pubblicato per Einaudi Ragazzi il suo libro d’esordio: Il bambino di vetro (con testo di Fabrizio Silei) che si è aggiudicato il "Premio Andersen 2012" nella categoria 9-12 anni. «Marco», scrive Davide Calì autore di La regina delle rane non può bagnarsi i piedi (illustrazioni Marco Somà, Kite Edizioni, 2013 - qui in Gavroche), «ha uno stile eclettico ed estremamente interessante. L’attenzione per il dettaglio, il decoro e l’architettura sono gli elementi che promettono di farne un grandissimo illustratore». Marco Somà, insieme a Valerio Vidali, Monica Barengo e Claudia Palmarucci, sono stati i protagonisti della mostra "STAGIONI/SAISONS", nata dalla collaborazione tra la Galerie Jeanne Robillard e Davide Calì. Ha illustrato per: Franco Cosimo Panini Editore, EL, Emme Edizioni, Einaudi Ragazzi, Kite Edizioni, Kalandraka, ELI Readers , Giunti Progetti Educativi, Bruaà Editora, Zorro Rojo, Rue du Monde, Pulo do Gato, Ediciònes Tekolote e OQO Editora. Robot, con testo di Bruno Tognolini è il suo primo libro per i tipi di Rizzoli.

      Philippe Ug,
      Ai Robot non piace l'acqua,
      Corraini Edizioni, 2014
      (pp. 6 con inserti pop up, euro 19,00)

      Philippe Ugè un artista eclettico e tutto fare. Diplomato in grafica alla Ecole d’arts appliqués Duperré, è anche ingegnere cartotecnico, stampatore serigrafico, insegnante e illustratore. È l'autore di fantastici pop up che produce in casa, in serie limitata e a prezzi accessibili che distribuisce nelle piccole librerie. Con la casa editrice francesa Editions des grandes personnes ha pubblicato l'appena uscito Vasarely, Drôle d'oiseau, Big bang pop, Les robots n'aiment pas l'eau (Ai Robot non piace l'acqua, Corraini Edizioni, 2014) e Le jardin des papillons.










      Alla voce robot di Wikipedia si legge:
      Il robot (pron. robòt o ròbot, alla francese robó, dalla parola ceca robota che significa lavoro pesante, a propria volta derivata dall'antico slavo ecclesiastico rabota, servitù), è una qualsiasi macchina (di forma più o meno antropomorfa), in grado di svolgere più o meno indipendentemente un lavoro al posto dell'uomo.

      L'introduzione di questo termine, si legge anche,  si deve allo scrittore ceco Karel Čapek, il quale usò per la prima volta il termine nel 1920 nel suo dramma teatrale I robot universali di Rossum. In realtà non fu il vero inventore della parola, la quale infatti gli venne suggerita dal fratello Josef, scrittore e pittore cubista, il quale aveva già affrontato il tema in un suo racconto del 1917, Opilec (L'ubriacone), nel quale però aveva usato il termine automat, automa. La diffusione del romanzo di Čapek, molto popolare sin dalla sua uscita, servì a dare fama al termine robot.



      Brano estratto da R.U.R. di Karel Čapek
      «Il vecchio Rossum, grande filosofo, […] cercò di imitare con una sintesi chimica la sostanza viva detta protoplasma finché un bel giorno scoprì una sostanza il cui comportamento era del tutto uguale a quello della sostanza viva sebbene presentasse una differente composizione chimica, era l'anno 1932 […]. Per esempio, poteva ottenere una medusa con il cervello di Socrate oppure un lombrico lungo cinquanta metri. Ma poiché non aveva nemmeno un pochino di spirito, si ficcò in testa che avrebbe fabbricato un normale vertebrato, addirittura l'uomo. […] Doveva essere un uomo, visse tre giorni completi. Il vecchio Rossum non aveva un briciolo di gusto. Quel che fece era terribile. Ma dentro aveva tutto quello che ha un uomo. Davvero, un lavoro proprio da certosino. E allora venne l'ingegner Rossum, il nipote del vecchio. Una testa geniale. Appena vide quel che stava facendo il vecchio, disse: È assurdo fabbricare un uomo in dieci anni. Se non lo fabbricherai più rapidamente della natura, ce ne possiamo benissimo infischiare di tutta questa roba. […] Gli bastò dare un'occhiata all'anatomia per capire subito che si trattava d'una cosa troppo complicata e che un buon ingegnere l'avrebbe realizzata in modo più semplice. […] Quale operaio è migliore dal punto di vista pratico? È quello che costa meno. Quello che ha meno bisogni. Il giovane Rossum inventò l'operaio con il minor numero di bisogni. Dovette semplificarlo. Eliminò tutto quello che non serviva direttamente al lavoro. Insomma, eliminò l'uomo e fabbricò il Robot. »


      I Robot, abbiamo visto, sono nati e sono stati celebrati prima nell'immaginario del mondo letterario che realizzati nel mondo reale, e il loro controverso fascino ha catturato la curiosità dell'essere umano nel corso dei secoli.



      «L'idea di persone artificiali risale almeno all'antica leggenda di Cadmo, che seppellì dei denti di drago che si trasformarono in soldati; e al mito di Pigmalione, la cui statua di Galatea prese vita. Nella mitologia classica, il deforme dio del metallo (Vulcano o Hephaestus) creò dei servi meccanici, che andavano dalle intelligenti damigelle dorate a più utilitaristici tavoli a tre gambe che potevano spostarsi di loro volontà. La leggenda ebraica ci parla del Golem, una statua di argilla, animata dalla magia cabalistica. Nell'estremo Nord canadesee nella Groenlandia occidentale, le leggende Inuit raccontano di Tupilaq (o Tupilak), che può essere creato da uno stregone per dare la caccia e uccidere un nemico. Il primo progetto documentato di un robot umanoide venne fatto da Leonardo da Vinci attorno al 1495. Degli appunti di Da Vinci, riscoperti negli anni cinquanta, contengono disegni dettagliati per un cavaliere meccanico, che era apparentemente in grado di alzarsi in piedi, agitare le braccia e muovere testa e mascella. Il primo robot funzionante conosciuto venne creato nel 1738 da Jacques de Vaucanson, che fabbricò un androide che suonava il flauto. Nel racconto breve di E.T.A. Hoffmann L'uomo di sabbia (1817) compariva una donna meccanica a forma di bambola, nel racconto Storia filosofica dei secoli futuri (1860) Ippolito Nievo indicò l'invenzione dei robot come l'invenzione più notevole della storia dell'umanità, e in Steam Man of the Prairies (1865) Edward S. Ellis espresse l'affascinazione americana per l'industrializzazione. Giunse un'ondata di storie su automi umanoidi, che culminò nell'Uomo elettrico di Luis Senarens, nel 1885. Una volta che la tecnologia avanzò al punto che la gente intravedeva delle creature meccaniche come qualcosa più che dei giocattoli, la risposta letteraria al concetto di robot rifletté le paure che gli esseri umani avrebbero potuto essere rimpiazzati dalle loro stesse creazioni. Frankenstein (1818), che viene spesso definito il primo romanzo di fantascienza, è divenuto un sinonimo di questa tematica. Quando il dramma di Čapek, R.U.R., introdusse il concetto di una catena di montaggio operata da robot che costruivano altri robot, il tema prese delle sfumature politiche e filosofiche, ulteriormente disseminate da film classici come Metropolis (1927), Guerre stellari (1977), Blade Runner (1982) e Terminator (1984). Il termine robotica, invece, venne usato per la prima volta (su carta stampata) nel racconto di Isaac Asimov intitolato Bugiardo! (Liar!, 1941), presente nella sua famosa raccolta Io, Robot.» (Fonte Wikipedia)


      Chi da bambino, tra queste pagine o al cinema, almeno una volta, per le ragioni più nobili o i motivi più futili, non ha desiderato possederne un robot o non ne è stato intimorito? 

      In quel momento della vita in cui si è ancora in potenza, con le possibilità di agire limitate, non ancora pienamente dispiegate, la concretizzazione scientifica, verrebbe da dire o da sognare quasi in carne e ossa, dell'idea di qualcosa che possa agire in nome e per conto nostro, che possa aiutarci o proteggerci, la troviamo irresistibile.
      Non solo da bambini, questo è sicuro.

      Certo, i pensieri del bambino di qualche anno fa e quelli del bambino di oggi, che vive in una società altamente robotizzata, si differenziano sostanzialmente nei confronti di questo desiderio. 
      Ma non così tanto come possiamo credere.

      In Robot, Catalogo raccontato dai principali Avatar Servo Robota per ragazzi e bambini, Bruno Tognolini ricorda e raccoglie entrambi questi desideri, quelli dell'infanzia di ieri e di oggi, costruendo il racconto di un mondo che li scopre, li contiene, li trasfigura, e lo fa dando vita a trame che, insieme, tessono un discorso giocato, perfettamente dalla prima all'ultima pagina, su più registri e piani narrativi, seguito passo a passo dal cambio, di volta in volta, di stile di Marco Somà.

      Le pagine del catalogo, sulle quali sfilano, uno o dopo l'altro, i modelli di insoliti robot solo per bambini, sono unite da intermezzi che accolgono le riflessioni di un'insolito dio sulla storia dell'evoluzione dell'essere umano su questa terra, storia destinata tragicamente a ripetersi compiendo gli stessi errori.

      Il racconto è quello di un apologo morale che il dio Tatanko, mitico creatore, quasi confida al bambino coinvolgendolo in prima persona nel farsi della lettura del libro.

      Un'evoluzione, che va di pari passo con il progresso delle macchine e con il nostro bisogno di esse. Bisogno che se in una certa e salvifica misura ha avuto per lungo tempo  a che fare con la ricerca di una risposta a urgenti e pesanti tipi di necessità, ora in larga parte è si è trasformato nella spasmodica, e quasi inconsapevole, ricerca di succedanei, delle nostre azioni, dei nostri pensieri, degli altri e, infine, irrevocabilmente, di noi stessi.


      1. IL CATALOGO

      «Woha, vitellino umano, ti saluto!
      Sono Tatanko, l'antico primo dio Bisonte Bianco. 
      [...]
      Ero qui, seduto all'ombra di questa sequoia, che morivo di noia nei millenni, quando ho trovato questo catalogo di attrezzi. Esatto, proprio quello che ora hai in mano. Ultimo avanzo del grande impero umano, e chissà come ha fatto a sfuggire alla mia pulizia. E insomma vedo nella prateria frullare al vento un foglio colorato. "Quella è carta!" mi dico stupefatto. Lo raccolgo ed eccolo qui: pulito, stirato, rimessi insieme i pezzi. Un catalogo di quei vostri antichi attrezzi che chiamavate ROBOT.
      Me lo sono letto per mille anni. Woha! Strabiliante! [...]»

      È con questa chiamata, sotto questo auspicio, che il bambino viene chiamato a iniziare la lettura del catalogo dei Robot. Si gira pagina e si trova questo:


       ULTRO
      Ragibrast®

      Abilità

      Il Regibrast® "Ultro"è un robot villano, rissoso, screanzato, collerico e urlone. Come dice il suo nome, la sua abilità principale è agitare la braccia urlando. 

      Il suo uso principale è negli stadi, dove svolge tutti i compiti di un tifoso ultrà, risparmiando ai tifosi umani fatica, sgolamento e rischio di buscarle.

      Può agitare le braccia ed eseguire gesti con le dita in 26 stili diversi, programmabili prima della partita e commutabili in tempo reale in risposta alla tifoseria avversaria. Può essere sincronizzato in wi-fi con altri Regibrast® presenti nello stadio, componendo corografie di agitamenti di braccia corali, nella modalità Ola®, Gorilli.Furiosi®, Foresta.Nel.Vento®, e altre acquisibili online.

      Oltre ad agitare le braccia, è in grado di urlare insulti a voce altissima contro l'arbitro, i giocatori in campo, i tifosi avversari.

      Intensità dell'agitamento di braccia e volume d'urlo sono modulabili con un cursore da 1 a 100. La dotazionebase di insulti è in italiano standard TV, con potenza e volgarità modulabili da 1 a 100.

      Oltre agli urli, Regibrast® può intonare inni e canti, selezionabili a mano da un repertorio di 1000 brani, o auto-selezionati sui canti di altri Regibrast® presenti sugli spalti, coi  quali il tuo Ultro canterà in coro.

      Il modello base è fornito con sciarpa, cuffia, bandiere, etc. in Memostoffa® Chromosport®, che cambia con un clic i colori delle squadre del campionato italiano di serie A.

      Modello
      Tipo: Avatar Robota
      Nome di fabbrica: Regibrast®
      Acronimo per: Robot che AGIta le BRAccia negli STadi
      Niconomi più comuni: ULTRO, RABBIO, TARRO

      Potenza
      Processore: Mentina® 2.3 (230 Idee al Secondo)
      Classe: Bruco (coefficiente IA: 0,9% dell'umano)
      Durata batteria: 24 ore (di orlo continuo)
      Durata di vita: 4 anni (dopo impazzisce)

      Accessori e optional
      Estensione Chromosport Mundial.Plus®, in grado di configurare sciarpa, cuffia, bandiere, etc. coi colori di tutte le squadre di serie B, C, D, E, e Dilettanti di tutti i paesi d'Italia e del mondo.
      Estensione insulti Tamarro.Plus®, con dizionari in 116 lingue del mondo e 58 dialetti d'Italia.

      Precauzioni
      I casi di malfunzionamento del RAGiBRAST® 
      sono riconducibili a uso improprio da parte degli umani.
      Esempi. È stato riportato il caso di un bambino di nove anni che, dopo l'ennesimo brutto voto e nota per i genitori, si è recato a scuola col suo Ultro mascherato da scolaro. Entrato in classe l'ha attivato contro la maestra, con intensità agitamento braccia 50, volume urlo a 70 e volgarità degli insulti a 80. Non è stata una buona idea.


      Bruno Tognolini/Marco Somà, Robot,
      ideazione e redazione Mara Pace,
      Art direction e progetto grafico 
      Mariagrazia Rocchetti,
      Rizzoli, 2014

      Ora, non so cosa sia successo a voi, ma  io ho iniziato a leggere queste prime righe e ho smesso di ridere solo dopo aver finito l'ultima presentazione dei  modelli di robot.

      Chi legge ad alta voce ai bambini, per piacere e per lavoro, ha già capito le infinite possibilità che offre questo libro. Un catalogo scritto con un linguaggio perfetto per il genere di pubblicazione di riferimento, con tanto di termini appropriati, indicazioni tecniche e d'uso, marchi registrati, etc., curato in ogni termine e ogni espressione, mai banale o ripetuta, capace di sorprendere ad ogni presentazione di robot con rinnovato divertimento.


      2. L'INIZIO

      «Woha, vitellino, hai visto? Ultro, Doggo, Blablo, Sekkio...
      Pensare che sembrava solo un gioco, soltanto due milioni di anni fa. Io vi guardavo, umani scimpanzoni, lì ad armeggiare con vostri bastoni, che tenerezza! Uno di voi non arrivava a chiappare la mela.un altro prende un ramo, lo spezza, lo spoglia, gli toglie la foglia, lo rizza e stacca il frutto.
      MUUUH! Grandi corna dice Tatanko: è fatto! Da lì in poi è questione di tempo. [...]»

      Ad ogni intermezzo, riprende il racconto dell'evoluzione di Tatanko, una sorta di sottotesto che procede con l'avanzamento del catalogo verso modelli dalle abilità sempre più articolate, che rispondo all'affinamento di richieste dei proprietari  in sintonia con il cambiare dei tempi.


      Continua così la presentazione di nuovi robot che, grazie alle illustrazioni a tutta pagina di Marco Somà, riescono a competere, per bellezza, intensità, ricchezza di cromie e di particolari con l'immaginazione più sfrenata dei bambini; qui sfilano robot che difficilmente potranno essere dimenticati.
      Mariagrazia Rocchetti, perfetta come sempre, è riuscita invece nell'intento di riportare  il catalogo ai vecchi fasti della pubblicità, quando era una pubblicazione raffinata, attesa, collezionata da un pubblico che si lasciava andare agli acquisti sentendosi rassicurato dalla fiducia che scaturiva dalla bellezza dello stile delle proposte.


      GRIFFO
      Rocomet®

      Bruno Tognolini/Marco Somà, Robot,
      ideazione e redazione Mara Pace,
      Art direction e progetto grafico 
      Mariagrazia Rocchetti,
      Rizzoli, 2014


      3. LA CRESCITA

      «E ancora! Zappo, Fiokko, Gamo, Griffo...
      Per farti giochi, farti fiocchi, farti bello...
      Woha! Un servo di ferro per farti ogni cosa.
      Storia pericolosa, dice Tatanko. [...]»


      BULDO
      Roboguard®

      Bruno Tognolini/Marco Somà, Robot,
      ideazione e redazione Mara Pace,
      Art direction e progetto grafico 
      Mariagrazia Rocchetti,
      Rizzoli, 2014



      4. LA VETTA


      «[...] Come faccio a spiegarti? A disegnini? A cornate? A lampi di fuoco?
      Spiegarti che si cambia poco a poco, si cresce piano piano.
      Per diventare l'umano che sei adesso, dallo scimmio che eri, lo sai quanto ci hai messo?
      Bei milioni di anni, tutti interi! E ora in pochi giorni tu stai cambiando il mondo, con tutte le tue macchine che fanno, che fanno... ma cosa mai faranno? [...]

      PILLO
      Ropelum®

      Bruno Tognolini/Marco Somà, Robot,
      ideazione e redazione Mara Pace,
      Art direction e progetto grafico 
      Mariagrazia Rocchetti,
      Rizzoli, 2014


      Dopo un'altezza c'è sempre una discesa. 
      Dopo una vetta, qui una caduta, un diluvio.
      E dopo la caduta una fine?
      O un nuova partenza, Tatanko non smette di sperare che l'essere umano diventi saggio.


      Bruno Tognolini/Marco Somà, Robot,
      ideazione e redazione Mara Pace,
      Art direction e progetto grafico 
      Mariagrazia Rocchetti,
      Rizzoli, 2014


      Se nella caduta di Robot di Bruno Tognolini e Marco Tognolini, il biblico diluvio serve a dare l'inizio a una possibilità per l'uomo di comprendere il senso dell'esistenza, l'esistenza dei robot, si sa, è messe a dura prova da ogni cosa bagnata e ce lo dimostra Philippe Ug nel suo Ai robot non piace l’acqua, uno spettacolare pop up destinato a incantare adulti e bambini.


      “Tic, tic, plin, plin...
      Piove sul mio robot
      e al mio robot non piace l’acqua.
      Troppo tardi! Si è preso la ruggine.”

      Philippe Ug,
      Ai Robot non piace l'acqua,
      Corraini Edizioni, 2014


      Ai robot, si sa, non piace l’acqua: gli arrugginisce i bulloni e gli scombussola le lampadine. Perciò dopo un diluvio, o un semplice acquazzone, bisogna correre subito ai ripari. 

      Un cambio di molle e un veloce giro nel ciclotrone del Dottor Ferraglia ed ecco che ilrobot torna di nuovo in piena forma! 



      Philippe Ug,
      Ai Robot non piace l'acqua,
      Corraini Edizioni, 2014

      Philippe Ug,
      Ai Robot non piace l'acqua,
      Corraini Edizioni, 2014

      Philippe Ug,
      Ai Robot non piace l'acqua,
      Corraini Edizioni, 2014


      Ai robot non piace l'acqua, è il primo libro con Corraini Edizioni dell’artista della carta Philippe Ug. Uno strabiliante pop up book, in cui da ogni pagina saltano fuori sofisticati robot di ogni forma e colore. Sono tutti diversi, e danno la possibilità ai bambini di toccarli con mano e di guardarli e osservarli nei loro minimi particolari in 3D.

      Per un bambino, portarsi con sé questo pop up, tra l'altro per il piccolo formato (poco più di un quaderno) e la leggerezza è adatto anche alle mani dei bambini più piccoli, è come avere a disposizione in ogni momento una sorta di valigetta magica. La possibilità di stupirsi, di inventare giochi, di trovare delle storie, di disegnare copiando le forme che si svelano a ogni aprir di pagina, che offre questo libro sono davvero tante e inaspettate. E possono tranquillamente dialogare, influenzandosi le une con le altre e con grande divertimento, con le storie dei Robot del catalogo che ha in questo momento si trova tra le mani il temuto dio Tatanko.

      L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 12

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      Tratto da Macchine e invenzioni bizzarre 
      di William Heath Robinson, 
      Elliot 2014 © 2014 Lit Edizioni Srl
      Per gentile concessione dell'Editore
      (pp. 96 euro 22,00)
      William Heath Robinson, (Londra, 1872 – 1944), nacque da una famiglia di artisti, una stirpe di disegnatori e stampatori. Suo padre e i suoi fratelli, Thomas Heath Robinson e Charles Robinson, erano tutti illustratori. I suoi primi lavori, pubblicati a cavallo fra il XIX e il XX secolo, furono illustrazioni di libri di fiabe e di narrativa di autori come Hans Christian Andersen, William Shakespeare, Charles Kingsley e Walter de la Mare. In seguito scrisse due libri per bambini, The Adventures of Uncle Lubin (1902) e Bill the Minder (1912), occupandosi anche delle illustrazioni; fu proprio in queste opere che iniziò a disegnare macchinari stravaganti. Durante la Prima guerra mondiale sviluppò questo tema attraverso numerose vignette in cui venivano rappresentate improbabili armi segrete degli eserciti coinvolti nella guerra; queste vignette furono pubblicate in tre raccolte, Some "Frightful" War Pictures (1915), Hunlikely! (1916) e Flypapers (1919). Dopo la guerra lavorò come illustratore umoristico anche per numerose riviste e campagne pubblicitarie. Nel 1934 raccolse quello che riteneva il meglio della sua produzione nel volume Absurdities. Una delle più celebri serie di illustrazioni di Robinson furono realizzate per i libri della serie del Professor Branestawn di Norman Hunter, un illustratore e fumettista britannico, noto soprattutto per le vignette in cui rappresentava macchinari eccentrici e improbabili. 
      Macchine e invenzioni bizzarre raccoglie per la prima volta in Italia una selezione delle sue migliori tavole.

      Osip Mandel'štam, 2 tram,
      illustrato da Boris Ender,
      testo italiano Alessandro Niero,
      Comma22, 2014
      (pp.16 euro 8,00)
      Osip Ėmil'evič Mandel'štam (Varsavia, 1891 – Vladivostok, 27 dicembre 1938) è stato un letterato russo. Prosatore e saggista, esponente di spicco dell'acmeismo e vittima delle Grandi purghe staliniane, è considerato uno dei grandi poeti del XX secolo. Nel 1900 Mandel'štam si iscrisse alla prestigiosa scuola Teniševskij, sul cui annuario, nel 1907, apparve la sua prima poesia. Compì diversi viaggi in Italia. Nel1908 decise di entrare alla Sorbona di Parigi per studiare letteratura e filosofia, ma già l'anno seguente si trasferì all'Università di Heidelberg per poi passare, nel 1911, a quella di San Pietroburgo. Nel 1911 in Finlandia si convertì al Cristianesimo metodista per convinzione spirituale e per opportunità pratica poiché in questo modo avrebbe potuto iscriversi all'università il cui accesso era impedito agli ebrei. Nel 1911 aderì alla "Gilda dei poeti", fondata da Nikolaj Gumilëv e da Sergej Gorodeckij. Intorno a questo gruppo si sviluppò il movimento letterario dell'Acmeismo nato come reazione al simbolismo: Mandel'štam fu, nel 1913, tra gli autori del manifesto della corrente, pubblicato solo nel 1919. Nello stesso anno pubblicò la sua prima raccolta di poesie, La pietra. Per le sue tendenze anticonformiste e di critica al sistema staliniano nel 1938 fu arrestato; condannato ai lavori forzati, fu trasferito nell'estremità orientale della Siberia. Morì a fine dicembre nel gulag di Vtoraja rečka, un campo di transito presso Vladivostok, ufficialmente a causa di una non meglio specificata malattia. Il suo ricordo fu per lungo tempo conservato clandestinamente dalla moglie, che aveva imparato a memoria numerosi testi poetici del marito.


      Boris Ender (San Pietroburgo, 1896 - Mosca, 1960), pittore, grafico, designer. Fratello di Xenia e Maria Endeè stato, con loro, uno degli esponenti del movimento di avanguardia futurista russo. Ha studiato nello studio di Ivan Bilibin a San Pietroburgo (1905-1907) dove incontra Matiushin Mikhail e Elena Guro. Ha studiato presso la Facoltà di Storia dell'Università di San Pietroburgo (1913-1915) e ha combattuto nell'esercito russo nella prima guerra mondiale (1915-1917). Ha studiato sotto la direzione di Kuzma Petrov-Vodkin, Kazimir Malevich e Mikhail Matiushin al Free State Art Studios / Vkhutemas a Pietrogrado (1918-1923). Membro di Zorved (1923). Ha lavorato sotto Mikhail Matiushin presso il dipartimento di coltivazione biologica dell'Istituto di cultura artistica (1923-1926) e il laboratorio di fisica e fisiologica dell'Istituto di Storia delle Arti (1927). Spostato a Mosca (1927) e ha lavorato principalmente come designer (1930-'40), la pianificazione i layout dei padiglioni sovietici alla Fiera Mondiale di Parigi (1937) e il Salone dell'Industria di Budapest (1949). Evacuato al bacino Kuznetsk durante la seconda guerra mondiale (1941-1944). 

      Il mio primo Don Chisciotte,
      illustrazioni di Félix Lorioux,
      traduzione di Bianca Lazzaro,
      Donzelli Editore, 2014
      (pp. 76 euro 22,00)
      Félix Auguste Henri Marie Lorioux (1872 Angers - 1964 Paris), fu uno degli illustratori per l’infanzia e fumettisti più popolari in Francia a cavallo tra Otto e Novecento. Iniziò la carriera come disegnatore per la Citroën. Nel 1907 incontrò i fratelli Draeger che lo introdussero tecniche pubblicitarie. In parallelo disegnò sulla stampa. Nel 1919 iniziò a illustrare per l'infanzia realizzando una tavole per una raccolte di Contes de Perrault. Nel 1920 illustrò il suo primo albo, Le Roman de renard scritto da Odette Larrieu e pubblicato da Hachette, a cui hanno fatto seguito un centinaio di libri per bambini, tra cui le celebri edizioni illustrate del Don Chisciotte, la più nota, e quelle delle Favole di La Fontaine, delle Fiabe di Perrault e di Robinson Crusoe. Non a caso il suo talento fu notato da Walt Disney, che nei primi anni trenta lo scritturò per disegnare in Francia alcune storie di Topolino. La leggenda narra persino che fu un suo disegno di un’oca vestita da marinaio a ispirare la nascita del personaggio di Paperino.






      I libri di cui vi parlo oggi, possono a buon titolo essere considerati tre titoli vintage ma preferisco definire come classici dell'illustrazione, sono nati per mano di grandi artisti, coetanei ed entrati, ciascuno a proprio modo, nell'immaginario del mondo dell'arte tra la fine dell'Ottocento e i primi anni Trenta del Novecento. William Heath Robinson in Inghilterra, Boris Ender in Unione Sovietica e Félix Lorioux in Francia hanno dedicato il loro segno ai bambini e agli adulti con uguale intenzione e perfezione, creando seguaci che si ispirano al loro stile ancora oggi.

      Nella cultura anglosassone, l'opera di William Heath Robinson è talmente celebre che l'espressione "Heath Robinson", spiega Ilaria Tontardini nella bella introduzione a Macchine e invenzioni bizzarre, viene usata idiomaticamente, secondo l'Oxford Dictionary, per riferirsi a qualcosa di "ingegnosamente o ridicolmente complicato nella sua progettazione o costruzione". 

      «Il tentativo di raccontare le trasformazioni indotte dal progresso tecnologico attraverso la rappresentazione della "macchina" - feticcio che, per eccellenza, ha incarnato l'era moderna - ha avuto fra le metà dell'Ottocento e la Seconda guerra mondiale svariati cantori (e detrattori). Artisti che hanno saputo leggere nelle spire degli ingranaggi, nell'arditezza dei meccanismi e nella vertigine delle strutture i segnali di una radicale metamorfosi che avrebbe marcato (con il senso di poi) un punto netto di non ritorno nell'evoluzione del genere umano. La macchina è manifestazione di potenza, organismo pulsante, capacità visionario attraverso cui manifestare a fiducia o il timore verso un futuro. [...]
      Le macchine hanno reso famoso il disegnatore inglese William Heath Robinson, al suo tempo talmente noto per i suoi aggeggi meccanici da guadagnarsi sul campo l'epiteto di "The Gadget King".»Ilaria Tontardini, "Tra fili e pulegge: l'umanità di William Heath Robinson", in op. cit., Donzelli, 2014, p. 5.


      Nel 1902 William Heath Robinson scrive e illustra il suo primo libro per bambini The Adventures of Uncle Lubin, dove per la prima volta fanno capolino i rocamboleschi dispositivi che segneranno la sua carriera "gadgettistica".

      Grazie e dopo a The Adventures of Uncle Lubin, Heath Robinson inizia a essere pubblicato su settimanali dell'epoca come "The Sketch", "The Bystander", "The Tatler", con quelle illustrazioni a tutta pagina che prenderanno il proverbiale nome di Contraptions.

      «[...] Il termine "contraption" definisce gli arzigogolati marchingegni inventati dall'autore. Sono oggetti/invenzioni che hanno un uso esatto e specialistico: una macchina da tavolo atta a infilare un intero cucchiaio di piselli in bocca a un corpulento signore, un perforatore di formaggi che trasforma il cheddar in groviera, un tosa-capelli per scolari in fila indiana, un bilanciatore magnetico di bretelle per averle sempre in linea. Ognuno di questi dispositivi è progettato con una serie di rudimentali componenti - corde, pesi, ruote,  ganci, tiranti, palle teiere, orologi, ecc. - che sfruttano il principio dell'effetto dominio per ottenere il risultato per cui sono stati assemblati. I complessi meccanismi (a volte ottenuti solamente mettendo assieme gli oggetti più svariati) e i loro funzionamenti bislacchi, retorici, complicati servono all'uomo robinsoniano per rispondere ai quesiti più elementari, assolvere i compiti più banali del quotidiano: compiere delle azioni senza alzarsi dal letto o dalla tavola, farsi una fotografia, sistemarsi l'acconciatura. Più semplice l'obiettivo, più è arzigogolato il macchinario. [...]» Ilaria Tontardini, "Tra fili e pulegge: l'umanità di William Heath Robinson", in op. cit., Donzelli, 2014, p. 6.

      Tratto da Macchine e invenzioni bizzarre 
      di William Heath Robinson, 
      Elliot 2014 © 2014 Lit Edizioni Srl
      Per gentile concessione dell'Editore

      Tratto da Macchine e invenzioni bizzarre 
      di William Heath Robinson, 
      Elliot 2014 © 2014 Lit Edizioni Srl
      Per gentile concessione dell'Editore

      Tratto da Macchine e invenzioni bizzarre 
      di William Heath Robinson, 
      Elliot 2014 © 2014 Lit Edizioni Srl
      Per gentile concessione dell'Editore


      In realtà, quello che fa Heath Robinson, con la pomposa complessità di queste macchine, è di mettere in scena il lato "ridicolo" della modernità.

      «[...] È inevitabile spostarsi dai sistemi di Heath Robinson all'umanità che li produce, li utilizza e ne trae soddisfazione, spesso con la baldanzosa contentezza di chi può permettersi un oggetto brand new. Sfogliando il catalogo di queste illustrazioni, proprio l'umanità appare come la vera protagonista; a lei le mirabolanti Contraptions fanno da quinta scenica, come una cornice capace di dare valore a ciò che racchiude, ovvero un distillato di britannicità. Pur non negando la capacità di ridere dei vizi e delle virtù dell'uomo comune in relazione all'idea di "modenro", quella di Heath Robinson è una satira gentile cucita in relazione sulle forme della british middle class. [...] Ilaria Tontardini, "Tra fili e pulegge: l'umanità di William Heath Robinson", in op. cit., Donzelli, 2014, p. 6.


      Tratto da Macchine e invenzioni bizzarre 
      di William Heath Robinson, 
      Elliot 2014 © 2014 Lit Edizioni Srl
      Per gentile concessione dell'Editore

      Tratto da Macchine e invenzioni bizzarre 
      di William Heath Robinson, 
      Elliot 2014 © 2014 Lit Edizioni Srl
      Per gentile concessione dell'Editore


      I temi ricorrenti dei disegni mettono in risalto l'ossessione per i comfort della casa moderna e la necessità di escogitare stratagemmi salva-spazio, lo sport, i rituali e il tempo libero, la mania per i test, il folle amore per il giardinaggio, e ancora l'ordine scolastico, le relazioni, la cura del corpo. 


      Tratto da Macchine e invenzioni bizzarre 
      di William Heath Robinson, 
      Elliot 2014 © 2014 Lit Edizioni Srl
      Per gentile concessione dell'Editore

      Tratto da Macchine e invenzioni bizzarre 
      di William Heath Robinson, 
      Elliot 2014 © 2014 Lit Edizioni Srl
      Per gentile concessione dell'Editore


      William Heath Robinson disegnerà Contraptions ininterrottamente dal 1904 al 1944, anno della sua scomparsa, lasciando dietro di sé una ponderosa mole di disegni, che diventeranno il corpus dell'Heath Robinson Museum di Pinner, sobborgo residenziale nel nord di Londra. 


      «Il museo avrò sede nella West House, dal cui studio per anni l'artista ha guardato il mondo e sorriso, preconizzando alcune macchine che si sarebbero trasformate in realtà e osservando come sotto una lente d'ingrandimento la sua Inghilterra. L'unico dispositivo meccanico presente in tutta la casa era un tubo con un filo che collegava lo studio alla sala da pranzo. Solo per sapere quando il pasto puntualmente sarebbe stato messo in tavola». Ilaria Tontardini, "Tra fili e pulegge: l'umanità di William Heath Robinson", in op. cit., Donzelli, 2014, p. 8.


      Tratto da Macchine e invenzioni bizzarre 
      di William Heath Robinson, 
      Elliot 2014 © 2014 Lit Edizioni Srl
      Per gentile concessione dell'Editore


      «Leggere solo libri per bambini,
      accarezzare solo pensieri per bambini»
      Osip Mandel'štam


      Con 2 tram, viene portata all'attenzione del pubblico un'opera di Osip Mandel'štam,  maestro tra i più alti della lirica russa del Novecento, che nel 1925, in un periodo di stasi nella sua produzione poetica, pubblicò alcune raccolte di versi per bambini. 

      "Due tram chiamati Drin e Tram"è il suo poema per l'infanzia più noto e narra in versi la giornata di due tram che si svegliano insieme al mattino, nel deposito, e sono felici di veder incrociare le proprie strade durante il giorno, temono di smarrirsi e finiscono con il ritrovarsi, con sollievo, la sera. 

      Le illustrazioni di Boris Ender, pittore dell'avanguardia futurista, usate per la presente edizione, riprendono quelle apparse nel volume 2 tramvaja, pubblicato nel 1925 a Leningrado per i tipi Gosudarstvennoe izdatel'stvo [n.d.r. che potete vedere interamente QUI].


      Osip Mandel'štam, 2 tram,
      illustrato da Boris Ender,
      testo italiano Alessandro Niero,
      Comma22, 2014

      Osip Mandel'štam, 2 tram,
      illustrato da Boris Ender,
      testo italiano Alessandro Niero,
      Comma22, 2014



      2 tramè un'opera essenziale per iniziare a conoscere l'avanguardia russa.
      Se poi si pensa che era pensata e destinata ai bambini, non si sbaglia se, in un certo senso, la si definisce intimamente rivoluzionaria.


      Tra il 1910 e la fine degli anni ‘20 in Russia si assiste a uno straordinario fermento culturale e artistico, grazie anche ai numerosi contatti con l’avanguardia occidentale. In quegli anni il Paese è percorso da una profonda spinta modernista che porta gli intellettuali a considerare il libro non più come strumento elitario di conoscenza ma come parte integrante della vita quotidiana, anche dei bambini.


      Andrej Zdaneiv, commissario per la Politica culturale ai tempi di Stalin, nel 1934 aveva dato il via ufficiale al realismo socialista, quale dogma unico e predominante della creazione artistica, incitando: "Siate i promotori più attivi della trasformazione della coscienza degli uomini nello spirito del socialismo".

      Gli artisti russi d'avanguardia furono così considerati dei "formalisti" e "il formalismo – scrive Maria Tsantsanoglou direttrice del Museo statale Statale d'arte d'Arte contemporanea Contemporanea di Salonicco - in un momento in cui pittori e scultori erano tenuti a propagandare e rappresentare gli ideali della nuova società sovietica, era un'accusa pari al tradimento nazionale".

      Solo intorno agli anni Ottanta, quando ormai Cosatakis, il più grande collezionista di opere di questo movimento artistico, era tornato in Grecia, la raccolta - e con essa la pittura russa d'avanguardia di cui egli evitò la dispersione - divenne famosa nel mondo grazie, in particolare, alla mostra del 1981 presso la Guggheneim di New York, dove per la prima volta venne restaurata e catalogata.

      "Se un giorno questo fenomeno diverrà noto – disse Costakis in un'intervista del 1983 – per il mondo sarà una sorpresa" .


      Osip Mandel'štam, 2 tram,
      illustrato da Boris Ender,
      testo italiano Alessandro Niero,
      Comma22, 2014

      La sua raccolta ha permesso di avvicinare moltissimi aspetti dell'avanguardia russa, ancora da comprendere e da studiare: il dialogo estetico, le differenze tra gli artisti, il loro rapporto con l'arte occidentale, le ispirazioni tratte dalla scienza e dalla filosofia o le politiche delle istituzioni e degli atelier.

      Le opere dei fratelli Ender, in questo senso, in particolare la produzione artistica di Boris, sono ritenute fondamentali per comprendere l'applicazione delle teorie sulla quarta dimensione e sul rapporto organico tra arte, natura e biologia.


      Osip Mandel'štam, 2 tram,
      illustrato da Boris Ender,
      testo italiano Alessandro Niero,
      Comma22, 2014


      Il mio primo Don Chisciotte, si ispira al volume Don Quixote, pubblicato in inglese, per i tipi di Librairie Hachette London, nel 1930. Di esso vengono qui riprodotte tutte le tavole originali, firmate da Félix Lorioux, uno degli illustratori per l'infanzia più popolari in Francia tra Otto e Novecento. Data la preziosità dell'edizione originaria - un autentico classico, tuttora smagliante - l'editore Donzelli ha scelto di lasciarne intatto il formato, rimanendo quanto più possibile fedeli allo stile grafico e ai criteri di impaginazione.

      «In un paesino della Mancia, nel cuore della Spagna, viveva un tempo un nobile signore che si chiamava Don Chisciotte. Questo gentiluomo aveva raggiunto la cinquantina ed era un tipo smilzo e allampanato, con un viso scavato, diviso a metà da un lungo naso aquilino, e un vocione sonoro. Egli passava la maggior parte del tempo andando a caccia col suo levriero, finché un bel giorno gli capitò per le mani un libro che raccontava storie di antichi cavalieri. Quel libro accese la sua immaginazione al punto tale che, senza pensarci due volte, abbandonò la caccia e l'amministrazione dei suoi beni, e si dedicò tutto alla lettura delle vicende dei Cavalieri erranti. Ben presto, la passione per quelle avventure e quelle gesta eroiche lo spinse addirittura a vendere gran parte delle sue terre per comprare tutti i romanzi cavallereschi che riusciva a procurarsi. E immerso in quelle pagine, trascorse non solo le giornate, ma pure le notti, finché le letture cominciarono ad avere su di lui un effetto dannoso tanto da fargli perdere la testa. [...]» Il mio primo Don Chisciotte, Donzelli Editore, 2014, p. 6.



      Il mio primo Don Chisciotte,
      illustrazioni di Félix Lorioux,
      traduzione di Bianca Lazzaro,
      Donzelli Editore, 2014

      Il mio primo Don Chisciotte,
      illustrazioni di Félix Lorioux,
      traduzione di Bianca Lazzaro,
      Donzelli Editore, 2014


      Quanto al testo, non firmato nell'edizione originale e concepito secondo la migliore tradizione di testi condensati pensati per i piccoli lettori di grandi capolavori delle letteratura, è stato qui rivisitato e tradotto da Bianca Lazzaro, che è riuscita nell'intento di restituire al lettore lo spirito e le freschezza dei testi di Cervantes, dando così un'opportunità ai bambini, in attesa di diventare grandi lettori, di entrare da soli tra le pagine di uno dei più grandi classici di tutti i tempi.



      Il mio primo Don Chisciotte,
      illustrazioni di Félix Lorioux,
      traduzione di Bianca Lazzaro,
      Donzelli Editore, 2014


      Il mio primo Don Chisciotte,
      illustrazioni di Félix Lorioux,
      traduzione di Bianca Lazzaro,
      Donzelli Editore, 2014


      Lo stile decisamente fantastico di Lorioux è perfetto per illustrare il primo racconto di Don Chisciotte destinato ai bambini perché, come potete vedere in questa selezione di tavole, l'immaginario delle sue illustrazioni è dipinto guardando al mondo con gli occhi lucidi dell'infanzia. Nella sua opera si vedono chiaramente le influenze dell'Art Nouveau e la della tradizione del disegno giapponese, soprattuto nella rappresentazione onirica della natura, pagine in cui eccelle.


      Il mio primo Don Chisciotte,
      illustrazioni di Félix Lorioux,
      traduzione di Bianca Lazzaro,
      Donzelli Editore, 2014

      Tre bellissimi classici dell'illustrazione, che grazie gli editori che li hanno saputi rintracciare in cataloghi stranieri e recuperare  per noi, possono oggi arricchire, con il loro valore, gli scaffali delle nostre librerie.

      L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 13

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      Mauro Bellei,
      L'ABC Messo in gioco,
      Fatatrac, 2013
      (scatola - euro 26,90)
      Mauro Bellei (1959), architetto e designer bolognese, ha realizzato opere recensite su importanti riviste quali Modo, Domus, Casa Vogue, Ottagono e Abitare. Ha tenuto corsi presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze e presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Una sintetica raccolta dei suoi lavori che intrecciano scenografia e design si trova ne Il progetto dello scoiattolo (Corraini, Mantova, 2011).
      Fra gli allestimenti ha firmato scenografie di diversi spettacoli teatrali (per esempio per Alessandro Bergonzoni, Gene Gnocchi, Assemblea Teatro di Torino, gli Stadio) e alcune presentazioni internazionali di vetture Ferrari. Nel 2010 inizia la sua collaborazione con Accipicchiadesign la cui attività è quella di ideare e realizzare progetti educativi mirati allo stimolo dell'immaginazione e della creatività di piccoli e grandi. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: Les cailloux de l’art moderne (900 in sassi, Les Trois Ourses, Parigi 2010), l'avventura dell'Arte Moderna raccontata con i sassi, a cui nel 2010 è stata dedicata una mostra-laboratorio presso il MAMbo di Bologna, Cos’è un progetto? (Unoquasidue, Bologna 2009), L'inizio di un cerchio (Fabula O, Bologna, 2006).

      Con Fatatrac, nel 2011 ha pubblica Zoo di segni, nel 2012 Orto in figure, nel 2013 Sassi animati e, nel 2014, L'ABC messo in gioco. Da diversi anni presenta e organizza laboratori didattici per bambini e insegnanti.

      Fabrizio Silei,
      L'INVENTAMOSTRI,
      Fatatrac, 2014
      (scatola - euro 24,90)
      Fabrizio Silei è nato a Firenze nel 1967, autore di albi, saggi, romanzi e racconti rivolti a bambini e ragazzi, si dichiara “ricercatore di storie e vicende umane”, non riuscendo a dimenticare gli anni passati a lavorare, come sociologo, su identità e memoria. Esperienze che si riversano nei suoi libri: il negazionismo della Shoah è al centro del romanzo “Alice e i Nibelunghi” (Salani). Il mondo in disfacimento dei balilla è lo sfondo del suo romanzo “Bernardo e l´angelo nero” (Salani), al questione razziale ne “L’autobus di Rosa” illustrato da Maurizio A.C. Quarello (Orecchio acerbo).   Come artista è particolarmente attento al gioco creativo e concettuale e i sui libri illustrati realizzati con carta, cartone, legno e materiali poveri si muovono a cavallo fra arte contemporanea, design e fotografia. Per un approfondimento del suo lavoro creativo si può visitare l'Ornitorinco, il suo bellissimo atelier. Fra i suoi ultimi libri Alfabetiere (Electa kids, 2013),  Mio nonno è una bestia (Il Castoro, 2013), Fuorigioco illustrato da Maurizio A. C. Quarello (Orecchio acerbo, 2014), La notte della vendetta (Piemme), La doppia vita del signor Rosenberg (Salani, 2014), Zelig, il piccolo leone e Jack e il pennello magico (collana "Prime letture", Emme edizioni), Storie della merla (Einaudi Ragazzi, 2014), infine, con FatatracL'Inventastorie e L'Inventamostri (2014).
      Vincitori di numerosi premi, come artista e come scrittore, nel 2014 si è aggiudicato il Premio Andersen come miglior autore, con la seguente motivazione: "Per essere la voce più alta e interessante della narrativa italiana per l'infanzia di questi ultimi anni. Per una produzione ampia e capace di muoversi con disinvoltura e ricchezza fra registri narrativi diversi: dall'umorismo alla misura breve del racconto per i più piccoli, dall'albo illustrato al romanzo per adolescenti, dal progetto creativo ad un forte impegno civile. Per una costante e limpida qualità della scrittura".

      Tra le cose belle delle festività Natalizie, c'è il dono di concedersi un tempo per sé  e uno da condividere con le persone che più ci stanno a cuore.
      Un tempo che batte dispari rispetto al solito calendario.
      Per un bambino, in particolare ma non solo, c'è finalmente la possibilità di avere qualche giorno, assurdità della mole di compiti a casa permettendo, per dedicarsi a cose lunghe, che richiedono ore tranquille, quelle che nel corso del tempo della scuola e dei troppi altri impegni che scandiscono i giorni della sua agenda settimanale, difficilmente oggi riesce ad avere a disposizione.

      Le proposte di oggi, L'ABC messo in gioco di Mauro Bellei e L'Inventamostri di Fabrizio Silei, sono modi perfetti per trascorrere lunghe ore giocando in modo divertito, intelligente e pieno di sorprese, in grado di andare molto più in là di ciò che qui vi sto scrivendo. Vedrete voi stessi il perché.


      Ho conosciuto Mauro Bellei nel 2006. O, meglio, conoscevo il suo lavoro come autore delle indimenticabili scenografie visionarie degli spettacoli di Alessandro Bergonzoni e avevo iniziato a entrare con grande fascinazione nelle pubblicazioni di UNOQUASIDUE, tanto da proporre all'Accademia Drosselmeier, dove insegnavo al tempo, di coinvolgerlo nel programma delle lezioni, purtroppo senza esito positivo però. Ma di persona, Mauro, l'ho conosciuto quell'anno. La prima volta che andai nel suo studio, mi colpirono particolarmente i disegni dei sui progetti, minuscoli, perfetti, piccoli mondi che rappresentavano altro, ma che dentro di sé conservavano una forza narrativa propria.
      A quel tempo, Mauro stava ancora pensando, quasi decidendo, di iniziare a rivolgere la propria progettualità ai bambini. Mi fece vedere un catalogo di giochi che erano andati in produzioni alcuni anni prima. Bellissimi. Non conosceva il mondo dell'editoria dell'infanzia, ma iniziava ad avere chiare le intenzioni, e iniziava anche a dar vita concreta, di un progetto dedicato allo sviluppo del pensiero e della creatività, del bambino e dell'adulto, che potesse prendere il via dallo studio dei segni e delle forme.

      Conservo ancora due progetti che ci erano stati chiesti, per allestire stand in fiere dedicate ai bambini ai ragazzi, che furono l'occasione di lunghe chiacchierate.
      Mi fu chiaro fin da subito che il potenziale di Mauro, il suo modo unico di guardare e interpretare il mondo, poteva concretamente trovare uno spazio di dialogo privilegiato con i bambini. Pensai così, nel 2008, di presentarlo a Elisabeth Lortic di Les Tres Ourses, nel corso della Fiera di Bologna. Io non la conoscevo se non per avere scambiato pensieri e parole in occasione dell'acquisto dei libri che ogni anno facevo al loro stand, ma ero sicura che la particolarità del lavoro di Mauro sarebbe stata nelle corde della sua visione editoriale. E che fosse perfetta per il mercato straniero, in primis quello francese, era fuori di dubbio. Nello stesso anno, Elisabeth Lortic, sempre con le pubblicazioni di Les Tres Ourses, venne di nuovo a Bologna in occasione di Arte Libro. Girai subito l'invito a Mauro, Elisabeth Lortic andò a vedere il suo studio e si innamorò del suo lavoro. 
      Era inevitabile.
      Il resto di questa storia, dopo le produzioni di questi anni di Accipicchiadesign, che trovate sempre con uno stand alla fiera di Bologna e a cui si è di recente interessato il MoMA di New York, e dopo quelle di Fatatrac, le mostre e le lezioni e i laboratori in giro per l'Italia (tra l'altro, dopo il suo debutto nel mondo dell'editoria per ragazzi, Mauro ha tenuto qualche lezione all'Accademia Drosselemeier e laboratori anche alla Libreria Giannino Stoppani), l'avete già potuta vedere con i vostri occhi.

      Ho scelto questo libro di Mauro, anche se è dello scorso anno ed è stato seguito da quattro nuove pubblicazioni di Accipicchiadesign (Sherlock di sassi. Manuale per la ricerca e l'interpretazione dei sassi, Segni liberi. Giocare con i disegni, Sassi dinamici. Attacca e staccaInventare personaggi per teatrini da seggiola, tutte del 2014), perché trovo particolarmente degno di nota il lavoro che sta dietro a questa proposta di libertà interpretativa che abbina in modo inusuale e potenzialmente infinito le lettere alle forme, le prime rappresentazioni del pensiero e della realtà con cui i bambini vengono in contatto.

      L'ABC messo in giocoè, in questo senso, una proposta di un intelligente gioco attivo a molti livelli, cognitivo, visivo, emozionale, tattile, relazionale, che il bambino può fare da solo (magari a più di cinque anni per goder di tutte le possibilità che offre), insieme a un adulto, in compagnia di altri bambini.
      È una “scatola” semiotica traboccante di enunciati di senso e di stimoli per creare correlazioni incongrue tra sensi e significati, a disposizione anche dell'adulto che voglia lavorare in quest'ambito proponendo in autonomia laboratori con i bambini dedicati, ma che un'esercizio individuale per stimolare il pensiero a creare nuove forme di progettualità.



      Dedicato 

      «A chi riesce a mettersi in gioco non solo per gioco»

      Mauro Bellei, L'ABC Messo in giocoFatatrac, 2013
       La scatola contiene:
      albo L’ABC messo in gioco
      albo di istruzioni Alfaquadretto
      4 puzzle Alfaquadretto (nero,giallo, rosso, blu), 
      ognuno composto da 26 pezzi
      3 schede di lettere fustellate e sacchetto per conservare le lettere
      - età dai 5 anni - 



      Chi ha detto che le parole sono fatte di lettere e le immagini di forme? 
      Questo progetto ci invita a giocare con un alfabeto nuovo, originale e interattivo. Il linguaggio dell’immagine, quello che parla con forme e figure qui entra in contatto con quello della parola, fatto di lettere. 

      Nell’albo l’ABC messo in gioco Mauro Bellei avvicina i due codici a tal punto da invertirli di ruolo, trasformando le parole in immagini e le immagini in parole.

      «Le parole inventate sono come disegni astratti.
      Qui parole e immagini si esaminano a vicenda, cercando un conforto misurato per risaltare al meglio e diventare più interessanti.

      Di sicuro occorrono lettere ginniche e figure atletiche per inventare parole come disegni astratti, il che significa allenare e slacciare il vincolo di somiglianza che le lega alla realtà.

      Per riuscire in questo intento abbiamo liberato l'alfabeto dalla carta ritagliando ogni lettera e suddiviso un quadrato in ventisei forme diverse lasciando loro il permesso di gironzolare un po' ovunque. Infatti, le lettere non hanno perso tempo, hanno deciso subito di rivendicare il proprio status di segni grafici e si sono messe a disegnare. Per contro le sagome del quadrato hanno voluto imparare a scrivere e a interpretare la realtà figurativa a modo loro.

      Solo dopo diverse combinazioni, in circostanze del tutto naturali, lettere e forme hanno cominciato a scherzare tra loro dando luogo a infinite immagini, anche astratte, ognuna delle quali è una chiave che libera una parola. Ed è in questo il processo di liberazione che potrebbe nascerne una nuova... una parola inventata con la testa fra le nuvole... meglio fissarla subito su un foglio per non vederla volare via...». Mauro Bellei, dall'albo L'ABC in gioco, Fatatrac, 2013.


      Mauro Bellei, L'ABC Messo in giocoFatatrac, 2013

      Mauro Bellei, L'ABC Messo in giocoFatatrac, 2013

      Mauro Bellei, L'ABC Messo in giocoFatatrac, 2013


      Nella guida Alfaquadretto vengono invece fornite alcune indicazioni per giocare per con i puzzle e le lettere fustellate. Il progetto mira a stimolare l’espressione di sé e una creatività libera, porta a pensare in modo nuovo e a introdurre i concetti di linguaggio, alfabeto e codice come elementi di gioco e di scoperta.


      Mauro Bellei, L'ABC Messo in giocoFatatrac, 2013
       La scatola contiene:
      albo L’ABC messo in gioco
      albo di istruzioni Alfaquadretto
      4 puzzle Alfaquadretto (nero,giallo, rosso, blu), 
      ognuno composto da 26 pezzi
      3 schede di lettere fustellate e sacchetto per conservare le lettere
      - età dai 5 anni - 


      Con il progetto di L'ABC messo in gioco, infatti, si può:


      - comporre l'alfabeto nell'Alfaquadretto

      Mauro Bellei,
      L'ABC Messo in gioco,
      Fatatrac, 2014


      - comporre l'alfabeto con le forme dell'Alfaquadretto

      Mauro Bellei,
      L'ABC Messo in gioco,
      Fatatrac, 2013


      - comporre i numeri con l'Alfaquadretto

      Mauro Bellei,
      L'ABC Messo in gioco,
      Fatatrac, 2013


      - disegnare con le lettere
      - scrivere con le figure
      - escogitare rebus particolari

      Mauro Bellei,
      L'ABC Messo in gioco,
      Fatatrac, 2013

      Mauro Bellei,
      L'ABC Messo in gioco,
      Fatatrac, 2013


      - giocare in libertà con forme e figure

      Mauro Bellei,
      L'ABC Messo in gioco,
      Fatatrac, 2013


      - fare disegni astratti e parole inventate

      Mauro Bellei,
      L'ABC Messo in gioco,
      Fatatrac, 2013


      - comporre parole figurate

      Mauro Bellei,
      L'ABC Messo in gioco,
      Fatatrac, 2013


      Fabrizio Silei è uno degli autori più apprezzati e stimati della nostra letteratura per l'infanzia, amato dalla critica e dai lettori.
      Scrittore, artista e designer, si muove tra diversi generi, e da un genere all'altro, con grande abilità riuscendo, come il suo ornitorinco, costituzionalmente e miracolosamente, a sfuggire a qualsiasi tipo di classificazione.

      L'Ornitorinco (che prende il nome da un suo libro L'invenzione dell'ornitorinco edizione Artebambini, 2011) è infatti il nome che ha dato al suo Atelier nato nel 2014 dal recupero di una porzione di un'antica fonderia di campane poi conceria situata nel cuore del centro storico di Pescia, città d'arte a metà strada fra Pistoia e Lucca, una bottega atelier, studio d'artista, sul modello delle vecchie botteghe artigiane fiorentine. E proprio alludendo a queste caratteristiche e al lavoro del suo ideatore che L'Ornitorinco Atelier si propone come luogo aperto, capace di accogliere altri illustratori e artisti per workshop,piccole mostre nello spazio espositivo, laboratori creativi, corsi di scrittura, visite di scolaresche, corsi di aggiornamento per insegnanti, ma anche come bottega dove si realizzano e si animano marionette, burattini, sculture, giochi, oggetti di design e di biogiotteria esclusiva, libri d'artista e libri creativi per i più piccoli realizzati interamente a mano con materiali naturali (legno, carta, cartone, lana, materiali di recupero) e frutto della fantasia e dell'ingegno di Fabrizio Silei.

      In questo studio d'artista e dal fantastico mondo di Fabrizio Silei è nato anche L'Inventamostri, un progetto che comprende un libro che non finisce all'ultima pagina, ma che diventa un gioco narrativo, visivo e combinatorio il cui protagonista è il piccolo lettore, solo o accompagnato nel suo fantastico viaggio dall'adulto che crea con lui.


      Fabrizio Silei, L'INVENTAMOSTRI, Fatatrac, 2014


      La scatola contiene:
       l'albo illustrato L'Inventamostri
      8 schede cartonate con fustelle (309 pezzi) da staccare e assemblare 
      per costruire i mostri in versione 3D
      - età: dai 3 anni -



      L'Inventamostri è quindi un albo illustrato e un gioco in cartone che permette di comporre e creare centinaia di mostri, sì di mostri ma  artistici e colorati, con il solo ausilio di una scatolina di economici fermacampioni n.1 o n.2 facilmente reperibili in qualsiasi cartoleria o negozio di materiale per ufficio (ricordatevi di comprarli se volete che il gioco si attivi subito nelle mani dei bambini, non perdendo quei minuti di magico stupore che seguono il ricevere un dono).


      Mostri da sfogliare e mostri da costruire in 3D, da creare e assemblare seguendo il racconto dell'albo e poi in assoluta libertà per liberare la creatività e realizzare tanti mostri diversi assemblando code, teste e zampe dalle forme più bizzarre, creando così creature fantastiche per un gioco dalle infinite possibilità...

      I mostri possono essere creati, smontati e cambiati tante volte in un gioco praticamente senza fine e mai uguale a se stesso.


      Uno scienziato extraterrestre e pasticcione viene incaricato dal supremo imperatore interstellare di costruire per lui 
      un mostro terribile e invincibile: pena il taglio della testa.



      Fabrizio Silei,
      L'INVENTAMOSTRI,
      Fatatrac, 2014
      Fabrizio Silei,
      L'INVENTAMOSTRI,
      Fatatrac, 2014

      Fabrizio Silei,
      L'INVENTAMOSTRI,
      Fatatrac, 2014


      Lo scienziato si mette subito al lavoro, semina e raccoglie i pezzi gialli,
      si procura la lava del pianeta ZY234, l'unica che possa dare vita ai pezzi rossi,
      e trova un modo per reperire i fossili per quelli blu dal pianeta F24.

      Li mescola e li prepara per invitare ogni sorta di creatura.
      Ma i mostri che costruisce hanno sempre qualcosa che non va e non sono affatto terribili.


      "DAI PRIMI RISULTATI HO CAPITO CHE AVEVO PERSO 
      UN PO' DI ALLENAMENTO"

      Fabrizio Silei,
      L'INVENTAMOSTRI,
      Fatatrac, 2014


      "DECISI DI PROVARE USANDO SOLO I PEZZI ROSSI 
      E COSTRUII UN EXTRASTELLARE"

      Fabrizio Silei,
      L'INVENTAMOSTRI,
      Fatatrac, 2014


      "PROVAI CON DEI MOSTRI MARINI BLU"

      Fabrizio Silei,
      L'INVENTAMOSTRI,
      Fatatrac, 2014


      "TENTAI DI FARNE UNO VERAMENTE TERRIBILE!
      SCODINZOLAVA E FACEVA LE FESTA"

      Fabrizio Silei,
      L'INVENTAMOSTRI,
      Fatatrac, 2014


      Decide così di fuggire e abbandonare il suo splendido laboratorio 
      nelle mani dei lettori. 
      Riusciranno, almeno loro, a costruire tanti mostri davvero speciali senza perdere la testa?


      Certo che sì, e dopo che si saranno divertiti come mai a farli, a crearne di sempre più strani e paurosi, potranno inviarli al concorso "L'Inventamostri", indetto dalla casa editrice.


      CONCORSO "L'INVENTAMOSTRI"

      Per conoscere il regolamento dettagliato visitate il blog: http://fatatrac.blogspot.it, poi inviate le foto dei mostri che avete inventato con le relative descrizioni e narrazioni all'indirizzo mail info@fatatrac.it: saranno pubblicate sul blog di Fatatrac e votate dagli utenti. I vincitori, singoli, classi o scuole, riceveranno un premio in libri.

      L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 14

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      Aaron Becker, Viaggio,
      traduzione Wernick & Pratt agency,
      Feltrinelli Editore, 2014
      (pp. 40 euro 15,00)
      Aaron Becker, illustratore e creativo, ha lavorato per vari studi cinematografici come Disney e Pixar e ha viaggiato molto. Ha vissuto in Giappone e in Africa e si è avventurato con lo zaino in spalla dalla Svezia al Pacifico Sud, da San Francisco ad Amherst, nel Massachussetts, dove si è stabilito con la moglie, la figlia e un gatto pigrone. Journey, uscito per la Candlewick Press nel 2013 e vincitore della Caldecott Honor picture book 2014, è il primo titolo della Journey Trilogy. Negli Stati Uniti, sempre per la stessa casa editrice, nel mese di agosto è uscito anche il secondo titolo Quest, qui potete vedere il trailer. In Italia è pubblicato da Feltrinelli Editore.

      Magdalena Guiro Jullien/Christine Davenier,
      Luna e la camera blu,
      traduzione di Federica Rocca,
      Babalibri, 2014
      (pp. 40 euro 13,00)


      Magdalena Guiro Jullien nasce a Oran, sul mare, nel 1961. Insegnante e autrice, vive nella regione dell’Essonne in mezzo alle rose e ai lamponi, ma anche tra i lupi, gli elfi e le streghe che popolano il suo immaginario. 

      Christine Davenier nasce nel 1961 a Tours. Studia Grafica a Parigi, poi alla Rhode Island School of Design negli Stati Uniti. Illustratrice di molti albi per bambini, vive a Parigi. 

      Luna e la camera blu è pubblicato in Italia dalla casa editrice Babalibri.


      A volte, sfogliando e leggendo tanti libri, capitano strane cose.
      Capita, per esempio, come in questo caso di trovarsi tra le mani due libri, usciti a pochi mesi di distanza, uno sul mercato americano e uno su quello francese, entrambi molto belli, che si somigliano in modo impressionante.
      Premetto, per chi non è, come si dice, del mestiere, che la data di pubblicazione di un libro può avere poco a che fare con il tempo in cui è stato fatto dall'autore o dagli autori, possono passare anche alcuni anni da quando l'editore ha preso la decisione di pubblicarlo a quando arriva sugli scaffali delle librerie.
      È importante che vi dica questo, perché quella che farò qui è una semplice analisi letteraria tra i due libri, che non vuole attribuire a uno o all'altro il primato del copyright.

      Viaggio e Luna e la camera blu, sono due poetici tributi all'Immaginario dell'infanzia.
      A quella possibilità, da promuovere e da proteggere, di partecipare a mondi intimi, non condivisibili, come fossero veri, con la stessa intensità con cui si partecipa ogni giorno alla realtà, capacità che nell'infanzia esprime la sua massima potenza.
      Mondi in cui si vivono sensazioni, emozioni, si superano prove, si vedono cose, da cui si esce sconfitti o vincitori, che si ricordano nei minimi particolari per anni.
      Tanto da riuscire a evocarli ogni volta che si è messi nelle stesse condizioni o, meglio, in ogni occasione in cui si ha la possibilità di ritornare in quei luoghi dove li abbiamo aperti per la prima volta.

      In Viaggio e Luna e la camera blu, le protagoniste sono due vivaci bambine.
      La prima non trova ascolto e attenzione tra gli adulti della sua famiglia; la seconda, Luna, è una bambina che vive con tranquillità la ricchezza dei suoi sogni che non sente il bisogno di condividere con altri bambini.

      Per entrambe la possibilità di entrare un mondo fantastico, cioè la capacità di creare un universo di senso che prima non c'era, sa apre sulle, o grazie alle, pareti di una stanza della casa. 

      E, sempre per entrambe, questo mondo sarà da loro costruito, avventura dopo avventura, pagina dopo pagina, grazie un'inseparabile matita rossa.

      Quello che farò oggi è cercare, quindi, come tante somiglianze possano rivelarsi un'opportunità per dare inizio a un percorso di letture dedicate a sostenere e proteggere l'insostituibile quanto salvifica pratica della rêverie, insita nell'infanzia e chiamata qui in causa, con forza, da due libri dove l'uso della parola è nullo, in Viaggio, o essenziale, in Luna e la camera blu, così che la narrazione, come la metanarrazione, avvengono per sole immagini.

      Riconoscere e concedere il tempo della rêverie a un bambino o a un ragazzo, non è cosa da poco, è una qualità della conoscenza che pochi adulti posseggono, una forma di fiducia e rispetto verso il farsi di un'identità che è dovuta.

      La rêverie secondo il filosofo Gaston Bachelard «è la capacità di stimolare e accogliere come attendibili e autentici i contenuti della fantisticheria e del sogno a occhi aperti, soprattutto quando questi sono generati dall'incontro con suggestioni estetiche, con l'arte, con la poesia, ma anche con fenomeni naturali, con suggestioni desunte dall'esperienza quotidiana» (in Marco Dallari, La dimensione estetica della paideia, Erickson, 2005, p. 83).

      La suggestione estetica è fornita, in entrambi i libri, da un segno capace di traghettare da qui e là, dal quotidiano a un'esperienza fuori dall'ordinario, una porta rossa disegnata sul muro o un disegno, quello della tappezzeria di una parete, in cui entrare per essere protagonista di un mondo esperenziale altro.

      La meraviglia e la nostalgia spingeranno i lettori, abbagliati dalla bellezza delle illustrazioni, a fantasticare e a partire a loro volta per nuovi viaggi immaginari”, si legge nella terza di copertina di Viaggio


      Una bambina sola fugge dalla noia di una vita in bianco e nero disegnando sul muro della sua cameretta una porta magica che si apre su un meraviglioso mondo ricco di colori, avventure, pericoli. 



      Aaron Becker, Viaggio,
      traduzione Wernick & Pratt agency,
      Feltrinelli Editore, 2014

      Aaron Becker, Viaggio,
      traduzione Wernick & Pratt agency,
      Feltrinelli Editore, 2014

      Aaron Becker, Viaggio,
      traduzione Wernick & Pratt agency,
      Feltrinelli Editore, 2014



      Attraverso le splendide illustrazioni di Aaron Becker, il lettore sarà trasportato, a bordo di una barca, una mongolfiera e un tappeto volante, in uno spettacolare viaggio verso una meta sconosciuta. 


      Aaron Becker, Viaggio,
      traduzione Wernick & Pratt agency,
      Feltrinelli Editore, 2014
      Aaron Becker, Viaggio,
      traduzione Wernick & Pratt agency,
      Feltrinelli Editore, 2014


      Quando la protagonista verrà catturata da un perfido imperatore, solo un atto di estremo coraggio e generosità riuscirà a salvarla. 



      Aaron Becker, Viaggio,
      traduzione Wernick & Pratt agency,
      Feltrinelli Editore, 2014



      Ma basterà questo per ritrovare la strada di casa e, soprattutto, per realizzare i suoi desideri?


      Aaron Becker, Viaggio,
      traduzione Wernick &Pratt agency,
      Feltrinelli Editore, 2014



      Luna, invece, è una bambina che ama la pace e stare da sola.

      Una bambina tranquilla, troppo tranquilla per gli adulti che non sanno niente della ricchezza dei suoi sogni a occhi aperti e si preoccupano. 




      Magdalena Guiro Jullien/Christine Davenier,
      Luna e la camera blu,
      traduzione di Federica Rocca,
      Babalibri, 2014


      Magdalena Guiro Jullien/Christine Davenier,
      Luna e la camera blu,
      traduzione di Federica Rocca,
      Babalibri, 2014


      Ma la nonna di Luna sa che non c'è ragione di preoccuparsi.
      Luna le fa visita spesso e, lungo il cammino, canticchia contando 
      gli alberi del viale. 
      «Uno... due... tre... quattro... sei... otto... dieci alberi...»


      E poi, continuando cantare,  si diverte ad aiutarla nelle mansioni di casa.


      Magdalena Guiro Jullien/Christine Davenier,
      Luna e la camera blu,
      traduzione di Federica Rocca,
      Babalibri, 2014



      Non sanno, gli adulti che si preoccupano per lei, che durante il riposino insieme alla nonna, Luna attraversa la tappezzeria della camera per entrare in un universo blu che la riempie di gioia dove trova ad attenderla il suo amico Cane Rosso.



      Magdalena Guiro Jullien/Christine Davenier,
      Luna e la camera blu,
      traduzione di Federica Rocca,
      Babalibri, 2014


      Luna ballava, saltellava, faceva le capriole.


      Magdalena Guiro Jullien/Christine Davenier,
      Luna e la camera blu,
      traduzione di Federica Rocca,
      Babalibri, 2014


      Era principessa, pirata, maestra di scuola, maga...


      Magdalena Guiro Jullien/Christine Davenier,
      Luna e la camera blu,
      traduzione di Federica Rocca,
      Babalibri, 2014


      Mentre Luna conquista il suo viaggio, il lettore impara a conoscere la sua vita interiore, piena di tenerezza e di fantasia.

      Quella della rêverie «non è un non realtà, ma un altro modo, più libero e fantastico, di rapportarsi al reale e di riappropriarsene. Attraverso la sua pratica, la nostra idea di realtà si perfeziona, si dilata, conquista orizzonti di ulteriorità perché di essa, e del nostro rapporto con essa, avremo un'idea e una concezione non solamente razionale ma anche sperimentale ed emotiva» ((in Marco Dallari, op. cit., Erickson, 2005, p. 86).

      Viaggio e Luna e la camera blu sono, in ultima istanza, un elogio alla vita immaginaria di ciascuno, reso con grazia e sensibilità.
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